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domenica 31 ottobre 2010

SI PREGA DI SOSTITUIRE IL COMUNICATO PRECEDENTE CON IL SEGUENTE

La prima guerra mondiale fu un orrendo massacro che costò, solo all'Italia, 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti (molti di piu' di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste)

Il 4 novembre dovrebbe essere un giorno di lutto e di memoria. Non c'è nulla da festeggiare o celebrare.
Dissociamoci da ogni retorica celebrazione di eroismo.
Dissociamoci da ogni ipocrisia.

Contro la retorica militarista, il 4 novembre invitiamo i cittadini ad esporre dai loro balconi le bandiere arcobaleno, a partecipare alla manifestazioni ufficiali esprimendo una voce di dissenso (con un volantino, una bandiera che sventola, un cartello appeso al collo … la Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero: facciamolo correttamente, con educazione e civiltà, ma facciamolo!).

Davanti al dramma della guerra in Afghanistan, nella quale siamo coinvolti come italiani, c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di celebrare con una "festa" la vittoria di una guerra? C’è solo da vergognarsi, e tacere per rispetto delle vittime di tutte le guerre. L’unico vero modo per celebrare il ricordo di una guerra, è quello di impegnarsi con la nonviolenza affinchè non ci siano più guerre. Come ha detto il grande scrittore Lev Tolstoj, profeta della nonviolenza, nel capolavoro "Guerra e pace", le guerre non si vincono, le guerre si perdono e basta.

Chi volle la prima guerra mondiale fu un mascalzone
Chi la festeggia oggi e' un ignorante
Dal 4 novembre rinasca il monito solenne: MAI PIU' LA GUERRA!

Sosteniamo l'impegno nonviolento dei disertori, degli obiettori di coscienza e di tutti coloro che sono impegnati nella Resistenza contro la guerra e il militarismo.
Ci impegniamo oggi, ricordando che coloro che si rifiutarono di combattere venivano fucilati dai carabinieri italiani.
Ricordando gli italiani pacifici che furono condotti a combattere e a morire perché costretti.
Ci impegniamo oggi contro tutte le guerre in nome dei disertori che non vollero partecipare a quella che papa Benedetto XV definì "un'inutile strage".

Associazione Beati i Costruttori di Pace
http://www.beati.org - segreteria@beati.org

Movimento Nonviolento
http://www.nonviolenti.org - an@nonviolenti.org

Associazione PeaceLink
http://www.peacelink.it - info@peacelink.it

Azione Nonviolenta Gennaio - Febbraio 2010. Lista 2010 dei Prigionieri per la Pace (pagg. 3-4-5-6-7)
http://nonviolenti.org/doc/An_01-2.10.pdf

Nossignore. Il dissenso militare: una componente importante del movimento contro la guerra. (Phil Rushton, Mosaico di Pace Ottobre 2010)
http://www.peacelink.it/mosaico/a/32381.html

Lettera di Fr. Louis Vitale (USA) che ha scontato 6 mesi di carcere per aver protestato contro la "Scuola delle Americhe"
http://www.peacelink.it/pace/a/32460.html

Rafhil Dhafir: Condannato senza prove a 22 anni di carcere per riciclaggio e finanziamento ad attività terroristiche, i suoi veri crimini sono stati l’aver alzato la voce contro le sanzioni ONU all’Iraq volute da USA e Gran Bretagna e l’aver mandato aiuti umanitari ai civili iracheni durante l’embargo.
http://www.peacelink.it/pace/a/32509.html

Dossier 4 novembre
http://www.peacelink.it/pace/docs/2818.rtf

Ogni vittima ha il volto di Abele (riflessione del Centro di ricerca per la Pace di Viterbo)
http://www.peacelink.it/pace/docs/2819.rtf

Dov'è o guerra la tua vittoria? Non festa ma lutto

http://www.peacelink.it/pace/docs/2821.rtf

Il fante già morto, Il Foglio, Enrico Peyretti
http://www.peacelink.it/pace/docs/2822.rtf

La guerra genera morte (Tonio Dell'Olio)
http://www.peacelink.it/mosaico/a/30182.html

Informazioni Legali per volantinaggio ed esposizione della Bandiera della Pace

http://www.peacelink.it/pace/docs/3445.rtf

sabato 30 ottobre 2010



Le atomiche tutte in Italia


Tommaso Di Francesco e Manlio Dinucci


Fonte: Il Manifesto - 28 ottobre 2010


«Finché vi saranno armi nucleari, la Nato rimarrà un'alleanza nuclearizzata»: è questa la direttiva di Washington che il segretario generale dell'Alleanza atlantica Anders Fogh Rasmussen sta trasmettendo e che gli alleati europei hanno approvato alla riunione dei ministri della difesa, svoltasi a Bruxelles il 14 ottobre, in preparazione del vertice dei capi di stato e di governo il 19-20 novembre a Lisbona. In altre parole, gli Stati uniti manterranno in Europa un arsenale nucleare. Eppure nello «storico» discorso di Praga del 5 aprile 2009, il presidente Barack Obama dichiarava che gli Stati uniti faranno passi concreti verso un mondo senza armi nucleari, rafforzando il Trattato di non-proliferazione che impegna i paesi nucleari ad eliminarle e quelli non-nucleari a non acquisirle. Lasciava quindi intendere di essere favorevole alla rimozione delle armi nucleari statunitensi dall'Europa. Su questa base, cinque membri europei della Nato - Germania, Belgio, Lussemburgo, Norvegia e Olanda - avevano espresso l'intenzione di sollevare la questione al summit di Lisbona.

Moderne e iper-penetranti
Come stanno invece le cose emerge dal rapporto "U.S. non-strategic nuclear weapons in Europe: a fundamental Nato debate", presentato in questo fine ottobre da un comitato dell'Assemblea parlamentare della Nato. Anzitutto esso conferma che non si conosce quante siano esattamente le armi nucleari non-strategiche (con gittata inferiore ai 5500 km) che gli Usa mantengono in quattro paesi europei della Nato - Italia, Belgio, Germania, Olanda - e in Turchia. Secondo una stima al ribasso, citata nel rapporto, sarebbero 150-200, di cui 70-90 in Italia (ad Aviano e Ghedi-Torre). Secondo altre stime, almeno il doppio. Sono bombe B-61 in diverse versioni, la cui potenza va da 45 a 170 kiloton (13 volte maggiore della bomba di Hiroshima). Tra queste, probabilmente, la B61-11 che può penetrare nel terreno così da creare, con l'esplosione nucleare, un'onda d'urto capace di distruggere obiettivi sotterranei. Tutte queste bombe sono tenute in speciali hangar insieme ai cacciabombardieri F-15, F-16 e Tornado, pronti per l'attacco nucleare.
Il rapporto conferma che esistono «accordi nucleari bilaterali» segreti, in base ai quali una parte di queste armi può essere usata dalle forze armate dei paesi ospitanti una volta che gli Usa ne abbiano deciso l'impiego. Ma, si ricorda nel rapporto, i fautori del controllo degli armamenti sostengono che «la Nato ha la responsabilità di porre fine a tale pratica di condivisione nucleare», poiché viola il Trattato di non-proliferazione: esso vieta agli stati in possesso di armi nucleari di trasferirle ad altri (Art. 1) e a quelli non-nucleari di riceverle da chicchessia (Art. 2).


