Cari lettori,
quello che sta accadendo in Birmania (mi rifiuto di utilizzare un nome imposto da una giunta militare formata da spacciatori e assassini) è tragico anche se altamente significativo. Tragico perchè i militari, come al solito, massacrano gente inerme ("da un militare non mi attendo che pensi", scriveva George Bernard Shaw); significativo perchè la resistenza nonviolenta fronteggia gli armati.
Va da se che il mondo politico tace (o finge di agire) e, come sempre, vince la logica del massimo profitto (come per la Russia che vende armi ai militari birmani) o dello status quo (per la Cina che teme una rivolta buddista che si estenda al vicino Tibet).
Amnesty International ha lanciato un appello (che ho già firmato e invito tutti a farlo). Forse è poco, ma è sempre meglio di nulla: del resto non viviamo in un'epoca mediatica?
L'appello di Amnesty:
Cara amica, caro amico, a Myanmar è in atto una violenta repressione delle manifestazioni pacifiche, che si stanno svolgendo in tutto il paese da oltre un mese. Il 25 settembre circa 300 persone sono state arrestate durante le proteste e tre monaci sono stati uccisi: uno da un colpo d´arma da fuoco e gli altri due a seguito di un pestaggio. Il giorno dopo vi sono state altre vittime, e almeno un giornalista è rimasto ucciso. Fonti non ufficiali hanno fatto sapere ad Amnesty International che oltre 50 monaci sono rimasti feriti. Le ultime notizie ricevute da Amnesty International in queste ore non sono incoraggianti. Numerosi raid da parte della polizia stanno avendo luogo in queste ore nei monasteri buddisti di Yangon e in altre città del paese, non si conosce ancora il numero preciso dei monaci arrestati e delle persone rimaste ferite.Per scongiurare il ripetersi del bagno di sangue del 1988, quando furono uccise circa 3000 persone, Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità di Myanmar chiedendo loro di mettere fine alle repressioni contro i dimostranti pacifici e garantire il rispetto del diritto di manifestazione.
ANCHE TU PUOI FARE QUALCOSA DI IMPORTANTE!
FIRMA L'APPELLO ON-LINE A QUESTO INDIRIZZO: http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Myanmar
E INVITA I TUOI AMICI CHIEDENDO LORO DI FARE ALTRETTANTO.
Far sentire la nostra voce in questo momento è fondamentale.
Insieme, la nostra voce può diventare più forte e salvare delle vite!
Amnesty International Sezione Italiana http://www.amnesty.it
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