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venerdì 31 maggio 2013

IL TUO 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO


5 per mille al Movimento Nonviolento


Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sarà possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in più, ma solo di utilizzare diversamente soldi già destinati allo Stato. 

Destinare il 5 per 1000 delle proprie tasse al Movimento Nonviolento, è facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e  scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. 

Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere è:

93100500235

Sono moltissime le associazioni cui è possibile destinare il 5 mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in più o in meno non farà nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sarà determinante perché ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuità, le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attività del Movimento Nonviolento e in particolare per la "Casa per la Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare il centro estivo di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi di lavoro, ecc...). 

Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da cinquant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie
Se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del commercialista o di un CAF, consegna il numero di Codice Fiscale  e indica chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Le sottoscrizioni ricevute negli anni scorsi:
anno 2006:  247 contribuenti       8521,59 euro
anno 2007:  275 contribuenti       9859,36 euro
anno 2008:  337 contribuenti     11548,83 euro
Un grazie a tutti coloro che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.

martedì 28 maggio 2013

RICORDANDO E RILEGGENDO LORENZO MILANI CHE OGGI AVREBBE NOVANT'ANNI

Ricorrendo il novantesimo anniversario della nascita di don Lorenzo Milani (Firenze, 27 maggio 1923 - 26 giugno 1967), il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ha ricordato con un incontro di studio e di testimonianza lunedi' 27 maggio 2013.
Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni brani da "Esperienze pastorali" e da alcune lettere di don Milani e della scuola di Barbiana.
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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, concludendo l'incontro, ha ripercorso alcuni passaggi essenziali della vita del priore di Barbiana ed alcuni temi decisivi della sua azione, della sua opera.
Tutta l'azione effettuale di don Lorenzo Milani e' orientata da questa scelta: difendere la vita, la dignita' e i diritti dei concreti esseri umani, e quindi lottare contro l'oppressione sociale, lottare affinche' cessi lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
E il concreto strumento attraverso cui nella personale pratica milaniana questa lotta si realizza e' l'educazione degli oppressi: come pratica di liberazione, come uscita dalla subalternita', come conquista della parola che e' il primo strumento della lotta nonviolenta contro tutte le menzogne e le violenze, il primo strumento della politica e della democrazia, il primo strumento della lotta contro l'oppressione di classe e contro tutte le oppressioni.
Ma la condizione perche' si possa svolgere questo ruolo di educatore degli e con gli oppressi, ovvero di persona che li aiuta ad autoeducarsi lasciandosi educare da loro nell'interazione maieutica, e' la condivisione della vita degli oppressi come scelta di concreta solidarieta' con gli esseri umani vittime di sfruttamento, oppressione, emarginazione.
E naturalmente questa azione di liberazione, questa azione educativa, questa azione di riconoscimento, solidarieta' e degnificazione umana, questa azione di resistenza alla menzogna e alla violenza, si scontra inevitabilmente con l'attivita' produttiva piu' criminale, quella ordinata alla produzione di morte: la guerra. L'opposizione alla guerra, e alla sua ideologia, ai suoi apparati, ai suoi strumenti - gli eserciti, le armi -, e' quindi il decisivo banco di prova, l'ineludibile verifica empirica del senso della prassi educativa, di ogni prassi autenticamente educativa.
E l'opposizione alla guerra e al militarismo e' anche opposizione a tutti gli autoritarismi, a tutte le gerarchie oppressive, a tutti i poteri iniqui, ad ogni totalitarismo e ad ogni corruzione ed asservimento delle coscienze, ad ogni denegazione o compressione od offuscamento della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
E dall'opposizione alla guerra nel tempo dell'apocalisse atomica scaturira' anche la consapevolezza ecologica e quindi l'opposizione a quei medesimi meccanismi di selvaggia massimizzazione del profitto operanti ai danni dell'umanita' intera, ovvero a quel modo di produzione ed a quei reali poteri dominanti caratterizzati dall'esercizio dello sfruttamento fino alla schiavizzazione delle persone, fino all'esaurimento delle risorse, fino al generalizzato inquinamento ed alla desertificazione della natura, ed alla morte delle vittime e degli oppositori, e tendenzialmente dell'intero mondo vivente; meccanismi e poteri che oggi palesemente minacciano di irreversibile devastazione l'intera biosfera.
L'esperienza milaniana e' una delle piu' luminose epifanie della pratica della nonviolenza: la nonviolenza che e' la lotta la piu' nitida e intransigente contro tutte le menzogne e le violenze; che e' la lotta piu' rigorosa e coerente per la liberazione dell'umanita' e la difesa del mondo vivente.
Ogni volta che si rilegge don Milani sempre si torna a provare la commozione profonda che sempre suscita la parola veritiera.
E questa parola veritiera esorta alla scelta della nonviolenza.
La nonviolenza e' in cammino: sii tu il pellegrino che la reca nel sacco e la condivide con le altre persone incontrate per via; sii tu il cammino, sii tu la nonviolenza.