Il silenzio del governo italiano
Tra l'opzione di mantenere le armi nucleari Usa in Europa così come sono e quella di ritirarle completamente, vi sono delle proposte intermedie. La più accreditata, secondo il rapporto, è quella della US Air Force di «raggruppare le armi nucleari in meno località geografiche». Secondo la maggior parte degli esperti, «le località più probabili per tale ridislocazione sono le basi sotto controllo Usa di Aviano, in Italia, e Incirlik, in Turchia». Significativo, rileva il rapporto, è che alla riunione dei ministri degli esteri della Nato nell'aprile 2010, la questione delle armi nucleari Usa in Europa è stata sollevata da Germania, Belgio e Olanda, mentre Italia e Turchia sono rimaste in silenzio. Ciò lascia presupporre che il governo italiano abbia già dato segretamente il suo consenso al piano di rimuovere le armi nucleari Usa da Germania, Belgio e Olanda per raggrupparle ad Aviano, dove verrebbero trasferite anche quelle di Ghedi-Torre.
Ad Aviano è dislocato il 31st Fighter Wing, composto di due squadriglie di cacciabombardieri F-16 - 510th Fighter Squadron e 555th Fighter Squadron. La sua missione è quella di «fornire potenza di combattimento da un capo all'altro del globo per conseguire gli obiettivi degli Usa e della Nato». Potenza anche nucleare, come mostra l'emblema del 510th Fighter Squadron in cui, accanto all'aquila imperiale, vi è il simbolo dell'atomo con tre fulmini che colpiscono la terra.


http://www.disarmo.org/rete/a/32667.html

venerdì 29 ottobre 2010

 

 

4 Novembre. Mai più lutti, mai più guerre. Esprimiamo solidarietà ai prigionieri di coscienza arrestati per il loro impegno pacifista. Proposta di Beati Costruttori di Pace, Movimento Nonviolento e PeaceLink

La prima guerra mondiale fu un orrendo massacro che costò, solo all'Italia, 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti (molti di piu' di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste)
Il 4 novembre dovrebbe essere un giorno di lutto e di memoria. Non c'è nulla da festeggiare o celebrare.
Dissociamoci da ogni retorica celebrazione di eroismo.
Dissociamoci da ogni ipocrisia.
Contro la retorica militarista, il 4 novembre invitiamo i cittadini
ad esporre dai loro balconi le bandiere arcobaleno, a partecipare alla manifestazioni ufficiali esprimendo una voce di dissenso (con un volantino, una bandiera che sventola, un cartello appeso al collo … la Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero: facciamolo correttamente, con educazione e civiltà, ma facciamolo!).

Davanti al dramma della guerra in Afghanistan, nella quale siamo coinvolti come italiani, c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di celebrare con una "festa" la vittoria di una guerra? C’è solo da vergognarsi, e tacere per rispetto delle vittime di tutte le guerre. L’unico vero modo per celebrare il
ricordo di una guerra, è quello di impegnarsi con la nonviolenza
affinchè non ci siano più guerre. Come ha detto il grande scrittore Lev Tolstoj, profeta della nonviolenza, nel capolavoro "Guerra e pace", le guerre non si vincono, le guerre si perdono e basta. Chi volle la prima guerra mondiale fu un mascalzone
Chi la festeggia oggi e' un ignorante. Dal 4 novembre rinasca il monito solenne: MAI PIU' LA GUERRA!
Sosteniamo l'impegno nonviolento dei disertori, degli obiettori di coscienza e di tutti coloro che sono impegnati nella Resistenza contro la guerra e il militarismo.
Ci impegniamo oggi, ricordando che coloro che si rifiutarono di combattere venivano fucilati dai carabinieri italiani.
Ricordando gli italiani pacifici che furono condotti a combattere e a morire perché costretti.

Ci impegniamo oggi contro tutte le guerre in nome dei disertori che non vollero partecipare a quella che papa Benedetto XV definì "un'inutile strage".

Associazione Beati i Costruttori di Pace

http://www.beati.org
- segreteria@beati.org
Movimento Nonviolento
http://www.nonviolenti.org - an@nonviolenti.org
Rete Italiana per il Disarmo
http://www.disarmo.org - segreteria@disarmo.org
Associazione PeaceLink
http://www.peacelink.it - info@peacelink.it

Azione Nonviolenta Gennaio - Febbraio 2010. Lista 2010 dei Prigionieri per la Pace (pagg. 3-4-5-6-7)

http://nonviolenti.org/doc/An_01-2.10.pdf

Nossignore. Il dissenso militare: una componente importante del movimento contro la guerra. (Phil Rushton, Mosaico di Pace Ottobre
2010)

http://www.peacelink.it/mosaico/a/32381.html

Lettera di Fr. Louis Vitale (USA) che ha scontato 6 mesi di carcere per aver protestato contro la "Scuola delle Americhe"

http://www.peacelink.it/pace/a/32460.html

Rafhil Dhafir: Condannato senza prove a 22 anni di carcere per
riciclaggio e finanziamento ad attività terroristiche, i suoi veri
crimini sono stati l’aver alzato la voce contro le sanzioni ONU
all’Iraq volute da USA e Gran Bretagna e l’aver mandato aiuti umanitari ai civili iracheni durante l’embargo.

http://www.peacelink.it/pace/a/32509.html

Dossier 4 novembre

http://www.peacelink.it/pace/docs/2818.rtf

Ogni vittima ha il volto di Abele (riflessione del Centro di ricerca per la Pace di Viterbo)

http://www.peacelink.it/pace/docs/2819.rtf

Dov'è o guerra la tua vittoria? Non festa ma lutto

http://www.peacelink.it/pace/docs/2821.rtf

Il fante già morto, Il Foglio, Enrico Peyretti

http://www.peacelink.it/pace/docs/2822.rtf

La guerra genera morte (Tonio Dell'Olio)

http://www.peacelink.it/mosaico/a/30182.html
Informazioni Legali per volantinaggio ed esposizione della Bandiera della Pace
http://www.peacelink.it/pace/docs/3445.rtf

giovedì 28 ottobre 2010

Aldo Capitini, profeta della nonviolenza

FORMAZIONE RELIGIOSA


"Durante la prima guerra mondiale io ero un adolescente, ma seguii la tragedia dell'umanità... Per di più, ebbi un lungo periodo di dolore fisico personale e di impossibilità di lavorare. Perciò compresi e sentii nelle fibre stesse del mio corpo il limite della mia civiltà attivistica, che dava tutto il valore al fare, alla violenza, al godimento; e sentii un interesse e una solidarietà intima col problema di chi soffre, di chi non può agire, di chi è sopraffatto.

Bisognava che io trovassi un piano di valore dove questi fossero invece perfettamente a posto, e non buttati ai margini della civiltà, ad attendere la morte e il nulla.

Allora è cominciata veramente la mia esigenza religiosa...."

(Aldo Capitini, Perugia 1899-1968, da ELEMENTI DI UN'ESPERIENZA RELIGIOSA pag.11)

Aldo Capitini era nato a Perugia il 23 dicembre 1899; e l'essere nato nel centro più antico dell'Umbria, più ricco di storia e di cultura, rappresentò per lui una spinta decisiva nella scelta di vita religiosa.

"...e di altare e di presepe, ma nel modo il più semplice e duecentesco, si ha spesso l'idea dell'Umbria...Nel Duecento l'Umbria dà più che può. Il secolo comincia, qui, con San Francesco e finisce con Jacopone da Todi. Il movimento francescano ha origine di qui, e tiene i suoi convegni sempre più affollati sulla pianura di Santa Maria degli Angeli, e la Compagnia dei Disciplinati muove da Perugia; per non dire dei Papi che vi soggiornarono e morirono o furono qui eletti. Ma non gli alti fatti ; è meglio ricordare il carattere, il valore e l'efficacia della religiosità del Duecento umbro popolare, aperta, che unisce il sentimento appassionato e una sobrietà blandamente superstiziosa, moralmente ferma, talvolta anche santamente eretica in questo voler portare entro il cerchio alto e aristocratico della Chiesa medioevale elementi tratti dalla vita umile, comune, affettuosa.

A oriente di Perugia, poco fuori della città, c'è l'antichissima chiesa di San Bevignate, presso cui c'era un bosco, sede di eremiti; da quella chiesa, nel 1260, cominciarono, dietro Ranieri Fasano, a muoversi compagnie di persone, che, flagellandosi ( , le chiama il Muratori) e cantando laudi, andavano ai paesi vicini, e così il moto si propagò sin fuori d'Italia, causando riconciliazioni, anche politiche, conversioni, istituzione di confraternite sacre.

Moltissime laudi drammatiche originarie sono umbre e anonime.

(PERUGIA pagg.8/9/10)

Suo padre, dipendente del comune, viveva all'ultimo piano del Palazzo Municipale, sotto la torre campanaria, con l'incarico di suonare le campane per le ore e per le cerimonie pubbliche.

"Quando ero fanciullo, alle cinque pomeridiane di ogni 20 giugno (il 20 giugno del 1859 i soldati svizzeri del Papa riconquistarono Perugia, insorta per l'indipendenza, e si macchiarono di stragi efferate, come ricorda un monumento eretto sul posto dopo il 1860), le due campane del Municipio cominciavano funebri, distanziati rintocchi, mentre la carrozza a due cavalli usciva dall'atrio del palazzo e recava al cimitero il sindaco e la giunta comunale a deporre una corona sulla tomba dei caduti in quel giorno memorando."

