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lunedì 30 novembre 2009

Dalle Comunità Ebraiche, sul referendum svizzero

Pubblico due articoli tratti dal periodico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

L'unione informa

(info@ucei.it, www.ucei.it) di oggi

Referendum sui minareti - Il no degli svizzeri

e il pericolo della religione dominante

Sono preoccupato dal libero volere dei cittadini svizzeri. E sono preoccupato dal commento di Roberto Castelli sulla croce sulla bandiera "per battere l'ideologia massonica e filoislamica". Intervengo da storico. A proposito del commento e della recente agitazione sul crocefisso, trascrivo un brano di un mio libro. "Il 16 novembre 1922, presentando alla Camera la propria compagine ministeriale, Mussolini pronunciò parole assai chiare sui diritti riconosciuti dal governo alle varie religioni: 'tutte le fedi religiose saranno rispettate, con particolare riguardo a quella dominante, che è il cattolicismo'. (...) Il 22 novembre il sottosegretario alla Pubblica istruzione Dario Lupi dispose la ricollocazione del crocefisso, definito il simbolo della 'religione dominante dello Stato', in tutte le aule delle scuole elementari dalle quali era stato rimosso. Come venne osservato con soddisfazione, 'in meno di un quinquennio il Crocefisso tornò al Colosseo, sul Campidoglio, nelle scuole, nelle caserme, nei tribunali, negli uffici pubblici, e, sull'esempio di questi, in moltissimi uffici privati. Un mese dopo, il 26 dicembre 1922, il nuovo ministro della Pubblica istruzione Giovanni Gentile annunciò che intendeva fare dell'insegnamento della religione cattolica 'il principale fondamento del sistema della educazione pubblica e di tutta la restaurazione morale dello spirito italiano'." In quel momento il governo era di coalizione; né totalitario né dittatoriale. Il passato non si ricopia. Oggi non vedo minacce reali di fascismo. Ma la strada della religione 'dominante' ci viene sempre più prospettata.

Michele Sarfatti

 

Referendum sui minareti - La nostra solidarietà

contro le strumentalizzazioni

La Federazione delle Comunità Ebraiche svizzere, con un netto comunicato, da tempo si era espressa contro il "referendum dei minareti" rilevando, tra l'altro,come la "coesistenza pacifica si fondi sui messaggi espressi in chiese, moschee e sinagoghe, non per come appaiono dall'esterno". Da queste pagine voglio quindi soffermarmi brevemente sull'Italia, per esprimere solidarietà al mondo cristiano per la strumentalizzazione che subisce in queste ore tramite l'apparente ed ingannevole difesa del suo simbolo più noto, usato invece come arma di scontro politico da chi viene a proporre, penso peraltro pago del solo effetto mediatico, il suo inserimento nella bandiera italiana. Paradossalmente a mettere a nudo l'uso strumentale che viene fatto in Italia, da taluni, del referendum svizzero è proprio uno dei suoi promotori, Oskar Freysinger, il quale sottolinea avversione "alle interferenze della religione nella sfera pubblica" e rileva come "la preghiera è un fatto privato"...mi viene in mente Monsignor Plotti e la sua famosa disquisizione sugli "atei devoti"!

Gadi Polacco, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

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