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venerdì 26 aprile 2013

CONTRO IL FASCISMO CHE TORNA. IL NOSTRO 25 APRILE

Con un giorno di ritardo (dipendente dalla connettività della mia chiavetta), pubblico il seguente articolo sul 25 aprile.

 

CONTRO IL FASCISMO CHE TORNA. IL NOSTRO 25 APRILE
 
Il nostro 25 aprile non e' il loro.
Non e' quello degli ipocriti complici della guerra e del razzismo.
Non e' quello dei prominenti del regime della corruzione, dell'eversione dall'alto, del populismo sciovinista.
Non e' quello delle menzognere liturgie, delle routine arrugginite, dei discorsi recitati con parole insincere e stantie, del frettoloso fingere una passione spenta.
Non e' quello delle parate chiassose, delle visite cieche ai monumenti corrosi, delle voraci scampagnate.
Non e' quello della societa' dello spettacolo, della barbarie consumista, della retorica degli imbonitori.
No, il nostro 25 aprile non e' il loro.
*
Il nostro 25 aprile e' la fedelta' alla Resistenza.
Il nostro 25 aprile e' la fedelta' alla Liberazione.
Il nostro 25 aprile e' la fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana.
Il nostro 25 aprile e' la fedelta' alla Dichiarazione universale dei diritti umani.
Fedelta' alla Resistenza, che fu luminosa e dolorosa la lotta delle persone migliori, e la sollevazione dei popoli oppressi per far cessare tutti i fascismi, per far cessare tutte le guerre, per restituire l'umanita' all'umanita' intera. La Resistenza che ancora ci chiama alla lotta solidale ovunque una persona e' umiliata e offesa.
Fedelta' alla Liberazione, che fu la sconfitta della barbarie, la cessazione della dittatura e delle stragi, la fine del regno della violenza; la Liberazione che fu il ritorno della dignita' umana, la riconquista della convivenza, della solidarieta', della civilta'. La Liberazione che ancora ci chiama alla lotta finche' l'intera umanita' sia libera, finche' ad ogni persona siano egualmente riconosciuti tutti i diritti nel rispetto della diversita' di ciascuno; per una societa' di liberi ed eguali - ed eguali in quanto tutti irriducibilmente diversi - in cui ad ogni essere umano sia dato a seconda dei suoi bisogni e da ogni essere umano sia dato a seconda delle sue capacita'; per quella che con antiche parole ancora chiamiamo l'internazionale futura umanita' - futura, e gia' compresente ogni volta che tu fai l'azione buona, l'azione responsabile, l'azione giusta.
Fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana ed alla Dichiarazione universale dei diritti umani, i patti in cui si e' giurato il senso e il fine della Resistenza e della Liberazione. La Costituzione della Repubblica Italiana e la Dichiarazione universale dei diritti umani che ancora ci chiamano alla lotta finche' quegli impegni solennemente sanciti siano inverati ovunque.
Questo e' il nostro 25 aprile.
*
Ci convoca il nostro 25 aprile.
Ci convoca a denunciare e contrastare il tradimento di quella liberazione: il tradimento attuato dalle classi dominanti che hanno operato per ripristinare il regime della violenza, della menzogna, dell'ingiustizia, della sopraffazione, della distruzione.
Ci convoca al dovere di continuare la lotta contro il fascismo che torna: e quindi ci convoca alla lotta contro la guerra, gli eserciti e le armi; ci convoca alla lotta contro il razzismo ed ogni pregiudizio e persecuzione; ci convoca alla lotta contro i poteri criminali, i poteri occulti, il regime dello sfruttamento e della corruzione; ci convoca alla lotta contro il sistema di potere maschilista e patriarcale che non solo criminalmente nega piena dignita' a meta' dell'umanita', ma precipita anche l'altra meta' in una condizione disumanata; ci convoca alla lotta in difesa della biosfera che e' la casa comune dell'umanita' intera, ed altresi' il sistema vivente complesso ed olistico a un tempo di cui anche l'umanita' e' parte.
Ci convoca il nostro 25 aprile.
Convoca ogni persona di retto sentire e di volonta' buona ad uscire dalla rassegnazione, ad uscire dalla subalternita', ad uscire dalla contemplazione atterrita dell'orrore; a contrastare ogni ignavia e rompere ogni complicita'; ad assumere personalmente la responsabilita' della lotta per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e in difesa del mondo vivente.
Convoca all'agire comune per il bene comune: convoca alla democrazia progressiva, alla responsabilita' e alla condivisione, alla socializzazione delle risorse fondamentali e dei fondamentali mezzi di produzione, all'accudimento in comune dei beni comuni, al dovere di ognuno che fonda i diritti di tutti.
Ci convoca, infine e soprattutto, all'unica scelta intellettuale, morale e politica concretamente adeguata e coerente con la Resistenza, con la Liberazione, con la Costituzione repubblicana e con la Dichiarazione universale dei diritti umani unite in un sinolo: questa scelta e' la nonviolenza.
Nella scelta, nella lotta nonviolenta oggi rivive la Resistenza; nella scelta, nella lotta nonviolenta e' la fedelta' alla Liberazione; nella scelta, nella lotta nonviolenta e' l'inveramento del patto giurato nella Costituzione repubblicana e nella Dichiarazione universale dei diritti umani.
E questo e' il nostro 25 aprile.
 