(PERUGIA pag.13)

Sua madre era casalinga e sarta.

Ricorda l'amico Francesco Francescaglia: " Nel palazzo comunale di Perugia per andare da lui passavo dalla cucina dove c'era sua madre in faccende. Ho sempre pensato che in lei fosse il segreto di Aldo. Una donna asciutta, silenziosa, dai movimenti leggeri, occhi raccolti e penetranti, un'ombra quasi; ispirava un religioso rispetto anche se sceglieva l'erba; e poteva essere la madre di Gesù." (FRANCESCAGLIA in "AZIONE NONVIOLENTA" sett.1968)

"I primi venti anni della mia vita si sono svolti secondo un modello tipico. Precoce come sensibilità, riflessività e interesse per la lettura e anche per la poesia, non avevo nessuna guida, sicché mi fu una grande scossa l'incontro con la letteratura futurista, i suoi manifesti, i suoi programmi innovatori, che mi presero per un po' di tempo, dal 1913 al 1916, associandosi al nazionalismo di adolescente (leggevo fin da piccolo i giornali), e in contrasto col fondo del mio carattere, che invece preferiva letterati e poeti meditativi e moralisti, come Boine, Slataper, Jahier e specialmente Ibsen. Fu il periodo dei molti amici, delle esperienze varie e anche troppo varie e sciocche, della mescolanza di poesia e di grossa polemica, finché mi avviavo alla che avvenne negli anni 1918 - 19: dalla vita di all'austerità, dal nazionalismo all'umanitarismo pacifista e socialista, dalle letture contemporanee allo studio delle lingu e e letterature latina e greca, che cominciai con la massima tensione nel 1919 da zero, visto che, per povertà, ero stato indirizzato agli studi dell'istituto tecnico.

Autodidatta accuratissimo, in condizione di povertà per le grammatiche e i classici che compravo ad uno ad uno, sottoponevo la mia gracile costituzione fisica (che mi aveva risparmiato il servizio militare e la guerra) ad uno sforzo che mi portò all'esaurimento e alle continue difficoltà del sonno e della digestione; così oltre il classicismo letterario e quasi filologico, la conoscenza della Bibbia e la vicinanza di Leopardi, acquisii in quegli anni anche l' esperienza della finitezza umana, del dolore fisico, dell'inaattività sfinita in mezzo alle persone attive, un'esperienza che con la componente della costruzione culturale, era la componente della ricerca etico-religiosa, già da anni indipendente dalla religione tradizionale...

...il fascismo non mi prese minimamente, e se non partecipai attivamente alle iniziative politiche opposte fu solo perché ero tutto preso dalla mia costruzione culturale e dai miei malanni. Oggi mi pare quasi impossibile che né la , né i socialisti né Gramsci mi abbiano preso, tra il 1921 e il 1924, e io lo attribuisco anche al fatto che la fragilità della salute mi aveva indotto ad andare in campagna per rimettermi (facevo il precettore), e questo mi staccò dalle ripercussioni dirette della politica, che pur seguivo. O forse si potrebbe dire che io dovevo fare solo quando avrei potuto dare singolari e diverse, e in quegli anni veramente non ero ancora capace di dare qualche cosa, che doveva invece maturare per successivi momenti.

(Attraverso due terzi di secolo, pag.11)

Come capita più o meno consapevolmente a tutti, Capitini incontra i problemi imposti dalla riflessione sulla finitezza umana, dall'esperienza del dolore, dalla morte; con lo sgomento e la ribellione che da sempre suscitano in noi; con l'ansia di allontarli, di superarli; con il desiderio e la ricerca dell'eternità; con l'impulso naturale di affidarsi a un essere trascendente noi e i nostri limiti, a un Dio che ci rassicuri sulla possibilità di una vita ultraterrena dove regni la pace che quaggiù non abbiamo trovato, che ce la giustifichi, ce la conceda; con l'accettazione di una fede religiosa che si aggiunga alla ragione per valicare i limiti del conoscibile, per esplorare al di là dei nostri confini l'infinito, l'eterno.

" Vi è una concezione (in largo senso esistenzialistica, ... ) che pone in rilievo l'individuo, che sa di essere nato e che morrà, e che si vede nella possibilità di peccare, nell'angoscia di vivere tra gli abissi.

Il limite di questa filosofia è di non essere altro che la segnalazione della "finitezza" umana; e questa è la ragione del suo continuo riferirsi alla poesia, da un lato, alla psicologia, dall'altro.

La segnalazione di ciò che è di finito nell'individuo (e porre in quel "finito" il suo vero essere), o non fa altro, e allora vede alzarsi l'interminato orizzonte del nulla, oppure fa risorgere, accanto alla finitezza, uno spiritualismo."

(SAGGIO SUL SOGGETTO DELLA STORIA pag.6)

L'incontro di Capitini con il pensiero esistenzialista, qui sopra criticato, avviene precocemente attraverso l'amicizia, alla Normale di Pisa dal 1924 al 1932, con Claudio Baglietto, uno dei primi studiosi in Italia di Heidegger, obiettore di coscienza, esule in Svizzera dove morì di stenti negli anni trenta; e attraverso la lettura di Carlo Michelstaedter che si uccise nella sua Gorizia il 16 ottobre 1910 dopo aver ultimato la tesi di laurea, uscita postuma con il titolo "La persuasione e la rettorica". Da lui Capitini prende il concetto e il termine di "persuasione", usandolo nello stesso senso dell'autore ma con altre conclusioni, come presa di coscienza della persona, finalmente liberata dalle pastoie della "rettorica", cioè della realtà insufficiente, violenta, egoista.

" Quando incontro una persona e anche un semplice animale non posso ammettere che quest'essere vivente se ne vada nel nulla, muoia e si spenga, prima o poi, come una fiamma.

Mi vengono a dire che questa realtà è fatta così, ma io non l'accetto. E se guardo meglio, trovo anche altre ragioni per non accettare la realtà così com'è ora, perché non posso approvare che la bestia più grande divori la bestia più piccola, che dappertutto la forza, la potenza, la prepotenza prevalgano: una realtà fatta così non merita di durare.

E' una realtà provvisoria, insufficiente ed io mi apro ad una sua liberazione dal male ( che si presenta a noi) nelle forme del peccato, del dolore, della morte."

(RELIGIONE APERTA pag.12)

Con la manipolazione dei geni strutturali di tutte le specie animali e vegetali, si intravede la possibilità scientifica di trasformare la quotidiana carneficina in atto fra le creature, dove ci sono da sempre i più forti che mangiano i più deboli e l'uomo che li mangia tutti.

Capitini apparteneva a quella minoranza che inorridisce davanti a tanta crudeltà e diceva che una siffatta realtà è indegna di durare.

Si esponeva al sarcasmo dei realisti pessimisti, ma è chiaro che l'accento, posto sul rifiuto dei delitti che la natura impone a tutti gli esseri per motivi di sopravvivenza, è un invito rivolto agli uomini e alle donne di comprendere l'insufficienza crudele della natura, di superare questa insufficienza, di non accettarla nei rapporti fra loro.

Capitini non accettava in particolare l'ipocrisia di un mondo che aveva appena terminato di versare lacrime di coccodrillo sulle carneficine della prima guerra mondiale, e già si preparava, con il fascismo e il nazismo, a compierne ancora di più grandi e spietate.

Contro la violenza della natura, della società, degli uomini non crede alla validità di risposte come la fuga, l'isolamento superbo, la rassegnazione, l'indifferenza, il suicidio.

Accetta la condizione umana quando si esprime nei grandi valori della giustizia e dell'arte, rifiuta l'accettazione acritica della storia violenta del cammino umano, non la considera come la unica percorribile, chiama alla ribellione ma, rifiutando la violenza, organizza quella nonviolenta.

" Ho sentito che rimaneva nella realtà tanto che non potevo accettare che continuasse:....che ci siano il dolore, la morte, la perfidia, la tanta stoltezza e mollezza negli esseri viventi che attira l'inganno per dominarli, e tante cose orrende e sbagliate nella realtà, nella società, nella umanità."

(LETTERA DI RELIGIONE nel Il Potere di Tutti, pag.189)

E profetizzava:

" Tanto dilagheranno violenza e materialismo, che ne verrà stanchezza e disgusto... salirà l'ansia appassionata di sottrarre l'anima ad ogni collaborazione con quell'errore, e di instaurare subito, a cominciare dal proprio animo (che è il primo progresso), un nuovo modo di sentire la vita: il sentimento cioè che il mondo è estraneo se ci si deve stare senza amore, senza un'apertura infinita dell'uno verso l'altro, senza una unione di sopra a tante differenze e tanto soffrire. Questo è il varco attuale della storia."

