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martedì 31 gennaio 2012

EUROPA, DEMOCRAZIA


Dall'amico Franco Astengo, ricevo e pubblico:

I leader europei hanno approvato, nel corso di una riunione definita “informale”, l’ipotesi di una Trattato sull’Unione di Bilancio (fiscal compact), che prevede un’ulteriore stretta rigorista su deficit e debito sulla linea liberista fin qui adottata dalla reggenza “franco-tedesca” che fin qui ha affrontato la crisi finanziaria: il disavanzo massimo è collocato allo 0,5% in rapporto al PIL, prevedendo un incardinamento nell’ordinamento dei singoli Stati con legge costituzionale; il programma di sviluppo prevede un completamento della liberalizzazione dei mercati interni e le politiche economiche dei paesi della moneta unica coordinate da un Eurosummit che dovrà essere ratificato da almeno 12 Parlamenti nazionali.


Nella sostanza un pacchetto molto “forte” di politiche sovranazionali, assolutamente in linea dal punto di vista ideologico con le forze conservatrici che, in questa fase, stanno dominando il quadro europeo.


Una situazione che pone, oggettivamente, due questioni fondamentali, la prima sul piano appunto,sovranazionale e l’altra, riguardante la sinistra italiana e rivolta al terreno della politica interna.


Riassumo in estrema sintesi: questa ipotesi di Trattato indica, ancora una volta e di più se fosse possibile, la necessità dell’Europa politica dotata di proprie istituzioni pienamente rappresentative: il ruolo del Parlamento Europeo è sicuramente cresciuto, nel corso degli anni, in particolare dopo il Trattato di Lisbona (a seguito del quale qualcuno accenna addirittura a una sorta di “bicameralismo” con la Commissione) ma l’obiettivo di tutte le forze progressiste e democratiche deve essere quello di un’adozione di piena sovranità al riguardo dell’insieme delle politiche sovranazionali.


Un obiettivo che non potrà essere perseguito senza un altrettanto forte presenza di soggettività politiche collocate compiutamente sul piano europeo, ben oltre alla costituzione dei gruppi parlamentari al Parlamento di Strasburgo: è il tema del PSE e dell’unità della sinistra a quel livello,ad esempio.


Il secondo tema, questa volta di carattere nazionale, riguarda il confronto politico che è necessario si apra, anche in Italia:, proprio nel momento in cui il governo dei “professori” oltre ad assumere i provvedimenti concreti che conosciamo sta rimodellando il sistema politico, costringendo i partiti (per quel che valgono) a riallinearsi sul proprio asse; risalta così, in negativo, proprio a questo proposito, l’assenza della sinistra dal Parlamento.


Un dato che mi è capitato di rimarcare più volte nel corso del tempo, dalle disgraziate elezioni del 2008 in avanti e che assume adesso carattere di particolare gravità e urgenza (se mai fosse stato diverso, in precedenza) : un punto di riflessione urgente per tutti coloro che, a sinistra, intendono impegnarsi in una ricostruzione di soggettività unitaria, cercando anche di sfuggire all’apparente prevalenza di una sirena leaderistca-movimentista che, utilizzando la tematica dei beni comuni (sulla quale non apro qui un dibattito che risulterebbe eccessivamente complesso per via dell’economia del discorso di oggi) sta prepotentemente occupando la scena mediatica ma che, a mio giudizio, non risulta la più idonea a riportare la sinistra a occupare il ruolo che le spetta in Parlamento, nel Paese, in Europa.


Savona, li 31 Gennaio 2012 Franco Astengo

Anche nella morte, i baha’i in Iran devono affrontare la persecuzione


Dall'amico Filippo Angileri ricevo e pubblico:


GINEVRA, 19 gennaio 2012, (BWNS) – Diciott’anni fa, ai baha’i della città iraniana di Sanandaj è stato assegnato un desolato appezzamento di terreno sul bordo di una strada per uso cimiteriale.
Questo terreno scosceso e spoglio non era certo un terreno di prima qualità, ma, dopo una prima sepoltura nell’autunno del 1993, i baha’i del luogo si sono messi a sistemarlo, a scavare le pietre e a sostituire la terra mancante. Hanno piantato e annaffiato 250 giovani cipressi e abeti, donati dall’Ufficio dell’agricoltura. Hanno installato la corrente elettrica e costruito una cameretta per preparare le salme alla sepoltura.
Durante tutto questo percorso, i baha’i hanno ottenuto i relativi permessi. Quando hanno pensato di scavare un pozzo, ne hanno chiesto e ottenuto il permesso dal Comitato idrico regionale. A ogni data di scadenza, il permesso è stato correttamente rinnovato.


Colpito dalla trasformazione del luogo, l’Ufficio delle risorse naturali ha suggerito ai baha’i di piantare alberi in un terreno pubblico adiacente il cimitero, allargando così la zona verde. Di conseguenza la popolazione di Sanandaj, che è prevalentemente musulmana sunnita, è giunta a rispettare il luogo come un simbolo della pacifica presenza della comunità baha’i nella loro città.


Ma ora sembra che la bellezza e il verde dell’area abbiano prodotto un cambiamento nell’atteggiamento dei funzionari. Le autorità vogliono rientrare in possesso del cimitero, affermando che lo stato ha diritti sulla proprietà, anche se i baha’i hanno i documenti che ne attestano la loro proprietà. L’ordinanza della confisca del terreno e della distruzione degli edifici e delle tombe sarà presa in esame dalla corte alla fine del mese.


Questa recente vessazione contro i baha’i di Sanandaj non promette bene quanto al verdetto. Il 19 dicembre, la mattina presto, agenti del Ministero dei servizi segreti hanno fatto irruzione in dodici case baha’i della città, confiscando libri, opuscoli e fotografie baha’i assieme a CD, audiocassette, computer, cellulari, hard disk e vari documenti personali.


«Alla luce di questa ondata di persecuzioni contro la comunità baha’i di Sanandaj, sembra che il destino del cimitero sia stato già deciso per ordine del Ministero dei servizi segreti», ha detto Diane Ala’i, rappresentante della Baha’i International Community presso le Nazioni Unite a Ginevra.


In un annuncio del 17 gennaio, l’Organizzazione dei diritti umani del Kurdistan ha invitato le autorità a «tollerare e accettare gli altri credi». L’Organizzazione ha anche detto che «la nuova ondata di pressioni e restrizioni contro la comunità baha’i» è «un atto disumano e illegale . . . che viola i trattati e le convenzioni per i diritti civili e politici».


Defunti disturbati


Sotto l’attuale regime iraniano, il caso di Sanandaj non è isolato. Dal 2007, ci sono stati oltre 30 incidenti di vandalismo, incendio doloso o altri problemi contro i cimiteri di proprietà baha’i o contro baha’i che cercavano di dare ai loro morti una degna sepoltura.