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
 
Viterbo, 24 aprile 2013
 
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it e centropacevt@gmail.com , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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Nonviolenti mailing list
Nonviolenti@lists.nonviolenti.org
http://lists.nonviolenti.org/cgi-bin/mailman/listinfo/nonviolenti


mercoledì 24 aprile 2013

UNO DEL PDL ALLA GIUSTIZIA?

Corre voce che, nel prossimo governo, il Ministero della Giustizia venga affidato a uno del PDL. Neanche Orwell era arrivato a tanto ardire: sarebbe come affidare al sottoscritto il Ministero della difesa...

martedì 23 aprile 2013

ELEZIONI AMMINISTRATIVE. MINIMA ERMENEUTICA



Si avvicinano le elezioni amministrative e fioriscono le liste dai nomi e dai simboli piu' fantasiosi.

Ci sono tre segnali semplici e certi per riconoscere la propaganda della destra neofascista anche - e soprattutto - quando si camuffa:

1. l'affermazione che "non esistono piu' destra e sinistra";

2. il giovanilismo;

3. l'adorazione della tecnologia.

E invece destra e sinistra esistono eccome, e la destra e' quella che lotta per perpetuare la violenza dei dominatori, e la sinistra e' quella che lotta per l'uguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.
Quanto al giovanilismo (e ai suoi portati: l'irresponsabilita' e la smemoraggine, la condotta ignara e puerile, l'incoscienza del limite e il disprezzo del fragile) chi ha la mia eta' sa da quale radice proviene questa ideologia, questa retorica: "Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza" recitava l'"inno trionfale" mussoliniano.
Quanto alla tecnologia, chi pensa che ad essa possa essere delegata la responsabilita' morale, ebbene ha gia' abdicato alla sua di responsabilita' morale, ovvero alla sua medesima dignita' di essere senziente, pensante, agente.
Che oggi trionfi in Italia la destra piu' barbara e totalitaria e' la prova di quanto a fondo abbia scavato la tabe berlusconiana, che ha distrutto non solo la coscienza politica ma finanche la capacita' di analisi logica e di giudizio morale nella gran parte dei cittadini.
*
Certo, vi sono anche gli errori e gli orrori dei gruppi dirigenti della sinistra: e il primo e cruciale e' stato quello di non capire cio' che dopo i lager ed i gulag, dopo Auschwitz ed Hiroshima, era ormai evidente e ineludibile: ovvero che la lotta di liberazione delle persone e delle classi oppresse, la lotta per la giustizia sociale ovvero per la messa in comune e il comune accudimento dei beni che a tutti pertengono, la lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della biosfera, richiede la scelta esplicita e definitiva della nonviolenza. Della nonviolenza, che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le menzogne e le violenze. E la sinistra o sara' nonviolenta o non sara'.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 23 aprile 2013

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it e centropacevt@gmail.com , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nonviolenti mailing list
Nonviolenti@lists.nonviolenti.org
http://lists.nonviolenti.org/cgi-bin/mailman/listinfo/nonviolenti

giovedì 11 aprile 2013

Studiare la storia oggi: le fonti sul web


di Federico Nanni

Come professori e studenti possono studiare la storia su internet nel XXI secolo. Le fonti sono affidabili? Chi aggiorna le informazioni? In che modo sono archiviati i dati sul web? Strumenti e metodi adeguati devono essere in mano a chi, comunque, conosca veramente "il mestiere dello storico".