(ELEMENTI DI UN'ESPERIENZA RELIGIOSA pag.21)

"La religione è apertura alla liberazione di tutti. Essa è annuncio che questa liberazione è possibile; essa è persuasione intima, preparazione: A chi mi dicesse che la liberazione dal male (peccato, dolore, morte) è impossibile, rispondiamo che la religione è servizio dell'impossibile, e dà la consapevolezza, la certezza di questo. Ma non la dà a vuoto, bensì porgendo il pieno e il massimo di due cose: dell'amore e del valore. Amando tutti e coltivando i valori della verità, della bellezza, del giusto, della bontà, si entra nella consapevolezza che la liberazione è possibile."

(LETTERA DI RELIGIONE nel Il Potere di Tutti, pag.301)

"Che cosa ha per sé il religioso? Potrebbe anche essere nulla nel mondo....; ma quel certo atto per cui si dice "tu" ad una persona, e si è persuasi che si direbbe volentieri ad ogni altra persona, è un'apertura; ed è religione"

(LETTERA DI RELIGIONE nel Il Potere di Tutti, pag.352)

"...per la vita religiosa ho bisogno di un fondamento puro.

Non me lo può dare il cielo, l'universo, la realtà naturale: dall'universo vengono i fulmini, le inondazioni, tutto ciò che è forza, potenza, che non coincide con ciò che è giusto e buono.

Non me lo può dare un'istituzione, una società, una chiesa, che sono gruppi organizzati, che possono fare cose buone e cose cattive, e molte volte affermano leggi che contrastano con ciò che è giusto e buono.

E allora che posso fare, se non cercare il fondamento in altro, e cioè nell'interiorità, nella coscienza?"

(LETTERA DI RELIGIONE nel Il Potere di Tutti, pag.193)

Il rifiuto della realtà insufficiente e violenta, la scelta di vita religiosa per superare questa realtà si possono fare, secondo Capitini, anche senza possedere una cultura superiore.

"...... sono certo che anche senza cultura sarei arrivato ai punti essenziali della mia persuasione religiosa, a cui tendevo, si può dire, da fanciullo, ma che le vicende della vita, unite ai sentimenti e alla riflessione, mi fecero concretare: sapere della guerra, conoscere direttamente e insistentemente il dolore, soffrire l'esaurimento, l'insonnia, la fragilità fisica, sperimentare il male morale, non accettare la violenza, interessarsi ai singoli, vivere in povertà, tendere ad associarsi per lottare politicamente, possono essere anche in una persona senza speciale cultura, e loro mi hanno condotto ad una vita religiosa."

(RELIGIONE APERTA pag.12)

E' importante, per fare questa scelta, riconoscere, nel volto e nella voce dei singoli che incontriamo, il volto e la voce di persone che hanno sofferto e soffrono come noi. E' importante comprendere le ragioni del loro dolore, sostenere la speranza di saper affrontare e vincere la prova. E' importante stare vicino a loro in quella lotta e aiutarli a raggiungere quella vittoria, che è sempre momentanea, in attesa di un nuovo dolore, di un altro scontro, per cui non li potremo mai abbandonare al loro destino né essi potranno abbandonare noi.

E' stato importante, tuttavia, per Capitini accettare l'invito remoto di Averroè: "la religione impone l'esercizio della filosofia a chi ne ha le attitudini, e la filosofia spiega la necessità e l'utilità della religione, sia accettata con adesione spontanea, quasi sempre nel senso letterale, dai semplici, sia sviscerata, se occorre, nei suoi più intimi significati dai dotti" (Introduzione al libro di Averroè a cura di Francesca Lucchetta)

"...non potevo circoscrivermi nella mia vita, nel mio lavoro, nei miei affetti particolari e nei sacrifici quotidiani, senza pormi il problema della realtà, e società e umanità nel loro insieme, dove avvengono tanti orrori e ingiustizie e cose tristi; e mi sono teso alla fine del male, non solo di quello mio, individuale, o delle persone a me care (la famiglia in cui tanti concludono il loro sentire e la loro speranza), ma di tutto il male, anche del pesce piccolo mangiato dal pesce grande, e dell'uomo sconosciuto, straziato dall'infelicità; mi sono aperto ad una realtà che cominciasse con il valore, con la gioia, ed ecco che dal seno di questo atto colgo l'inizio, il lieve ma vero inizio della realtà liberata dai limiti e dal disvalore e dall'insufficienza in cui sono stato immerso fino al momento dell'atto religioso."

(LETTERA DI RELIGIONE nel Il Potere di Tutti, pag.198)

" Il tu non mi appare vòlto alla quando è vòlto con amore ad una precisa e concreta persona. E allora la mia apertura d'animo ad una vecchia povera, dalla faccia magra e che oramai ha appena il fiato per respirare, il mio interiorizzare la sua esistenza, che par cosa da poco, può importarmi più che non lo stabilire la positività dell'opera dei Gesuiti." (STORICISMO ASSOLUTO pag.6)

Certamente l'apertura, facile, quasi spontanea davanti alla figura della vecchia che si spegne, appare molto più difficile davanti ai volti ebeti e feroci che incontriamo nella attuale società, segnata dalla corsa sfrenata al piacere materiale. Anche se c'è differenza tra gli sguardi torvi che scorgiamo dietro i cruscotti delle auto, sguardi di persone chiuse nel loro piccolo abitacolo metallico e spirituale, pronte a uccidere come fra' Cristoforo per un sorpasso, e gli occhi della stessa persona seduta davanti a noi nella stanza di una casa.

Aprirsi ai volti tanto duri che incontriamo, interiorizzarci, come dice Capitini, con il nostro aggressore richiede una preparazione spirituale e culturale, che per ora è di pochi.

Giustamente Capitini cominciò da solo a delineare i caratteri di una riforma religiosa che sentiva necessaria, urgente, conseguente dopo il rifiuto della realtà e delle sue insufficienze.

"Se la prima metà di questo secolo ha affrontato praticamente la soluzione del problema sociale, sono convinto che nella seconda metà si farà sempre più evidente il problema religioso, e urgente la soluzione teorico-pratica.

Se non per altro, per queste due ragioni:

che si sentirà sempre più profondamente l'insufficienza culturale, morale, politica, economico-sociale delle altre soluzioni a valere come totali, cioè come concernenti la destinazione finale e totale;

che ci si incontrerà tra uomini di tutti i paesi del mondo in un'unione, che sarà prima culturale, politica, giuridica, economica, ma che non potrà non cercare anche un principio religioso.

Ed esso non potrà risultare dalla somma (poiché i valori non si trovano mai facendo la somma) o dalla mescolanza delle correnti religiose tradizionali, né dalla prevalenza assoluta di una di esse, ma piuttosto da una sintesi fatta di elementi nuovi, che utilizzano temi anteriori."

(LETTERA DI RELIGIONE nel Il Potere di Tutti, pag.209)

" Si sta formando un sacro di apertura:

1) che non ha bisogno di essere costituito da una istituzione che dia l'unzione di sacerdote;

2) che usa con tutti ed in tutte le occasioni la lingua comune da tutti intesa;

3) che ricerca, osservando l'esperienza, le leggi passate e la voce della ragione nella coscienza, ciò che è da fare, e ciò che non è da fare;

4) che è libera aggiunta dal proprio animo di unità amore con tutti, sentendoli presenti ed immortali, anche se lontani o morti;

5) che è rispetto delle opinioni di tutti; che non si organizza in parrocchie e con la dannazione di chi non ha la stessa fede, ma in centri di fede e di lavoro che danno senza chiedere in cambio, e che hanno la persuasione e la gioia di essere cosi uniti, dal centro a tutti."

(RELIGIONE APERTA pag.30)

E' chiara l'intenzione di modernizzare il discorso evangelico della montagna, ormai reso sterile dalla celebrazione e dalla liturgia; portarlo nel mondo attuale, con parole attuali e con indicazioni pratiche sulla realtà dei nostri giorni.

" La religione è farsi vicino..ai drammi delle persone.. E' spontanea aggiunta..pura offerta, non sostituzione violenta..alla capacità di decidere delle coscienze."