«Non contente di perseguitare i vivi, le autorità iraniane disturbano anche la pace dei defunti», ha detto la signora Ala’i. «Questo è il più recente attacco di una lunga serie di aggressioni contro i cimiteri e i riti funebri baha’i. Tutto ciò viola gli standard internazionali dei diritti umani e l’idea che le persone degne hanno del rispetto per i defunti».


Alcuni esempi recenti:


– Un nuovo cimitero di Sangsar, nella provincia del Semnan, dato ai baha’i del luogo dalla municipalità, è stato devastato da ignoti intrusi nel marzo 2011. Le tombe sono state ricoperte di sporcizia, gli alberi sono stati divelti e due stanzette sono state distrutte.

– Nel luglio 2010, alcune tombe del cimitero baha’i di Jiroft, nella provincia di Kerman, sono state distrutte da bulldozer guidati da intrusi ignoti.


– Alla fine di maggio del 2010, il cimitero baha’i di Mashhad è stato devastato di notte con veicoli pesanti. I muri del cimitero, la camera mortuaria e il luogo per la preghiera sono stati gravemente danneggiati.


Altri incidenti hanno visto le autorità interferire con i riti funebri baha’i.




A Tabriz, per esempio, i baha’i hanno avuto per molti anni libero accesso al cimitero pubblico. L’anno scorso in agosto, è stato detto alla famiglia di una donna baha’i recentemente deceduta che dovevano seppellirla secondo il rito musulmano. La salma della donna ha dovuto essere sepolta nel cimitero baha’i di un’altra città. Un incidente analogo si è verificato lo scorso ottobre quando la salma di un baha’i è stata trasportata da Tabriz a un altro cimitero baha’i a un centinaio di chilometri di distanza senza che la famiglia ne fosse informata.


«Le autorità iraniane affermano nei forum internazionali che i baha’i non sono trattati in modo diverso dagli altri e sono “puniti” solo quando fanno qualcosa di illecito», ha detto la signora Ala’i. «Che cosa hanno fatto questi poveri morti per essere trattati così?».


«L’abbellimento del cimitero di Sanandaj e dei terreni adiacenti è la chiara prova del sincero contributo positivo che i baha’i iraniani voglio offrire al loro paese. È altrettanto evidente che le autorità iraniane ritengono impossibile accettarlo».


filippo angileri




Per leggere l’articolo e vedere le fotografie online e accedere ai link, si vada a: http://news.bahai.org/story/881

lunedì 30 gennaio 2012

"Mediatore di strada", una figura per promuovere la convivenza pacifica



Continua il lavoro del Comune di Prato - si apprende da una nota del "palazzo" - per risolvere i conflitti di convivenza condominiale tra abitanti con culture e abitudini diverse. Attraverso il progetto “Dialoghi Interculturali”, che vede il Comune capofila e il finanziamento del Ministero dell’Interno con Fondi Europei per l’Integrazione, sono molte le azioni messe in campo per promuovere la convivenza pacifica. In partenariato con il Comune di Prato sono presenti i comuni di Carmignano, Poggio a Caiano, Montemurlo e Montale, oltre a realtà del terzo settore e il Pin (polo universitario di Prato).


Tra le attività, il progetto prevede la formazione di una nuova figura, i “mediatori di strada”, ossia giovani residenti in zone della città ad alta conflittualità, i quali avranno il compito di affiancare e sostenere i mediatori professionisti nella raccolta e nella gestione dei casi di conflitto. Per formare i “mediatori di strada” è previsto un corso di 15 ore per circa 30 partecipanti, tra i quali verranno alla fine selezionati ed incaricati con i fondi del progetto alcuni giovani. Chi fosse interessato a proporsi come mediatore di strada è pregato di mettersi in contatto con il Comune al numero 0574-1835435 * vedi la mia nota.


“E’ importante proporre soluzioni innovative ma efficaci per favorire la convivenza pacifica tra i cittadini – afferma l’assessore all’integrazione Giorgio Silli- . Uno strumento come la mediazione dei conflitti, unito alla valorizzazione delle giovani risorse presenti sul territorio, risulta fondamentale per promuovere il dialogo tra i cittadini e tra questi ultimi e le Istituzioni”.


Si ricorda inoltre che i cittadini che hanno problematiche di tipo condominiale, possono rivolgersi ad esperti nella mediazione dei conflitti ed essere aiutati a risolvere il proprio caso presso lo Sportello di Ascolto e Mediazione dei conflitti, aperto tutti i giovedì dalle 15 alle 18 e completamente gratuito presso il Servizio Immigrazione del Comune di Prato, via Roma 101. Tramite lo sportello, per superare eventuali ostacoli di tipo linguistico, è possibile inoltre prevedere il supporto di traduttori in lingua cinese, araba, urdu e albanese.

da una mail della dottoressa Anja Corinne Baukloh



NOTA MIA: L'INVITO DI CUI SOPRA E' RIVOLTO AGLI STUDENTI DELL'UNIVERSITA' DI FIRENZE. SI POTREBBE ESPORTARE LA FIGURA AD ALBENGA?

Scatta supertassa sui permessi di soggiorno. Contributo da 80 fino a 200 euro


30 gennaio, 11:15

ROMA - Scatta da oggi la supertassa sul rinnovo e il rilascio del permesso di soggiorno. Almeno per il momento, infatti,sono saltati, gli annunciati sconti: il Governo nell'ultimo consiglio dei ministri non ha trova l'accordo sulla modifica del decreto Maroni-Tremonti che ha introdotto il balzello che va da 80 a 200 euro.


Il problema della tassa era stato sollevato da diverse associazioni che ne chiedevano l'abolizione. L'appello era stato raccolto dal ministro dell'Integrazione Andrea Riccardi, che aveva contattato la collega Annamaria Cancellieri per concordare una soluzione. I due ministri, lo scorso 4 gennaio, avevano quindi rilasciato una dichiarazione congiunta spiegando di averdeciso ''di avviare un'approfondita riflessione e attenta valutazione'' sul contributo richiesto agli immigrati per ildocumento di soggiorno. In particolare, avevano sottolineato,''in un momento di crisi che colpisce non solo gli italiani, maanche i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese, c'e' daverificare se la sua applicazione possa essere modulata rispettoal reddito del lavoratore straniero e alla composizione del suonucleo familiare''.


In sostanza i due ministri puntavano ad arrivare - prima del 30 gennaio - ad una sospensione dell'entrata in vigore del Maroni-Tremonti, in modo da introdurre esenzioni e riduzioni inbase al reddito ed al numero di figli. E' stata valutata la possibilita' di inserire la sospensiva nell'ambito del decreto sulle semplificazion iapprovato oggi dal Consiglio dei ministri. Ma la cosa non e' andata in porto a causa, sembra, di perplessita' avanzatedall'Economia.


