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lunedì 4 aprile 2011

CONTRO I MATRIMONI FORZATI: intervento di Mimmo Elsayed

Pubblico l'intervento dell'amico Mimmo Elsayed (che ringrazio di cuore)  alla Giornata Ingauna contro il matrimoni forzati

Nel nome di Allah il Clemente il Misericordioso.
Vorrei rivolgere un profondo ringraziamento agli organizzatori che mi hanno permesso di partecipare a questo grande dibattito sul tema:                                                                                              
 IL MATRIMONIO FORZATO
E' una grande occasione per me incontrare illustri personaggi impegnati socialmente al servizio del prossimo, vorrei anche ringraziare tutti i relatori per i loro significativi interventi.
Signore e signori rivolgo a tutti voi un saluto secondo la tradizione islamica:  assalamu alaikum = che la pace sia con voi.
Come si sa la struttura di qualsiasi società civile si basa su due cardini fondamentali che sono: la scienza e la giustizia .
Il Sublime Corano che è parola di Dio ha sottolineato l’importanza di questi due  elementi sin dall’inizio della creazione, e poi dalla rivelazione del Messaggio Divino al Profeta Mohammed *, che avvenne più di 14 secoli fa, citando proprio la scienza che è la luce della conoscenza e guida evidente verso il bene e soprattutto verso Dio; più l’individuo perfeziona la sua scienza e la sua conoscenza più si avvicina alla scoperta della grandezza del Creatore dell’Universo con grande stupore e meraviglia, come ci riferisce il Corano nel capitolo 37 (Fâtir  = Il Creatore) versetto 29: 
“ Tra i servi di Dio solo i sapienti Lo temono. Dio è il Potente, il Perdonatore” .
Scopriamo proprio all’inizio della rivelazione che Dio invita alla scienza come leggiamo nel capitolo 96 , versetti 1-5:
“ Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato, 
ha creato l'uomo da un'aderenza.                                      
Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo,
Colui Che ha insegnato mediante il calamo,                                
che ha insegnato all'uomo quello che non sapeva. “
Al termine della rivelazione Dio raccomanda all’uomo di istituire la giustizia sulla terra, come leggiamo nel capitolo 2 “Al Baqara (La giovenca) versetto 281:
“ E temete il giorno in cui sarete ricondotti verso Dio. Allora ogni anima avrà quello che si sarà guadagnata. Nessuno subirà un torto.”
La scienza illumina l’esistenza, la conoscenza apre l’orizzonte e allontana l’ignoranza e l’arretratezza, la giustizia garantisce una vita dignitosa con il rispetto reciproco dei diritti del prossimo in piena pace.
Inoltre Dio vuole che la progenie di Adamo vada conservata e rispettata, perciò saggiamente ha regolamentato la relazione tra l’uomo e la donna in maniera giuridica e chiara tramite l’istituzione del matrimonio e ha proibito le relazioni extraconiugali .
La vera unione matrimoniale è alimentata dall’amore reciproco, dalla misericordia e dalla benevolenza tra marito moglie; essi vivono sotto lo stesso tetto in piena collaborazione,  rispetto e armonia coinvolgendo tutti gli altri membri della famiglia, poi quando arrivano i figli la loro relazione si rafforza maggiormente e aumenta l' impegno e la dedizione alla conservazione della progenie .
L’Islam ha stabilito la relazione matrimoniale come le altre religioni per garantire la nascita in piena legalità dei figli e proteggere i diritti e la serenità dei genitori; a questo proposito leggiamo nel capitolo  Ar-Rûm ( I Romani ) versetto 21:
“ Fa parte dei Suoi segni l'aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono. “
Signori,
il Corano ci ricorda poi un fatto importante: Dio non pretende obbligatoriamente la nostra fede con la forza ma ha lasciato all’uomo piena libertà di credere o meno.                   Immaginiamo un uomo che prega in moschea o in chiesa senza convinzione: secondo voi la sua devozione sarà ben accettata, sarà religiosamente corretta? Certamente no, in quanto mancherebbe in questo caso proprio la condizione fondamentale che è la convinzione che proviene dal profondo del cuore e dell’anima.
Il Profeta Muhammed (pace e benedizioni su di lui) ci informa che Dio non apprezza tanto le apparenze ma bensì ciò che c'è nel proprio intimo e le buone consuetudini. Dio quindi non ha imposto la fede con la forza malgrado la sua grande importanza, come leggiamo nel capitolo Al-Baqara (La Giovenca) versetto 56:
“Non c'è costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Dio, si aggrappa all'impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Dio è audiente, sapiente.”                                                                                                                                                        E nel capitolo “Al Kahf” (La caverna) versetto 29, troviamo scritto:
“ Di': La verità [proviene] dal vostro Signore: creda chi vuole e chi vuole neghi”
Nel capitolo Al-Insân (L'Uomo) Dio evidenzia la piena libertà di fede ed invita l’uomo a riflettere sull’origine della sua creazione (versetti 1, 2, 3)
“Non è forse trascorso un lasso di tempo in cui l'uomo non sia stato una creatura degna di menzione?
