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martedì 29 giugno 2010

Dal lontano Brasile, B. ha lanciato il suo ultimo
(in ordine di tempo) diktat: 'non leggete i giornali!'

Ne ho comprati due...

XII assemblea nazionale di Noi Siamo Chiesa Cascina Contina 20.6.2010

Ormai “Noi Siamo Chiesa” è giunta alla sua dodicesima assemblea annuale. Si è tenuta domenica 20 alla cascina Contina, presso Milano. Cinquanta i partecipanti alla mattina, poco meno nel pomeriggio, provenienti soprattutto dal Nord e da diciassette situazioni diverse. L’Eucaristia è stata “distribuita” durante la giornata. All’inizio dei lavori alle 10 sono state lette le letture commentate della giornata liturgica secondo il rito romano. Dopo i lavori della mattinata la parte centrale della celebrazione nella chiesetta della cascina, il Padre nostro e il segno di pace alla fine dei lavori nel pomeriggio. L’incontro è iniziato con un messaggio di don Carlo Sansonetti dal Costarica di adesione a “Noi Siamo Chiesa” e di intensa partecipazione . La breve presentazione che ogni partecipante ha fatto di sé stesso e della sua attività è stato un momento di comunicazione importante. Poi Valerio Gigante di Adista ha confermato il tradizionale rapporto tra l’agenzia e NSC toccando i problemi dell’informazione religiosa, debole nell’area laica e sotto censura in quella cattolica dove non c’è alcuno spazio per le voci del dissenso. In particolare –ha detto Gigante- quando non si può fare a meno di parlare in termini critici (come nel caso della pedofilia nel clero) si colpevolizzano sempre i singoli mai il sistema (ciò è, per esempio, avvenuto nella trasmissione di Annozero).

Frate Benito Fusco, dei servi di Maria, che aveva ospitato a Ronzano (Bologna) nel giugno dell’anno scorso la undicesima assemblea e che ora è stato spostato d’autorità a Budrio, ha tenuto l’ampio intervento introduttivo. Dopo aver affermato che il movimento “Noi Siamo Chiesa” da coraggio a tante persone, egli è partito da un sincero e molto interessante racconto della sua storia personale, passata dalla militanza politica nei movimenti dell’estrema sinistra fino a una riflessione sui fondamenti evangelici della volontà di giustizia. Ha ricordato i servi di Maria a cui si ispira (Padre Vannucci, Padre Maggi, Padre Quercetti…fino a Paolo Sarpi!) La sua analisi su come è condotta la Chiesa è impietosa; essa è apologetica e gerarchica e la sua crisi avrà tempi lunghi. Sullo scandalo pedofilia ha ricordato che esiste anche un problema negli ordini religiosi dove esso è serio, viene “coperto” e neppure segnalato ai vescovi. Per quanto riguarda Noi Siamo Chiesa frate Fusco ha provato a fare delle proposte : lavorare su punti tematici, sul problema di genere, su quello delle genti (“lo “straniero” della Bibbia), su quello delle generazioni e ha ritenuto importante la costituzione di un “Osservatorio sui diritti umani nella Chiesa”, che si ispiri al libro di Castillo su questo tema.

Nel pomeriggio il coordinatore nazionale Vittorio Bellavite ha svolto la relazione sulle attività dell’anno, ricordando le principali questioni sulle quali le posizioni delle gerarchie ecclesiastiche hanno richiesto un intervento critico (testamento biologico, solidarietà a don Santoro, inizio della causa di beatificazione di papa Wojtyla, intervento della CEI nelle elezioni regionali e atteggiamento “benevolo” nei confronti del governo, scandalo pedofilia ecc..).Queste posizioni hanno sempre incontrato il silenzio dei vescovi (come nella proposta di istituire organi indipendenti di ascolto delle vittime degli abusi sessuali) e della stampa cattolica. Particolare importanza è stata dedicata ai rapporti internazionali di Noi Siamo Chiesa che si sono concretizzati in più incontri in Europa (a Monaco, a Strasburgo e ad Amsterdam). NSC sta collaborando attivamente al “Project 50 years” che prevede l’organizzazione in tutto il mondo, da parte dei movimenti che si definiscono conciliari, di riflessioni e convegni sul Concilio in occasione dei cinquanta anni dal suo inizio e poi della sua conclusione. Nel dicembre del 2015 è previsto un grande incontro a Roma. Bellavite ha poi ricordato la partecipazione agli incontri di Firenze di maggio ’09 e nello scorso febbraio di “Il Vangelo che abbiamo ricevuto” . La posizione critica sugli aspetti troppo “teologici e spiritualisti” degli incontri a scapito del confronto sui problemi pastorali, sembra avere ricevuto un qualche ascolto nella preparazione del terzo incontro a Napoli dal 17 al 19 settembre, a cui NSC parteciperà.

La discussione è stata a tutto campo, a partire dal racconto delle situazioni locali. Si è detto che il disagio tra i cattolici sta crescendo, che la Chiesa, nei suoi vertici, è ora sulla difensiva (viene criticata anche in TV sulla gestione delle sue risorse economiche, ottopermille ecc…) e che perciò una posizione alternativa come quella di NSC è un punto di riferimento per molti stanchi e delusi dei silenzi e dei conformismi diffusi. E’ necessario andare nella direzione della costruzione di reti di collegamento, come avviene da tempo, per esempio in Spagna e in Francia. I rapporti coi vescovi sono quasi inesistenti ma NSC si caratterizza, rispetto alle Comunità di base, per la volontà, nonostante tutto, di non abbandonare la proposta di dialogo e la volontà di dare indicazioni sui principali problemi pastorali. Molta attenzione è stata dedicata al problema della nomina dei vescovi, ora del tutto sottratta a qualsiasi contributo dal basso (è prevista una iniziativa in autunno). E’ stata sottolineata criticamente una certa assenza di NSC dalla denuncia della legge sulla sicurezza e dal contemporaneo riconoscimento di quanto molte strutture ecclesiali stanno facendo su questo grave problema. La discussione si è infine concentrata sul problema della trasmissione ai più giovani del messaggio dei cattolici conciliari e ugualmente sulla insufficiente presenza femminile nel movimento. Tra quanto è stato proposto anche lo studio di come rilanciare la figura di Ernesto Buonaiuti .

I problemi organizzativi hanno concluso l’assemblea. Le adesioni sono stabili, il modesto bilancio è completamente autofinanziato, la presenza su Internet e in genere la comunicazione devono migliorare e così si dovranno preparare materiali divulgativi. L’attuale Coordinamento nazionale è stato confermato con le integrazioni successive che si renderanno necessarie in relazione a nuove presenze locali o a nuovi settori di intervento. Si parteciperà al Forum sociale europeo di Istanbul all’inizio di luglio, all’assemblea dei cattolici francesi di base a Lione in novembre e infine al Forum della teologia della liberazione a Dakar in gennaio.

Noi Siamo Chiesa dal giugno 2009 al giugno 2010 : iniziative, documenti, proposte. Sintesi della relazione del coordinatore nazionale Vittorio Bellavite alla dodicesima assemblea nazionale del 20 giugno 2010, Milano (cascina Contina).

L’inizio del nostro incontro di oggi coincide con la prima parte della celebrazione eucaristica, che sarà completata, prima di pranzo, nella chiesetta della cascina. E’ una modalità in parte nuova che ci fa intrecciare la preghiera con la discussione sul nostro movimento e sulle sue iniziative.

Ringrazio la comunità della cascina Contina che ci ospita, ora faremo un rapido giro per presentarci (per mettere a loro agio chi partecipa per la prima volta).

Ricordo chi non c’è più : anzitutto Padre Camillo De Piàz, ha sempre seguito quanto NSC ha detto e fatto con interesse e condivisione. Poi Beppe Gozzini, il nostro maestro cristiano della non violenza (potete leggere un suo profilo) e Giorgio Donghi (i cui funerali sono stati celebrati ieri) e prima Giovanni Cancarini e Piergiovanni Palminota.

Siamo tutti, soprattutto a Milano, ancora sotto lo shock per l’arresto di don Domenico Pezzini. Distribuisco un testo di chi l’ha visitato recentemente, ora è in infermeria. Siamo increduli e confermiamo la stima per quanto ha fatto (compresa una relazione al nostro convegno su “Fede e persone omosessuali” del 1999); abbiamo anche fiducia nella magistratura. Don Domenico non sta sicuramente godendo delle coperture di cui hanno goduto molti preti.