Fonti ministeriali assicurano che si continua comunque a lavorare agli 'sconti', da inserire in un provvedimento di riordino complessivo della normativa sui permessi di soggiorno. L'obolo a carico dello straniero va dagli 80 euro per il rilascio ed il rinnovo del permesso di durata compresa tra tre mesi ed un anno ai 200 per quello di soggiornante di lungoperiodo. Bisogna poi aggiungere 27,50 euro per le spese de ldocumento elettronico.


La meta' del contributo, prevede il decreto, andra' ad un Fondo rimpatri finalizzato a finanziare lespese di rimpatrio degli stranieri irregolari verso i Paesi diorigine. La restante quota e' assegnata ad altri capitoli dispesa del ministero dell'Interno.


Si preannuncia una stagione di proteste e ricorsi: di un eventuale futuro sconto della tassa non godra' infatti chi presentera' richiesta di soggiorno a partire dal 30 gennaio. Un'pasticcio' cui si dovra' porre rimedio per evitare disparita'


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tratto da www.ansa.it
 
E' una vergogna: abbiamo i soldi per
-comprare i cacciabombardieri;
-pagare le basi NATO e americane;
- costruire una 'nostra' base in Africa;
-farcire di pericolosi radar il territorio nazionale.
 
Non abbiamo soldi per
-aumentare le pensioni;
-ridurre le accise sulla benzina e affini;
-finanziare la scuola, la sanità, la ricerca e la famiglia
 
In più tartassiamo anche gli immigrati, grazie alla solita lega e ai suoi amici, con questa tassa disgustosa...
...non solo ieri ho sentito ieri il nuovo ministro degli interni affermare, da Fabio Fazio, che dare la cittadinanza grazie allo jus solis, significherebbe far venire in Italia bambini da tutto il mondo. Embè?

A VOI AUSCHWITZ A NOI...

Riprendendo la gara d'ingegno fra giganti del giornalismo come "Der Spiegel" e "Il Giornale" colgo l'occasione per ricordare che, se in quantità l'Italia non riesce a stare al passo in termini di stermini di massa, ci ha provato con interpreti pieni di buona volontà. Nel 1935 l'Italia aggredì l'Etiopia, nazione rappresentata alla Società delle Nazioni, che dopo una guerra feroce ed una feroce repressione della successiva resistenza viene annessa all' "Impero".Nel 1947, durante le discussioni che portarono al trattato di Parigi, la delegazione etiope presentò un conto di vite umane perse per la guerra e l'occupazione italiana pari a 760.300 (SETTECENTOSESSANTAMILATRECENTO).



La documentazione e molto vasta e come spesso succede per queste vicende, più nota all'estero che in Italia, comunque ci si puo documentare con Angelo Del Boca, La guerra d'Etiopia. L'ultima impresa del colonialismo.


Alberto - Lainate
 
(da una mail a PaxChristi)

domenica 29 gennaio 2012

IL GLORIOSO RIMPATRIO. LE STRADE DEGLI UGONOTTI E DEI VALDESI

Tratto dal sito www.glorioso rimpatrio.it/  

La storia del Glorioso Rimpatrio dei Valdesi

Un gran numero di persone nel corso della storia, e fino ai giorni nostri, ha dovuto fuggire dalla propria terra d'origine a causa di violenze politiche e persecuzioni senza avere alcuna certezza del ritorno, a causa di intolleranza, xenofobia, mancanza della libertà di coscienza e di espressione.

 PREMESSA

 1000 uomini armati

 13 giorni di marcia

 250 km dal Lago di Ginevra alle Valli Valdesi

Il 26 agosto 1689 un migliaio di protestanti esiliati lasciano la Svizzera per rientrare nelle loro terre da cui erano stati cacciati tre anni prima per motivi di religione.

 La spedizione, organizzata dal pastore Henri Arnaud e comandata dal notaio Antoine Turel (13 compagnie valdesi, 6 ugonotte), era sostenuta sul piano politico e finanziario da Guglielmo III re d'Inghilterra e dai Paesi Bassi. L'impresa si collocava così nel quadro della lotta delle potenze europee coalizzate contro l'assolutismo francese di Luigi XIV.

La marcia resa particolarmente difficoltosa dal percorso montano, il tempo inclemente, la resistenza delle truppe franco sabaude ha da sempre suscitato interesse e ammirazione.

IL MOVIMENTO VALDESE

 Il movimento valdese ha una lunga storia. Inizia con la vicenda di Valdo, ricco mercante di Lione che intorno al 1170 attraversò una crisi religiosa al termine della quale decise di condurre una vita in assoluta povertà e secondo il dettato evangelico predicare il ritorno ad una fede cristiana fedele al Vangelo. Questa sua scelta di vita venne condannata dalla gerarchia cattolica e vennero espulsi da Lione, lui e i suoi discepoli. I Poveri di Lione, così si chiamarono, si dispersero in Provenza e Lombardia, scomunicati nel 1180 a Verona furono definitivamente condannati nel 1215. Pur essendo costretti a vivere nella clandestinità e perennemente ricercati dall'Inquisizione, si dispersero in gran parte dei paesi d'Europa: Austria, Germania, Linguadoca ed in parecchie aree dell'Italia medeievale. Una delle zone di maggior presenza del movimento fu la regione alpina del Delfinato e del Piemonte occidentale.

L'organizazione molto precisa dei loro gruppi ne permise la sopravvivenza; a curarne la vita religiosa erano i barba, i predicatori itineranti che li visitavano regolarmente e che produssero una ricca letteratura di poemi e meditazioni giunta sino a noi in lingua valdese, una forma del provenzale alpino. Al sorgere della Riforma protestante in Europa i valdesi aderirono naturalmente alla nuova prospettiva di fede e a partire dal 1555 organizzarono nelle vallate alpine le loro comunità sul tipo delle chiese riformate svizzere, poi calviniste. Sottoposti a dure repressioni del duca di Savoia riuscirono a sopravvivere grazie alla situazione politica e alla realtà alpina delle loro terre.

ESILIO

Nel 1686, il Duca Vittorio Amedeo II di Savoia, spinto anche dal re di Francia Luigi IV, revoca i precedenti trattati e si scaglia nuovamente contro i Valdesi (anche con l'aiuto di truppe francesi).

La popolazione cerca di resistere, ma in molti perirono o vennero rinchiusi nelle fortezze di Vercelli e Trino, Benevagienna, Saluzzo, Fossano, Cherasco, Carmagnola, Asti, Ivrea, Verrua, Luserna e Torino. Il 3 gennaio 1687 venne proclamato l'editto di "liberazione", che significò per la popolazione protestante, liberarsi dalla prigionia in carcere, ma essere costretta all'esilio scortata da truppe di soldati piemontesi.  