Invero creammo l'uomo, per metterlo alla prova, da una goccia di sperma eterogenea e abbiamo fatto sì che sentisse e vedesse      
e gli abbiamo indicato la Retta Via, sia esso riconoscente o ingrato.”
Tutti questi versetti e molti altri nel Corano sottolineano il fatto che Dio non obbliga nessuno a credere e a riconoscerLo, dunque come è possibile immaginare che Dio obblighi l’uomo ad un qualcosa di meno importante rispetto alla fede come il matrimonio o anche alla preghiera?
Il Corano ha spesso evidenziato il comportamento degli ipocriti che vogliono  camuffare la verità.
Anche nella sunna (insegnamenti del Profeta, pbsl), che non ha trascurato questo argomento, troviamo numerosi testi e situazioni che proibiscono il matrimonio forzato; forse il tempo a mio disposizione non mi permetterà di prolungarmi molto, ma ho comunque scelto alcune testimonianze che ritengo molto significative : 
Il caso di una ragazza di una famiglia benestante: fu obbligata dal padre a sposare un suo cugino; non condividendo la scelta impostale si era rivolta al Profeta* per denunciare l’accaduto dicendo:
“O Profeta, mio padre mi ha obbligata a sposare un mio cugino povero per interessi economici” e il Profeta* le rispose “A te la scelta.”
La ragazza poi disse: “O profeta questa mia reazione non significa disobbedienza a mio padre, ho voluto semplicemente ricordare ai genitori che la scelta del proprio marito e la decisione finale in questo caso spetta agli interessati  (ai futuri sposi).”
Questa ragazza così semplice ma coraggiosa, probabilmente consapevole che suo cugino era uno sposo degno di stima e capace di assumersi le sue responsabilità familiari, ha comunque voluto difendere i suoi sacri diritti alla giustizia, alla libertà e alla dignità garantiti dall’Islam, sapendo che solo pochi anni prima, nell’era preislamica, le donne non godevano di nessun diritto civile e addirittura le bambine appena nate venivano sotterrate vive perché considerate dalla società una vergogna per la famiglia.
Ahimè! Ancora oggi notiamo che in alcune società e comunità avvengono matrimoni forzati che suscitano reazioni di rifiuto e ripudio sia da parte della ragazza che del ragazzo.
Nella raccolta più autentica degli hadeet (detti e comportamenti del Profeta Muhammed*) narrati dal grande sapiente Al Bukhari troviamo un capitolo interamente dedicato a questo, che attesta l’illegalità del matrimonio forzato.
Il Profeta* ha detto che ogni donna ha il pieno diritto di scegliere il proprio consorte.
Un altro caso significativo è stato quello di un’altra ragazza che aveva denunciato il fatto che il padre aveva forzatamente combinato il suo matrimonio con una persona da lui imposta: il Profeta* ordinò il suo scioglimento.
Certamente sono situazioni che ci invitano a riflettere su altre prese di posizione, che favoriscono l’applicazione della giustizia, della libertà e dell'uguaglianza tra le persone. Mi viene spontaneo citare un caso di giustizia esemplare accaduto  nel periodo del Califfato retto da Omar Ibn Al Khattab (644 DC). Durante una gara equestre in Egitto, tra i concorrenti vi era il figlio dell’Emiro, che all’epoca  era Omar Ibn Al Ass. La gara venne vinta da un giovane cavaliere cristiano copto, e la cosa fece infuriare il figlio dell’ Emiro  che non aveva accettato di buon grado il verdetto, il quale picchiò il vincitore a bastonate sulla testa, dicendo: “Come ti permetti di sfidare il principe e vincere la gara?”
Vista la situazione angosciante del giovane copto qualcuno gli consiglio di rivolgersi al Califfo Omar Ibn Al Khattab che risiedeva nella capitale del califfato, Madinah – Arabia Saudita. Questi quindi percorse una distanza di circa 1000 km sul suo cavallo, affrontando i pericoli del deserto e andò dal Califfo. Quando questi ascoltò la sua storia, immediatamente convocò l’emiro del Cairo e suo figlio, rendendo giustizia  al giovane cristiano pronunciando la sua famosa espressione che è diventata simbolo di giustizia ed equità tra i popoli:
“Chi vi ha permesso di schiavizzare le persone nate libere dal grembo delle loro madri?”