Nota per la stampa a cura del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 27 maggio 2013

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.itcentropacevt@gmail.com , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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Una breve notizia su Lorenzo Milani

Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi ha pubblicato ancora la Lef. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002; Jose' Luis Corzo Toral, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica, Servitium, Sotto il Monte (Bergamo) 2008.

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Nonviolenti mailing list
Nonviolenti@lists.nonviolenti.org
http://lists.nonviolenti.org/cgi-bin/mailman/listinfo/nonviolenti

lunedì 27 maggio 2013

NEL NOVANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI DON MILANI



NEL NOVANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI DON MILANI

Ricorre il 27 maggio l'anniversario della nascita di don Lorenzo Milani (Firenze, 27 maggio 1923 - 26 giugno 1967).
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda con un incontro di studio.
Nel ricordo e seguendo l'esempio di Lorenzo Milani prosegua l'impegno di ogni persona decente contro la guerra, gli eserciti e le armi; contro la violenza, l'oppressione, lo sfruttamento; per la dignita' di ogni persona e la salvaguardia dell'intero mondo vivente; per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La nonviolenza e' in cammino.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 26 maggio 2013

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.itcentropacevt@gmail.com , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

giovedì 23 maggio 2013

“Negli occhi delle ragazze e dei ragazzi: l’arte di Paolo Paschetto”: iniziativa del Centro Culturale Valdese




Comune di Torre Pellice
Istituto comprensivo “G. Rodari” Torre Pellice
Fondazione Centro Culturale Valdese
Società di Studi Valdesi

COMUNICATO STAMPA

 

“Negli occhi delle ragazze e dei ragazzi: l’arte di Paolo Paschetto”

Nel cinquantenario dalla scomparsa dell’artista

MOSTRA

di disegni dell’Istituto Comprensivo “G. Rodari” di Torre Pellice


Fondazione Centro Culturale Valdese – Torre Pellice
via Beckwith 3
Dal 10 al 30 giugno 2013
Inaugurazione per le scuole il 10 giugno 2013

La mostra sarà visitabile a partire dall’11 fino al 30 giugno con i seguenti orari:

dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30,
rivolgendosi alla segreteria;
sabato, domenica e giovedì dalle 15 alle 18
in concomitanza con l’apertura di musei e mostre

Il 16 giugno, giornata di apertura gratuita della Fondazione:

musei, biblioteca, mostre, archivi, dalle 11,30 alle 19,30


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A cinquant’anni dalla scomparsa di Paolo Paschetto i 143 allievi della scuola secondaria di primo grado ‘G.Rodari’ di Torre Pellice nell’a.s. 2012-2013 hanno realizzato con tecniche diverse la loro visione dei quadri, delle vetrate, delle opere grafiche e filateliche di questo poliedrico artista,
utilizzando anche materiali di recupero.

Come si impara a leggere e scrivere, si può imparare a disegnare

Insegno Arte ed Immagine da quarant’anni: ho creato e rielaborato il mio metodo (ARN, il colore come linguaggio) nel rispetto della creatività di ogni allievo che ho incontrato.
Lo scopo è  aiutare i ragazzi a superare l’idea di “io non so disegnare”, per guidarli nel guardare semplicemente un quadro e provare a ricrearlo sul foglio, trasformato dalla propria fantasia.

Abbiamo lavorato nel Laboratorio d’arte della scuola, un ambiente accogliente e colorato.
La mostra è stata realizzata con una collega insegnante di lettere con la quale lavoro da anni in attività che uniscono immagini e scrittura.

Presentiamo gli elaborati di tutti i ragazzi: non esistono disegni ’belli’ o ‘brutti’, ma lavori che raccontano comunque di sé.
LA   MOSTRA

La mostra si compone di tessere  realizzate in formato cm 13 x 20 su cartoncino, composte in  pannelli. Uno dei pannelli presenta i francobolli che i ragazzi hanno creato.

Il colore
Le opere pittoriche di Paolo Paschetto sono state riprodotte e soprattutto reinventate con la tecnica del pennarello e delle matite colorate.

La luce
Le vetrate realizzate dall’artista sono state lo spunto per lavori realizzati con tecnica ad intaglio, che ha creato spazi e trasparenze.

Il segno
Nei lavori grafici la ricerca del segno pulito e netto ha permesso di mettere in risalto i particolari che hanno colpito i ragazzi, interpretati e trasformati.

L’unione
Utilizzando tutte le tecniche, gli allievi hanno realizzato delle composizioni personali nelle quali il ricordo delle opere dell’artista si unisce alla freschezza della loro immaginazione.

La filatelia
Una rondine, effigiata dall’artista in un francobollo,  è stata la protagonista di un viaggio nella fantasia per una classe prima.

Negli occhi delle ragazze e dei ragazzi...
....sguardi ed immagini che raccontano sensibilità, storie, identità e culture.