 RIMPATRIO

Nel 1686, poco più di 2.500 valdesi superstiti che non avevano voluto abiurare dopo la sanguinosa guerra mossa contro di loro dal duca di Savoia Vittorio Amedeo II e da Luigi XIV di Francia (il famoso re Sole), furono liberati dalle prigioni sabaude e condotti in esilio in Svizzera.

L'anelito di ritornare alla terra natia unito al profondo disagio di vivere da emigranti in paesi quali la Svizzera e la Germania, di cui non conoscevano né lingua né usanze, indusse tre anni dopo i valdesi, animati dal pastore Henri Arnaud, a tentare una difficile e rischiosa spedizione attraverso le Alpi per raggiungere manu militari  le loro amate valli. Nell'agosto 1689 l'ardita impresa, ottenuto l'appoggio strategico e finanziario del re inglese Guglielmo III d'Orange, si mosse dal lago Lemano, nei pressi di Prangins, e raggiunse le Valli con una marcia di 12 giorni. Qui, in seguito ad un iniziale sbandamento a cui si pose rimedio con un solenne giuramento reciproco di fedeltà tra ufficiali e soldati noto come "il giuro di Sibaud" (dalla frazione di Bobbio in cui ebbe luogo) si impegnarono in azioni di guerriglia prima di essere costretti ad asserragliarsi alla Balsiglia, piccola borgata sopra Massello, in Val Germanasca. La strenua resistenza all'assedio delle truppe franco-sabaude durò vari mesi, fino a quando il repentino mutamento di alleanze politiche del duca di Savoia - sceso in guerra contro i suoi ex alleati francesi - li salvò da una sicura prossima disfatta.

venerdì 27 gennaio 2012

SALVATORE NATOLI: LE RADICI E GLI ORIZZONTI DEL CAMBIAMENTO IN TEMPO DI CRISI

La Comunità di Sant'Angelo promuove e invita all'incontro con

SALVATORE NATOLI
Filosofo

sul tema
LE RADICI  E GLI ORIZZONTI DEL CAMBIAMENTO IN TEMPO DI CRISI

Mercoledì  1 Febbraio 2012 - Ore  21.00

Aula S. Bernardino  - Ingresso in Via Bertoni


Convento  Frati  Francescani  Minori - P.za  S. Angelo  -  Milano

Il Nord e il Sud del mondo sono attraversati da cambiamenti profondi, che stanno incidendo fortemente sul nostro modo di vivere. Quali sono questi cambiamenti, le loro radici e gli orizzonti che si prospettano? Quali dinamiche culturali, sociali, economiche stanno interessando il nostro vivere? Quali vecchi paradigmi e modelli, quali stili di pensiero e comportamento sono scomparsi e quali si intravedono e ci vengono proposti? Con questo primo incontro cominciamo un cammino di ricerca e riflessione domandandoci assieme a Salvatore Natoli quali cambiamenti siano in atto e quali orizzonti ci interpellino. La nostra riflessione continuerà in altri incontri chiedendoci come possiamo porci come comunità cristiana di fronte a questi cambiamenti; a quali valori e compiti siamo chiamati; quali proposte per il bene comune si possano delineare.


Salvatore Natoli è un filosofo italiano. Già docente di Logica presso l'Università di Venezia e di Filosofia della Politica presso l'Università di Milano, attualmente è professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Pensatore stimolante, ha collaborato a molte riviste ed è autore di innumerevoli pubblicazioni e libri. Tra gli ultimi: “Il buon uso del mondo. Agire nell'età del rischio” (2010) e, assieme a Pierangelo Sequeri, “I comandamenti. Non ti farai idolo né immagine” (2011).


OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI E ALTRO

Uno dei post precedenti è tratto da un articolo pubblicato su vita.it. Sono felice che chiudano gli OPG Ospedali Psichiatrici Giudiziari, veri e propri lager, indegni di un paese civile. Anch'io, nel mio piccolo ho partecipato a questa campagna, così come, in gioventù ho aderito a Psichiatria Democratica.
Però, nell'articolo, ho letto la definizione persone "socialmente pericolose". Ho tremato. Primo, perchè questa definizione mi ricorda le motivazioni adotte dai nazisti (e da tutti i sistemi autoritari) per sopprimere i dissidenti; secondo perchè, come al solito, è 'solo' questione di potere: un governante può condurre il paese al baratro o in un conflitto che rimane nelle sue prerogative, mentre se una persona va fuori di zucca, diviene "socialmente pericolosa".
E allora? Com'è questa faccenda? E' la solita logica del povero che se ruba è ladro mentre se a rubare è un ricco, quest'ultimo è un cleptomane.
Ora, immagino che l'estensore dell'articolo non voleva colpire i cosiddetti malati di mente, però occorre stare attenti alle parole che si usano e come si usano...
...Essere sani significa avere le stesse malattie degli altri e, come mi chiedo spesso: chi accetta una società come questa, è sano di mente? Che ne dite voi?

SOLIDARIETA' ALL'OPERAIO SARDO

Ho visto su G'Day de la 7, l'operaio sardo che ha detto all'ex ministro leghista Castelli che non rompa i co****ni.

Volevo esprimere la mia solidarietà all'operaio...

APOLOGIA DELL'EBRAISMO

Invito: Milano 6 febbraio, Si presenta “Apologia dell’Ebraismo” di Dante Lattes, La Zisa

La S.V. è inviata alla presentazione del volume “Apologia dell’Ebraismo” di Dante Lattes, edito da La Zisa,  avrà luogo lunedì 6 febbraio (2012), alle ore 18, presso la Libreria Claudiana di via Francesco Sforza 12, a Milano. Interverranno Rav Giuseppe Laras e Stefano Levi Della Torre.

L’evento è organizzato dal Cdec – Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano e dalla Libreria Claudiana.

“I tempi messianici si compiono quando ‘i cieli nuovi e la terra nuova’, che furono annunziati, divengono una realtà. Allorché rabbi Menachem di Vitebsk – narra la leggenda chassidica – abitava in Palestina, accadde che uno sciocco salisse sul monte degli ulivi e di lassù desse fiato alla tromba. Fra il popolo spaventato si sparse la voce che fosse il suono della tromba che annunziava la redenzione. Giunta la voce agli orecchi del Rabbi egli aprì la finestra, guardò fuori nel mondo e disse: ‘Non c'è alcun rinnovamento’. Questo rinnovamento attende l'Ebraismo dalle opere degli uomini.”

Il libro: Dante Lattes, “Apologia dell'ebraismo”, Prefazione di Rav Giuseppe Laras, Nota di Claudio Vercelli, Pagg. 112, € 9,90 (ISBN: 978-88-95709-90-1).