(VITA RELIGIOSA pag.69)

Per stare il più vicino possibile all'ultimo

" ...mi porto al suo stato di mancanza, scendo al punto di chi non ha, nego un valore assoluto all'intelligenza, alla bellezza, alla potenza, a tutto ciò che si può avere e c'è chi non l'ha, nego un potere assoluto anche alla vita, al mondo.

Mi sento all'altezza di chi non ha, sento qualcosa di comune tra me e il verme squarciato in mezzo alla via; negando con l'anima tutto ciò che è fortuna...mi prendo una rivalsa su questo mondo dove contano solo i risultati...

E se mi dicono che c'è un punto più basso, io vado lì,...io vado dove si ha meno.

Questa è l'aggiunta intima che io faccio, il libero omaggio a chi non ha potenza, il più che offro."

(VITA RELIGIOSA pag.98/99)

La vicinanza a tutti gli esseri distrutti dalla natura e dalla società diviene in Capitini la compresenza con i viventi e con i morti.

" Ecco il Vesuvio erutta lava e cenere infuocata, e copre e seppellisce Ercolano e Pompei.

C'erano esseri umani e animali, la lava è caduta su di loro, li ha fermati e chiusi, soffocandoli e carbonizzandoli. Essi svolgevano la loro vita, il loro sentire, il loro pensare, avevano fiducia nel sole e nella natura, ripigliavano la vita ad ogni mattino.

Altrove e in altro tempo la stessa cosa hanno fatto terremoti, inondazioni, incendi contro una parte degli esseri.

Ma se io mi apro ad un essere vivente volgendogli rispetto e affetto, e così ad un altro, e nell'animo sarei disposto a farlo verso tutti, arrivando all'orizzonte di tutti, non posso più accettare la natura e i suoi fatti che, senza capire, mi sottraggono una parte degli esseri.

Se arrivo all'orizzonte di tutti, se mi interessa la realtà di tutti, capisco la realtà della vicinanza di tutti fra tutti, capisco la loro compresenza."

(OMNICRAZIA nel Il Potere di Tutti pag.60-61)

"Noi andiamo avanti negli anni, e non solo non abbiamo e non acquistiamo tante cose, ma ne perdiamo anche molte che abbiamo, per es. la salute.

E' urgente che facciamo subito l'intima scelta: o vita religiosa o vita di mondo.

Se scegliamo questa, corriamo dietro a cose che ci vengono sfuggendo; se scegliamo la prima, ...avremo certamente anche certe cose del mondo, e quelle che non avremo non ci faranno afflitti, fastidiosi a noi e agli altri intorno a noi...

Ora non è bene aspettare che vengano questi colpi e allora incassarli come meglio si potrà.

E' bene, invece, fare una scelta di colpo, ora, subito attiva e non passiva, proprio quando si sta ancora discretamente, e con tutto il vigore che alla scelta viene dalla libertà, e non con la debolezza innata di ciò che è prodotto dalla necessità e dal destino.

Gesù è andato alla croce non a ottant'anni, aspettando quando non avesse che poco da perdere; ma nel fiore della giovinezza e della vita.

Scegliere subito l'atto religioso, con allegra follia di chi perderà tante cose del mondo, e con la bella contradizione di adoperarsi a che tutti abbiano le cose del mondo."

(LETTERA DI RELIGIONE nel Il Potere di Tutti, pag.307)

"...l'atto religioso è la festa; ma come ci si arriva? come ce ne nutriamo nei giorni di lavoro?

C'è il mondo e Leopardi ha detto che .

Se è chiaro che cosa è l’atto religioso, è chiaro anche che cos’è la persona religiosa (quando lo è o "uomo di Dio". Tra la persona religiosa e il mondo non c'è pace; e solo questa guerra, fredda o calda, conduce alla pace superiore."

(LETTERA DI RELIGIONE nel Il Potere di Tutti, pag.306)

" In religione vinco continuamente la tentazione di chiudermi nel gusto della mia esistenza, particolare, individualistica: e mi porto a sentire diversamente l'esistenza stessa come anima, amore per ogni altra esistenza umana, vivendo ciò che ci unisce, l'unità di esistenza.

Se io compio ciò in direzione di tutti gli esseri umani, non facendo nessuna eccezione, la mia esistenza è l'esistenza dell'umanità: quella vita che io credevo così stretta a me, la vedo estesa illimitatamente a sostegno di ogni altro essere umano: vivo proprio in atto, qui, sostanza della mia sostanza, il centro della loro vita."

(ELEMENTI DI UN'ESPERIENZA RELIGIOSA pag.61)

"....arrivare all'orizzonte di tutti, per la realtà, la società, la religione, la scuola, la festa non vuol dire trascurare i singoli esseri umani,

Bisogna, invece, muovere da ogni essere a cui possiamo dire un , dargli un'infinita importanza, un suo posto, una sua considerazione, un suo rispetto ed affetto.

Finora non si è mai fatta veramente questa apertura ad ogni essere, a un singolo essere e a un altro singolo essere, con l'animo di non interrompere mai (l'apertura).

Perché non si è avuta questa apertura precisa e infinita? Perché si è trovato il modo di appoggiarsi a qualche cosa dicendo che era più importante: i religiosi a Dio, i filosofi all'Idea universale, i politici allo Stato o alla Rivoluzione; trascurando gli esseri, anzi distruggendone alcuni senza rimorso."

(OMNICRAZIA nel IL Potere di Tutti pag.60)

" Si tratta di portare l'accento dal Tutto ai tutti. Tra i due mondi c'è una differenza, e non è possibile non vederla, perché è la morte che la stabilisce. Prima di guardare la morte posso sentirmi unito vitalmente col Tutto; dopo il tu rivolto ad uno che può morire e muore, debbo riconoscere che spostarmi verso i tutti (e la compresenza) è drammatico, perché passa per la morte."

(LA COMPRESENZA DEI MORTI E DEI VIVENTI pag.42)

Capitini comprende prestissimo che la scelta religiosa, l'apertura a tutti ha un senso soltanto se diventa un comportamento quotidiano, una situazione costante in tutti i momenti della vita, della giornata.

Non ha senso riservare alla religione il tempo dei riti e delle preghiere, e non vivere religiosamente il tempo del lavoro e degli incontri quotidiani: anzi, come spesso accade, può diventare una giustificazione fuorviante, una caduta d'impegno, specialmente se tranquillizzata dal sicuro perdono di un Dio misericordioso e dei suoi ministri, non sempre disinteressati ai nostri inevitabili peccati.

" Importa quello che è meglio fare, quello che si deve fare (il meglio, il bene, il valore). Che si trova pensandoci: la decisione avviene in sede morale, caso per caso...

La morale è l'affermazione razionale della vita, che è l'unica che ci possa essere, perché è l'affermazione di un singolo momento di vita come un bene di tutti, affermazione che dev'essere fatta per essere coerenti in qualsiasi cosa si compia."

(ANTIFASCISMO TRA I GIOVANI pag.23/24)

" Noi diciamo che un solo essere, purché sia intimamente persuaso, sereno e costante, può fare moltissimo, può mutare situazioni consolidate da secoli, può far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio; un solo essere può comunicare una corrente di vita nuova, di metodi nuovi, di tecniche di convivenza e di valori più alti del passato a esseri fin molto lontani, che nemmeno conosce, come un tempo un solo coraggioso ha evangelizzato regioni e nazioni; un solo essere può dare un contributo di atti, di "pratica" ...., infinitamente più valida della pratica che presume di migliorare il mondo soltanto con la "scienza" ."

(EDUCAZIONE APERTA II° pag.300)

"...tutta la gente che va ad adorare, e poi si permette di fare mille sciocchezze, anzi cattiverie; ma non sarebbe meglio che rivedesse, ripulisse, passasse al setaccio continuamente il proprio agire?"

(LETTERA DI RELIGIONE nel Il Potere di Tutti, pag.305)

"...il nostro agire (esce dal tessuto delle abitudini, dalla semplice della vita) si "realizza" veramente quando comprende:

1. la gioia di poter fare qualche cosa;

2. l'impegno ad attuare i valori (bontà, bellezza, giustizia, verità);

3. il senso che ciò che faccio è limitato rispetto all'ideale, perchè è sempre possibile un agire che lo realizzi meglio;

4. il riconoscimento che io sono in un dramma intimo tra l'esistere come individuo e la compresenza di tutti, morti, viventi e nascituri."

