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venerdì 9 maggio 2008

RIFLESSIONI SPARSE SU ISRAELE, PALESTINA, FIERA DEL LIBRO

L'argomento dovrebbe essere trattato in uno spazio adeguato. Anche perchè in questa riedizione di una medievale società dell'immagine, la notizia del giorno è peggio del pesce: dopo poco puzza ed è vecchia.
Cominciamo dall'inizio: studente delle scuole medie ero filoiscraeliano. Leggevo libri su Ben Gurion e via dicendo. Verso la terza media ho cominciato ad avere simpatie filopalestinesi, fino ad avere i manifesti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) in camera e tifare per l'OLP. Poi, crescendo (e maturando?), leggendo e guardandomi intorno, sono arrivato a conclusioni diverse.
Innanzi tutto, il 'sistema', come si diceva un tempo, ci chiede sempre di schierarci. E' il paradigma della semplificazione (non a caso il Berlusconi IV ci ha messo Calderoli a questo ministero), per cui bisogna sempre schierarci (auto auto, con noi o contro di noi, e via dicebdo). Ma le cose non sono semplici, grazie a Dio. Se è vero che Israele spesso si comporta in maniera criminale con le popolazioni palestinesi (massacrando, disseminando il territorio di bombe cluster, espropiando le case e i terreni e via dicendo) è anche vero che una soluzione difficilmente si potrà trovare utilizzando i missili kassam o i kamikaze...
Per cui sono giunto alla conclusione di parteggiare per tutti coloro che, palestinesi o israeliani, cercano una soluzione pacifica al problema (che, tanto per cambiare, è stato creato dalla miopia europea, soprattutto inglese). Ci sono disertori e obiettori israeliani che hanno il mio appoggio così come ci sono pacifisti palestinesi che operano per una soluzione nonviolenta.
Ci sono autori ebrei, come Martin Buber che hanno operato al di là delle barriere religiose e nazionali e che occorrerebbe riprendere...
Mi piacerebbe che la Fiera del Libro diventi un'occasione di contatto fra le culture e non un momento di scontro fra stati (esistenti o solo sognati)...

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