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giovedì 24 giugno 2010

CONTRIBUTI DI DON PAOLO FARINELLA, PRETE IN GENOVA

3. DEDICATO A POMIGLIANO D’ARCO

Il giorno 22 giugno 2010 bisogna segnarlo nel calendario come uno spartiacque tra libertà e schiavitù, tra civiltà e inciviltà. Quello che tutti si ostinano a chiamare un referendum è invece un ricatto, uno stupro, un atto di cui le generazioni future pagheranno amare conseguenze. La Fiat ha imposto un metodo di consultazione con la pistola alla tempia: o votate a mio favore o io me ne vado. La Fiat voleva il plebiscito che non c’è stato, anche se il 62% pesa come un macigno. Complici il governo, un ministro, Sacconi, ex finto socialista, la maggioranza, il Pd, la Confindustria, i sindacati sottomessi e santi e beati … tutti concordi sulla democrazia del referendum che strangola con i guanti.

Gli operai sono stati messi di fronte ad una scelta scellerata: volete morire o volete morire di fame? Se questo è un referendum, siamo solo all’inizio di un abisso. L’inferno si apre davanti a noi e ora vedremo il «metodo Pomigliano» esportato a tutte le altre aziende, fabbriche, anche piccole. Inizia l’era della schiavitù in cui per volontà degli schiavi si elimina il diritto al lavoro, la dignità dell’operaio, il salario equo. Ora è la Fiat a decidere quello che vuole, pena la minaccia di chiudere tutto. Con un colpo solo si fa piazza pulita di 60 anni di lotte e di diritti acquisiti. Poiché è problematico andare in Cina, trasportiamo la Cina qua: da oggi in poi ogni lavoratore sarà ricattato: se vuoi lavorare queste sono le condizioni, se non ti vanno, dietro di tre vi sono centinaia pronti a prendere il tuo posto anche per meno. I padroni si arricchiranno di profitti e i poveri e gli operai pagheranno il conto. Cessa da oggi il diritto e lo statuto dei lavoratori; ora non resta, e sarà il secondo passo, che abolire il diritto di sciopero che è il desiderio onirico di Berlusconi e la cricca. All’inizio del terzo millennio cristiano, si torna indietro di millenni e l’uomo diventa schiavo dei nuovi faraoni e pulcinella.

Questo referendum ha fatto piazza pulita di quei «valori» della Dottrina Sociale cattolica con la quale vescovi e Cei e Vaticano fanno volentieri gargarismi, quando parlano a vuoto, ora che quella Dottrina viene sotterrata e gli operai uccisi scientificamente insieme alle loro famiglie con un metodo scientifico di eutanasia a largo raggio, peggio che nei campi di sterminio nazista, la gerarchia cattolica dov’è? Perché tace? Perché non grida l’immoralità di un metodo che è peggio di un assassinio? Si sa, «principi non negoziabili» si difendono solo nei mesi invernali e quando non danno fastidio al potere amico della delinquenza organizzata. Pace sugli operai. Una prece!

Ritorno da Gerusalemme

di Paolo Farinella, prete

Sono tornato da Gerusalemme, la mia vera città, dove vivrei fino oltre la morte. Ho vissuto lì per quasi 5 anni, durante tutta la seconda intifada in un paese militarizzato ad ogni passo. Vi sono ritornato dopo 7 e ho visto pochi soldati, sostituiti dal «muro», segno visibile di una prigionia a cielo aperto dei Palestinesi e di Israele. Sono tutti prigionieri della paura e della stupidità, alla quale non c’è rimedio. Sono tornato a rivedere i luoghi della salvezza o meglio ancora della salvezza che s’incontra nei luoghi geografici: è la geografia della fede perché qui la Bibbia, Dio, Gesù Cristo, fede e profezia acquistano un senso reale, si toccano, ti toccano. Ho camminato ancora per le strade dove ha camminato Gesù e hanno mosso i primi passi gli apostoli. Da lì è partito il Vangelo non come codice morale, ma come Nome di un progetto che non si ferma all’effimero e all’oggi, ma va oltre il pensabile, oltre ogni esperienza.