Gli insegnanti che hanno realizzato la mostra:
                                                                                Arnaldo Francesco Bracchi          Gemma Sabena

mercoledì 22 maggio 2013

CIAO, DON GALLO, CI MANCHERAI...


Se ne va un altro pezzo della nostra storia, della nostra vita. E oggi, una volta di più, Genova è un po' più povera...

INCONTRI ALLA CLAUDIANA


Anche nel 2013 si svolgono due cicli di appuntamenti nell’ambito del progetto “Incontri Ecumenici sul Vangelo”, lettura ecumenica a due voci proposta dalla Fondazione Culturale San Fedele e dal Centro Culturale Protestante, giunta alla sua decima serie. Il tema affrontato è
“AVETE QUALCOSA DA MANGIARE?”
Redenzione e condivisione del cibo nell’annuncio evangelico
Come di consueto, il primo ciclo ha avuto luogo in febbraio, di martedì, presso la Fondazione San Fedele; il secondo ciclo è programmato in maggio, di mercoledì, nei nostri locali, sempre con inizio alle ore 18.30.
Il terzo incontro del secondo ciclo prevede riflessioni su “La cena in cui fu tradito” (Giovanni 13, 21-30) / “L’istituzione della Pasqua” (Esodo 12, 1-11) con il pastore valdese Giuseppe Platone e padre Gabriel Codrea della comunità ortodossa romena.
Che c’entra il cibo con la fede? Certo, per vivere tutti dobbiamo nutrirci. Ma il cibo rinvia anche una dimensione
che supera la necessità della sussistenza, per aprirsi invece alla gioia del mangiare in compagnia, invitati addirittura dal Signore stesso. Tutta la Scrittura ci insegna che non ci può essere vera festa senza un banchetto, una tavola imbandita dove ci si siede fianco a fianco proprio per sottolineare la profondità, la sincerità, la bellezza dello stare assieme, in comunione con gli altri e con Dio. Il cibo condiviso si fa così segno e realtà di un incontro tanto più autentico se tutti sono invitati a prendervi parte. Ciò che conta allora non è la cucina in sé, ma la prossimità amorosa tra persone felicemente sedute davanti ai medesimi piatti. Anche Gesù
accetta inviti a tavola, descrive il Regno dei Cieli come un gran convito e, una volta risorto, chiede agli apostoli se non hanno per lui qualcosa da mangiare. Non parla solo del pane come frutto del lavoro umano, ma presenta se stesso quale “pane della vita”. Se Gesù è Parola di Dio che dà senso all’esistere umano, questa stessa Parola si rivela vero pane proprio perché esprime la possibilità di vivere la pienezza di una comunione, di una redenzione che porta amore e gioia e pace.
L’appuntamento è per mercoledì 22 maggio 2013, alle ore 18.30, presso la sala attigua alla libreria Claudiana in via Francesco Sforza 12/a a Milano.

Promosso dalla Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, in occasione del 35° anniversario della promulgazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. incontro sul tema:
“DALL’OBIEZIONE AL SABOTAGGIO: COME L’ITALIA STA SCIVOLANDO VERSO
 L’INAPPLICABILITA’ DELLA LEGGE SULL’ABORTO”
con la partecipazione di
Allegra Stracuzzi, avvocato, Gruppo sull’obiezione di coscienza della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni
Patrizia Borsellino, docente di Filosofia del Diritto presso l’Università Milano Bicocca
Assunta Sarlo, giornalista UDS-Usciamo dal Silenzio
Modera e guida il successivo dibattito Donatella De Gaetano, Coordinatrice della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni.
Partire dal bilancio sui primi 35 anni  della Legge sull’interruzione volontaria della gravidanza per riflettere e difendere il valore della laicità.
Abbiamo perso il filo dei diritti?  Ripercorreremo il filo di una legge chiamata a mediare tra obiezione di coscienza e libertà di scelta, per condividere l’analisi condotta da una filosofa del diritto e concludere con il racconto (e i dati) di chi vive la realtà dei consultori e degli ospedali pubblici milanesi.
L’appuntamento è per mercoledì 22 maggio 2013, alle ore 20.30, presso il Tempio Valdese in via Francesco Sforza 12/a a Milano.

