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sabato 24 novembre 2007

Rom, romeni e due notizie: una buona e una cattiva

Quella buona la ricavo dal sito http://www.peacereport.net/ (e la trovate qui di seguito) quella cattiva la prendo dal quotidiano La Repubblica di oggi. Si tratta di una lettera che racconta un tragico episodio che non ho letto su Repubblica nè ascoltato in nessuno telegiornale. Sicuramente mi sono distratto...

Europa - 15.11.2007
Alunni di una scuola minore
Rom destinati a istituti per ritardati vincono causa contro la Repubblica Ceca
Vittoria. Gli attivisti umanitari di tutta Europa hanno cantato vittoria, ieri, quando il tribunale di massimo grado per la difesa dei diritti umani, la Corte europea di Strasburgo, ha condannato la Repubblica Ceca per aver praticato 'discriminazioni razziali' ai danni di numerosi bambini Rom. Un maratona legale che si trascina dagli anni '90, quella di 18 famiglie della regione della Moravia-Slesia, estremità orientale della Repubblica Ceca, i cui bambini furono inseriti in istituti scolastici per ritardati mentali. Una pratica comune, pare, in diversi Paesi dell'Europa dell'Est, e anche in tempi recenti, se una direttiva dell'Unione Europea del 2005 invitava i governi degli Stati membri "in cui i figli dei Rom vengono isolati in scuole per disabili mentali o sistemati in aule separate, ad avviare programmi di de-segregazione entro un periodo di tempo prestabilito, incoraggiando così il libero accesso all'istruzione di qualità per i figli dei Rom e prevenendo sentimenti ostili ai Rom tra i ragazzi che frequentano le scuole".

Razzismo. La denuncia è arrivata alla Corte di Straburgo da un rapporto della Commissione contro il Razziso e l'Intolleranza, le cui conclusioni parlavano di una stragrande maggioranza di bambini Rom nelle scuole speciali per i ritardati mentali. Attivisti di gruppi umanitari hanno poi rilevato come nella regione della Moravia Slesia, e specie nella provincia di Ostrava, più della metà dei bambini Rom venivano segregati in 'istituti speciali' e veniva negato loro l'accesso al sistema scolastico nazionale. Un bambino Rom che viveva in quelle zone aveva una probabilità 27 volte maggiore rispetto a un altro bambino di finire in tali istituti. Tre anni fa il governo della Repubblica ceca ha chiuso le scuole speciali. Ciononostante, le chance di accesso all'istruzione pubblica sono molto limitate per i bambini delle comunità Rom ceche. La Corte di Strasburgo ha comminato una multa al governo ceco di 4 mila euro per ogni bambino (per 'danni simbolici'), e al pagamento delle spese processuali di circa 10 mila euro.

Benvenuti in Europa. Proprio oggi, Amnesty International ha pubblicato un rapporto sulla segregazione in Slovacchia, dove i bambini Rom vengono inseriti in scuole solo per loro o in istituti per ritardati o disabili, nonostante non abbiano alcuna deficienza intellettuale o carenza nell'apprendimento scolastico. In alcuni villaggi, si assiste a scene che ricordano il profondo sud americano degli anni '60 o il Sudafrica degli anni '80: esistono scuole dove al piano di sotto ci sono i 'bianchi' e a quello di sopra i 'neri'. Le classi non si mischiano mai. Ai genitori e agli autobus che riportano a casa i bambini vengono date istruzioni di presentarsi a orari diversi, per consolidare la separazione razziale. In alcune zone della Slovacchia orientale, il 100 percento delle scuole sono segregate. I Rom ricevono un'istruzione di secondo livello, e hanno poche possibilità di progredire dopo la scuola obbligatoria. Nel 2006, solo il 3 per cento dei bambini Rom ha raggiunto la scuola superiore. In un Paese dell'Europa moderna, disegnata dai politici come il continente dei popoli e dell'integrazione, accade anche questo. Che l'apartheid sia giusto dietro l'angolo.
Luca Galassi
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La seconda notizia è la seguente:

Se l'ubriaco è italiano e le vittime romene (lettera di Anna Maffei, Roma):

Il 20 novembre nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma mentre stavano attraversando la strada alcune persone, un' auto investiva in pieno sulle strisce pedonali Marinela Martiniuc, romena, 28 anni, con il suo piccolo Elias di 4 mesi, che era in carrozzina e sua nipote Adina Burlaci di 12 anni. L'auto era guidata da un cittadino italiano in evidente stato di ebbrezza, pregiudicato appena uscito di prigione. Il bambino è stato sbalzato per circa 20 metri ed è stato imediatamente ricoverfato in condizioni critiche presso il ploiclinico. La giovane madre ha avuto una perdita totale di memoria per più di 24 ore. La nipotina Adina ha subito lesioni multiple.
Notizie simili in cui però i ruoli figurano invertiti sono state riportate coin grande enfasi mediatica nelle ultime settimane e mesi. L'Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia che è venuta a conoscenza di questa notizia tramite il pastore Emanuel Besleaga, fratello della giovane vittima, invita tutti ad una profonda riflessione sul clima di insicurezza e di crescente xenofobia.

Ci sarebbe poco da aggiungere a questo drammatico testo. Però, mi viene voglia di scrivere a quei giornali che quando il crimine è commesso da uno straniero, invocano provvedimenti razzisti, fascisti e xenofobi; quando sono gli italiani a commetterli, tacciono. Dove sono, ora, tutti quei sofferti paladini della legge, della sicurezza e dell'ordine? Erano distratti? Stavano facendo qualcos'altro?

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