Quest'opera di Dante Lattes, pubblicata per la prima volta dall'editore Formiggini nel 1923, all'interno di una collana di Apologie, continua ad essere un valido strumento per un primo, esaustivo approccio alla religione e alla cultura ebraica, ancora oggi poco o approssimativamente conosciute in Italia, ma alle quali tutti siamo largamente debitori. Se a ragione l'uomo moderno "non può non dirsi cristiano", non è meno vero che la storia dell'umanità avrebbe preso una strada diversa, e senza dubbio peggiore, senza l'apporto fecondo e determinante del popolo ebraico. Conoscere l'ebraismo è, dunque, necessario per riflettere sulle nostre radici e, nel contempo, valutare se il nostro percorso ha pienamente tenuto conto degli insegnamenti morali e sociali elaborati dalla Chiesa e dalla intellighenzia di Israele.

Dante Lattes (1876-1965), uno dei maggiori rappresentanti dell'ebraismo italiano, è stato scrittore, giornalista ("Il corriere israelitico", "Israel", "La Rassegna Mensile di Israel", del quale è stato direttore fino alla morte), traduttore, educatore, rabbino. Oltre al presente volume, si ricordano: “Commento alla Bibbia”, “Il sionismo” e “Nel solco della Bibbia”.



http://www.lazisa.it/lattes.html



Davide Romano – Resp. Ufficio stampa "Edizioni La Zisa"

Via Lungarini 60 - 90133 Palermo; Tel./Fax +39 091 5509295

E-mail: stampa@lazisa.it; sito web: www.lazisa.it

Blog: http://edizionilazisa.blogspot.com/

GOVERNO. CHIUDIAMO GLI OPG MA NON RIAPRIAMO I MANICOMI

[OPG= Ospedali Pschiatrici Giudiziari]

 L'appello di Stop OPG per una regolamentazione attenta del passaggio

Tra poco più di un anno, il 1 febbraio 2013, chiuderanno tutti gli ospedali psichiatrici giudiziari d'Italia. Il nuovo termine per il completamento del processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari già previsto dall'allegato C del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1º aprile 2008 è stato fissato con un emendamento al decreto-legge sul sovraffollamento delle carceri approvato ieri dal Senato.

 Entro il 31 marzo 2012 dovrà essere emanato un decreto per stabilire gli ulteriori requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, anche con riguardo ai profili di sicurezza, relativi alle strutture destinate ad accogliere le persone cui sono applicate le misure di sicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario e dell'assegnazione a casa di cura e custodia.

 Dal 31 marzo 2013 le misure di sicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario e dell'assegnazione a casa di cura e custodia sono eseguite esclusivamente all'interno delle strutture sanitarie mentre le persone che hanno cessato di essere socialmente pericolose devono essere senza indugio dimesse e prese in carico, sul territorio, dai Dipartimenti di salute mentale.

 Per "Stop OPG" questo voto «è una nuova tappa del faticoso percorso per abolire definitivamente gli OPG, ma il traguardo è ancora lontano».

 Ecco la loro riflessione in merito.

 «L’attenzione e l’impegno, dai lavori della commissione Marino al voto del Senato di oggi, che continua per risolvere la drammatica situazione di 1.500 nostri concittadini dimenticati e a volte condannati ad un ergastolo bianco” lascia aperta la speranza. Anche se in realtà le norme che stabiliscono il superamento degli OPG esistono già ma non sono ancora state applicate; ora questa nuova legge fissa un nuovo termine perché ciò finalmente accada.

 In particolare, vengono previsti impegni per ogni regione, per la creazione di nuove strutture residenziali psichiatriche in cui trasferire gli internati. E’ indispensabile precisare di cosa si tratta, per evitare di aprire, al posto degli attuali OPG, dei nuovi Ospedali Psichiatrici. Abbiamo preoccupazione che le strutture residenziali previste, od agglomerati di queste nello stesso sito, possano riprodurre situazioni simili ai vecchi ospedali psichiatrici. Mentre i manicomi sono stati aboliti proprio in quanto destinati a riprodurre - per la loro natura - disagio, sofferenza e devianza. Sono stati aboliti perché sono una risposta sbagliata in termini di cura. E’ certamente fondamentale garantire subito dei luoghi decorosi, per rispettare la dignità delle persone oggi internate in luoghi indegni. Ma bisogna, ed è possibile, farlo senza riaprire manicomi (piccoli o grandi che siano).

 Il vero obiettivo, per ogni internato, è avere un percorso personalizzato di assistenza esterno, finalizzato al reinserimento e al sostegno in ambiti, non solo residenziali, alternativi all’OPG, e certamente non in strutture analoghe allo stesso per logica ed organizzazione. 

 Per questo stopOPG continua la mobilitazione, verso il Governo e verso Regioni, ASL e Comuni: responsabili di organizzare la presa in carico delle persone internate, per curarle e assisterle nel territorio di residenza, come prevedono le norme e indicano le ripetute sentenze della Corte Costituzionale. Sapendo che serve investire nei servizi socio sanitari nel territorio, a partire dai Dipartimenti di Salute Mentale».



giovedì 26 gennaio 2012

RICORDARE TUTTE LE SHOAH

La mail di Peppe Sini che ho pubblicato nel post precedente, ha provocato una risposta a cui ho replicato a mia volta. La mia replica è riassunta nel titolo di questo post. La Shoah è legata allo sterminio degli Ebrei. In effetti, un intero mondo è stato distrutto dalla barbarie nazista, quel mondo che era portatore di una cultura raffinata e umana riassunta nei dipinti di Marc Chagall e negli scritti dei filosofi e dei pensatori ebrei tedeschi del Novecento. Se la popolazione ebraica è stata quella maggiormente colpita (intere comunità ebraiche, anche italiane, sono state annientate dai nazifascisti), dobbiamo ricordare anche le altre vittime: gay, malati di mente, omossessuali, anarchici, comunisti, Testimoni di Geova -quanti sanno che ne sono stati uccisi almeno 12.000 nei campi?

Però, senza togliere nulla alla popolazione ebraica (che non va confusa con lo stato di Israele, il quale a sua volta  ha adottato tecniche di sterminio verso la popolazione palestinese), dobbiamo ricordare tutte le vittime dell'autoritarsimo, della violenza, dell'intollerenza e dello sfruttamento. A partire dallo stermino degli Armeni che apre tristemente il "secolo breve" (per rimanere al solo '900), per arrivare alle stragi dei gulag staliniani, dall'autogenocidio cambigiano ad opera dei Khmer rossi alla strage di Bophal (una Seveso elevata all'ennesima potenza)...e come dimenticare le vittime del colonialismo (vedi, ad esempio, l'Algeria), del post-colonialismo, del neo-colonialismo, dell'industrializzazione...e come dimenticare, ancora, le vittime della follia -ma è un termine fuoroviante- delle cosiddette guerre etniche -dai Balcani a quelle africane: gli Hutsi e i Tutu, il Darfur, la guerra in Somalia e via dicendo- e le vittime della diffusione dell'HIV/AIDS...andate a leggere (o a rileggere, se l'avete già letto) Il secolo breve di Eric J. Hobsbawm (Rizzoli, Milano, 2006)...Sarà stato anche un secolo breve il Novecento, ma l'elenco delle nefandezze è lungo assai, purtroppo.