domenica 19 maggio 2013

NOTIZIE DALLA BIBLIOTECA GINO BIANCO


Cari lettori,
diamo le nuove. Siamo a buon punto col progetto di digitalizzazione di alcune riviste del socialismo italiano di fine Ottocento e primo Novecento: abbiamo caricato sul sito della biblioteca Gino Bianco (www.bibliotecaginobianco.it) le collezioni complete de "Il socialismo" di Enrico Ferri (1902-1905) e della "Rivista Critica del Socialismo" di Francesco Saverio Merlino (1899). Andiamo avanti con le prime annate di "Critica Sociale" (1891, la data d'inizio). Il nostro intento è arrivare al 1914, data ovviamente quanto mai importante.
Abbiamo fatto la tre giorni "L'Italia che sognavano...", qui a Forlì, in collaborazione con il Comune e l'assessorato alla cultura della Regione. Le iniziative sono tutte andate bene. Daremo conto, in qualche modo, delle relazioni su "Lo Stato moderno", su "L'Unità", su "Volontà", su "Tempo presente", ecc., così come del dibattito sul federalismo.
La mostra di "Giustizia e Libertà" è bella e ora è a disposizione: sono 26 pannelli 70 x 100, ognuno dei quali è una prima pagina del settimanale; c'è quella che annuncia la morte di Gramsci, diverse pagine sull'inizio della guerra di Spagna, con le iniziali vittorie che tanto fecero sperare, poi la pagina con la terribile notizia dell'assassinio dei Rosselli (che era riprodotta anche sul manifesto affisso in città), quelle sulle leggi razziali... L'abbiamo inaugurata nel Salone comunale a Forlì con letture inframmezzate da canti della Spagna repubblicana e della resistenza italiana.
Tutto bene quindi, se non fosse che una delle attiviste della Fondazione ha trovato la sua auto completamente sfregiata, e rovinata, da svastiche e rigoni in lungo e in largo. Cose d'altri tempi, che speriamo proprio lo rimangano.
A presto.
per contatti:   Fondazione Alfred Lewin, fondazioneLewin@unacitta.org

giovedì 16 maggio 2013

ALBENGA: IMMIGRATI, LEGA NORD E MALAFEDE.

Passando davanti alla sede di Albenga della Lega nord ho visto un manifesto, semplice nel testo e feroce nel contenuto. Il titolo recita: "3 milioni di disoccupati, 5 milioni di immigrati". E sotto una fotografia (di cui, purtroppo, non ricordo nulla: sono passato in macchina!) il testo continua: "Difendiamo il lavoro dei nostri giovani".
Ora, per chi risiede al fuori Albenga, l'economia della piana è sorretta dal lavoro di immigrati, solitamente ipersfruttati e impiegati in condizioni lavorative e sanitarie a dir poco penose. Molti di loro sono 'irregolari' (o lo sono i loro padroni e tutti quelli che permettono questo stato di cose?).
Ora, non mi risulta che ci siano giovani nativi disoccupati a causa della presenza straniera. E soprattutto giovani nativi che vogliano andare a lavorare in quei luoghi e a quelle condizioni!
E allora, qual è la ragione di quell'infelice manifesto, se non quella di dar adito al mugugno; di voler far finta di protestare contro una ingiustizia che non c'è (nascondendo un'ingiustizia reale e senza la quale la florida economia delle piante aromatiche e dei 'vasetti' sarebbe annullata) e, ancor peggio, di dar la colpa agli immigrati di una crisi che è strutturale al capitalismo!
Ma la lega, i leghisti lo sanno bene e per questo, invece di puntare il dito contro le reali cause della crisi, se la prendono con il nemico di turno: vent'anni fa i 'terroni' ora i 'marocchini'.
Recentemente è stato inaugurato la nuova sede del Centro Culturale Islamico: bellissima e dignitosa, com'è giusto che sia un luogo di fede e di cultura. Ovviamente sono stato inviato e ho avuto il 'piacere' di ascoltare la sindachessa leghista...sembrava una della Caritas...e mi perdonino gli amici della Caritas! Peccato che abbia ricordato ai presenti che anche lei viene da un movimento che a lungo è stato discriminato, 'ingiustamente accusato di razzismo' (sono parole sue) e che lei era felice di questa apertura. Lei, leghista, ce l'ha solo con quelli che delinquono (chissà se pensava a qualche ex personaggio del suo stesso partito!)...peccato che la stragrande maggioranza degli immigrati che 'delinque', lo fa per colpa di una legge razziale e razzista come la Bossi Fini...
Ancor più recentemente, la stessa sindachessa si è espressa contro lo ius solis: e pensare che oltre il 70 % dei bambini che frequentano le scuole cittadine, siano stranieri solo per la legge fascistoide di cui sopra: sono nati in Italia, frequentano scuola e extrascuola italiani, sovente non parlano la lingua dei loro genitori e spesso non sono neanche stati nel paese d'origine della loro famiglia. Però sono 'stranieri' mentre noi dobbiamo tenerci quelli che vaneggiano di 'padania' (entità mai esistita), di secessione e, ora di macroregione. Che vergogna!
ABROGHIAMO LA BOSSI FINI!

martedì 14 maggio 2013

IMMIGRATI, RAZZISTI E IMBECILLI.