È una domanda precisa e che non concede vie di fuga quella che apre il libro “Apologia della Storia” di Marc Bloch: “A cosa serve la storia?”.
Partendo da questa l’autore opera un'analisi molto approfondita del rapporto tra lo studio metodologico del passato e la propria contemporaneità, ponendo l’attenzione principalmente su quale sia concretamente “il mestiere dello storico”.
Attraverso queste riflessioni emerge, pagina dopo pagina, l’immagine di uno studioso-artigiano, impegnato in una eterna sfida contro il tempo per poter ottenere un racconto il più vero possibile, che sia capace di scandagliare e chiarire le ragioni, le cause, le conseguenze degli eventi trattati.
Il risultato di questo lavoro non sarà ovviamente una trasposizione esatta dell'accaduto, quanto piuttosto una ridefinizione parziale dei suoi aspetti significativi.
Più che gli eventi, quindi, tale studioso ricostruisce il rapporto tra questi e le tracce che ci hanno lasciato, le fonti per l'appunto, e di conseguenza è per questo che senza fonti lo storico stesso viene a mancare.
Tali tematiche, esposte più di 60 anni fa, sono oggigiorno fondamentali nell'educazione dei giovani studenti di storia.
Questi si ritrovano infatti quotidianamente a contatto con – e allo stesso tempo ne sono produttori più o meno consapevoli – un'infinità di fonti digitali, di difficoltosa gestione sia per l'immenso numero sia per la loro “volatilità”.
Di fronte alla prima di queste due problematiche gli esperti di digital history evidenziano come sia importante tenere da subito a mente che i materiali nativi digitali non sono, nella maggior parte dei casi, “documenti 'nobili', architettati con rigore filologico”(1).
Quello che manca, infatti, sono anzitutto i riferimenti alle fonti originali: come ricorda lo studioso belga Serge Noiret, l'esempio classico è quello delle fotografie, le quali sono quasi sempre prive di metadati descrittivi associati e vengono utilizzate sul web senza alcun rispetto per le basilari regole del Creative Commons (condividi/modifica, ma cita la fonte).
Altra questione basilare è l'affidabilità dei documenti digitali stessi, e il riferimento principale è ovviamente a Wikipedia: chi ha scritto una determinata voce? Chi controlla che i riferimenti alle fonti siano corretti? Chi tiene aggiornate le informazioni?

La seconda problematica coinvolge invece in primo luogo l'archivistica informatica.

Sviluppare standard per la preservazione dei documenti digitali e strumenti per permetterne l'individuazione e l'accesso continuato nel corso del tempo è di notevole importanza.
Alcuni esempi concreti, a largo respiro, di questo tipo di approccio sono noti da anni, tra i più citati compare ovviamente l'Internet Archive.
Per sensibilizzare gli studenti e avvicinarli a una delle tematiche più complesse affrontate dagli storici di questi decenni ritengo sia quindi importante iniziare a mostrare concretamente, attraverso percorsi didattici mirati, come questi due tipi di difficoltà possono essere efficacemente gestiti.
Prendendo un caso di studio specifico, che sia un blog, un flusso di tweet legati a un determinato evento o il sito di un quotidiano online, gli insegnanti dovranno così sottolineare come una solida preparazione interdisciplinare viene incontro a tali esigenze.
Riprendendo proprio la metodologia descritta da Bloch, questa non risulterà datata, anzi il legame tra la fondamentale opera di individuazione, interpretazione, contestualizzazione, critica e selezione delle fonti e la necessità di preservare i contenuti del Web si rivelerà essere sempre più inscindibile.
Ponendo l'attenzione su due esempi specifici tutto ciò risulterà evidente.
In un primo caso abbiamo l'enorme e importantissima raccolta di testimonianze digitali relative all'11 settembre 2001, realizzata tra gli altri proprio dall'Internet Archive(2), che si è dimostrata essere uno dei primi veri e propri esempi di preservazione, in chiave storica, del Web.

