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sabato 13 novembre 2010

Dal sito dell'ANSA  (www.ansa.it) traggo due notizie. Una buona e una cattiva: cominciamo da quella cattiva. Ricordo che Ruby Rubacuori ha ricevuto il permesso di soggiorno, gli operai che sono sulla gru a Brescia invece... 
Brescia, incidenti a presidio immigrati lancio bomba carta innesca caricheBRESCIA - Incidenti sono in corso in via San Faustino a Brescia tra manifestanti e forze dell'ordine nei pressi della gru sulla quale dal 30 ottobre scorso sono saliti degli immigrati per protesta.
Gia' lunedi' scorso, nei pressi della gru, vi erano state cariche della polizia che intendeva sgomberare il presidio nei pressi del cantiere. Gli incidenti sono accaduti mentre era in corso un corteo di solidarieta' verso gli immigrati e di protesta contro un appuntamento dell'organizzazione di estrema destra Forza Nuova che, invece, non c'e' stato. I manifestanti riferiscono che anche oggi ci sono state cariche.
E' stato il lancio di una bomba carta in via San Faustino a innescare i violenti disordini scoppiati oggi a Brescia. Fino a quel punto non si erano registrati momenti di tensione anche se il corteo di almeno mille persone ha piu' volte scandito slogan contro le forze dell'ordine. Quando dalla gru, dove quattro immigrati stanno protestando dal 30 ottobre scorso, e' tornata la delegazione che aveva ricevuto le loro richieste, tutto sembrava tranquillo. Proprio in quell'istante, pero', e' stata lanciata la bomba carta.
Alla bomba carta ha fatto seguito un lancio di bottiglie verso le forze dell'ordine e a quel punto e' partita la prima delle due cariche. A quanto si e' appreso alcune persone sono state fermate. A Brescia oggi sono arrivate persone, per manifestare, da Parma, Bergamo, Verona, Milano.
 
Quella buona:
San Suu Kyi libera, uniti per nostri obiettiviLeader dell'opposizione saluta commossa la folla festante, domani il primo discorso
13 novembre, 18:26
RANGOON - Aung San Suu Kyi è libera. La leader dell'opposizione birmana è stata rilasciata intorno alle 17.15 di oggi (le 11.45 in Italia) dopo sette anni consecutivi di arresti domiciliari, tenendo poi un brevissimo comizio di fronte ad alcune migliaia di sostenitori corsi a riabbracciarla all'esterno della sua villa-prigione di University Avenue, a Rangoon, in un'atmosfera di euforia collettiva.
"Dobbiamo lavorare insieme, all'unisono, per raggiungere il nostro obiettivo", sono state le prime parole del premio Nobel per la Pace - visibilmente commossa per la felicità - a una folla sempre più rumorosa per l'eccitazione, tanto che per diversi minuti Suu Kyi non è riuscita a parlare. La donna ha poi invitato i suoi sostenitori a tornare ad ascoltarla alla sede del suo partito domani a mezzogiorno, "C'è un tempo per il silenzio e un tempo per parlare" ha detto.
E' poi rientrata in casa, mentre all'esterno proseguono ancora i cori in suo onore, e la gente continua ad affluire nell'area. Dopo un'attesa durata oltre 24 ore, tanto che molti cominciavano a temere possibili complicazioni in merito alle condizioni del rilascio di una donna nota per non accettare compromessi con il regime, alcuni funzionari sono entrati nella residenza per leggere al premio Nobel per la Pace l'ordine con cui la giunta militare ha disposto la liberazione, proprio nel giorno in cui scadeva l'ultima estensione di 18 mesi dei suoi arresti, per aver dato breve ospitalità nel maggio 2009 a un intruso americano.
Suu Kyi, 65 anni, ha trascorso 15 degli ultimi 21 anni in detenzione. Sul suo rilascio non è ancora giunto nessun commento ufficiale dalla giunta militare, né dal suo partito Lega nazionale per la democrazia (Nld).
LA GIOIA A SUMMIT NOBEL PACE
''Sono felicissimo, assolutamente. Lo speravamo fortemente dopo che ieri c'erano state voci contrastanti e non era chiara la situazione'', ha detto l'ex calciatore, desideroso di andare in Birmania e premiato quest'anno per i contributi dati a organizzazioni di beneficenza nel mondo, oltre che per i fondi a a ospedali, terremoto di Haiti e all'impegno proprio per la liberazione di Aung San Suu Kyi. Sul traghetto, dove e' stata messa a punto la dichiarazione finale, l'aria di festa si e' manifestata con canti, balli e musica.
''Un'ottima notizia e spero sia l'inizio di un percorso di crescita per il popolo birmano'''', ha commentato un euforico Frederik Willem de Klerk, ex presidente del Sudafrica, autore con Nelson Mandela, della storica caduta dell'apartheid, in merito alla svolta della giunta militare. Tra i partecipanti c'e' la guida spirituale tibetana, il Dalai Lama, e l'ex leader cinese per le battaglie democratiche, Wuer Kaixi, per conto del dissidente Liu Xiaobo, vincitore del premio 2010, ma in carcere per la condanna a 11 anni per sovversione. L'evento, che ha registrato la mancanza del presidente Usa, Barack Obama, pur in Giappone per il forum dell'Apec, vede l'ex segretario del Pd Walter Veltroni come co-presidente, insieme all'ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov che ha pero' saltato l'evento a causa di problemi di salute. Veltroni ha rimarcato la necessita' di trovare incisivita' anche per raggiungere ''un mondo senza piu' nucleare'', proprio partendo dalla cittadina che ha conosciuto, insieme a Nagasaki, la tragedia dell'olocausto nucleare.- La soddisfazione per la liberazione Aung San Suu Kyi, leader dell'opposizione democratica birmana e premio Nobel per la Pace, era evidente tra i partecipanti all'11/mo World Summit dei Nobel per la Pace di Hiroshima, la citta' rasa al suolo dalla bomba atomica nel 1945. A partire da Roberto Baggio, appena sceso dal traghetto che ha portato circa 100 delegati in giro per la baia alla vigilia del ritiro del 'Peace Summit Award 2010', il riconoscimento annuale assegnato da tutti i 'Laureates' alla personalita' che piu' si e' impegnata verso i piu' bisognosi.

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