Si parla molto dell'infelice frase della Boccassini, dedicata alla 'furbizia orientale'. A parte il fatto che il Marocco è molto più ad occidente dell'Italia, è vero che la frase rivela un pensiero (e uno stereotipo) un po' becero. E' anche vero che ha parlato dalle 9.40 alle 16.40. Concediamole una caduta di stile. 
Peccato che molti commentatori nostrani si fermino a questa infelice (lo ripeto) affermazione e non pongano attenzione a tutto il resto: le malefatte di Silvio...
Stiamo parlando di Berlusconi non di un monello, di qualche chierichetto che ha fatto un dispetto al prevosto.
E che dire, cambiando orizzonte, a quello che dice Borghezio che è offensivo anche quando tace? O a quello che dicono e fanno i fascisti di varia razza a proposito del Ministro Kyenge? O alle minacce al Presidente della Camera, perché donna?
Tutti fatti da condannare, o no?

E che dire della Bossi Fini, legge razzista che andrebbe abrogata?

Il problema, comunque, che resta, dopo queste polemiche è quello di creare terra bruciata intorno ai razzisti e farla finita con chi discrimina, con chi separa, con chi considera altri esseri umani, inferiori. E' un problema culturale, prima ancora che sociale o politico (sfido i lettori a citarmi un nome di un intellettuale, di un pensatore di destra? se lo conoscete, scrivetemi, per favore!). La destra ha sempre giocato sull'ignoranza, sull'incultura. Ascoltate un puntata di Quarto Grado, tanto per fare un esempio: il registro è di bassissimo livello, l'eloquio scarso, il vocabolario poverissimo. Roba da bar...


sabato 11 maggio 2013

APOLOGIA DELLA STORIA

Apologia della storia è il titolo di un bel libro di March Bloch, pubblicato da Einaudi. E' anche il titolo di un Appello pubblicato su www.puntorosso.it; ne riprendiamo da questo sito, il testo:


Il presidio della Storia - Associazione Culturale Punto Rosso

"Il presidio della storia" è un nuovo settore di lavoro dell'Associazione Culturale Punto Rosso. Nasce dal bisogno di contribuire a una rinnovata "apologia della storia". Per contrastare la tendenza a cancellarla dall'orizzonte culturale e per riaffermarla come disciplina indispensabile nella formazione scolastica di ogni ordine e grado e più in generale nella formazione del cittadino attivo e consapevole.

APPELLO
Apologia della Storia 
Vogliamo proporre una rinnovata apologia della storia e un rilancio del suo ruolo insostituibile nella formazione culturale.
Ci rivolgiamo a chi sente la necessità di una formazione storica per tutte e tutti, incentrata su una storia della specie umana, attenta alla pluralità dei soggetti e
alle differenze, in grado di  parlare alle coscienze.
Rileviamo nella storia umana, in ogni sua forma, in ogni traccia, un lascito fondamentale di quella ricerca di senso che ogni essere umano si trova ad affrontare nel momento in cui elabora la sua coscienza: coscienza di esistere e coscienza di essere sociale.
E quell'essere sociale che ci costituisce impone di vigilare sulla nostra matrice comune. Lo strisciante revisionismo, che da decenni oscura il racconto storico, oggi prende le forme di uno stravolgimento dei complessi rapporti fra memoria, storia e storiografia, sostituiti da frammenti di pseudoconoscenza acritica ed escludente.
Nella scuola questa devastazione è ancora più pesante. Infatti, non solo viene riproposto un insegnamento nozionistico, ma si riduce il numero di ore dedicate allo studio della storia. Inoltre, la riduzione ai minimi termini della storia del Novecento in tutti i cicli scolari e la sua scomparsa (insieme alla storia medievale, moderna e contemporanea) dalla scuola primaria negano agli allievi la possibilità di stabilire corretti rapporti fra passato e presente e di orientarsi nel mondo attuale. Gli studenti italiani sedicenni, a differenza di quelli europei, per quanto riguarda lo studio della storia usciranno dall’anno conclusivo dell’obbligo di istruzione in pieno medioevo, anziché all’altezza del mondo attuale. La stessa sorte riguarda perfino chi frequenta le scuole serali corrispondenti.
Dobbiamo fermarci un istante e riflettere: lo dobbiamo alle generazioni che verranno e a bambine come quella, che, interpellata sul significato di Storia, ha comunicato la sua fondamentale scoperta: “Quindi noi viviamo nella storia!”.
C'è nella storia che si fa conoscenza un riconoscersi portatori d'acqua in una disseccata miseria di senso, di omologazione, di vacuità.
La storia di coloro che si liberano dagli oppressori è l'orizzonte verso cui guardare, ed è là che comincia il diritto alla cittadinanza, la religione civile che nutre e ripopola i pensieri e consente lo stare insieme.
Da una riappropriazione della Storia come ricerca scientifica, come linguaggio della realtà, come dialettica delle esistenze vogliamo ripartire, per contribuire alla costruzione di iniziative, reti, luoghi di studio, di incontro, di formazione, come presidio permanente in cui riconoscersi e riconoscere le forme di alterità che ci sono maestre e compagne.