(COMPRESENZA DEI MORTI E DEI VIVENTI pag.273)

"...essere tutti presenti all'intima creazione dei valori, e tutti, senza il dolore di un'assenza o di uno che possa far meno, cooperare infinitamente al fare artistico, morale, sociale, alla bontà, alla umiltà, allo slancio sopra il mondo e i suoi limiti...; questo è eterno, questa è gioia."

(LA REALTA' DI TUTTI pag.60)

tratto dal sito

www.aldocapitini.it

 

SIAMO TUTTI TERZIGNESI PRESIDIO A NAPOLI IN PIAZZA S.DOMENICO MAGGIORE SABATO 30 OTTOBRE DALLE 17 ALLE 20

 

SABATO 30 OTTOBRE DALLE ORE 17 ALLE ORE 20 IN CONTEMPORANEA CON LA
MANIFESTAZIONE DI TERZIGNO SI SVOLGERA' UN PRESIDIO A NAPOLI, IN PIAZZA S.
DOMENICO MAGGIORE ,' IN SOLIDARIETA' CON GLI ABITANTI DI TERZIGNO E CON IL FINE
DI PRODURRE UN'ISTANZA AFFINCHE' SI TROVI IN MANIERA DEFINITIVA UNA SOLUZIONE
AL PROBLEMA DEI RIFIUTI RICORDANDO CHE SONO IN GIOCO DIRITTI COSTITUZIONALMENTE
GARANTITI QUALE IL DIRITTO ALLA SALUTE ART.32 COST. CHE VIENE QUOTIDIANAMENTE
VIOLATO NELLA VITA DI OGNI CITTADINO CAMPANO

GIROTONDI PER LA DEMOCRAZIA DI NAPOLI

mercoledì 27 ottobre 2010

radio padania (?) libera (??)

Chi mi legge sa che ogni tanto, volendo farmi male ascolto radio padania (?) libera (??) o vado sui siti leghisti. Embè, ch emale c'è? C'è chi va al bar a parlare di calcio, chi va allo stadio ad assistere a uno sano spettacolo (di lotta libera, interrotto ogni tanto dalle partite), c'è chi guarda Voyager e via dicendo. Grazie a Dio, siamo in democrazia...

...comunque, ogni tanto anche dalle mie parti si prende questa emittente (non sempre, per fortuna). Come clima mi fa venire in mente quello che diceva Albanese (il comico) sul Ministro del Terrore che voleva mandare i militari nelle scuole...materne...
La perla di oggi è che, commentando ciò che ha detto il papa ieri. No, cosa pensate? pensate sempre male! non quando diceva che 'immigrare è un diritto e accogliere è un dovere' ma quando ha detto che ognuno ha diritto a vivere tranquillo entro i suoi confini -quali quelli nazionali, quelli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali, di quartiere, di isolato, di casa, di stanza? quelli della padania -ma non fatemi ridere! No, peggio: quello che ha detto lo speaker (tra un boccone di casseula e l'altro) è che la lotta ai clandestini (per carità!) va condotta in maniera nonviolenta. Dopo la battuta di silvio sugli arbitri di calcio comunisti, questa è la migliore. ah, non sono battute? non è zelig? è tutto vero? oddio! ma dove siamo finiti? Quando finirà questo incubo?

Il pretesto per scrivere questo post me l'ha dato sempre lo stesso tipo che parlava alla radio: stanno facendo uns ondaggio: "i movimenti che si oppongono all'immigrazione clandestina, possono essere definiti -o è giusto, non ricordo bene- xenofobi" (se non ci credete andate su www.padanianet.com). No, cosa dite, 'amici' leghisti: xenofobi è troppo poco, razzisti magari, così è più chiaro il discorso...

Redattore Sociale - DiRE

Le Top News di oggi

Sintesi delle notizie principali del 27 ottobre 2010

Newsletter n. 713 – Aggiornata alle ore 16.20

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"COMUNICARE E' UN'IMPRESA: SOCIALE"
ROMA, 28 OTTOBRE>>

 

CRISI - Una famiglia su quattro intacca i risparmi per vivere

Indagine Ipsos – Acri per la Giornata mondiale del risparmio. Stabile al 36% il numero di famiglie che riesce a risparmiare: nord in crescita, sud in affanno, regioni del centro in caduta libera (-7%) rispetto ad un anno fa. Il 23% non fa debiti ma non risparmia. Le situazioni più gravi fra chi vive in grandi città. Stanno peggio operai e pensionati. Il mattone l’investimento più amato.

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EMARGINAZIONE - Dentro l'Istituto Romano di San Michele, tra degrado e abbandono

Palazzine fatiscenti, infiltrazioni e chili di eternit in frantumi: è quel che resta di una Ipab tra le più grandi d’Italia. In tutto 12 edifici in 120 mila metri quadri: tra le situazioni più gravi la chiesa dedicata all’Arcangelo con tetto in eternit davanti a un asilo, "una bomba a orologeria". La denuncia di Augusto Bisozzi (Uil): "La Polverini nomini un presidente di spessore".

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GIOVANI - Fra: "La discriminazione può scatenare comportamenti violenti"


Indagine dell'Agenzia Ue per i diritti fondamentali su 3 mila ragazzi, musulmani e no, in Francia, Spagna e Regno Unito. Circa un quarto ha subito, in varie forme, atti di violenza e esclusione; musulmani più discriminati in Spagna e in Francia. La maggior parte dei ragazzi è contro la violenza.

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ROM/SINTI - Dopo 20 anni nel campo, la casa popolare. Ma è occupata

Una famiglia rom italiana a Milano ottiene l'alloggio nel rispetto delle graduatorie. Ma nel giorno in cui gli viene consegnata, scopre che è occupata abusivamente da una famiglia calabrese. Mapelli (Casa della Carità): "È una guerra tra poveri".

- Camera del lavoro in piazza per i rom del Triboniano.

Presidio domani alle 17 davanti a Palazzo Marino, insieme a Arci, Gruppo Abele, Associazione Rom e Sinti insieme e altre associazioni. Preoccupazione "per la tensione che sta crescendo nel campo". 65 i firmatari, tra giornalisti, scrittori, artisti, insegnanti e precari, di una lettera aperta a Moratti e De Corato: "Scelta razzista". vai al sito>>

DISABILITA' - Non vedenti, chiude il Centro nazionale tiflotecnico

Addio alla struttura di produzione e distribuzione di materiale tecnico. La denuncia dell’Unione italiana ciechi, Daniele: "La crisi globale non diventi scusa per tagliare fondi ai più deboli". Tecnologia ancora inaccessibile per chi non vede: "Senza barriere solo il 5% dei siti istituzionali". vai al sito>>

VOLONTARIATO - Incuria nei cimiteri, il volontariato si fa avanti

Scarsa pulizia, poca attenzione ai visitatori, orari d'apertura: le lamentele dei cittadini della locride raccolte dal Centro italiano protezione civile Arcipesca Fisa Calabria, che ha scritto ai sindaci. Da qui la proposta di impiegare volontari con rimborso spese. Intanto a tenere lontani topi e serpenti ci pensano i gatti, difesi dalle associazioni contro i sindaci "affama-randagi". vai al sito>>

CARCERE - Lazio, un protocollo per i detenuti minorenni

L’accordo firmato dal Garante e dal direttore del centro per la giustizia minorile. Quattro pilastri: formazione professionale, studio, salute, reinserimento sociale. Marroni: "La responsabilità della giustizia minorile non vada al ministero". A Casal di Marmo cresce il numero degli italiani (da 17,4% del 2007 a 34,1% del 2009); per gli stranieri il reato più comune è il furto.

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I ragazzi del Pratello portano in scena il Don Chisciotte.
E’ il nuovo spettacolo del minorile di Bologna per la regia di Paolo Billi. Tra gli interpreti 10 detenuti di diverse nazionalità (cinesi, magrebini, italiani) e il capo della polizia penitenziaria. vai al sito>>

MINORI - Per i genitori difficile gestire il rapporto coi media

Solo il 18% ("esperto" delle nuove tecnologie) è capace di porre regole chiare ai figli, sempre più precoci: il 40% inizia a navigare su internet prima dei 10 anni. "Ansioso" il 35% impreparato di fronte alla continua evoluzione tecnologica. L'indagine "People – Terres des hommes" presentata oggi a Milano in occasione del "Child guardian award".