In secondo luogo invece, la crescita e diffusione del social network Storify, aperto al pubblico nell'aprile 2011, evidenzia come la necessità di preservare testimonianze digitali sia un sentimento nutrito anche dagli utenti “comuni”.
Questa piattaforma è infatti espressamente dedicata a operare una selezione mirata di interventi, provenienti da altri social network (primariamente Twitter), per raccontare eventi in maniera più efficace e permettere di conseguenza una loro migliore consultazione futura. Raggiunta la notorietà per l'utilizzo durante i “London Riots” dell'estate 2011 e le manifestazioni legate a “Occupy Wall Street” dell'autunno seguente, Storify è divenuto in pochi anni uno strumento, alla portata di tutti, per la preservazione di testimonianze digitali.

Grazie a tecnologie di questo tipo, e tenendo a mente i metodi dell'analisi storica, sarà possibile per un professore evidenziare ai propri studenti la complessità, ma anche l'importanza, di un lavoro di ricerca e selezione sul patrimonio digitale presente in rete.
Ritengo infatti che sia giusto quanto sosteneva Donald Waters, parafrasando “Mending Wall” di Robert Frost: migliori strumenti di preservazione faranno migliori studenti.
Tuttavia è opportuno tenere a mente anche la validità del reciproco: sarà soltanto grazie a studenti che conoscono il mestiere dello storico, i metodi dell’archivista e gli strumenti dell’informatico che potremo in futuro avere progetti di preservazione, accesso e analisi di quell'immenso patrimonio documentario che è il World Wide Web.


(1) Pasetti, M., “La storia nella rete. Conversazione con Serge Noiret”, in “Storicamente”, 2, 2006. http://www.storicamente.org/02_tecnostoria/strumenti/02noiret.htm

(2) Interessante il saggio di Roncaglia, “Internet e l'11 settembre”: http://www.merzweb.com/testi/saggi/11settembre.htm

Bibliografia:

• Bloch, M., “Apologia della storia o mestiere dello storico”, Einaudi, Torino, 1950.

• Mandic, S., Internet Archive e nuove tipologie di fonti storiche, in “Diacronie: Studi di Storia Contemporanea”, no. 8, 2011. http://www.studistorici.com/wp- content/uploads/2011/10/07_MANDIC_numero_8.pdf

• Noiret, S., “Storia digitale: quali sono le risorse di rete usate dagli storici?”, 2011. http://www.academia.edu/1096776/Storia_Digitale_quali_sono_le_risorse_di_rete_usate_dagli_storici_

• Pasetti, M., “La storia nella rete. Conversazione con Serge Noiret”, in “Storicamente», 2, 2006. http://www.storicamente.org/02_tecnostoria/strumenti/02noiret.htm

• Waters, D., “Good Archives Make Good Scholars: Reflections on Recent Steps Toward the Archiving of Digital Information”, in “The State of Digital Preservation: An International Perspective”, pp. 78-95, 2002. http://www.clir.org/pubs/abstract/pub107abst.html


http://www.educationduepuntozero.it/didattica-e-apprendimento/studiare-storia-oggi-fonti-web-4067407677.shtml

sabato 6 aprile 2013

RESISTENZE: COMUNICATO STAMPA DEL CENTRO CULTURALE VALDESE

Comunicato Stampa


RESISTENZE

Il 20 aprile e il 25 aprile, giorni di apertura del museo valdese dalle 15 alle 18, in occasione della Festa di Liberazione Nazionale, la Fondazione Centro Culturale Valdese si inserisce, con due pomeriggi di iniziative, nel programma di commemorazioni della ricorrenza organizzate dal “Comitato val Pellice per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione Repubblicana”.