Primi firmatari:
Giorgio Galli, Mario Vegetti, Maurizio Gusso, Patrizia Bortolini, Daniela Strona, Giorgio Giovannetti, Giorgio Riolo e altri in via di definizione

http://www.puntorosso.it/presidio-della-storia.html

Sortire da soli è l'avarizia. Sortire insieme è la politica 
Don Lorenzo Milani (Lettera a una professoressa)

Dal Chi siamo del sito www.puntorosso.it:

Associazione Punto Rosso, la promozione della ricerca culturale e del dibattito.
L'Associazione ha per scopo la promozione della ricerca culturale e del dibattito intorno alle grandi questioni volte alla costituzione di una nuova cultura critica e antagonistica. Questa cultura è fondata sul rifiuto della società e dell'alienazione capitalistiche, per un modello di società comunitario, egualitario e solidale, rispettoso nei confronti dell'ambiente, per un comunismo nuovo e moderno. In questo senso, l'Associazione recupera criticamente l'esperienza storica e politica della nuova sinistra e del movimento operaio e comunista in generale e intende essere parte, sul suo terreno specifico e in totale autonomia, dell’attuale tentativo di rifondazione teorica del marxismo. Ciò nel quadro di un’alta capacità di confronto e di discussione con il complesso delle tendenze culturali progressive, antagoniste e democratiche. L’Associazione ha obiettivi di sollecitazione, di confronto e di ricerca nella sinistra. E' indipendente da ogni altra organizzazione e istituzione. Non si colloca, perciò, né come corrente esterna, né come struttura di fiancheggiamento rispetto a partiti o ad altre strutture. L’Associazione appoggia la lotta dei lavoratori, dei popoli sfruttati dall’imperialismo e di ogni altro soggetto oppresso, cercando di organizzare occasioni di confronto tra tendenze diverse nella ricerca di posizioni politico-culturali di antagonismo consapevole e avanzato. A tal fine, l’Associazione promuove conferenze, convegni, corsi e altre iniziative pubbliche di dibattito e la produzione autonoma di pubblicazioni, come libri e periodici, di materiale informativo e di riflessione di carattere multimediale. Inoltre vuole funzionare come luogo di aggregazione e di formazione a livello nazionale, strutturandosi e organizzandosi in sezioni locali in tutto il Paese. Essa non ha scopo di lucro.

Per informazioni:
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giovedì 9 maggio 2013

LE SPESE PAZZE DELL'ESERCITO

E' incredibile. Ci stanno succhiando soldi da tutte le parti; ci impongono ticket sempre più alti per servizi sempre più scadenti. Non ci sono soldi per gli esodati, per i pensionati (quelli che hanno pensioni da fame), per creare posti letto negli ospedali; riducono le ore di sostegno e le terapie per le persone disabili, ecc. ecc.
Però, per l'esercito i soldi ci sono sempre (a dire il vero ci sono anche per le banche).
Ma la colpa è la nostra: stiamo sempre buoni e zitti; votiamo con calma e ordine; non disturbiamo i 'manovratori' e intanto questi si fanno gli affaracci loro.
Fino a quando?
Giuliano