NEL GIORNO DELLA MEMORIA DELLA SHOAH

Il 27 gennaio - anniversario dell'abbattimento delle recinzioni e della liberazione dei superstiti del campo di sterminio di Auschwitz nel 1945 - ricorre il giorno della memoria della Shoah.
Nel giorno della memoria quattro impegni s'impongono ad ogni persona che voglia sentirsi decente e fedele all'umanita'. 
Opporsi alla guerra che sempre consiste dell'uccisione di esseri umani.
Opporsi al razzismo che sempre consiste della persecuzione di esseri umani.

Opporsi alla devastazione della biosfera, casa comune e bene comune dell'umanita' intera.
Riconoscere a tutti gli esseri umani tutti i diritti umani, recare soccorso a chiunque ne abbia bisogno, ed approntare e difendere e valorizzare gli strumenti adeguati ad inverare quei diritti comuni e inalienabili, a tutti recando la solidarieta' che e' costitutiva della civilta', della convivenza, del riconoscimento di umana dignita'.

*
Nel giorno della memoria della Shoah opponiamoci ancora a tutte le guerre, agli eserciti e alle armi.
 
Nel giorno della memoria della Shoah opponiamoci ancora alle misure, alle strutture e alle pratiche razziste che in Italia ancor oggi negano i fondamentali diritti umani a tanti esseri umani nel nostro paese giunti in fuga da guerre, dittature e fame, esseri umani cui la Costituzione della Repubblica Italiana - legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico - riconosce il pieno diritto all'accoglienza e all'assistenza nel nostro paese.

Nel giorno della memoria della Shoah opponiamoci ancora alle opere speculative che distruggono l'ambiente e con cio' mettono a rischio la salute, la qualita' della vita individuale e associata, la dignita' ed infine l'esistenza stessa delle persone.
Nel giorno della memoria della Shoah affermiamo ancora la solidarieta' che tutti gli esseri umani congiunge, sosteniamo quanti si trovano nella sofferenza e nel bisogno, aiutiamo le lotte in difesa del diritto di tutti all'accoglienza, all'assistenza, alla salute, alla solidarieta', ad esempio a Viterbo sostenendo la lotta generosa e luminosa dell'associazione dei sofferenti psichici e dei loro familiari e sostenitori.

Vi e' una sola umanita'. Nel ricordo delle vittime della Shoah ogni persona di retto sentire, ogni esperienza collettiva intesa alla civile convivenza, ogni istituzione democratica si impegni per il rispetto e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani. E che questo impegno continui per tutti i giorni avvenire.
Peppe Sini

responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo


Viterbo, 26 gennaio 2012

 Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo

e-mail: nbawac@tin.it
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Nonviolenti mailing list


http://lists.nonviolenti.org/cgi-bin/mailman/listinfo/nonviolenti

mercoledì 25 gennaio 2012

A PROPOSITO DEL GIORNO DELLA MEMORIA: UN LIBRO INTERESSANTE

Cari amici,
sto leggendo un bel libro, molto interessante, che vi consiglio (e, se siete insegnanti, consiglio anche ai vostri alunni).
Si tratta del volume curato da Marcel Reich-Ranicki (con postfazione di Anna Kaiser), Andavo a scuola nel Terzo Reich, pubblicato dalla Casa Editrice genovese Il Melangolo (18 euro).

E' una raccolta di ricordi, impressioni, suggestioni di scrittori tedeschi che sono andati a scuola per l'appunto nel Terzo Reich. Si legge benissimo e si comprende non solo come abbia 'lavorato' la macchina del consenso nazista, ma quale era il substrato su cui si innesta il veleno nazista. Si comprende come un'ideologia disumana sia riuscita a infiltrarsi nella vita di milioni di persone. Si capisce come lentamente o meno queste stesse persone ("brave persone", operai comunisti, pastori evangelici, semplici bottegai, ecc.) si siano semplicemente voltati dall'altra parte fino a che, semplicemente, è divenuto troppo tardi. E' agghiacciante. E, vi assicuro, una brivido corre lungo la schiena anche perchè si stabiliscono strane continuità con certi atteggiamenti menefreghistici attuali...la banalità del male è sempre all'erta.

A proposito, ancora ieri ho corretto una collega che diceva agli alunni delle elementari che Auschwitz è stata liberata dagli americani...e questo grazie al notissimo film di Benigni, "La vita è bella". Film che ho sempre detestato anche per questo motivo: non bastavano i negazionisti, ora ci si mette anche il comico. Cambia una cosa oggi, modifica un ricordo domani, e tra un po' chi si ricorderà cosa è successo davvero...

PS: appena possibile pubblicherò una vera recensione del volume...

SOGNI BRUCIATI

Ieri sera parlavo con Maria, moglie di un professore di italiano e storia , mia coinquilina, le ho detto che cercavo un modo coinvolgente,semplice, efficace per spiegare la Shoà ai miei alunni di 4 elementare. Mi ha detto : << devono vedere “Sogni bruciati”>>, io ce l’ho, te lo presto..



E’ un film di Lia Tagliacozzo e Sira Fatucci, che racconta in modo diverso, e a mio parere molto, molto coinvolgente, il tema della Shoà.


Questa mattina l’ho visto con i miei alunni: è un film che vi consiglio vivamente di vedere insieme ai vostri studenti perché è girato in una scuola media romana.


Penso che insieme a una necessaria introduzione storica da parte nostra, può essere un valido sussidio, un punto di partenza per affrontare nelle nostre scuole il tema della alienazione dei diritti, della persecuzione, delle leggi razziali del 1938 e della Shoah.


Nel film le insegnanti chiedono ai ragazzi di prima media di scrivere i loro sogni su fogli che poi sono stati bruciati: andati in fumo proprio come i sogni dei loro coetanei di 70 anni fa.


Troco che la visione del film costituisca un modo efficace per indurre i ragazzi a riflettere, seriamente, su discriminazioni, i pregiudizi,l’esercizio dei diritti nella società di oggi.


Trovo anche che sia doveroso da parte nostra spiegare perché da 12 anni si celebra, il 27 gennaio il Giorno della Memoria. Credo possa contribuire a generare gli anticorpi contro il pregiudizio, a diffondere una cultura dell’accoglienza, del rispetto delle diversità. Perché il tentativo di annientamento degli ebrei d’Europa perpetrato dal nazismo e dai suoi alleati, nel segno di una ideologia criminale che si riversò anche contro altre categorie, teorizzando la supremazia di uomini su altri uomini , portando l’Europa e il mondo a una immane catastrofe, non abbia più modo di esistere.


E’ una parte della nostra storia collettiva che deve spingersi a chiederci come possa essere potuto accadere.