Chiesa universale e Vaticano

In Vaticano la linea generale del pontificato non è cambiata nellultimo anno. Prima di trovarsi di fronte allo tsunami della questione pedofilia tra il clero, la Caritas in Veritate del luglio scorso ha cercato di vedere le cose nuove ma è ben lontana, per capirci, dalla Pacem in terris e dalla Populorum Progressio percorsa com’è da una eccessiva preoccupazione per la verità dopo la carità. Subito abbiamo detto quello che nessuno dice di questa enciclica : che il suo silenzio completo sul problema della guerra, del riarmo, della produzione e del commercio delle armi ne riduce a ben poco la sua credibilità. Per non parlare poi della sua assenza sui rapporti ecumenici e interreligiosi necessari per mobilitare tutti insieme le risorse etiche necessarie nella situazione di peggioramento della situazione generale nel mondo..

Dopo il Sinodo dei vescovi sull’Africa (sul quale non siamo riusciti ad esprimere opinioni meditate) l’avvio del processo di beatificazione di papa Pacelli e di papa Wojtyla, per quanto previsto, ha consolidato la linea della vera e propria santificazione del papato, confermando una posizione ecclesiologica, che, dall’inizio, contestiamo in radice.

Lo scandalo pedofilia ha scosso poi tutta la struttura della Chiesa, le ha fatto perdere, come mai in questi decenni, credibilità e, nonostante tutti gli interventi di papa Ratzinger nella direzione del fare pulizia, ha permesso di capire, agli osservatori realmente indipendenti, quanto il problema fosse e sia nel sistema antievangelico della Chiesa di protezione delle proprie strutture (sistema nel quale anche Ratzinger è coinvolto). Questo abbiamo scritto nel nostro testo del 30 marzo. “Noi Siamo Chiesa” su questa questione ha detto le parole giuste al momento giusto, cioè prima di tutti. (il nostro movimento è nato da una reazione allo scandalo Gröer in Austria) e poi sempre in seguito con costanza e determinazione. La vera celebrazione penitenziale che si è svolta il 31 marzo nel duomo di Vienna non c’è stata in Vaticano, ne tantomeno da parte dall’assemblea dei nostri vescovi di fine maggio, che ha concluso che tutto, in Italia, va abbastanza bene.

La situazione in Italia

Che l’orientamento generale di chi guida la Chiesa in Italia non sia cambiato ci sembra evidente ( a parte contrasti interni, di scarso interesse per noi, tra CEI e Vaticano). Nell’estate scorsa la legge sulla sicurezza, anche se con proteste, e il caso Boffo non hanno sostanzialmente incrinato il rapporto col nuovo governo che abbiamo denunciato, con parole di fuoco, nella nostra assemblea del giugno ’08 ( parlammo allora di “demoniaco connubio tra il trono e l’altare”) . Ed è conferma di questa linea la reazione nevrotica in novembre (che continua tuttora) alla sentenza della Corte di Strasburgo di proibizione del crocifisso nelle aule scolastiche. Il rapporto con la maggioranza di governo è continuato con l’intervento della CEI prima delle elezioni regionali di esplicito schieramento contro i candidati “laicisti”, di sostanziale accettazione del leghismo come realtà cattolica e di quasi silenzio sulla corruzione, gli attentati alla democrazia, l’aumento delle spese militari ecc…La nostra forte preoccupazione sulla situazione politica si è manifestata nell’organizzare a Milano (nell’ambito del network qui esistente da tempo), il convegno su

“ Coscienza cristiana e crisi della convivenza e della democrazia”. In questo filone di intervento voglio ricordare, il forte contrasto nei confronti del disegno di legge sul testamento biologico e, almeno per Milano, la partecipazione attiva alla locale Consulta per la difesa della laicità delle istituzioni.

Lo scandalo relativo agli abusi sessuali nei confronti dei minori ha visto la Chiesa italiana sulla difensiva e priva di capacità di reale trasparenza ed iniziativa (contrariamente agli episcopati del Nordeuropa) . Il nostro testo del 30 marzo in cui si proponeva ai vescovi la costituzione di strutture indipendenti che ascoltassero le vittime è caduto completamente nel vuoto. Nessuno interloquisce, nessuno risponde. Mai (salvo qualche rara lettera di cortesia quando inviamo dei libri, ma fa eccezione Mons. Loris Capovilla). Idem per la lettera ai vescovi dello scorso settembre in cui proponevamo un nuovo corso per la stampa cattolica dopo il caso Boffo. I vescovi- supponiamo- sono infastiditi nel dover interloquire e discutere con noi in una condizione di parità (e non di supponenza) e comunque molte questioni non vengono nemmeno considerate perché vengono ritenute di competenza del vertice, cioè della CEI e del Vaticano. Insomma dei vescovi funzionari, lo sapevamo. E finchè siamo poco conosciuti e in pochi è comodo fare finta di niente. Lo scandalo, affrontato con paura, sicuramente avrà effetti di lungo periodo nell’opinione pubblica (già si parla di un calo delle firme dell’ottopermille a favore della Chiesa). Ma forse qualcosa si muove. Per esempio quanto noi diciamo da anni sui beni della Chiesa e sulla sua gestione delle risorse economiche ha trovato accesso ai media (trasmissione del 21 maggio sulla 7 e del 30 a Report), e sono di questi giorni le notizie sugli immobili di Propaganda Fide. Il nostro nuovo gruppo di Roma si sta muovendo da mesi nei confronti del Vicariato su questa questione.

Abbiamo partecipato alla seconda assemblea di Firenze del 6 febbraio del gruppo nazionale “Il Vangelo che abbiamo ricevuto”. In quella sede e dopo abbiamo espresso alcune perplessità sulle caratteristiche eccessivamente teologiche e poco pastorali dei due incontri. Il prossimo incontro è convocato per settembre a Napoli . Dal testo di convocazione e da notizie che abbiamo pare che alcune nostre osservazioni siano state accolte. La proposta che faccio è di parteciparvi, sottolineando ancora una volta la necessità di creare nel nostro paese una rete di contatti di tutta la Chiesa di base, che, pur in differenti posizioni, si richiami al Concilio.

Rapporti internazionali

Negli incontri internazionali (Freising, Strasburgo e Amsterdam) abbiamo portato avanti la linea dell’intensificazione dei rapporti nella galassia del cattolicesimo critico. Con pazienza e un po’ di fatica questa posizione sta acquistando consensi e siamo impegnati in un progetto di cui vogliamo discutere oggi in modo specifico, quello del “Project Council 50 years” che veda, nei prossimi cinque anni, l’organizzazione in tutto il mondo (dove possibile !!) di riflessioni, convegni ed iniziative sul Concilio, in occasione dei 50 anni dal suo inizio e del suo svolgimento. La proposta è quella di concludere il progetto con un grande incontro a Roma nel dicembre 2015 di tutti i cattolici che si definiscono conciliari.

Stampa e media

Le difficoltà di comunicare sono sostanzialmente le stesse di prima. La stampa cattolica continua a ignorarci, salvo qualche rara eccezione, e ciò avviene da sempre. Il contraddire i nostri testi sarebbe non facile nel merito e, soprattutto, ci farebbe conoscere; il presentarli in modo oggettivo non è concepibile perché vige il sistema del pensiero unico. Sulla stampa laica ci sono alcuni spazi, in parte nuovi. “Micromega” pubblica sempre i nostri testi (a stampa e online); lo scandalo pedofilia in Germania e Austria ha fatto arrivare sulla stampa italiana abbastanza spesso la nostra sigla (a volte deformata Wir Sind Kirke-La Chiesa siamo noi). Il 7 aprile, per la prima volta in assoluto, un quotidiano (il Messaggero) ha pubblicato una intervista fatta a me come coordinatore in pagina nazionale (sullo scandalo pedofilia nel clero). Ci manca ancora la prima volta in TV.

Nostra comunicazione

Nello scorso settembre abbiamo pubblicato, sempre per la Meridiana, “Eucaristia senza prete?” con il documento dei domenicani olandesi e successivo dibattito. E’ il nostro settimo libro.

Abbiamo rilanciato, per merito dei nostri amici di Roma, il portale “evangelodalbasso.net” che è la porta d’accesso a tutti i siti alternativi dell’area “critica” della Chiesa.