Ho visto l’orto degli Ulivi e la valle del Getsèmani, la tomba della Vergine Maria, l’Ascensione e il Padre nostro; il luogo da cui Gesù ha pianto su Gerusalemme, prevedendo la sua distruzione; la strada romana che da Sion porta alla valle di Giòsafat che Gesù ha percorso centinaia di volte; la tomba di Davide e il Cenacolo, il pinnacolo del Tempio e le mura erodiane; il Muro occidentale (o del pianto); il quartiere ebraico e le case bruciate, le porte di Gerusalemme e le tombe dei re; Yad Vashem e l’olocausto; la Facoltà dove ho studiato (Studium Biblicum), il Santo Sepolcro e il Calvario con tutto ciò che lo circonda di fede e di storia e di contraddizioni; la fortezza di Masada, il Mar Morto e gli scavi di Qumran che hanno fatto fare alla Bibbia un salto di oltre 1200 anni. In una parola, tornando in Italia, ho lasciato il cuore a Gerusalemme.

In tutti i posti ho portato con me i nomi di tutte le persone con cui sono in contatto direttamente e via internet: le richieste es0licite e anche quelle non dette. Non si va mai a Gerusalemme da soli. Ho portato con me i desideri di quanti incontro nella mia giornata Ho deposto ogni nome e ogni richiesta sul marmo del Santo Sepolcro, invocando su ciascuno di voi e su ogni persona da voi amata la Risurrezione del Signore. Nessuna situazione di gioia o di dolore, di ansia e di trepidazione ho tralasciato. Eravate tutti mie compagni di viaggio nel cuore di Gerusalemme, la città dei destini del mondo intero. Lo stesso ho fatto a Betlemme: invocando la rinascita del cuore di ciascuna e di ciascuno di voi. Non ho dimenticato alcuno perché tutti voi siete parte integrante del mio cuore e della mia preghiera.

L’amicizia per me non è puramente formale, ma un «dolce peso» che porto con gioia e dove sono io siete anche voi. Ho detto agli amici che erano con me che sentivo il «peso» della vostra presenza, garanzia della mia responsabilità e della mia trasparenza. Mentre leggete questa righe, chiudete gli occhi e sperimentatevi deposti delicatamente nei luoghi che per me sono decisivi e determinanti. Vi ho dato tutto: la mia fede perché vi amo senza interessi. Vi ho regalato la parte migliore di me: la mia amicizia orante senza nulla domandare, ma presente perché era lì, consapevole di vivere un momento di straordinaria intensità. Ho pregato per la mia parrocchia virtuale, fatta prevalentemente di non credenti e di atei, e quindi di persone con una loro storia, una loro geografia, un loro percorso, una loro etica e una loro grande dignità che rispetto, stimo e amo. Io però non posso essere Paolo senza essere prete e quindi ho pregato per tutti a modo mio, nel nome di Gesù, l’uomo-Dio più laico che io conosca.

A tutti nel nome di Gerusalemme ho dato il bacio della Pace che spero accoglierete come una carezza di dolcezza e di amore. Dalla prospettiva di Gerusalemme, l’Italia non esiste: è meno di un granellino di sabbia e rimettendo piede in Italia e vedendo i giornali, la prima cosa che salta agli occhi è la piccineria e la grettezza nella quale questo stupido Paese sta annegando. Se Roma aveva un imperatore pazzo come Caligola che nominava senatore il proprio cavallo, l’Italia ha Berlusconi che nomina i corrotti che lo sostengono a ministri, inventando ministeri fasulli, pur di sottrarli alla giustizia. Un delinquente che protegge altri delinquenti. L’ultimo nominato, tale Branchèr, ha studiato dai Salesiani come il suo maestro e complice, e il povero don Bosco si rivolta nella tomba su cui danza il cardinale Bertone, salesiano pure lui (ohi, don Bosco!)