Penso che parlarne ci possa aiutare ad educare al rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni persona. E in questo frangente è molto importante tenere presenti le radici e i valori sui quali si fonda il vivere civile. Parafrasando Primo Levi, se capire è impossibile, conoscere è necessario


Naturalmente farò vedere a miei alunni anche “La vita è bella”, piangeremo, ci rattristeremo,ma capiremo. E miglioreremo.


Parlatene anche voi con i vostri studenti


Cari saluti


Maria Carmela
(da una mail alla ml profins)

martedì 24 gennaio 2012

PRENDERE LA PAROLA: DONNE PROTESTANTI ATTRAVERSO LA STORIA

“A cosa ci serve ricostruire la memoria? Ha senso la ricerca di una genealogia femminile?

Le nostre antenate erano diverse dalle loro vicine di diversa confessione? Una maggior emancipazione delle donne protestanti ostacola la percezione della differenza sessuale?” E ancora: “Ha senso oggi parlare di femminismo? Quali sono le aspirazioni e i desideri delle donne oggi?”


A partire dal museo delle donne valdesi di Angrogna, un gruppo di donne rilegge con occhi di oggi il racconto di vita delle proprie nonne o bisnonne, con l’intenzione di estendere questa ricerca a chiunque ne abbia l’interesse, per contribuire ad innescare spirali virtuose sul cammino delle donne verso una vera libertà personale.


18 febbraio 2012

Torre Pellice – Via d’Azeglio 10

Civica Galleria "Filippo Scroppo"

Con il patricinio del Comune di Torre Pellice

Ingresso libero

Informazioni: tel. 0121 93 21 79 segreteria@fondazionevaldese.org

Fondazione Centro Culturale Valdese

Torre Pellice (To)

Museo delle donne valdesi

Angrogna (To)

Con il patrocinio del Comune di Torre Pellice

Prendere la parola

Donne protestanti attraverso la storia

18 febbraio 2012

Torre Pellice – Via d’Azeglio 10

Civica Galleria "Filippo Scroppo"

Programma

Mattino

Ore 10 Introduzione: senso del convegno e aspettative

Ore 10,30 Donne della Riforma: Marie Dentière e Caterina Schütz -

Intreccio tra motivazioni teologiche e spinta all’eguaglianza

TOTI ROCHAT

Ore 11 Ugonotte e Puritane: Anna Trapnel e Marie Durand – Differenza e

autorità

ANNALISA BOSIO

Ore 11.30 Suffragismo: Elisabeth Cady Stanton - Emancipazione e differenza

FEDERICA TOURN E GIOVANNA RIBET

Ore 12 Donne valdesi - Mamme, nonne, bisnonne

SABINA BARAL E INES PONTET

Proiezioni di immagini di accompagnamento alle presentazioni

Pomeriggio

Ore 14.30 La memoria del presente

Racconti significativi di donne di oggi

Interventi liberi sul tema

Dibattito aperto

Coordinatrici: GIOVANNA RIBET E FEDERICA TOURN

Ore 17 Conclusioni e chiusura

Rinfresco

È possibile prenotare il pranzo telefonando all’organizzazione del convegno

Informazioni: tel. 0121 93 21 79 segreteria@fondazionevaldese.org

Fondazione Centro Culturale Valdese

Torre Pellice (To)

Museo delle donne valdesi

Angrogna (To)
 
il depliant del Convegno è molto più bello: purtroppo l'ho ricevuto in formato pdf e non sono riuscito a riprodurre le immagini...

GIORNATA MONDIALE DELLA LENTEZZA

Care Amiche e Amici,



come alcuni di voi sapranno, avendo a volte anche partecipato, sono già quattro anni che mi occupo di organizzare l’evento “Leggevamo 4 libri al bar”, serata di letture a voce alta, ideato dall’associazione nazionale onlus“Vivere con lentezza” che si svolge ogni settembre in tutta Italia e nel nostro caso al bar Bacicin di Ceriale sul lungomare Diaz al n° 53.


Qualcun altro saprà che ormai da molti anni nello stesso bar le domeniche mattine dalle 10, 30 in poi si svolge il “Rito dell’Aperitivo Creativo” dove un composito gruppo di amici e amiche si incontra per dialogare in modo spontaneo di arte, di cinema, di letteratura, di politica, di sport, di sesso, di alimentazione e di qualunque altra cosa che possa passare per “le menti migliori della mia generazione” saltellando, così com’è giusto, dai più grandi temi filosofici dell’uomo al pettegolezzo più becero.


L’Aperitivo è Creativo, se non altro per me che da quelle ore e da quelle chiacchierate trovo gli spunti e a volte le idee che vanno a finire nei miei romanzetti noir e per il fatto che diversi miei lettori (specialmente in estate) informati da edicolanti e librai (e dalle locandine che espongo) sanno dove trovarmi e vengono a farsi firmare i libri e a farmi complimenti e critiche.


Tutto questo per dire che, poiché lunedì 26 marzo prossimo sarà la GIORNATA MONDIALE DELLA LENTEZZA, l’aperitivo di domenica mattina 25 marzo 2012 (deciso in accordo con gli amici di Vivere con Lentezza che lo segnaleranno nel sito e ai loro contatti) sarà un appuntamento che coniugherà i “4 libri al bar” con la scansione settimanale dell’Aperitivo Creativo nel senso che sarà un “Aperitivo con lentezza”, un aperitivo“lento”, che verterà sul muoversi nel mondo con lentezza, senza letture pubbliche (o anche sì per chi lo desidererà) ma soprattutto dove chi vorrà partecipare (e vi aspetto numerosi) potrà esporre agli altri in un momento di riflessione collettiva, concetti, proponimenti, suggerimenti e progetti per una vita con lentezza dove in questo caso lentezza sia sinonimo di creatività, di alternativa, di condivisione delle idee e di voglia di vivere a un’altra velocità.

Il solito ma sincero grazie per avermi letto e un caro saluto a tutte/i voi.






Maurizio Pupi Bracali






Carissimi amici,


giunta alla sua sesta edizione, torna la Giornata Mondiale della Lentezza, un attimo di riflessione collettiva sui danni economici, ambientali e sociali del vivere a folle velocità, in un momento difficile di grandi trasformazioni, confusione e incertezza. Il 26 marzo 2012 o giorni attigui per chi è impossibilitato il 26, siete tutti invitati a impegnarvi e partecipare - ognuno nella propria città - con amici, colleghi, in famiglia o da soli, creando un piccolo/grande momento di riflessione per raccogliere le forze e trovare il coraggio di cambiare, contribuendo a rivoluzionare il nostro mondo dalle fondamenta.


da: Vivere con lentezza: la rivoluzione silenziosa che sta cambiando il mondo.


per contatti: bracaffa@libero.it  

lunedì 23 gennaio 2012

LA MULTINAZIONALE VALE, LA PEGGIORE DEL PIANETA

cari amici,



vi scrivo dall'Amazzonia brasiliana con un appello urgente:


mancano tre giorni per ottenere un risultato che per noi sarebbe storico. Eleggere la maggior compagnia mineraria del mondo, la brasiliana Vale, come peggior multinazionale del pianeta.