Continua la collaborazione con Adista e con Tempi di fraternità che ci pubblica due inserti all’anno.

Il nostro sito arriva ora a 150 accessi in media al giorno (con un aumento consistente).

Il vescovo emerito Giuseppe Casale ha pubblicato un libretto “Per riformare la Chiesa” per la Meridiana che sembra scritto da Noi Siamo Chiesa.

Però dobbiamo fare molto di più : il sito può essere molto migliorato e fatto meglio conoscere, la newsletter non è ancora decollata, siamo assenti dai socialnetworks.

Comunque possiamo dire che il nostro movimento è stabilmente presente nell’area di confine nella Chiesa, proponendo punti di vista e sollecitazioni che si diffondono underground, controcorrente,rispetto alla grancassa dei troppi messaggi mediatici densi di luoghi comuni e di propaganda che circolano nella Chiesa (e nella società)

Le iniziative già in cantiere

Elenco le iniziative che abbiamo già avviato e da confermare:

--redigere un testo a conclusione dell’”Anno sacerdotale”sostenendo che nessun problema di quelli relativi al ministero è stato posto e discusso e tutto è rimasto assolutamente immobile con modelli arretrati (S.Curato d’Ars) e discorsi conseguenti. Quindi, dal nostro punto di vista, un anno del tutto inutile, che è poi stato travolto dallo scandalo degli abusi sessuali sui minori (in Italia è stato affrontato in modo del tutto minimalista da parte della Cei);

-- confermare con comunicato il 23 giugno (giorno in cui il governo ha organizzato un convegno su questa questione) la linea di consenso alla sentenza di primo grado della Corte europea dei diritti dell’uomo sul divieto di uso del crocifisso negli spazi pubblici. Su questa posizione siamo abbastanza soli. Il trenta la Corte europea si riunisce per il giudizio d’appello;

--aggiornamento, durante l’estate, del nostro testo sul testamento biologico del 15 ottobre;

--partecipazione, sulla linea di quella agli incontri di Firenze 1 e 2, all’incontro di Napoli del 17.9/19.9 promosso dai promotori de”Il Vangelo che abbiamo ricevuto”;

--attenzione, dall’esterno, al primo incontro delle vittime degli abusi sessuali del clero sui minori del 25 settembre a Verona;

--organizzazione in autunno (all’interno del network milanese) di un incontro sul problema della nomina dei vescovi (in relazione alla conclusione dell’episcopato di Tettamanzi);

--presenza all’incontro nazionale delle Comunità di base di Torino del 30-10/1-11 su “Date ragione della vostra speranza”;

--partecipazione all’incontro di Parvis, che è la rete francese dei cattolici conciliari, a Lione in novembre e al forum della teologia della liberazione a Dakar in gennaio, anche in rappresentanza dell’European Network.

Due proposte

E’ quella di promuovere la costituzione di un Comitato, composto di personalità e di associazioni, per la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti

Ed è quella di aderire formalmente al circuito europeo di gruppi cattolici presenti in tutta Europa, l’European Network Church on the Move (a cui partecipiamo informalmente da anni). Esso si impegna, in modo coordinato con IMWAC (International Movement We Are Church) soprattutto sulle questioni dei diritti umani e il dialogo interculturale e interreligioso.

Allegato

Attività e documenti di “Noi Siamo Chiesa” dal giugno 2009 al giugno 2010

-- undicesima assemblea nazionale di Noi Siamo Chiesa a Ronzano (Bologna), 14 giugno

--documento di We Are Church Irlanda e IMWAC sullo scandalo pedofilia, giugno ‘09

--costituzione del gruppo NSC di Roma, giugno

--dichiarazione del portavoce Vittorio Bellavite sull’enciclica Caritas in Veritate, 7 luglio

--riflessioni sull’uso della pillola 486, 31 luglio

--sulla sentenza del TAR sui crediti scolastici relativi all’ora di religione, 13 agosto

--il caso Boffo segni una svolta nel giornalismo cattolico, 5 settembre

--lettera ai vescovi sulla nomina del nuovo direttore dell’Avvenire, 14 settembre

--pubblicazione del volumetto “Eucaristia senza prete?” edizioni La Meridiana, settembre

--solidarietà a Padre Benito Fusco dopo il suo trasferimento da Ronzano, 4 ottobre

--documento generale di “Noi Siamo Chiesa” sul fine vita e sul testamento biologico, 15 ottobre

--partecipazione all’incontro internazionale di We Are Church, Freising (Monaco), 16 ottobre

--ancora riflessioni sulla pillola 486, 20 ottobre

--promozione e partecipazione alle iniziative della “Consulta milanese per la laicità delle istituzioni” (sulla ”libera ricerca” il 20 ottobre, su”Laicità, religioni e spazi pubblici a Milano e in Lombardia” il 17 febbraio e contro l’omofobia il 17 maggio)

--solidarietà a don Santoro dopo la sua rimozione dalle Piagge di Firenze, 29 ottobre

--testo di NSC dell’Emilia Romagna sulla Chiesa di Bologna, novembre

-- condivisione della sentenza della Corte di Strasburgo sul crocifisso nelle scuole, 4 novembre

--riunione del coordinamento nazionale, 21 novembre

--partecipazione all’assemblea del network francese PARVIS, 28-29 novembre, Strasburgo

--testo contro l’intervento del Card. Caffarra sui servizi sociali alle coppie di fatto, 3 dicembre

--adesione al testo “La beatificazione di Giovanni paolo II: appello alla chiarezza”, 6 dicembre

--messaggio al Congresso delle Chiese Evangeliche Italiane (FCEI), 2 dicembre

--testo sul NO del Vaticano alla depenalizzazione dei comportamenti omosessuali nei documenti ONU. 2 dicembre

--solidarietà al Card. Tettamanzi attaccato dalla Lega Nord. 7 dicembre

--partecipazione al secondo incontro di Firenze “Il Vangelo ci libera e non la legge” con intervento in assemblea e successiva valutazione scritta (pubblicata da Adista), 6 e 17 febbraio

--testo su “A un anno dalla morte di Eluana i problemi sono tutti aperti”, 9 febbraio

--“Nessuno è clandestino agli occhi di Dio”, incontro a Forlì, 18 febbraio

--promozione e organizzazione (con altri) del convegno su “Coscienza cristiana e crisi della convivenza e della democrazia”, Milano 27 febbraio

--testo sul ricorso in appello del Governo alla Corte europea sulla questione del crocifisso, 3 marzo

--documento sull’intervento preelettorale del Card. Bagnasco, 24 marzo

--partecipazione alle iniziative di ricordo di Mons. Romero nel ventesimo dell’assassinio, 24 marzo

--documento sul problema della pedofilia nel clero con una proposta alla Chiesa italiana, 31 marzo

--intervista di Vittorio Bellavite al “Messaggero” sulla pedofilia nel clero, 7 aprile

--riunione del Coordinamento nazionale, 10 aprile

--lettera ai vescovi di accompagnamento del documento sulla pedofilia, 13 aprile

--giudizio critico di We Are Church sui cinque anni di pontificato di papa Ratzinger, 19 aprile

--partecipazione all’incontro dei preti operai a Bergamo, 1 maggio

--partecipazione all’incontro dell’European Network Church on the Move, Amsterdam, 6-9maggio

-- promozione organizzazione dell’incontro (con altri) “Scandalo pedofilia:dalla parte delle vittime. I credenti si interrogano”, Milano 14 maggio

--adesione e partecipazione con lo striscione alla marcia Perugia-Assisi, 16 maggio

--domanda di partecipare come “soggetto terzo” all’udienza d’appello del 30 giugno della Grande Chambre della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla questione del crocifisso, 22 maggio

( richiesta non accolta)

--documento sull’assemblea dei vescovi che non ha deciso niente sulla pedofilia nel clero, 31 maggio

--adesione e partecipazione all’incontro ecumenico “Chiese, strumento di pace ?”, Milano 2 giugno

--“Anno sacerdotale” e ministeri alle donne. Testo e conferenza stampa di We Are Church, Roma, 8 giugno

Comunicato Stampa

Il crocifisso deve essere solo un simbolo della fede. “Noi Siamo Chiesa”, come tanti cattolici che si richiamano al Concilio, è contro la campagna del governo e del Vaticano per riformare la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo del 3 novembre

Oggi si terrà a Roma una conferenza stampa di presentazione di un convegno di area governativa che si terrà domani per polemizzare contro la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 3 novembre scorso, che ha giudicato che l’esposizione del crocifisso nelle scuole di Stato è in contraddizione con l’art.9 della Convenzione europea per la tutela dei diritti dell’uomo (in connessione con l’art.2 del Protocollo n.1). L’ultimo editoriale di Cilviltà Cattolica e un documento della Presidenza della CEI del 18 giugno vanno nella stessa direzione mentre il Vaticano si è attivato da mesi presso gli Stati membri del Consiglio d’Europa e presso altri movimenti cristiani perché contrastino la sentenza di novembre. Ugualmente il Prof. Carlo Cardia ha pubblicato un testo “Identità culturale e religiosa europea. La questione del crocifisso” che è stato esplicitamente sponsorizzato dal governo. Si sta quindi intensificando la campagna politica e mediatica perché la Corte, nel giudizio d’appello che si terrà a Strasburgo il 30 giugno, modifichi la sentenza di primo grado.

