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sabato 6 novembre 2010

Brescia. Immigrati protestano su una Gru per la regolarizzazione
In nove a 30 metri di altezza da sabato, chiedono una trattativa al governo per il permesso di soggiorno
Roma - 2 novembre 2010 - Sono rimasti in cinque gli immigrati che a Brescia stanno protestando su una gru, a circa 30 metri d'altezza, da sabato scorso. La protesta è iniziata dopo la manifestazione a sostegno di coloro che hanno chiesto la regolarizzazione nel 2009, senza ottenerla.
Nel pomeriggio di sabato infatti,un gruppo di immigrati è salito su una gru nel cantiere della metropolitana di piazzale Cesare Battisti come ultimo gesto dopo che, durante la manifestazione, il sindaco Rolfi ha fatto sgomberare un loro presidio davanti al comune. Si tratta di due egiziani, due pachistani, un indiano, un marocchino e due senegalesi.
''C'e' un vento molto forte e la pioggia - spiega uno dei due pachistani - le nostre coperte sono tutte bagnate. Qua e' molto difficile ma non scendiamo giù finché non ci sarà una riposta positiva''.
Sempre al telefono, prosegue: ''vogliamo un incontro con il Ministero dell'Interno, un incontro con il prefetto di Brescia, l'autorizzazione per il nostro presidio che e' stato sgombrato e l’apertura di un dialogo per risolvere la situazione della nostra regolarizzazione. Se non ci danno queste cose, non scendiamo giù".
La protesta degli immigrati bresciani, trova il sostegno dell’Idv che attraverso il responsabile del welfare, Maurizio Zipponi ha definito "legittimo protestare per il proprio permesso di soggiorno. Si tratta di persone che lavorano da anni nel tessuto produttivo di Brescia e che ancora non sono state regolarizzate".
Marco Iorio




nota mia:ora Fini passa per uno 'giusto', ma non dobbiamo dimenticare che la legge firmata dalla coppia Bossi Fini è uella che crea le situazioni di clandestinità e che costringe gente che vorrebbe lavorare a compiere gesti estremi come questi. Fino a quando?
tratto da www.stranieriinitalia.it
ma lo sapete che se uno straniero ha un lavoro regolare, può accedere al permesso di soggiorno (sempre che le lungaggini burocratiche non creino dei pasticci) ma, che in saco di chiusura dell'azienda dove è impiegato, diviene un 'clandestino' (come se i clandestini nonavessero diritto e come se i clandestini non fossero sfruttati da tante 'brave' persone italiane. Di nuovo, fino a quando?

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