Pare che anche il cardinale di Napoli danzi il ballo della «cricca». Costui che adesso si paragona a Gesù Cristo nel Gètsemani (Sepe, Sepe, non nominare il nome di Cristo invano!), fu monsignore maneggione al tempo del giubileo e da Giovanni Paolo II fu premiato col cardinalato e la presidenza di Propaganda Fide, la congregazione nell’occhio del ciclone dello scandalo edilizio romano. Questi prelati che prelevano dalle opere del mondo, oscurando le opere delle fede sono la negazione di ciò che rappresentano, ma forse sono convinti da se stessi di non rappresentare alcuno se non i loro interessi e la loro cupidigia. Sfrattano i poveri, regalano ai ricchi, intascano tangenti, fornicano con i potenti e poi cantano inni al celibato e alla povertà. Sepolcri imbiancati che si nutrono solo di esteriore e di sentina e nascondono il marcio che li consuma dentro, diventando ostacoli viventi per quanti vorrebbero credere, ma non possono a causa loro.

Il papa sabato 19 giungo 2010, ricevendo i vescovi della regione «Leste 2» del Brasile, citando il n. 43 dell’esortazione apostolica di Giovanni Paolo II, dice: «il governo del Vescovo sarà fruttuoso pastoralmente solo se "godrà del sostegno di una buona credibilità morale, che deriva dalla santità della sua vita. Questa credibilità predisporrà le menti ad accogliere il Vangelo annunciato da lui nella sua Chiesa e anche le norme che egli stabilirà per il bene del popolo di Dio"». Mi chiedo come dire queste parole di fuoco ai Brasiliani e poi nominare Bertone a segretario di Stato e circondarsi di uomini moralmente degradati: il papa ha la curia che si sceglie e quindi è colpevole anche lui delle malefatte di segretari, cerimonieri, monsignori e cardinalucci effeminati.

Ho speranza che se guardiamo in avanti e più in alto, se rimoduliamo le ragioni che ispirano le nostre scelte, se cominciamo a riformare noi stessi, pretendendo da noi stessi quello che pretendiamo dagli altri, forse è possibile attuare quella rivoluzione che il mondo si attende da noi e che non possiamo compiere perché siamo impantanati nelle pastoie delle nostre miserie. A Gerusalemme è evidente una cosa in modo particolare: non puoi essere autentico se non sei vero e per essere vero non puoi fermarti all’apparenza, ma devi andare al senso profondo della coscienza, cioè del tuo cuore. Fuori dell’amore non vi è salvezza e Gerusalemme, la città dove tutti si odiano, mette in evidente proprio questa necessità: l’amore è la vera rivoluzione e senza di esso, si resta tutti prigionieri di miserabilità senza consistenza. Sì, lasciate che vi porti il messaggio di Gerusalemme, la città delle eterne contraddizioni: ognuno di voi è prezioso e unico perché amato in modo unico.

Paolo Farinella, prete

PS. Molti mi chiedono come fare per ricevere la liturgia della domenica da me commentata: poiché la invio solo a chi ne fa richiesta formale, è sufficiente che chi la desidera, mi invii una e-mail personale formalizzando la richiesta e scrivendo Nome, Cognome e città. La mia e-mail è la seguente: paolo_farinella@fastwebnet.it

5. L’ASS. LUDOVICA ROBOTTI – SAN TORPETE CERCA VOLONTARI A BOLZANETO

Ci è stato chiesto di occuparci di una situazione d’emergenza al carcere femminile di Bolzaneto, dove insieme alle mamme sono prigionieri anche due bambini di quasi due anni e tre anni che non vedono mai il sole e stanno diventando anemici. Occorrerebbero persone che magari organizzate a turno potessero prelevare questi bambini e fargli fare una passeggiata all’aria aperta, al sole, insomma fuori dal carcere.