Non hanno molti strumenti per fare sentire la loro opinione quanti dissentono da questa mobilitazione, non condividendo la posizione dei vertici delle istituzioni e dei maggiori partiti. “Noi Siamo Chiesa” fa parte di questa area di opinione, in particolare presente tra tanti cattolici, che si augura la conferma della sentenza. “Noi Siamo Chiesa” ritiene infatti che il crocifisso sia un simbolo religioso sul quale tutti i cristiani debbano meditare nel raccoglimento delle loro coscienze, sia nella preghiera individuale che in quella comunitaria. Si pretende invece di considerare il crocifisso come un simbolo stesso dell’identità e della cultura nazionale ma ciò è in contraddizione con lo spirito e il dettato della Costituzione e dello stesso Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica del 1984. La strumentalizzazione di questo simbolo nel nostro paese è fatta non solo da cattolici fondamentalisti (nostalgici di una “cristianità” finito da molto tempo) ma anche da forze politiche e culturali estranee a ogni riflessione evangelicamente ispirata.

“Noi Siamo Chiesa”, anche interloquendo con la Corte con un intervento diretto ad essa inviato il 23 maggio, ha fatto presente le caratteristiche di paese multireligioso e multiculturale che il nostro paese ha acquisito negli ultimi anni e che rendono ancora più opportuni e utili, per la coesione sociale, i principi riconosciuti dalla Corte. Anche le chiese protestanti presenti in Italia (mozione votata dalla XIII assemblea della FCEI – Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane- nel novembre 2003) hanno preso una posizione contraria all’esposizione del crocifisso nelle scuole. La posizione di “Noi Siamo Chiesa” è esplicitamente appoggiata da movimenti ed organizzazioni cattoliche, che si ispirano al Concilio Vaticano II, presenti in Europa, tra cui le Comunità Cristiane di base, l’European Network Cheurch on the Move, la rete spagnola Redes Cristianas, la rete francese Parvis, L’Observatoire Chrétienne sur la Laicité, Nous Sommes aussi l’Eglise ecc….

Credenti e non credenti dovrebbero meditare le parole del senatore Pietro Ichino, che così concludeva nell’aula del Senato il suo intervento il 4 novembre 2009 all’indomani della sentenza di primo grado : “Questo uso del crocefisso mi disturba come credente: perché Cristo non è morto in croce soltanto per il nostro Paese, né soltanto per i Paesi europei; e il suo Vangelo non si identifica affatto con la nostra cultura, ma è stato dato a tutta l’umanità. Questo uso del crocefisso come bandiera, o come simbolo di una cultura per distinguerla dalle altre, se compiuto dai credenti, costituirebbe una violazione del primo comandamento biblico: “Non usare il nome di Dio invano”. Se è compiuto dallo Stato laico, vedo in esso un’appropriazione indebita. E chiedo che esso cessi al più presto: per rispetto dei cristiani prima ancora che dei non cristiani”.

Roma, 22 giugno 2010 NOI SIAMO CHIESA”

sabato 26 giugno 2010

IO E IL CROCEFISSO


come forse ho già scritto, sono nato in una famiglia cattolica. ho militato nell'ACR (Azione Cattolica Ragazzi) fino ai quattordici anni. Poi sono stato cinque anni in una formazione marxista-leninista (quanto di più retrivo e chiuso si potesse trovare sul 'mercato'). Per il resto della mia vita (ora ho 51 anni e mezzo) mi sono considerato libertario (ritendendo, tra le altre cose che il movimento anarchico avesse, tra le proprie radici, il movimento ereticale medievale e, più precisamente, certe istanze catare o nei fraticelli spirituali. Gioacchino da Fiore non ha forse scritto che "Dio ha creato le anime, non le istituzioni"?).
Ma anche da libertario, sono sempre stato attento non tanto alla religione (vista come istituzione) quanto al sacro (visto come bisogno ineludibile dell'uomo, la 'domanda fondamentale di senso', come viene chiamata in antropologia filosofica. Tutt'ora mi definisco 'non credente' impegnato nell'incontro inter religioso, anche se la definizione di non credente non mi paice in quanto è negativa e quindi riduttiva.
Rispetto tutti i simboli religiosi, quindi anche la croce. Fossi credente, come ho scritto all'ex ministro Moratti, non vorrei avere il crocefisso nella classe -sono insegnante elementare- se questo viene imposto per legge...Come scriveva don Lorenzo Milani seppur sia io un 'lontano', seguo la legge della coscienza e, come ho detto al sacerdote che mi ha celebrato il mio matrimonio, ritengo che alcuni valori siano comuni a tutte le persone intelligenti e buone, a prescindere dal loro credo, dalla loro cultura, dalla loro intelligenza, ecc. ecc. Come insegnante ho conosciuto decine di genitori di altre fedi (musulmani, ortodossi, buddhisti): nessuno ha mai fatto qualche osservazione sul crocifisso. Anzi, un giorno, il papà musulmano di un mio alunno mi consegna i documenti di iscrizione del figlio. Vedo che ha crocettato la scelta per l'insegnamento della Religione Cattolica. Gli faccio notare, per evitare equivoci, il fatto. Mi guarda sorridendo e mi dice: 'Almeno una religione la fa a scuola!'
Come forse saprete, ho molti amici musulmani. Una di loro, mi ha fatto molto piacere quando mi ha detto che quando pensa a me, pensa a me come a un musulmano...
Tutto questo per dire che la campagna governativa e leghista sulla difesa del cristianesimo e delle radici cristiane dell'Europa, mi fa ridere. Se fossi cristiano, dovrei perdonarli, ma non so se ci riuscirei; cristiano non sono per cui mi verrebbe voglia di diffidarli ed di non parlare in mio nome...a dire il vero, sto studiando il modo per diffidare Umberto Bossi a non parlare anche a mio nome quando parla del Nord che potrebbe ribellarsi e della (stupidaggine della) Padania: sono nato al Nord, in Liguria e, come dico spesso, ho il pedigree ligure (nel senso che i miei cognomi, il mio quello dei miei genitori e dei miei nonni, sono attestati nella zona di Savona almeno fino dal 1180: notaio Arnaldo Cumano), ma non mi sento padano: nostra patria è il mondo intero...
Cari amici,
in un momento di follia estiva ho deciso di cambiare la veste grafica del blog. Spero di aver fatto cosa veramente buona e giusta...
...se vi piace, o se non vi piace, fatemelo sapere, magari scrivendomi o scrivendo sulla pagina facebook del blog...

grazie
giuliano

Care sorelle cari fratelli di La Soglia e di Pax Christi,

siamo rimasti del tutto isolati nel sostenere la sentenza di primo grado
della sentenza della Corte europea di Strasburgo. Anche Napolitano, col
governo e tutti i partiti, appoggia la linea del governo perché l'udienza
d'appello del prossimo 30 giugno modifichi il divieto di usare il crocifisso
nelle scuole di Stato.

Anche tutte le associazioni cattoliche condividono questa linea o tacciono.