Ventidue miliardi per digitalizzare l'Esercito, tre miliardi per i satelliti militari, oltre 600 milioni per un'arma contraerea che resterà prototipo. Eccoalcuni dei programmi più esosi e discutibili delle forze armate
Forza Nec, Sicral, Skymed, Meads. Sono progetti militari ignoti ai più che si traducono in miliardi a carico dei cittadini. Ormai tutti gli italiani conoscono il supercaccia F35, diventato l'icona della spesa bellica esagerata.
Ma "'l'Espresso" nel prossimo numero in edicola descrive il buco nero della Difesa, che inghiotte ogni anno fiumi di denaro per iniziative di dubbia utilità. Grazie a un documento redatto dal governo Monti infatti è possibile ricostruire il costo previsto per alcuni degli investimenti più sorprendenti.
POTENZA SPAZIALE. Il capitolo più discutibile riguarda l'attività spaziale. L'Italia infatti ha una costellazione di satelliti spia e da comunicazione militare: sono già costati due miliardi di euro e si prevede di spendere unaltro miliardo nei prossimi anni. Sei satelliti sono già in azione, parecchi altri stanno per raggiungerli entro il 2016. Per tenere in contatto brigate, flotte e stormi è in orbita la prima coppia di satelliti Sicral, a cui stanno per seguire il nuovo Sicral2 (costo 235 milioni di euro) e gli Athena, in consorzio con la Francia (63,5 milioni). Il solo piano Mgcp per la mappatura digitale del globo inghiotte 34 milioni. Misteriosi per definizione sono i nostri satelliti spia. Quattro sono già al lavoro: i Cosmo Skymed (costo 1.137 milioni) con i loro radar scansionano senza sosta i continenti e hanno prestazioni ammirate persino dalla Cia. Ora ne stiamo allestendo altri due di nuova generazione (550 milioni). In più siamo partner con i francesi per gli Helios2 (92,5 milioni), che fanno foto ovunque con obiettivi all'infrarosso.
Come se non bastasse, due anni fa si è scelto di disegnare un altro 007 stellare made in Italy, chiamato Opsis: lo stanziamento iniziale è di 13,5 milioni. Finito? No, perché nel luglio 2012 i parlamentari prima di partire per le vacanze hanno ratificato l'acquisto di un ulteriore satellite spia: l'Opsat 3000, il gioiello israeliano che garantisce immagini portentose. Il satellite ideato dal Mossad ha un costo enorme: ben 350 milioni di euro, solo l'obiettivo della fotocamera verrà 40 milioni di dollari. Il fatto singolare è che al produttore di Tel Aviv andranno 182 milioni di dollari, mentre altri 200 milioni saranno intascati da Telespazio, azienda del gruppo Finmeccanica che curerà il lancio e la gestione delle infrastrutture. Si tratta di un'altra società molto cara all'esecutivo di centrodestra e in particolare all'ex sottosegretario Gianni Letta: il quartiere generale è in Abruzzo, nella natia Conca del Fucino, cuore di tutte le avventure spaziali nostrane.
A TUTTA FORZA. "L'Espresso" analizza poi il programma Forza Nec che prevede di trasformare tutto l'Esercito in un'unica rete digitale. Il preventivo è di 22 miliardi di euro, un record che surclassa persino le stime per il supercaccia F35. E' una passione dell'ammiraglio Gianpaolo Di Paola, che l'ha imposta nel 2006 quando era a capo delle forze armate, l'ha sostenuta poi dal vertice della Nato e come ministro tecnico l'ha salvata dall'amputazione della spending review. Ed è una gioia anche per Selex Es, società di Finmeccanica, che come "prime contractor" gestirà tutto in esclusiva. Un ottimo affare, perché da qui al 2031 tutto quello che verrà comprato dall'Esercito passerà attraverso il programma Forza Nec: fucili, elmetti, maschere antigas, autoblindo, fuoristrada, carri armati dovranno essere "digitalizzati". I fondi di Forza Nec finora sono serviti a Finmeccanica per studiare il "Soldato futuro" ossia una serie di gadget che non sfigurerebbero nel laboratorio di Mister Q dove si riforniva James Bond. C'è il mirino Specter integrato con una microtelecamera ad infrarossi. Ci sono occhiali per la visione notturna montati sull'elmetto.
Mininavigatori gps piazzati sulla spalla. Telemetri sul lanciagranate coassiale che correggono automaticamente il tiro. Per i comandanti è allo studio un tablet blindato con touch screen, anche se molti sono scettici sulla possibilità di farlo funzionare in mezzo al fango delle battaglie. Prototipi che promettono meraviglie: finora ne abbiamo finanziati una ventina, spendendo 325 milioni. Con questi denari, si stanno "digitalizzando" solo 558 soldati: veri uomini d'oro, perché ognuno si porta addosso apparati hi-tech per un valore di mezzo milione di euro, incluse ovviamente le spese di sviluppo. Il guaio è che molti degli equipaggiamenti sono provvisori: destinati a essere rimpiazzati da altri congegni che ancora non sono stati messi a punto.

Da una mail di a.marescotti@peacelink.it alla  "Lista disarmo"

mercoledì 8 maggio 2013

KARIM NON DEVE PARTIRE: FIRMA LA PETIZIONE!


Karim, il mio ragazzo, ha 24 anni e da un mese è detenuto nel CIE romano di Ponte Galeria. Karim è in attesa di una sentenza, che il 10 maggio deciderà della sua espulsione verso l’Egitto, suo paese d’origine, o della possibilità di restare con me e il bambino che aspettiamo e che nascerà tra pochi mesi.Questo succede perché qualcuno ha sbagliato nella procedura per il rinnovo del suo permesso di soggiorno.
Chiedo che il futuro papà del mio bambino non venga espulso per una pratica amministrativa non riuscita. L’Italia lo ha accolto quando aveva sei anni, lui considera l’Italia il suo paese, e qui vuole continuare a vivere insieme alla sua famiglia. Mi chiamo Federica, ho 21 anni, sono italiana e aspetto un bambino da Karim. Karim ha avuto anni difficili. Quando suo padre è morto, lui ha cominciato ad usare stupefacenti, ma il suo percorso di recupero è stato esemplare. Eravamo finalmente felici quando siamo stati informati di un errore nelle procedure di rinnovo del permesso di soggiorno. Il 4 aprile scorso, un poliziotto lo ha fermato e se lo è portato via. È stato portato in un CIE dove tutti i reclusi stanno facendo lo sciopero della fame affinchè venga rispettata la dignità umana e non venga usata più violenza nè psichica nè fisica. Dopo due settimane è stato portato all’aeroporto di Fiumicino per essere “rimpatriato” in un paese in cui non è mai stato negli ultimi 18 anni, in cui non ha nessuno e di cui non conosce la lingua.
Qualcuno è riuscito a fermare il suo rimpatrio: le persone della campagna LasciateCIEntrare e il senatore Luigi Manconi.
Ora però Karim è a rischio di espulsione. Chiedo che Karim non venga mandato in Egitto.
Grazie,
Federica Santarpia via Change.org

firma su https://www.change.org/it/petizioni/karim-non-deve-partire?utm_source=action_alert&utm_medium=email&utm_campaign=23880&alert_id=uYOeYZizWn_jERXMLNjXe 
se il link non funziona, per favor, copiate l'indirizzo e incollatelo sulla barra degli indirizzi: Karim non deve partire!