Considerata la distanza e la collocazione del carcere, l’ideale sarebbe trovare persone disposte nella zona di Bolzaneto per ridurre le perdite di tempo in viaggi e poco risultato. Da genova si vorranno circa due ore di viaggio e magari per un’oretta di impegno.

LANCIO QUESTO APPELLO A PERSONE SINGOLE, A GRUPPI LAICI E RELIGIOSI, PARROCCHIE, ASSOCIAZIONI perché possiamo garantire a due bambini, il diritto di prendere «due o tre raggi sole». Un governo che non preveda un servizio per questi bambini è un governo indecente, immorale e fuori da ogni civiltà.

Con l’Associazione Ludovica Robotti-San Torpete stiamo camminando molto lentamente perché non vogliamo fare passi falsi. Attualmente i soci superano il centinaio e altri sono in arrivo. Si può diventare soci oppure contribuire ugualmente con un contributo libero alla Associazione «Ludovica Robotti – San Torpete» vico San Giorgio 3R – 16128 GE, Codice Iban: IT87D0501801400000000132407. Per l’estero, Codice Bic: CCRTIT2T84A. Fino al 31 dicembre 2010, i Soci fondatori versano € 50,00, gli altri € 20,00. Dall’anno venturo la quota annuale sarà € 20,00 per tutti.

L’idea di fondo è che chi può e vuole potrebbe mettere «a bilancio» l’Associazione versando poco, ma in modo costante, così da garantire un piccolo pozzo sempre alimentato a cui attingere in maniere continuativa per le esigenze di aiuto e di sostegno a situazioni di emergenza e di fragilità che vogliamo risolvere non con l’elemosina, ma con piccoli prestiti di sostegno, senza interessi e con attenzione delicata.

Chi volesse diventare socio basta che lo chieda e mandiamo la lettera di adesione. che comuqnue abbiamo spedito sabato 8 maggio 2010.

6. VIAGGI E INCONTRI

Il giorno 1 luglio, giovedì, sarò a Gualdo Tadino

, in Umbria, per una giornata a forma di seminario sulla morte: parlerò dei due diritti fondamentali che racchiudono tutti gli altri: Il diritto di vivere e il diritto di morire. Chi è la morte per noi? Siamo sicuri che i cristiani che parlano di risurrezione siano coscienti della maestà della morte come traguardo della vita? Basta vedere un funerale nelle nostre chiese per rendersi conto che la morte è solo un incidente di percorso.

Il giorno 18 luglio sarò a Savona

per un incontro nel contesto della festa del PD con un tema dirompente: «Parliamo di ultimi», esclusi da ogni agenda presente e futura.

Il giorno 22 luglio 2010, giovedì sarò a Palermo

) per un seminario sulla Pace in una scuola estiva organizzata da Cesvop e LVIA che propongono un cantiere estivo di educazione alla pace e alla mondialità.

ARTICOLO PUBBLICATO SU REPUBBLICA

Il questore s’è perso nei carruggi

di Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) domenica 20 giungo 2010, p. XVII con il titolo: «Caro Questore, per favore si prepari prima di parlare a del centro storico»]

Uno spettro s’aggira per il centro storico, insofferente recidivo di giorno in giorno nei confronti dell’amministrazione comunale. Dai tempi di Adamo ed Eva, la maggior parte dei festaioli è passabile, ma nelle notti di venerdì e sabato, c’è sempre un gruppetto di imbecilli che sono o fanno gli ubriachi e urlano e schiamazzano ad ogni ora nella zona delle Grazie e di via San Bernardo fino a mattino inoltrato, quando crollano nei loro letti e noi dobbiamo alzarci dopo due notti insonni. Gli abitanti sentono molte parole e faraonici progetti, ma intanto la notte è come il giorno. Il progetto «Mercurio» è fallito e il Comune non ha avuto il pudore di avvertire i cittadini di avere sbagliato. Ho la certezza che nel centro storico, l’amministrazione si sia giocata la rielezione fra due anni. Finora non ne ho sentito uno dire che rivoterà l’attuale governo che pare ce la metta tutta per andarsene a casa in fretta. Stavo tentando di addolcire questo giudizio pesante, ma non ho fatto in tempo perché è intervenuto il nuovo questore Filippo Piritore che, dando fuoco alle polveri, ha inferto il colpo di grazia alla Sindaco.