Vi incollo il comunicato che ho diffuso, si conclude ricordando quello che
ha detto in Senato, isolatissimo, il nostro amico sen. Pietro Ichino
ricordando il comandamento sul non nominare il nome di Dio invano

Shalom Vittorio

COMUNICATO
STAMPA

Il crocifisso deve essere solo un simbolo della fede. "Noi Siamo Chiesa",
come tanti cattolici che si richiamano al Concilio, è contro la campagna del
governo e del Vaticano per riformare la sentenza della Corte Europea dei
diritti dell’uomo del 3 novembre

Oggi si terrà a Roma una conferenza stampa di presentazione
di un convegno di area governativa che si terrà domani per polemizzare
contro la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 3 novembre
scorso, che ha giudicato che l’esposizione del crocifisso nelle scuole di
Stato è in contraddizione con l’art.9 della Convenzione europea per la
tutela dei diritti dell’uomo (in connessione con l’art.2 del Protocollo
n.1). L’ultimo editoriale di Cilviltà Cattolica e un documento della
Presidenza della CEI del 18 giugno vanno nella stessa direzione mentre il
Vaticano si è attivato da mesi presso gli Stati membri del Consiglio
d’Europa e presso altri movimenti cristiani perché contrastino la sentenza
di novembre. Ugualmente il Prof. Carlo Cardia ha pubblicato un testo
"Identità culturale e religiosa europea. La questione del crocifisso" che è
stato esplicitamente sponsorizzato dal governo. Si sta quindi intensificando
la campagna politica e mediatica perché la Corte, nel giudizio d’appello che
si terrà a Strasburgo il 30 giugno, modifichi la sentenza di primo grado.

Non hanno molti strumenti per fare sentire la loro opinione
quanti dissentono da questa mobilitazione, non condividendo la posizione dei
vertici delle istituzioni e dei maggiori partiti. "Noi Siamo Chiesa" fa
parte di questa area di opinione, in particolare presente tra tanti
cattolici, che si augura la conferma della sentenza. "Noi Siamo Chiesa"
ritiene infatti che il crocifisso sia un simbolo religioso sul quale tutti i
cristiani debbano meditare nel raccoglimento delle loro coscienze, sia nella
preghiera individuale che in quella comunitaria. Si pretende invece di
considerare il crocifisso come un simbolo stesso dell’identità e della
cultura nazionale ma ciò è in contraddizione con lo spirito e il dettato
della Costituzione e dello stesso Concordato tra Stato italiano e Chiesa
cattolica del 1984. La strumentalizzazione di questo simbolo nel nostro
paese è fatta non solo da cattolici fondamentalisti (nostalgici di una
"cristianità" finito da molto tempo) ma anche da forze politiche e culturali
estranee a ogni riflessione evangelicamente ispirata.

"Noi Siamo Chiesa", anche interloquendo con la Corte con un
intervento diretto ad essa inviato il 23 maggio, ha fatto presente le
caratteristiche di paese multireligioso e multiculturale che il nostro paese
ha acquisito negli ultimi anni e che rendono ancora più opportuni e utili,
per la coesione sociale, i principi riconosciuti dalla Corte. Anche le
chiese protestanti presenti in Italia (mozione votata dalla XIII assemblea
della FCEI – Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane- nel novembre
2003) hanno preso una posizione contraria all’esposizione del crocifisso
nelle scuole. La posizione di "Noi Siamo Chiesa" è esplicitamente appoggiata
da movimenti ed organizzazioni cattoliche, che si ispirano al Concilio
Vaticano II, presenti in Europa, tra cui le Comunità Cristiane di base,
l’European Network Cheurch on the Move, la rete spagnola Redes Cristianas,
la rete francese Parvis, L’Observatoire Chrétienne sur la Laicité, Nous
Sommes aussi l’Eglise ecc….

Credenti e non credenti dovrebbero meditare le parole del
senatore Pietro Ichino, che così concludeva nell’aula del Senato il suo
intervento il 4 novembre 2009 all’indomani della sentenza di primo grado :
"Questo uso del crocefisso mi disturba come credente: perché Cristo non è
morto in croce soltanto per il nostro Paese, né soltanto per i Paesi
europei; e il suo Vangelo non si identifica affatto con la nostra cultura,
ma è stato dato a tutta l’umanità. Questo uso del crocefisso come bandiera,
o come simbolo di una cultura per distinguerla dalle altre, se compiuto dai
credenti, costituirebbe una violazione del primo comandamento biblico: "Non
usare il nome di Dio invano". Se è compiuto dallo Stato laico, vedo in esso
un’appropriazione indebita. E chiedo che esso cessi al più presto: per
rispetto dei cristiani prima ancora che dei non cristiani".

Roma, 22 giugno 2010 "NOI
SIAMO CHIESA"

pubblico questa mail degli amici di 'noi siamo chiesa', allegando la seguente mail di Enrico Peyretti:

Concordo molto e sostengo. Ho scritto nell'occasione di quella sentenza che dovrebbero essere le chiese credenti, tutte, a condannare l'uso politico del segno della morte di Gesù. Su quel patibolo furono proprio i poteri religioso e politico ad inchiodarlo. Più che ucciderlo, invano, i poteri del mondo si sono appropriati di Cristo, usandolo, dopo Costantino, come "fondamento dei troni". Questo uso della croce col Crocifisso è solo l'ultimo abuso. Mi unisco a chi lo avversa, ma non mi stupisco di quell'abuso. Enrico Peyretti, Torino

venerdì 25 giugno 2010

DUE NON NOVITA'

La prima.

L'Italia è fuori dai mondiali: sic transit gloria mudial...
...e ogni commento è superfluo.

La seconda.

Il ministro Brancher ha avocato il legittimo impedimento per il processo Antonveneta. Quando si dice il tempismo!
Anche qui il commento è superfluo...

giovedì 24 giugno 2010

CONTRIBUTI DI DON PAOLO FARINELLA, PRETE IN GENOVA

3. DEDICATO A POMIGLIANO D’ARCO

Il giorno 22 giugno 2010 bisogna segnarlo nel calendario come uno spartiacque tra libertà e schiavitù, tra civiltà e inciviltà. Quello che tutti si ostinano a chiamare un referendum è invece un ricatto, uno stupro, un atto di cui le generazioni future pagheranno amare conseguenze. La Fiat ha imposto un metodo di consultazione con la pistola alla tempia: o votate a mio favore o io me ne vado. La Fiat voleva il plebiscito che non c’è stato, anche se il 62% pesa come un macigno. Complici il governo, un ministro, Sacconi, ex finto socialista, la maggioranza, il Pd, la Confindustria, i sindacati sottomessi e santi e beati … tutti concordi sulla democrazia del referendum che strangola con i guanti.

Gli operai sono stati messi di fronte ad una scelta scellerata: volete morire o volete morire di fame? Se questo è un referendum, siamo solo all’inizio di un abisso. L’inferno si apre davanti a noi e ora vedremo il «metodo Pomigliano» esportato a tutte le altre aziende, fabbriche, anche piccole. Inizia l’era della schiavitù in cui per volontà degli schiavi si elimina il diritto al lavoro, la dignità dell’operaio, il salario equo. Ora è la Fiat a decidere quello che vuole, pena la minaccia di chiudere tutto. Con un colpo solo si fa piazza pulita di 60 anni di lotte e di diritti acquisiti. Poiché è problematico andare in Cina, trasportiamo la Cina qua: da oggi in poi ogni lavoratore sarà ricattato: se vuoi lavorare queste sono le condizioni, se non ti vanno, dietro di tre vi sono centinaia pronti a prendere il tuo posto anche per meno. I padroni si arricchiranno di profitti e i poveri e gli operai pagheranno il conto. Cessa da oggi il diritto e lo statuto dei lavoratori; ora non resta, e sarà il secondo passo, che abolire il diritto di sciopero che è il desiderio onirico di Berlusconi e la cricca. All’inizio del terzo millennio cristiano, si torna indietro di millenni e l’uomo diventa schiavo dei nuovi faraoni e pulcinella.

Questo referendum ha fatto piazza pulita di quei «valori» della Dottrina Sociale cattolica con la quale vescovi e Cei e Vaticano fanno volentieri gargarismi, quando parlano a vuoto, ora che quella Dottrina viene sotterrata e gli operai uccisi scientificamente insieme alle loro famiglie con un metodo scientifico di eutanasia a largo raggio, peggio che nei campi di sterminio nazista, la gerarchia cattolica dov’è? Perché tace? Perché non grida l’immoralità di un metodo che è peggio di un assassinio? Si sa, «principi non negoziabili» si difendono solo nei mesi invernali e quando non danno fastidio al potere amico della delinquenza organizzata. Pace sugli operai. Una prece!