Sabato 20 aprile 2013 - Sabato al museo

Centro culturale valdese - via Beckwith 3 – Torre Pellice

h. 15,00 Apertura della mostra “Il tempo della Resistenza alle Valli attraverso le narrazioni di alcuni protagonisti”, curata dalla Fondazione Centro culturale valdese con la collaborazione della Biblioteca della Resistenza del Comune di Torre Pellice e della famiglia Serafino.

A seguire, “Resistenza nella storia valdese”, un percorso a ritroso nella storia valdese, con letture e analisi delle varie forme di resistenza. Ingresso al museo ridotto a 3,50 euro.

h. 17,00 Proiezione del film documentario “Una valle in guerra. Foto di gruppo in Val Chisone”, curato dall’Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, Torino 2009.

Giovedì 25 aprile 2013

Centro culturale valdese - via Beckwith 3 – Torre Pellice

h. 15,00 Apertura della mostra “Il tempo della Resistenza alle Valli attraverso le narrazioni di alcuni protagonisti”, curata dalla Fondazione Centro culturale valdese con la collaborazione della Biblioteca della Resistenza del Comune di Torre Pellice e della famiglia Serafino.

h. 15,30 Proiezione del film documentario “Una valle in guerra. Foto di gruppo in Val Chisone”, curato dall’Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, Torino 2009.

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Saranno disponibili ad offerta libera copie dell’opuscolo Resistere nelle valli valdesi di Bruna Peyrot, Società di Studi Valdesi, Torre Pellice 1995.

La mostra sarà visitabile fino al 20 maggio con i seguenti orari:
martedì-giovedì 9-13 14-18; venerdì 9-13; sabato e domenica 15-18

Le letture del 20 aprile relative alla Resistenza verranno ripetute durante l’intitolazione della Sezione Pinerolese di “Italia Nostra” a Ettore Serafino, il 23 aprile alle ore 21 a Pinerolo presso il Salone delle Feste del Circolo Sociale 1806, via Duomo 1.

giovedì 4 aprile 2013

IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA: IL REFERENDUM DI BOLOGNA


Bologna riguarda l'Italia
inviamo l'appello che il Comitato referendario Art.33 da oggi diffonderà in tutto il Paese (in allegato)
Le sottoscrizioni sono già possibili al seguente indirizzo:
Segue l'elenco dei primi firmatari.


Bologna - 26 Maggio 2013
Referendum comunale sui finanziamenti pubblici alle scuole private

BOLOGNA RIGUARDA L'ITALIA


A chi è disposto a battersi per la scuola pubblica.

A chi ritiene che le politiche di tagli alla scuola pubblica e finanziamento a quella privata tradiscano l'articolo 33 della Costituzione nel suo spirito autentico, là dove stabilisce che: “La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.

A chi ritiene che solo una scuola aperta a tutti, laica, gratuita, inclusiva, moderna e di qualità possa impegnarsi a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (Art. 3).

A chi pensa che fra i banchi della scuola pubblica si gettino le basi per una cittadinanza consapevole e per il futuro del nostro paese.

Il 26 maggio a Bologna si terrà un referendum consultivo sul finanziamento comunale alle scuole paritarie private, grazie alla raccolta di tredicimila firme di cittadini e cittadine che hanno chiesto di potersi esprimere su questo tema.

La cittadinanza dovrà dare un voto di indirizzo per l'amministrazione su cosa sia meglio per garantire il diritto all'istruzione dei bambini e delle bambine: continuare a erogare un milione di euro annui alle scuole paritarie private, come avviene ora, oppure utilizzare quelle risorse per le scuole comunali e statali.

La portata di questo referendum va ben oltre i confini comunali. E' l'occasione perdare un segnale forte contro i continui tagli alla scuola pubblica e l'aumento dei fondi alle scuole paritarie private.

In Italia c'è urgente bisogno di rifinanziare e riqualificare la scuola pubblica, quella che non fa distinzioni di censo, di religione, di provenienza. Quella dove le giovani cittadine e i giovani cittadini italiani ed europei imparano la convivenza nella diversità.