Precisamente un mese fa (21 maggio 2010) ha fatto dichiarazioni sconcertanti e mi viene il dubbio che sia stato mandato apposta da Berlusconi e Maroni per fare fuori prima del tempo Marta Vincenzi. Le sue parole sono state un «requiem» per la Sindaco che infatti ha cercato di correre ai ripari subito. Il questore che non sa fare il suo mestiere dice: «I cittadini devono capire dove andare di notte, certe zone del centro storico vanno evitate. Mi dispiace per i due ragazzi picchiati e rapinati, ma mi chiedo: perché sono andati di mercoledì, in piena notte, in via San Bernardo? I locali sono chiusi, in giro non c’è nessuno. È come andare a cercare guai. Se uno si va a «infrattare» è libero di farlo, ma si prende anche i rischi». Bravo il questurino! Un vero genio targato Berlusconi/Maroni i quali in campagna elettore nella sicurezza hanno inzuppato non solo il pane, ma anche le brioches. Genova può stare fresca con questo questurino che non questua nulla. I residenti dove vanno di mercoledì sera? A casa sua?

Quando arrivò il questore, la Sindaco e l’assessore Scidone gli fecero fare la passeggiata in centro e mandarono avanti operatori ecologici a fare le pulizie di Pasqua, come si fa col papa, facendogli vedere non la realtà ma il centro storico «in cartolina». Lo shopping avvenne di pomeriggio, in piena luce e con guardie del corpo: non di notte. Il questore, infatti, si confuse e non sapeva dove fosse. Quando un uomo dello Stato, prima ancora di cominciare il proprio mandato, abdica alle sue responsabilità e si siede sulla poltrona in attesa del 27 per riscuotere lo stipendio, beh, signor questore, lasci perdere! Torni al paesello e non venga «ad infrattarsi» a Genova con irresponsabili ovvietà che, dette da un questore, sono una vera istigazione a delinquere.

Se vuole essere serio, venga ad abitare in via delle Grazie o vico San Giorgio e prima di parlare faccia i gargarismi con l’acqua di mare ed un corso accelerato full-time per questore per la città di Genova che ha il centro storico più grande d’Europa. Penso che il Pd cittadino debba porsi «ora» il problema delle elezioni amministrative prossime e provvedere a ricambiare amministratori e non aspettare due anni, quando la destra avrà fatto, in silenzio, terra bruciata intorno. Superando personalismi deleteri, occorre una figura della società civile di grande prestigio, che proponga un progetto di città oltre la gestione dell’ordinaria amministrazione. Ciò che deve guidare la politica cittadina, «adesso», è non permettere che Genova sia macchiata da una eventuale vittoria della destra fascista e berlusconista. Sarebbe una colpa indelebile. Sarebbe un delitto per la Superba, medaglia d’oro della Resistenza.

Genova 27 giugno 2010.

Paolo Farinella, prete Genova

Paolo Farinella, prete

Parrocchia S. Torpete - Genova



Pubblico questa mail inviatami dall'amico Paolo Bertagnolli (avevo scritto a don Paolo Farinella per avere una sua collaborazione ma, come temevo, mi ha risposto che non riesce a ottemperare ai suoi numerosi impegni...autorizzandomi però a riprendere i suoi scritti: meglio che niente!)

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