Ritorno da Gerusalemme

di Paolo Farinella, prete

Sono tornato da Gerusalemme, la mia vera città, dove vivrei fino oltre la morte. Ho vissuto lì per quasi 5 anni, durante tutta la seconda intifada in un paese militarizzato ad ogni passo. Vi sono ritornato dopo 7 e ho visto pochi soldati, sostituiti dal «muro», segno visibile di una prigionia a cielo aperto dei Palestinesi e di Israele. Sono tutti prigionieri della paura e della stupidità, alla quale non c’è rimedio. Sono tornato a rivedere i luoghi della salvezza o meglio ancora della salvezza che s’incontra nei luoghi geografici: è la geografia della fede perché qui la Bibbia, Dio, Gesù Cristo, fede e profezia acquistano un senso reale, si toccano, ti toccano. Ho camminato ancora per le strade dove ha camminato Gesù e hanno mosso i primi passi gli apostoli. Da lì è partito il Vangelo non come codice morale, ma come Nome di un progetto che non si ferma all’effimero e all’oggi, ma va oltre il pensabile, oltre ogni esperienza.

Ho visto l’orto degli Ulivi e la valle del Getsèmani, la tomba della Vergine Maria, l’Ascensione e il Padre nostro; il luogo da cui Gesù ha pianto su Gerusalemme, prevedendo la sua distruzione; la strada romana che da Sion porta alla valle di Giòsafat che Gesù ha percorso centinaia di volte; la tomba di Davide e il Cenacolo, il pinnacolo del Tempio e le mura erodiane; il Muro occidentale (o del pianto); il quartiere ebraico e le case bruciate, le porte di Gerusalemme e le tombe dei re; Yad Vashem e l’olocausto; la Facoltà dove ho studiato (Studium Biblicum), il Santo Sepolcro e il Calvario con tutto ciò che lo circonda di fede e di storia e di contraddizioni; la fortezza di Masada, il Mar Morto e gli scavi di Qumran che hanno fatto fare alla Bibbia un salto di oltre 1200 anni. In una parola, tornando in Italia, ho lasciato il cuore a Gerusalemme.

In tutti i posti ho portato con me i nomi di tutte le persone con cui sono in contatto direttamente e via internet: le richieste es0licite e anche quelle non dette. Non si va mai a Gerusalemme da soli. Ho portato con me i desideri di quanti incontro nella mia giornata Ho deposto ogni nome e ogni richiesta sul marmo del Santo Sepolcro, invocando su ciascuno di voi e su ogni persona da voi amata la Risurrezione del Signore. Nessuna situazione di gioia o di dolore, di ansia e di trepidazione ho tralasciato. Eravate tutti mie compagni di viaggio nel cuore di Gerusalemme, la città dei destini del mondo intero. Lo stesso ho fatto a Betlemme: invocando la rinascita del cuore di ciascuna e di ciascuno di voi. Non ho dimenticato alcuno perché tutti voi siete parte integrante del mio cuore e della mia preghiera.

L’amicizia per me non è puramente formale, ma un «dolce peso» che porto con gioia e dove sono io siete anche voi. Ho detto agli amici che erano con me che sentivo il «peso» della vostra presenza, garanzia della mia responsabilità e della mia trasparenza. Mentre leggete questa righe, chiudete gli occhi e sperimentatevi deposti delicatamente nei luoghi che per me sono decisivi e determinanti. Vi ho dato tutto: la mia fede perché vi amo senza interessi. Vi ho regalato la parte migliore di me: la mia amicizia orante senza nulla domandare, ma presente perché era lì, consapevole di vivere un momento di straordinaria intensità. Ho pregato per la mia parrocchia virtuale, fatta prevalentemente di non credenti e di atei, e quindi di persone con una loro storia, una loro geografia, un loro percorso, una loro etica e una loro grande dignità che rispetto, stimo e amo. Io però non posso essere Paolo senza essere prete e quindi ho pregato per tutti a modo mio, nel nome di Gesù, l’uomo-Dio più laico che io conosca.

A tutti nel nome di Gerusalemme ho dato il bacio della Pace che spero accoglierete come una carezza di dolcezza e di amore. Dalla prospettiva di Gerusalemme, l’Italia non esiste: è meno di un granellino di sabbia e rimettendo piede in Italia e vedendo i giornali, la prima cosa che salta agli occhi è la piccineria e la grettezza nella quale questo stupido Paese sta annegando. Se Roma aveva un imperatore pazzo come Caligola che nominava senatore il proprio cavallo, l’Italia ha Berlusconi che nomina i corrotti che lo sostengono a ministri, inventando ministeri fasulli, pur di sottrarli alla giustizia. Un delinquente che protegge altri delinquenti. L’ultimo nominato, tale Branchèr, ha studiato dai Salesiani come il suo maestro e complice, e il povero don Bosco si rivolta nella tomba su cui danza il cardinale Bertone, salesiano pure lui (ohi, don Bosco!)

Pare che anche il cardinale di Napoli danzi il ballo della «cricca». Costui che adesso si paragona a Gesù Cristo nel Gètsemani (Sepe, Sepe, non nominare il nome di Cristo invano!), fu monsignore maneggione al tempo del giubileo e da Giovanni Paolo II fu premiato col cardinalato e la presidenza di Propaganda Fide, la congregazione nell’occhio del ciclone dello scandalo edilizio romano. Questi prelati che prelevano dalle opere del mondo, oscurando le opere delle fede sono la negazione di ciò che rappresentano, ma forse sono convinti da se stessi di non rappresentare alcuno se non i loro interessi e la loro cupidigia. Sfrattano i poveri, regalano ai ricchi, intascano tangenti, fornicano con i potenti e poi cantano inni al celibato e alla povertà. Sepolcri imbiancati che si nutrono solo di esteriore e di sentina e nascondono il marcio che li consuma dentro, diventando ostacoli viventi per quanti vorrebbero credere, ma non possono a causa loro.

Il papa sabato 19 giungo 2010, ricevendo i vescovi della regione «Leste 2» del Brasile, citando il n. 43 dell’esortazione apostolica di Giovanni Paolo II, dice: «il governo del Vescovo sarà fruttuoso pastoralmente solo se "godrà del sostegno di una buona credibilità morale, che deriva dalla santità della sua vita. Questa credibilità predisporrà le menti ad accogliere il Vangelo annunciato da lui nella sua Chiesa e anche le norme che egli stabilirà per il bene del popolo di Dio"». Mi chiedo come dire queste parole di fuoco ai Brasiliani e poi nominare Bertone a segretario di Stato e circondarsi di uomini moralmente degradati: il papa ha la curia che si sceglie e quindi è colpevole anche lui delle malefatte di segretari, cerimonieri, monsignori e cardinalucci effeminati.

Ho speranza che se guardiamo in avanti e più in alto, se rimoduliamo le ragioni che ispirano le nostre scelte, se cominciamo a riformare noi stessi, pretendendo da noi stessi quello che pretendiamo dagli altri, forse è possibile attuare quella rivoluzione che il mondo si attende da noi e che non possiamo compiere perché siamo impantanati nelle pastoie delle nostre miserie. A Gerusalemme è evidente una cosa in modo particolare: non puoi essere autentico se non sei vero e per essere vero non puoi fermarti all’apparenza, ma devi andare al senso profondo della coscienza, cioè del tuo cuore. Fuori dell’amore non vi è salvezza e Gerusalemme, la città dove tutti si odiano, mette in evidente proprio questa necessità: l’amore è la vera rivoluzione e senza di esso, si resta tutti prigionieri di miserabilità senza consistenza. Sì, lasciate che vi porti il messaggio di Gerusalemme, la città delle eterne contraddizioni: ognuno di voi è prezioso e unico perché amato in modo unico.

Paolo Farinella, prete

PS. Molti mi chiedono come fare per ricevere la liturgia della domenica da me commentata: poiché la invio solo a chi ne fa richiesta formale, è sufficiente che chi la desidera, mi invii una e-mail personale formalizzando la richiesta e scrivendo Nome, Cognome e città. La mia e-mail è la seguente: paolo_farinella@fastwebnet.it

5. L’ASS. LUDOVICA ROBOTTI – SAN TORPETE CERCA VOLONTARI A BOLZANETO

Ci è stato chiesto di occuparci di una situazione d’emergenza al carcere femminile di Bolzaneto, dove insieme alle mamme sono prigionieri anche due bambini di quasi due anni e tre anni che non vedono mai il sole e stanno diventando anemici. Occorrerebbero persone che magari organizzate a turno potessero prelevare questi bambini e fargli fare una passeggiata all’aria aperta, al sole, insomma fuori dal carcere.