Da Bologna può ripartire un movimento di cittadini che impegni le amministrazioni locali e il prossimo governo a restituire alla scuola pubblica la dignità e la qualità che le spettano.
L'alternativa è una lenta rovina fino alla fine della scuola pubblica per come l'abbiamo  conosciuta.

IL 26 MAGGIO A BOLOGNA POSSIAMO FERMARE L'OFFENSIVA CONTRO LA SCUOLA PUBBLICA.

IL 26 MAGGIO A BOLOGNA POSSIAMO DARE L'ESEMPIO A TANTI ALTRI E  INSIEME INIZIARE A IMMAGINARE UN AVVENIRE DIVERSO PER NOI, PER I NOSTRI FIGLI E LE NOSTRE FIGLIE.
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i primi firmatari:

Stefano Rodotà, presidente d’onore del Comitato referendario Art.33
Andrea Camilleri, scrittore
Margherita Hack, astrofisica e scrittrice
Salvatore Settis,  Scuola Normale di Pisa, archeologo e saggista
Nadia Urbinati, Columbia University, New York, politologa, saggista ed editorialista de “La Repubblica”
Angelo Guglielmi, scrittore e giornalista, già direttore di RAI3, già assessore alla Cultura del Comune di Bologna
Carlo Flamigni, Comitato Nazionale di Bioetica
Wu Ming-scrittori
Maurizio Landini, segretario generale  FIOM-CGIL
Alberto Lucarelli, Diritto costituzionale, Università di Napoli.
Romano Luperini, Università di Siena e Università di Toronto.
Luciano Gallino,  Università di Torino
Lella Costa, attrice
Domenico Pantaleo, segretario generale FLC-CGIL
Lea Melandri,  saggista Università delle donne Milano
Goffredo Fofi, saggista, giornalista, critico
Antonio Genovese,  Università di Bologna
Sabina Guzzanti, attrice
Ivano Marescotti, attore
Piero Bevilacqua,  La Sapienza, Roma
Vittorio Capecchi,  Università di Bologna
Maurizio Fabbri, Università di Bologna
Nicola Tranfaglia, Università di Torino
Francesco Sylos Labini, Isituto Enrico Fermi, Roma
Maurizio Tiriticco, ispettore MIUR, Roma
Angelo Mastrandrea, giornalista
Loredana Lipperini giornalista, scrittrice, conduttrice radiofonica
Nicola Colaianni  Università di Bari
Carlo Formenti, giornalista e saggista
Ifigenia Kanarà. comunicazione e marketing per la cultura
Moni Ovadia, musicista, scrittore
Sandra Soster, già segretaria provinciale della FLC-CGIL Bologna
Francesco Margiotta Broglio,  Università di Firenze
Marco Revelli, Università del Piemonte Orientale
Carlo Bernardini, La Sapienza, Roma
Marco Bersani,  Attac e Forum dell'acqua
Pasquale Colella, direttore de "il Tetto"
Paolo Flores d'Arcais, giornalista e politologo, direttore di MicroMega
Domenico Gallo, magistrato Roma
Francesco Garibaldo, sociologo e saggista, già direttore dell’Istituto per il Lavoro della RegioneEmilia-Romagna
Elena Gianini Belotti, scrittrice
Marina Boscaino, giornalista
Luisa La Malfa, insegnante e saggista 
Sergio Lariccia, La Sapienza, e Luiss, Roma
Dànilo Mainardi, etologo
Guido Viale, saggista
Maurizio Maggiani, scrittore

Valerio Mastandrea, attore
Motel Connection, gruppo musicale
Mauro Palma, Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura
Livio Pepino, magistrato e saggista
Valerio Pòcar,  già presidente della Consulta di Bioetica, presidente onorario dello UAAR

Isabella Ragonese, attrice
Enzo Scandurra, La Sapienza, Roma
Maurizio Sgarzi, associazione Percorsi di pace
Franco Tinarelli, INAF, Bologna
Samuel Umberto Romano, Subsonica
Giuliano Volpe,  rettore Università di Foggia
Nazarena Zorzella, avvocato cassazionista, Bologna


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