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MAFIE – Anci vicina ai sindaci che hanno subìto intimidazioni

E da Lamezia dove è riunito il consiglio nazionale i sindaci chiedono "maggiore autonomia per il governo dei territori". Tra le tante proposte avanzate al governo centrale anche quello di istituire un premio per il miglior progetto sulla legalità dedicato al sindaco di Pollica, Angelo Vassallo. vai al sito>>

IMMIGRAZIONE - Sanatoria-truffa, arresti a Roma

Fino a 7.000 euro per ottenere permessi di soggiorno: almeno 4 milioni il volume d'affari e circa mille le domande presentate. Sgominata dai carabinieri un'organizzazione che sfruttava la sanatoria delle badanti, denunciati italiani e stranieri. vai al sito>>

ECONOMIA - Finanza etica, nasce un polo di ricerca internazionale

Nuova sfida di Banca Etica: inaugurata il 30 ottobre "La Costigliola", punto di incontro, lavoro e studio sull’economia solidale, nel cuore dei Colli Euganei. Barbieri: "Realizziamo il sogno di una piazza reale per costruire percorsi nuovi".

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VOLONTARIATO - "Zie" e "nonne" adottive per aiutare le mamme sole

Creare una rete di solidarietà tra donne per facilitare i tempi di lavoro, casa e cure materne: è l’obiettivo del progetto "Integra". Monica Ceccarelli (Xenia): "Ad avere bisogno sono soprattutto le donne straniere a cui manca la rete parentale o amicale". vai al sito>>

IMMIGRAZIONE - Chi non parla italiano "non è una tabula rasa"

Si apre domani a Padova il convegno nazionale dei centri interculturali, dedicato al mondo della scuola. Favaro (Come): "Preoccupati per i tagli alla scuola e soprattutto alle compresenze, usate dalle insegnanti per insegnare l’italiano agli alunni stranieri".

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COOPERAZIONE - Cairo, a scuola bimbi disabili e donne

Circa tremila bambini in età prescolare, di cui 500 disabili, e 600 donne delle comunità più povere beneficeranno dei corsi di educazione e formazione del progetto "It’s my right! It’s my life", promosso dal Cospe in collaborazione con Edison.

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martedì 26 ottobre 2010

DOSSIER IMMIGRAZIONE CARITAS

Dossier Statistico Immigrazione Caritas-Migrantes 2010

XX Rapporto

"Dossier 1991-2010: per una cultura dell'altro"

Caritas Italiana - Fondazione Migrantes

Caritas diocesana di Roma

Scheda di sintesi (pdf) - Introduzione (pdf)

Il Dossier è stato presentato martedì 26 ottobre 2010 in tutte le regioni.

Vedi luoghi e orari delle presentazioni

Presentazione nazionale - Comunicato stampa (pdf)

Roma, martedì 26 ottobre 2010, ore 10.30

Teatro Orione – Via Tortona, 7 – Piazza Re di Roma

Scarica la foto (jpg 1,34 Mb)

:: Saluto del Comitato di Presidenza Caritas-Migrantes (pdf) - Mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma

:: Proiezione del video sul Dossier 2010 (testo - pdf) realizzato da Rai News 24

:: Presentazione del rapporto (pdf) - Franco Pittau, coordinatore del Dossier Statistico Immigrazione Caritas-Migrantes

:: Il punto di vista degli immigrati (pdf) - Radwan Khawatmi, imprenditore

:: Il punto di vista del mondo ecclesiale (pdf) - S.E. Mons. Guerino Di Tora, segretario della Conferenza episcopale del Lazio

Il primo Rapporto sull'Immigrazione Caritas-Migrantes, di cui quest'anno si ripropone la copertina, venne pubblicato nel 1991, e l'edizione 2010, vent'anni dopo, rappresenta una ricorrenza speciale riassumibile con il motto: "Dossier 1991-2010: per una cultura dell'altro".

I 50 capitoli, articolati a diversi livelli (internazionale, nazionale e regionale), con il supporto della più ampia documentazione statistica e delle indagini sul campo, affrontano gli aspetti più rilevanti deI fenomeno migratorio, da quelli socio-economici a quelli culturali e giuridici. La struttura del volume è quella da tempo consolidata.

Introduzione e scheda riepilogativi

II contesto internazionale ed europeo

Flussi migratori e stranieri soggiornanti

Il mondo del lavoro

I contesti regionali

I rifugiati e il sistema di accoglienza

Secondo il Comitato di Presidenza Caritas-Migrantes (mons. Vittoria Nozza per Caritas Italiana, mons. Giancarlo Perego per la Fondazione Migrantes e mons. Enrico Feroci per la Caritas diocesana di Roma), pregiudizi e chiusura sono di ostacolo alla convivenza ed è tempo di rendersi conto che integrazione e pari opportunità vanno di pari passo, in un intreccio di doveri ma anche di diritti.

L'auspicio è che vengano superate idee preconcette e si spiani la via ai nuovi cittadini con i quali l'Italia deve imparare a camminare verso il futuro: un orientamento, questo, suggerito sia dall'analisi sociale, sia da una cultura autenticamente evangelica.

nota mia: anche quest'anno è uscito il Dossier Caritas sull'immigrazione. Solo due dati estrapolo: i migranti sono 5.000.000; da soli producono ricchezza per 11.000.000.000 di euro. Premesso che detesto dare una lettura economicistica del fenomeno, e chi mi legge lo sa, trovo che solo queste due cifre dovrbbero farci riflettere. Le conclusioni che se ne possono trarre sono praticamente infinite. Ne daremo alcune:

1. come al solito fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce: quanti sono i migranti che delinquono? Quanti sono quelli che pagano le tasse, non evadono un centesimo, e via dicendo? E quanti sono i nativi che NON pagano le tasse e che evadono tutto ciò che possono? Tanto per fare un esempio, un po' di tempo fa era venuto alla ribalta il comune di Arzignago (guarda caso, non lontano da Adro: quello retto da una giunta monocolore leghista che aveva letteralmente farcito la scuola di simboli leghisti -ben 700: quanto sono costati? quanto è costato rimuoverli, ammesso che siano stati rimossi?). Nel territori comunale di Arzignago ci sono circa 600 aziende: praticamente nessuna aveva mai versato un euro di tasse (ancora oggi mi chiedo come sia possibile: se non pago il bollo auto se ne accorgono subito, se un centinaia di aziende non versano una lira, nessuno se ne accorge. Come mai?). e un imprenditore rispondeva all'allibito giornalista di Rainews24 'perchè dovrei essere pentito? mica ho ammazzato nessuno!'...roba da chiodi! E io che sono uno di quelli che se ho un debito di 50 euro non dormo la notte...va be, andiamo avanti!

2. l'uomo non è mai stato un animale stanziale: ha sempre vagato per il pianeta, fin dalla più remota preistoria: dalle vallate del Corno d'Africa si è sparso per il pianeta (per i sostenitori della teoria pluricentrica, anche da altri punti, ma la sostanza non cambia). Certo un tempo occorrevano anni per fare quello che oggi impieghiamo poche ore. Ma anche i primi abitanti della Liguria (della padania, non so) erano di 'razza' negroide (vedi scavi dei Balzi Rossi, ai confini con la Francia. A proposito lo sanno i leghisti che scienziati come i Cavalli Sforza -che non è un gruppo musicale, ma due genetisti italiani di fama mondiale- sostengono che le razze non esistono? Secondo me ci sono solo due razze: le persone e i razzisti (con questi ultimi sarei razzista, ma avrei il timore di cadere in un paradosso...).