Considerata la distanza e la collocazione del carcere, l’ideale sarebbe trovare persone disposte nella zona di Bolzaneto per ridurre le perdite di tempo in viaggi e poco risultato. Da genova si vorranno circa due ore di viaggio e magari per un’oretta di impegno.

LANCIO QUESTO APPELLO A PERSONE SINGOLE, A GRUPPI LAICI E RELIGIOSI, PARROCCHIE, ASSOCIAZIONI perché possiamo garantire a due bambini, il diritto di prendere «due o tre raggi sole». Un governo che non preveda un servizio per questi bambini è un governo indecente, immorale e fuori da ogni civiltà.

Con l’Associazione Ludovica Robotti-San Torpete stiamo camminando molto lentamente perché non vogliamo fare passi falsi. Attualmente i soci superano il centinaio e altri sono in arrivo. Si può diventare soci oppure contribuire ugualmente con un contributo libero alla Associazione «Ludovica Robotti – San Torpete» vico San Giorgio 3R – 16128 GE, Codice Iban: IT87D0501801400000000132407. Per l’estero, Codice Bic: CCRTIT2T84A. Fino al 31 dicembre 2010, i Soci fondatori versano € 50,00, gli altri € 20,00. Dall’anno venturo la quota annuale sarà € 20,00 per tutti.

L’idea di fondo è che chi può e vuole potrebbe mettere «a bilancio» l’Associazione versando poco, ma in modo costante, così da garantire un piccolo pozzo sempre alimentato a cui attingere in maniere continuativa per le esigenze di aiuto e di sostegno a situazioni di emergenza e di fragilità che vogliamo risolvere non con l’elemosina, ma con piccoli prestiti di sostegno, senza interessi e con attenzione delicata.

Chi volesse diventare socio basta che lo chieda e mandiamo la lettera di adesione. che comuqnue abbiamo spedito sabato 8 maggio 2010.

6. VIAGGI E INCONTRI

Il giorno 1 luglio, giovedì, sarò a Gualdo Tadino

, in Umbria, per una giornata a forma di seminario sulla morte: parlerò dei due diritti fondamentali che racchiudono tutti gli altri: Il diritto di vivere e il diritto di morire. Chi è la morte per noi? Siamo sicuri che i cristiani che parlano di risurrezione siano coscienti della maestà della morte come traguardo della vita? Basta vedere un funerale nelle nostre chiese per rendersi conto che la morte è solo un incidente di percorso.

Il giorno 18 luglio sarò a Savona

per un incontro nel contesto della festa del PD con un tema dirompente: «Parliamo di ultimi», esclusi da ogni agenda presente e futura.

Il giorno 22 luglio 2010, giovedì sarò a Palermo

) per un seminario sulla Pace in una scuola estiva organizzata da Cesvop e LVIA che propongono un cantiere estivo di educazione alla pace e alla mondialità.

ARTICOLO PUBBLICATO SU REPUBBLICA

Il questore s’è perso nei carruggi

di Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) domenica 20 giungo 2010, p. XVII con il titolo: «Caro Questore, per favore si prepari prima di parlare a del centro storico»]

Uno spettro s’aggira per il centro storico, insofferente recidivo di giorno in giorno nei confronti dell’amministrazione comunale. Dai tempi di Adamo ed Eva, la maggior parte dei festaioli è passabile, ma nelle notti di venerdì e sabato, c’è sempre un gruppetto di imbecilli che sono o fanno gli ubriachi e urlano e schiamazzano ad ogni ora nella zona delle Grazie e di via San Bernardo fino a mattino inoltrato, quando crollano nei loro letti e noi dobbiamo alzarci dopo due notti insonni. Gli abitanti sentono molte parole e faraonici progetti, ma intanto la notte è come il giorno. Il progetto «Mercurio» è fallito e il Comune non ha avuto il pudore di avvertire i cittadini di avere sbagliato. Ho la certezza che nel centro storico, l’amministrazione si sia giocata la rielezione fra due anni. Finora non ne ho sentito uno dire che rivoterà l’attuale governo che pare ce la metta tutta per andarsene a casa in fretta. Stavo tentando di addolcire questo giudizio pesante, ma non ho fatto in tempo perché è intervenuto il nuovo questore Filippo Piritore che, dando fuoco alle polveri, ha inferto il colpo di grazia alla Sindaco.

Precisamente un mese fa (21 maggio 2010) ha fatto dichiarazioni sconcertanti e mi viene il dubbio che sia stato mandato apposta da Berlusconi e Maroni per fare fuori prima del tempo Marta Vincenzi. Le sue parole sono state un «requiem» per la Sindaco che infatti ha cercato di correre ai ripari subito. Il questore che non sa fare il suo mestiere dice: «I cittadini devono capire dove andare di notte, certe zone del centro storico vanno evitate. Mi dispiace per i due ragazzi picchiati e rapinati, ma mi chiedo: perché sono andati di mercoledì, in piena notte, in via San Bernardo? I locali sono chiusi, in giro non c’è nessuno. È come andare a cercare guai. Se uno si va a «infrattare» è libero di farlo, ma si prende anche i rischi». Bravo il questurino! Un vero genio targato Berlusconi/Maroni i quali in campagna elettore nella sicurezza hanno inzuppato non solo il pane, ma anche le brioches. Genova può stare fresca con questo questurino che non questua nulla. I residenti dove vanno di mercoledì sera? A casa sua?

Quando arrivò il questore, la Sindaco e l’assessore Scidone gli fecero fare la passeggiata in centro e mandarono avanti operatori ecologici a fare le pulizie di Pasqua, come si fa col papa, facendogli vedere non la realtà ma il centro storico «in cartolina». Lo shopping avvenne di pomeriggio, in piena luce e con guardie del corpo: non di notte. Il questore, infatti, si confuse e non sapeva dove fosse. Quando un uomo dello Stato, prima ancora di cominciare il proprio mandato, abdica alle sue responsabilità e si siede sulla poltrona in attesa del 27 per riscuotere lo stipendio, beh, signor questore, lasci perdere! Torni al paesello e non venga «ad infrattarsi» a Genova con irresponsabili ovvietà che, dette da un questore, sono una vera istigazione a delinquere.

Se vuole essere serio, venga ad abitare in via delle Grazie o vico San Giorgio e prima di parlare faccia i gargarismi con l’acqua di mare ed un corso accelerato full-time per questore per la città di Genova che ha il centro storico più grande d’Europa. Penso che il Pd cittadino debba porsi «ora» il problema delle elezioni amministrative prossime e provvedere a ricambiare amministratori e non aspettare due anni, quando la destra avrà fatto, in silenzio, terra bruciata intorno. Superando personalismi deleteri, occorre una figura della società civile di grande prestigio, che proponga un progetto di città oltre la gestione dell’ordinaria amministrazione. Ciò che deve guidare la politica cittadina, «adesso», è non permettere che Genova sia macchiata da una eventuale vittoria della destra fascista e berlusconista. Sarebbe una colpa indelebile. Sarebbe un delitto per la Superba, medaglia d’oro della Resistenza.

Genova 27 giugno 2010.

Paolo Farinella, prete Genova

Paolo Farinella, prete

Parrocchia S. Torpete - Genova



Pubblico questa mail inviatami dall'amico Paolo Bertagnolli (avevo scritto a don Paolo Farinella per avere una sua collaborazione ma, come temevo, mi ha risposto che non riesce a ottemperare ai suoi numerosi impegni...autorizzandomi però a riprendere i suoi scritti: meglio che niente!)

mercoledì 23 giugno 2010

contro il secessionismo, contro la balcanizzazione

Cari amici,

non possiamo reagire in modo nonviolento all'ennesima provocazioneleghista?

Proporrei di rendere pubbliche sugli organi di stampa, dichiarazioni di obiezione di coscienza da parte nostra (che siamo nati in regioni del nord), contro la secessione nordista...

