Anche questo scritto è tratto da
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 312 del 23 dicembre 2007
Notizie minime della nonviolenza in cammino
proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100Viterbo, tel. 0761353532,
e-mail: nbawac@tin.it
ANCORA SULL'URGENZA DELLE URGENZE
Mentre affonda nella guerra, nel razzismo e nell'ecocidio quella che fu la sinistra italiana, e con essa la democrazia nel nostro paese, occorre subito costruire la zattera della nonviolenza. Poiché non vi sarà più una sinistra e una democrazia in Italia se non vi sarà la proposta politica della nonviolenza. Per questo occorrono due cose.
*La prima: la costruzione di liste elettorali che abbiano come criterio decisivo dell'azione politica la scelta della nonviolenza, per portare in tutte le istituzioni la proposta della nonviolenza.
*La seconda: la realizzazione del giornale della nonviolenza in Italia, che ogni giorno porti nelle edicole oltre che nella rete telematica le esperienze e le riflessioni della nonviolenza in cammino e sostenga la costruzione della politica della nonviolenza.
A queste due imprese ci sembra occorra chiamare tutte le persone di retto sentire e di volontà buona che dalla vicenda del Novecento hanno tratto la lezione della necessità e dell'urgenza di una rottura radicale ed epocale: la rottura della subalternità alla violenza, e quindi la scelta del definitivo ripudio della violenza come mezzo di lotta politica, come strumento di regolazione sociale, come ideologia e come habitus, come principio di organizzazione.
*Una politica della nonviolenza che erediti e inveri le grandi tradizioni culturali dei movimenti di liberazione delle oppresse e degli oppressi: una politica della nonviolenza socialista e libertaria, solidale e responsabile, della cura e della fraternità-sororità, della relazione e del riconoscimento di dignità. Una politica della nonviolenza nitida e intransigente: nell'opposizione alle guerre, agli eserciti, alle armi, nell'opposizione alle strutture socioeconomiche e culturali fondate sull'oppressione dispiegata o cristallizzata.
Non c'é più tempo da perdere. Occorre chiedere ai movimenti nonviolenti storici - la corrente calda del movimento operaio, i femminismi, l'ecologia che fu già detta nuova -, alle esperienze che alla nonviolenza si sono progressivamente sempre più accostate - come i movimenti di liberazione dei popoli oppressi e delle oppresse persone, anticolonialisti ed antirazzisti; come le rimeditazioni più rigorose e gli inveramenti più aggettanti dell'originario messaggio di grandi tradizioni religiose -, alle esperienze nonviolente che sono nate negli ultimi decenni - dalla medicina, la magistratura, la psichiatria democratica, al commercio equo e solidale, alla finanza etica -, ai movimenti di base che a partire da concrete questioni locali e immediate hanno avuto la capacità di svolgere un ragionamento complesso e complessivo, a tutti costoro occorre chiedere di assumere questo impegno, prima che sia troppo tardi.
*Non é intenzione e non puo' essere compito di questo nostro minimonotiziario essere punto di riferimento per quante e quanti vorranno accogliere questo duplice appello; quel che possiamo e vogliamo fare é invitare alla riflessione e all'azione, alla scelta della nonviolenza come proposta politica forte, all'uscita dalla subalternità, alla cessazione delle ambiguità, alla separazione dai poteri e dalle ideologie dellaviolenza.
Che vi siano molti centri, e la trama verrà.
*Non c'é più tempo da perdere: la situazione é giunta a tal punto.
Peppe Sini
2 commenti:
quello che stavo cercando, grazie
good start
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