sabato 4 maggio 2013

IN MEMORIA DI CAMILLO BERNERI


Il 5 maggio 1937 a Barcellona veniva assassinato Camillo Berneri, intellettuale e militante anarchico, strenuo combattente contro il fascismo.

Berneri fu sequestrato e ucciso da sicari stalinisti insieme al compagno anarchico Francesco Barbieri ed a molti altri militanti antifascisti, sia anarchici che del Poum (il Partido Obrero de Unificacion Marxista).

Ogni persona che abbia letto almeno quel libro imprescindibile che e' Omaggio alla Catalogna di George Orwell serba un ricordo incancellabile di quelle tragiche e atroci vicende.

Domenica 5 maggio 2013 a Viterbo il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ricordera' Camillo Berneri con un incontro di commemorazione, nel corso del quale saranno letti e commentati alcuni suoi scritti contro il fascismo.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 4 maggio 2013

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it e centropacevt@gmail.com , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



CHIEDIAMO LE DIMISSIONI DI BORGHEZIO! FIRMA LA PETIZIONE!

Arrivano le ennesime dichiarazioni razziste di Borghezio. Se neanche tu ti senti rappresentato da Borghezio europarlamentare, chiedi che il Parlamento europeo ne favorisca le dimissioni.

"Scelta del cazzo, ha la faccia da casalinga" ha detto Mario Borghezio in merito al neo-Ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge. Nonostante possiamo ricordarlo per comportamenti abberranti come la disinfezione dei treni sui quali avevano viaggiato degli stranieri, Mario Borghezio è un rappresentante italiano in una prestigiosa istituzione sovranazionale, insignita del premio per la Pace 2012: il Parlamento europeo.

"Gli africani sono africani (...), non hanno prodotto grandi geni (...). Diciamo che io ho un pregiudizio favorevole ai mitteleuropei. Kyenge fa il medico, gli abbiamo dato un posto in una Asl che è stato tolto a qualche medico italiano (...). Questo è un governo del bonga bonga (...) la Kyenge ci vuole imporre le sue tradizioni tribali, quelle del Congo", ha affermato in un intervista a Radio 24 Borghezio, il quale aveva già fatto nel passato dichiarazioni razziste: "Noi ai clandestini bastardi gli diamo il mille per mille di calci in culo con la legge Bossi-Fini"; "Per noi il Meridione esiste solo come palla al piede, che ci portiamo dolorosamente appresso da 150 anni"; "Quelle espresse da Anders Behring Breivik -il terrorista norvegese - sono posizioni sicuramente condivisibili".

Tutti noi italiani abbiamo diritto ad essere rappresentati nel Parlamento europeo e io trovo che un europarlamentare che fa certe affermazioni non mi rappresenti. Non solo, secondo lo stesso Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, “l'Unione europea è un progetto unico nella storia che ha sostituito la guerra con la pace, l'odio con la solidarietà". Le affermazioni di Borghezio, invece, non sono affatto un inno alla pace e alla solidarietà.

Chiediamo quindi al Parlamento europeo di favorire le dimissioni di Borghezio o quantomeno di attuare nei suoi confronti dei provvedimenti disciplinari.

Sono Stefano Corradino giornalista che da anni si batte per la libertà di espressione, e so che libertà non è licenza di insultare e oltraggiare.

Chiedo che il Parlamento europeo favorisca le dimissioni di un uomo che con le sue dichiarazioni ingiuriose e razziste infanga la dignità delle istituzioni. Se anche tu non ti senti rappresentato da Borghezio chiedilo con me.

Grazie,

Stefano Corradino via Change.org

firma su:
https://www.change.org/it/petizioni/fuori-borghezio-dal-parlamento-europeo-iostoconcecilekyenge   Nota mia: La lega si conferma, ancora una volta, come partito razzista che persegue finalità eversive: ricordo che il nome ufficiale è secessionista (Lega Nord per l'Indipendenza della Padania), ricordo anche che è il partito del 'giochino' pubblicato su facebook (affonda i gommoni di migranti), delle lauree conseguite in Albania, dei diamanti di Belsito e degli yacht del fratello del Trota, ecc. ecc. E uno dei due fondatori della Lega, l'atro è Maroni, è quel Bossi che con Fini ha firmato la Bossi-Fini, legge razzista degna del regime fascista, che dovrebbe essere abrogata...