Giuliano

martedì 22 giugno 2010

Cari amici,
dopo una pausa di qualche giorno, dovuta a cause tecniche -un fulmine ha ucciso il mio modem e ora sto utilizzando un portatile; problemi visivi: sto preparando l'ennesimo esame, alla mia tenera età (52 anni), e ho oggettivi problemi visivi...-torno a occuparmi del blog. Bellissima esperienza che mi ha messo in contatto con una miriade di persone, gruppi e associazioni. Lo faccio pubblicando un articolo inviato dall'amico Paolo Bertagnoli; con un'avvertenza.
Come ho già scritto a Paolo, il Socialismo dovrà essere libertario, per forza di cose. Di un altro socialismo reale, non ne abbiamo tragicamente bisogno: già Bakunin, ai suoi tempi, aveva scritto che il Socialismo senza libertà è la peggiore delle dittature. Certo, ci vorrebbe un Socialismo nuovo, attento alla persona e alle problematiche del sacro...Chissà se da queste pagine riusciremo a combinare qualcosa di buono...

Se c’è un Futuro sarà Socialista

(Atilio Boron su Rebelìon 13/5)

Il capitalismo ha legioni di apologeti. Molti in buona fede, per ignoranza e per il fatto che, come diceva Marx, "il siste­ma è opaco e la sua natura sfruttatrice e predatoria non appa­re evidente agli occhi degli uomini e delle donne del mondo". Altri lo difendono perché ne sono i grandi beneficiari, accu­mulando enormi fortune grazie alle sue ingiustizie e iniquità. Vi sono anche quelli (guru finanziari, analisti, giornalisti spe­cializzati, accademici ben pensanti e diversi rappresentanti del pensiero unico) che conoscono perfettamente ciò che il siste­ma impone in termini di costi sociali e di degradazione uma­na e ambientale, ma sono ben pagati per ingannare la lente e proseguono instancabilmente il loro lavoro. Essi sanno mol­to bene che la "battaglia delle idee" di cui ha parlato Fidel Castro è assolutamente strategica per la preservazione del si­stema e non risparmiano sforzi per vincerla.

Per contrastare la proliferazione di versioni idilliache sul capitalismo e sulla sua capacità di promuovere il benessere generale esaminiamo alcuni dati ottenuti da documenti uffi­ciali delle Nazioni Unite. È molto istruttivo ascoltare, so­prattutto nel contesto dell'attuale crisi, che la soluzione ai problemi del capitalismo si ottiene con più capitalismo; o che il G20, il Fondo Monetario Internazionale, l'Organizza­zione Mondiale del Commercio e la Banca Mondiale, pentiti per gli errori del passato, risolveranno i problemi che oppri­mono l'umanità. Tutte queste istituzioni sono incorreggibili e irriformabili e qualunque speranza di cambiamento non è altro che un'illusione. Continuano a proporre le stesse cose, solo con parole diverse e con una strategia di "relazioni pub­bliche" disegnata per nascondere le loro vere intenzioni. Chi ha ancora dubbi veda quello che stanno proponendo per "risolvere" la crisi in Grecia: le stesse ricette che hanno applicato e continuano ad applicare in America Latina e in Africa dagli anni '80 del secolo scorso.

Di seguito, citiamo alcuni dati con le rispettive fonti re­centemente sistematizzati dal Programma Internazionale di Studi Comparativi sulla Povertà dell'Università di Bergen, in Norvegia, che opera un grande sforzo per combattere, in una prospettiva critica, il discorso ufficiale sulla povertà ela­borato da più di trent'anni dalla Banca Mondiale e riprodot­to instancabilmente dai mezzi di comunicazione, dalle auto­rità governative, da accademici e "specialisti" vari.

Su una popolazione mondiale di 6,8 miliardi di abitanti

- 1,02 miliardi di persone sono denutrite croniche (FAO, 2009);

- 2 miliardi di persone non hanno accesso ai farmaci (v vw.fic.nih.gov);

- 884 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile (Oms/Unicef 2008);

- 924 milioni di persone sono "senza tetto" o risiedono in abitazioni precarie (Onu Habitat 2003);

- 1,6 miliardi di persone non hanno accesso all'energia elettrica (Onu Habitat, Urban Energy);

- 2,5 miliardi di persone non sono beneficiate da sistemi di fognatura e drenaggio (Oms/Unicef 2008);

- 774 milioni di adulti sono analfabeti (www.uis.unesco­.org);

- 18 milioni di persone muoiono ogni anno a causa della povertà, in maggioranza bambini con meno di cinque anni (Oms);

- 218 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni lavorano in condizioni di schiavitù e svolgono compiti pericolosi o umi­lianti, come soldati, come domestici, nella prostituzione infantile, in lavori insalubri in agricoltura, nell'edilizia o nell'industria tessile (Oit: "L'eliminazione del lavoro infanti­le, un obiettivo alla nostra portata", 2006);

- Tra il 1988 e il 2002, il 25% più povero della popolazio­ne mondiale ha ridotto la propria partecipazione al prodotto interno lordo mondiale (Pil mondiale) dall'1,16% allo 0,92%, mentre il 10% più ricco ha accresciuto i propri beni perso­nali passando a disporre dal 64,7% al 71,1% della ricchezza mondiale. L'arricchimento di pochi ha come suo risvolto l'impoverimento di molti;

- Solo questo 6,4% di aumento della ricchezza dei più ricchi sarebbe sufficiente a duplicare il reddito del 70% della popolazione mondiale, salvando innumerevoli vite e ridu­cendo le sofferenze dei più poveri. Si intenda bene: ciò sa­rebbe possibile avendo appena la possibilità di ridistribuire la ricchezza aggiuntiva prodotta tra il 1988 e il 2002 del 10% più ricco della popolazione mondiale, lasciando comunque intatte le sue esorbitanti fortune. Ma neppure questo risulta accettabile alle classi dominanti del capitalismo mondiale.

Conclusione: se non si combatte la povertà (non si parli neppure di sradicarla sotto il capitalismo!) è perché il sistema obbedisce a una logica implacabile centrata sull'accumulazione del lucro, che concentra la ricchezza e aumenta incessante­mente la povertà e le disuguaglianze socio-economiche.

Dopo cinque secoli di esistenza è questo che il capitali­smo ha da offrire. Che aspettiamo per cambiare il sistema? Se l'umanità ha un futuro, questo sarà chiaramente sociali­sta! Con il capitalismo, invece, non ci sarà futuro per nessu­no! Né per i ricchi né per i poveri! La sentenza di Friedrich Engels e anche di Rosa Luxemburg: "socialismo o barbarie" è oggi più attuale che mai. Nessuna società sopravvive quando il suo impulso vitale risiede nella ricerca incessante del lucro e il suo motore è dato dal profitto. Presto o tardi ciò provocherà la disintegrazione della vita sociale, la distru­zione dell'ambiente, la decadenza politica e la crisi morale. Siamo ancora in tempo, ma non ce ne resta più tanto.

sabato 19 giugno 2010

Cari amici,

purtroppo forti segnali indicano che stanno per iniziare i lavori sia per la piattaforma Maersk, sia per l’ampliamento della centrale Tirreno Power.

SABATO 19 MANIFESTEREMO DAVANTI ALLA

CENTRALE TIRRENO POWER di Vado Quiliano,

nello stesso giorno anche a Brindisi e Tarquinia i cittadini manifesteranno contro la scelta scellerata di continuare ad usare il Carbone come fonte di energia, a fronte di alternative molto più valide e che non sacrificano la salute e la vita stessa dei cittadini...

Senza dimenticare che l'ampliamento previsto per la centrale di Vado, significherà poter bruciare CDR a.a.p.c

(piano provinciale dei rifiuti , pgg 170 e segg)

l’Unione dei Comitati e Cittadini per l’Ambiente e la Salute della Provincia di Savona

invita i cittadini a partecipare

al presidio di

Sabato 19 Giugno

dalle ore 10.00 alle 19.00

Quiliano , via Diaz 126

nei pressi dello Stadio Chittolina - rotonda di Tirreno Power

Per rilanciare la mobilitazione Generale,

rivendicando i diritti della cittadinanza alla SALUTE, all’autodeterminazione e

alla PARTECIPAZIONE nella GESTIONE TERRITORIALE

Facciamo vedere che NOI ci siamo, e che non siamo disposti a mollare !!!

NO al CARBONE

il mondo civile sta abbandonando questa tecnologia obsoleta

Non possiamo rimanere gli unici a subirla!