Il risultato sará consegnato al Forum Economico Mondiale di Davos, nei prossimi giorni.




Ci sono sei imprese candidate e Vale é al secondo posto, con soli 300 voti di differenza. Tepko, la prima in classifica, é responsabile per il disastro di Fukushima, alle cui vittime va tutta la nostra solidarietá. Ma la visibilitá di Fukishima é mondiale, mentre gli impatti di Vale sono totalmente nascosti e l'impresa continua arrogante e ambigua, nascondendo la voce silenziosa delle molte vittime.


Aiutateci a votare Vale come la peggiore del mondo!




Divulgate il piú possibile e votate qui: http://www.publiceye.ch/en/vote/vale/  




Trovate qui una lunga lista di motivi (per chi volesse aprofondire).
Grazie di cuore, a nome della nostra gente!




p. dário bossi
missionario comboniano - Açailândia, Maranhão

venerdì 20 gennaio 2012



QUI ED ORA – L'editoriale



Questo primo numero del 2012 lo dedichiamo alla campagna contro gli F-35 che Pax Christi con altre associazioni e movimenti sta portando avanti sin dall'inizio.


Il nostro Martino ha intervistato per l'occasione don Renato Sacco che segue questa campagna sin dall'inizio...


“Abbiamo avuto le prime notizie certe di questo progetto nel luglio 2006. Io abito nella zona di Novara, vicino a Cameri dove dovrebbero essere assemblati questi nuovi cacciabombardieri F35. Abbiamo iniziato a riflettere, a cercare di capire l’impatto sul territorio, per quel poco che si sapeva. Poi ci siamo confrontati con altri, più esperti. Circa 5 anni fa, nel gennaio 2007 è uscito un comunicato firmato dall’allora Presidente di Pax Christi, mons. Valentinetti e dal Vescovo di Alessandria, mons. Charrier, responsabile della Pastorale sociale Piemontese. In sintesi il breve testo invita ad un ‘ripensamento’. Da allora è continuato un lavoro di contro- informazione, in collaborazione con la Rete Italiano per il Disarmo e con molti esperti. Sono usciti numerosi articoli su Mosaico.” Leggi tutto


TUTTI IN MOVIMENTO – Le attività nazionali
Disarmo vuol dire FUTURO...Educare i giovani alla giustizia e alla pace vuol dire educarci tutti al disarmo delle menti, dei cuori e dei territori. Allontanare la paura. Plasmare una sicurezza comune. Costruire un futuro senza atomiche e un’Italia smilitarizzata nell’economia e nella politica, nella cultura e nel linguaggio, nelle relazioni umane, nelle nostre città.


Marcia e Convegno di fine anno a Brescia Intensa ed emozionante la 44° Marcia della Pace del 31 dicembre 2011. Quest’anno abbiamo percorso le strade della città di Brescia, accompagnando con i nostri passi un altro anno alla sua conclusione...


F-35: E' un'altra strada... Il Vescovo presidente di Pax Christi Italia Giovanni Giudici, interviene contro la “follia dell’enorme costo dei 131 cacciabombardieri da 150 milioni di euro ciascuno”. Una decisa presa di posizione per “rompere il silenzio” e chiedere “un ripensamento di queste spese militari in Parlamento”. Come i Re Magi anche noi dobbiamo “intraprendere un’altra strada”.


Dicono di noi e degli F35... Riportiamo alcuni commenti all'intervento di don Giovanni Giudici.


Difendiamo l'esito del referendum... Il referendum sull’acqua è stato un mezzo imbroglio”. Sono ormai due i sottosegretari del governo Monti a rilasciare gravissime dichiarazioni tese a screditare la volontà popolare sulla difesa dell’acqua bene comune.


La Legalità è la carità laica...Dobbiamo continuamente affermare che la Chiesa non ha l’esclusiva della salvezza, ma Dio offre la salvezza a tutte le genti. Per questo essere cristiani non è un privilegio ma una responsabilità. Il mio compito di cristiano non è di comandare sugli altri, ma di aiutarli nella piena realizzazione di sé. A voi giovani è affidata l’eredità del Concilio!


DA UN CAPO ALL'ALTRO – Le attività dei Punti Pace


Dal Punto Pace di Ragusa: Il nostro Punto Pace lo scorso 16 dicembre ha organizzato, insieme ad alcune associazioni della nostra città, un interessante incontro con Antonio Mazzeo, sul centro per richiedenti asilo e migranti di Mineo, località vicina a Ragusa. Abbiamo parlato con lui di questo e del Ponte sullo Stretto.


Il Punto Pace di Ragusa vi da appuntamento alla loro rassegna rassegna SULLA STESSA BARCA, che prenderà il via Domenica 22 gennaio per 5 incontri con film e video sul tema dell’immigrazione e dell’integrazione.


Dal Punto Pace di Verona: Ciclo di incontri per il 50° anniversario del Concilio Vaticano II° sul tema: DONNE E CHIESA.


Dal Punto Pace di Bologna: Comune di Crevalcore, parrocchia di San Silvestro, Pax Christi punto pace Bologna, 27 Gennaio, ore 21:00 - Sala Ilaria Alpi - via Persicetana 226 – Crevalcore (BO) Giornata della Memoria: "Memoria, Martirio, Santità. Un ricordo di comunità, sacerdoti e bambini vittime della tragedia della guerra"


Da Pax Christi International:


Appello per un solido trattato sul commercio delle armi (30/12/2011)


Pax Christi International è impegnata in due importanti campagne interreligiose per un forte trattato sul commercio delle armi. L’appello può essere letto su: 2011-0575-en-gl-SD


Dichiarazione su Agricoltura, riscaldamento globale e crisi di povertà (03/01/2012)


Pax Christi International ha aderito ad una dichiarazione indirizzata alla Commissione dello Sviluppo Sociale (Nazioni Unite), sui legami tra cambiamento climatico, agricoltura e povertà. Il documento è disponibile su: 2011-0569-en-gl-JW   


FINO IN FONDO – Un approfondimento


Vi segnaliamo il testo completo dell'intervento di Antonio De Lellis su “Crisi Finanziaria e Spese Militari


SOTTOVOCE – Opinioni, lettere, suggerimenti

- Segnialiamo il ricordo di Gianluigi Spada


- Cari lettori di Verba Volant abbiamo bisogno di voi e delle vostre opinioni su questa newsletter e sulle attività che proponiamo.


Pax Christi Italia – Via Quintole per le Rose 131
50029 Impruneta (Fi)
0552020375 verbavolantpax@gmail.com