3. dicevo: abbiamo 5.000.000 di nuovi abitanti. Bene! Anche il papa ha detto che immigrare è un diritto ma accogliere è un dovere. Per una volta siamo d'accordo! E, a parte l'altra italia, quella che da sempre lavora con i migranti, per una società aperta, i politici che fanno? la sinistra ce l'ha un'idea su cosa e come fare pe proporre un'alternativa allo stato di cose presenti? O dobbiamo aspettare il prossimo Dossier?

lunedì 25 ottobre 2010

IL CASO

La vita di un operaio albanese vale meno di quella di un italiano"

Torino, sentenza shock: morì sul lavoro, risarcimento ridotto. Ai familiari una somma dieci volte inferiore. All'uomo deceduto addebitato anche il 20% di concorso di colpa nella propria morte

di ALBERTO CUSTODERO

ROMA - L'operaio morto è albanese. Ma la sua vita vale meno di quella di un italiano. Ai suoi familiari, che vivono in Albania, "area ad economia depressa", va un risarcimento di dieci volte inferiore rispetto a quello che toccherebbe ai congiunti di un lavoratore in Italia. Altrimenti madre e padre albanesi otterrebbero "un ingiustificato arricchimento". Questa gabbia salariale della morte, ispirata al criterio del risarcimento a seconda del Paese di provenienza del deceduto sul lavoro, è contenuto in un sentenza shock del Tribunale di Torino. Il giudice civile, Ombretta Salvetti, richiamandosi ad una sentenza della Cassazione di dieci anni fa, ha dunque deciso di "equilibrare il risarcimento al reale valore del denaro nell'economia del Paese ove risiedono i danneggiati". Dopo aver addebitato all'operaio deceduto il 20% di concorso di colpa nella propria morte, la dottoressa Salvetti ha riconosciuto a ciascun genitore residente in Albania la somma risarcitoria di soli 32mila euro. Se l'operaio fosse stato italiano, sarebbero state applicate le nuove tabelle in uso presso il Tribunale di Torino dal giugno 2009 in base alle quali a ogni congiunto dell'operaio morto sarebbero stati riconosciute somme fino a dieci volte superiori (fra 150 e 300 mila euro).

Questa sentenza destinata a fare discutere in un mondo del lavoro nel quale la presenza di lavoratori stranieri è sempre più alta, è stata criticata da uno dei massimi esperti di diritto civile, l'avvocato Sandra Gracis. "In base a questo criterio del Tribunale torinese - spiega il legale - converrebbe agli imprenditori assumere lavoratori provenienti da Paesi poveri, perché, laddove muoiano nel cantiere, costa di meno risarcire i loro congiunti". "Ma ribaltando la situazione - aggiunge l'avvocato Gracis - che cosa sarebbe successo se il dipendente morto fosse stato del Principato di Monaco, oppure degli Emirati? Il risarcimento ai genitori sarebbe stato doppio o triplo rispetto a quello per un italiano?".

Secondo Sandra Gracis, "il giudice torinese s'è rifatto al una sentenza della Cassazione del 2000 peraltro non risolutiva, ignorando che la Suprema Corte, appena un anno fa, ha affermato che la "tutela dei diritti dei lavoratori va assicurata senza alcuna disparità di trattamento a tutte le persone indipendentemente dalla cittadinanza, italiana, comunitaria o extracomunitaria". Già nel 2006 la Cassazione aveva stabilito che "dal punto di vista del danno parentale, non conta che il figlio sia morto a Messina o a Milano, a Roma in periferia o ai Parioli. Conta la morte in sé, ed una valutazione equa del danno morale che non discrimina la persona e le vittime né per lo stato sociale, né per il luogo occasionale della morte".

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/25/news/operaio_albanese-8403554/

nota mia: sarà anche vero che le sentenze non si commentano, ma questa mi sembra non solo vergognosa ma anche socialmente pericolosa

sabato 23 ottobre 2010

Come rifiutare il libro di Berlusconi "Due anni di Governo"
pubblicata da Revolution il giorno venerdì 22 ottobre 2010 alle ore 9.53


Si può rifiutare l'invio del libro di Silvio "Due anni di governo"

La procedura è la seguente:


Collegatevi al sito: http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp



Compilate il modulo con i vostri dati

-ESEMPIO-

Nome: Mario

Cognome: Rossi

Indirizzo Email: mario@rossi.it

Città: Roma

Oggetto: Non voglio il libro "Due anni di governo"

Testo: Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", mi preme comunicarVi che non desidero assolutamente riceverlo, essendo un mio diritto in base al Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, Codice in materia di protezione dei dati personali, nella fattispecie articolo 7 comma 4b, e che la spesa relativa che si risparmierà venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica istruzione e/o del Ministero della Sanità. Ringraziando per l'attenzione porgo distinti saluti. (firma)

Premere su Invia (Viene chiesto di confermare l'invio)

www.nuovopartitodazione.it

E' uscito il volume curato da Salvatore Palidda, Professore di

Sociologia delle Migrazioni della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Genova,

Il «discorso» ambiguo

sulle migrazioni

Mesogea, 2010

Per avere il volume con lo sconto del 40% e senza costi di spedizione, scrivere direttamente all'editore: ufficiostampa@mesogea.it

In circa centocinquant’anni, mai come oggi le migrazioni di massa sono state oggetto di tanti studi e pubblicazioni.
Ma a cosa mirano? Rifacendosi agli insegnamenti di Michel Foucault, questo libro propone un’analisi del «discorso» della cosiddetta «scienza delle migrazioni» per scoprirne aporie, ambiguità, finalità.
Risultato di alcuni progetti di ricerca internazionali, i testi qui riuniti offrono un inedito insieme di conoscenze assai utili a operatori sociali, ricercatori, mediatori culturali e linguistici, insegnanti, studenti e a quanti sono interessati al campo tanto mediatizzato quanto bistrattato, tanto esaltato quanto falsato, delle migrazioni.

INDICE

Salvatore Palidda, Introduzione p. 5

Alessandro Dal Lago, Note sul Razzismo Culturale in Italia p. 11

Manuel Delgado Ruiz, Gli Studi sulle Migrazioni in Spagna.

Un Bilancio e Alcune Riflessioni p. 21

Walter Baroni, Sul Discorso Interculturale p. 39

Fabienne Brion, Usare il Genere per Creare la Differenza?

La Dottrina della Difesa Culturale e dei Reati Culturali p. 67

Silvia Finzi, Dal Simile allo Stesso: Fatti e Commenti

sugli Sbarchi d’Italiani in Tunisia all’Inizio del XX Secolo p. 87

Ahlame Rahmi, Il Sospetto Migratorio. Organizzazione Sociale

e Trattamento Politico del Lavoro Stagionale

delle Operaie Marocchine in Spagna p. 99

Francesca Scrinzi, Migrazioni, Servizio Domestico e Rapporti di Genere.

Il Ruolo degli Uomini nella Divisione Internazionale

del Lavoro di Cura p. 115

Jean Louis Edogué Ntang e Michel Peraldi, Un Ancoraggio Discreto

l’Insediamento delle Migrazioni Subsahariane

nella Capitale Marocchina p. 131

Gilles Suzanne, Musiche d’Algeria, Mondi dell’Arte e Cosmopolitismo p. 159

Salvatore Palidda, A Proposito del Business sulla Pelle degli Immigrati p. 183

GLI AUTORI

Walter Baroni è assegnista-ricercatore all’Università di Milano-Bicocca e collabora con il Dipartimento di Scienze Antropologiche di Genova

Fabienne Brion è professoressa all’Université Catholique de Louvain (Belgio) e direttrice del Centre de Recherches Interdisciplinaires sur la Déviance et la Pénalité, è autrice di numerose opere..

Alessandro Dal Lago è professore di sociologia della cultura. Già preside e prorettore dell’Università di Genova, ha diretto numerosi progetti di ricerca europei ed è autore di numerose opere.

Manuel Delgado Ruiz è professore d’antropologia all’Università di Barcellona ha diretto numerosi progetti di ricerca ed è autore di numerose opere.

Jean Louis Edogue Ntang è borsista presso il Centre Jacques Berque di Rabat e ora presso le università francesi.

Silvia Finzi è professoressa all’Université de la Manouba, di Tunisi ed è autrice di numerose opere.

Salvatore Palidda è professore di sociologia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Genova, ha diretto numerosi progetti di ricerca europei ed è autore di numerose opere.

Michel Peraldi, è direttore di ricerca CNRS, è stato per due mandati direttore del Centre Jacques Berque di Rabat sino a fine agosto 2010 e ora è al CADIS dell’EHESS di Parigi, ha diretto numerosi progetti di ricerca europei ed è autore di numerose opere.

Alham Rahmi è demografa del Conseil de la Communauté Marocaine à l’Etranger (a Rabat).

Francesca Scrinzi è ricercatrice in Socio-Antropologia e Scienze Sociali applicate

dell’Università di Glasgow.

Gilles Suzanne è sociologo, docente di estetica e scienze delle arti presso il Lesa (Laboratoire d’Études en Sciences des Arts), Università di Provenza, Aix-Marseille.


Il discorso ambiguo sulle migrazioni: è possibile acquistare il volume a 10 euro/copia se richiesto da associazioni o sindacati o circoli e centri sociali richiedendone più copie direttamente all'editore in contrassegno