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domenica 21 novembre 2010

MACERIE DI DEMOCRAZIA. SOLO A L'AQUILA?

"Sos L'Aquila chiama Italia". I cittadini abruzzesi lanciano la loro richiesta d'aiuto perchè questa terra non venga dimenticata

Oggi all'Aquila c'è una manifestazione nazionale promossa dall'assemblea cittadina a cui hanno aderito tra gli altri l'università dell'Aquila, il comune, i sindacati, le associazioni dei commercianti e delle piccole imprese, l'Arci, il WWF, tutti i comitati dei terremotati, e moltissime altre associazioni.
Le richieste di questa manifestazione, che sta passando del tutto sotto silenzio (anche il 16 giugno scorso sfilarono in 10.000 e i tg non ne parlarono praticamente), sono assolutamente ragionevoli, anzi gridano vendetta, soltanto che sfidano la vulgata propagandata dai media e dal Governo secondo la quale L'Aquila sarebbe stata già ricostruita, e in tempi record! (guardando anche solo google news, della manifestazione ne danno notizia unicamente siti di media locali).
Elenco alcune assurdità di cui nessuno sa nulla (salvo chi ha visto Draquila, oppure la puntata di Iacona dedicata al terremoto, o qualche servizio di inchiesta sparuto, o i libri di denuncia di Antonello Caporale di Repubblica o Manuale Bonaccorsi di Left).
Dal primo gennaio gli aquilani ricominceranno a pagare il mutuo (e tutte le tasse) sulla propria casa, anche se distrutta dal terremoto! (in tutti i terremoti precedente le tasse sono state sospese per anni).
Il centro storico dell'Aquila è ancora chiuso e presidiato dai militari. Secondo Legambiente solo per togliere le macerie al ritmo attuale non si finirà prima del 2079.
Gli albergatori dove risiedono ancora 3000 sfollati sono pagati con ritardi di mesi, tanto che sono arrivati a dover minacciare uno sciopero nell'assistenza agli sfollati.
La ricostruzione delle case è ferma per mancanza dei soldi promessi.
La gestione del territorio è affidata a ordinanze della Protezione civile di Bertolaso e fra poco dell'ex capo dei servizi segreti Gabrielli che gli succederà nell'incarico ora che si è dimesso (le ordinanze sono varate da Berlusconi, nessun controllo del Parlamento, nessuna revisione della Corte dei conti, possibilità di derogare alle leggi ordinarie, come quelle sugli appalti, sull'ambiente, sulla pianificazione urbanistica).
Su 48.545 persone rimaste senza casa nel Comune e nella Provincia dell'Aquila, le persone alloggiate nelle abitazioni appositamente create dal governo sono 14.315. Mentre il doppio degli sfollati, circa 30.000 persone, si trovano in una situazione precaria, tra alberghi, sistemazione autonoma con contributo statale di circa 300 euro al mese (25.844 persone), affitti calmierati e alloggio nelle caserme.
Ecco le richieste:
- trattamento fiscale come per gli altri territori colpiti da calamità (Umbria, Marche, Friuli) - sospensione di mutui, prestiti, versamenti tributari irpef, contributi previdenziali
- garanzie per i disoccupati, cassintegrati e precari - sostegno alle attività economiche e commerciali
- ricostruzione certa, fine della logica dei commissari e delle ordinanze in deroga; ricostruzione attraverso leggi e finanziamenti certi - rinascita dei centri storici dell’Aquila e del cratere - risarcimento 100% con adeguamento sismico, anche delle case E
Queste sono solo slogan di protesta, ma gli aquilani le hanno trasformate nella proposta di un disegno di legge di iniziativa popolare per una ricostruzione certa, su cui inzierà proprio il 20 la raccolta delle firme in tutta Italia!

tratto da www.fai.informazione.it
 


Nota mia:

La manifestazione si è tenuta ieri e lo striscione che apriva il corteo recitava, non a caso, "Macerie di democrazia". La tragedia del terremoto che ha distrutto L'Aquila è dienuta una tragica rappresentazione della situazione in cui si trova il nostro paese. Dopo vent'anni di berlusconi, berlusconidi e berlusconismo, di grandi opere, grandi eventi e protezioni civili, quella che doveva rinascere quasi fosse la nuova capitale del regno di bengodi, dove il governo del fare realizzava i sogni, restaurava i danni del terremoto, ecc. ecc. è invece ancora piena di problemi irrisolti. a riprova della distanza che c'è tra la classe politica e la realtà...
ma le macerie di democrazia -sarà anche democrazia borghese, ma è megli che niente, ahimè- rischiano di travolgere non solo il governo berlusconi, già scassato per conto suo, ma l'intero paese. se è vero che negli ultimi 15 anni ci siamo impoveriti (e non solo dal punto di vista economico...).

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