Sicuramente questi due esempi che abbiamo citato, la ragazza sposa che aveva osato sfidare la prepotenza del padre e della società e la storia del giovane copto che non si era arreso al sopruso dei potenti, sono testimonianze della vera giustizia stabilita da Dio sulla terra tra la gente di tutte le razze e fedi.
Torniamo adesso all’argomento principale del matrimonio. L’Islam ha regolamentato questo rapporto tra maschio e femmina con delle condizioni ben note a tutti, in particolare:
1-    Ci deve essere il consenso in piena libertà di entrambe le parti (marito e moglie).
2-    Bisogna che ci sia l'accordo con il curatore della sposa.
3-    E' necessaria la presenza di testimoni adulti e sani di mente.
4-    E' obbligatorio versare una dote per la sposa da parte dello sposo.
5-    Il matrimonio deve essere un fatto pubblico.
Per riassumere, nessuno può obbligare la donna a sposarsi senza il proprio, libero consenso, il ruolo dei genitori in questo caso deve limitarsi ad un appoggio morale, a quello di consiglieri che hanno esperienza e preparazione  per contribuire alla felicità e alla serenità della figlia (e della famiglia).
Purtroppo ai giorni nostri, quanti casi di giovani adolescenti ribelli che abbandonano le loro famiglie rifiutando i consigli dei genitori ci sono, ma dopo il duro scontro con la realtà si pentono delle loro scelte frettolose ed incoscienti e fanno ritorno a casa. Ecco perché il ruolo dei genitori è determinante nella crescita, nello sviluppo  e nell’orientamento dei figli.
Questo è ciò che dice l’Islam a proposito del matrimonio, non bisogna attribuirgli  ingiustamente la pratica del matrimonio forzato chiamandolo “islamico”.
Anche se questa consuetudine malsana è ancora diffusa in alcuni paesi islamici, tra alcune tribù arabe o africane che confondono la cultura e le usanze con la religione              (come del resto si riscontrano comportamenti brutali in altre parti del mondo con conseguenze devastanti e distruttive come il consumo di sostanze stupefacenti, l’abuso di alcoolici, lo sfruttamento della prostituzione o addirittura il commercio degli organi degli esseri umani), in realtà la religione non ha nessuna parte in questo.
Da tenere a mente per contrastare il fenomeno:
-         L’islam ha proibito questo tipo di relazione in quanto non rispetta le regole fondamentali, di conseguenza chi lo mette in atto rischia una condanna penale; inoltre l’atto non viene autentificato ufficialmente.
-         E' necessaria una preparazione adeguata dei notai e di coloro che rilasciano i certificati .
Non dobbiamo dimenticare poi l’esistenza di situazioni che favoriscono questo  tipo di matrimoni, soprattutto nei casi in cui una ragazza raggiunge un’età avanzata che mette in ansia i genitori, i quali temono che non trovi più pretendenti.
L’interesse materiale persuade alcuni genitori a cedere alla richiesta di un pretendente ricco ma magari anziano, considerato garanzia per un futuro tranquillo della figlia, o a  rispettare promesse previamente concordate e vincolanti nell’ambito famigliare, etnico o tribale.
In alcuni casi il matrimonio diventa una copertura per “riparare” a violenze carnali, considerate disonorevoli per le famiglie.
Che cosa bisogna fare? Tutte le strutture, dalle istituzioni politiche a quelle sociali, dai referenti religiosi ai capi tribù per poi arrivare agli intellettuali, ai media, alle scuole  alle famiglie, ai giovani, devono collaborare per giungere alla creazione di associazioni e comunità che diano un supporto morale e materiale alle vittime. Insieme possono assumere un ruolo determinante per impedire lo sviluppo e la diffusione di tale fenomeno.
Signori, vorrei infine concludere con un versetto significativo del Corano che riguarda la responsabilità: capitolo Al-Ahzâb (I Coalizzati) versetto 72:
“In verità proponemmo ai cieli, alla terra e alle montagne la responsabilità [della fede] ma rifiutarono e ne ebbero paura, mentre l'uomo se ne fece carico. In verità egli è ingiusto e ignorante.”
L’ingiustizia è il mezzo più orribile per opprimere le persone, calpestarne i diritti e negare loro la libertà .
L’ignoranza inabissa l’uomo nelle tenebre e lo spinge a commettere ogni tipo di illegalità ed infrazioni .
Perciò l’invito del Corano alla scienza e alla giustizia quali strumenti basilari  per una vita migliore in una società ideale è un monito saggio e realizzabile .

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