di PEPPE SINI
1. Un movimento nonviolento contro la guerra in corso.
E' scandaloso che mentre l'Italia partecipa alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan i sedicenti movimenti per la pace su tutto s'impegnino tranne che nel contrastare la guerra e le stragi.
Opporsi alla guerra e' necessario e urgente; opporsi alla guerra con una posizione nonviolenta: antimilitarista e disarmista.
2. Un movimento nonviolento contro la violenza maschile.
La più feroce e diffusa delle guerre è quella dei maschi contro le donne. Se non si contrasta e non si sconfigge la violenza maschile, l'ideologia maschilista, le strutture del patriarcato, non può esservi né pace né giustizia né convivenza; non può esservi riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.
3. Un movimento nonviolento per la difesa della biosfera.
L'ecosistema e' al collasso. Il modello di sviluppo dominante, capitalista e industrialista, sta provocando una catastrofe planetaria che mette a rischio la stessa civiltà umana. Occorrono scelte ecoequosolidali, rigorosamente ispirate al principio responsabilità, alla scelta della sobrietà e della condivisione, della nonviolenza nella sua pienezza; scelte cogenti nell'economia, nell'amministrazione, nelle relazioni internazionali, nella gestione del territorio, nelle relazioni interpersonali, nei modelli di pensiero e negli stili di vita.
4. Preparare liste nonviolente per le prossime elezioni politiche, europee ed amministrative.
Dopo il fragoroso fallimento e la devastante corruzione della ex-sinistra più o meno democratica e più o meno ecopacifista, e di fronte al rischio di una dilagante vittoria della destra eversiva più oltranzista, è necessario che giunga nelle istituzioni in modo nitido ed intransigente la proposta politica e amministrativa della nonviolenza, il progetto e l'azione della nonviolenza giuriscostituente.
5. Costruire un quotidiano che porti ogni giorno in edicola le idee, le proposte, le iniziative della nonviolenza.
Un quotidiano femminista, ecologista, equosolidale, dei diritti umani, per i beni comuni e la socializzazione - almeno della gestione e del controllo -dei mezzi di produzione e dell'accesso alle risorse. Un quotidiano della nonviolenza in cammino.
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