I Simpson, uno dei pochi programmi in cui i protagonisti vanno in chiesa
Un cartoon che affronta le questioni fondamentali dell'esistenza
Dal beffardo Bart Simpson al teologo calvinista Karl Barth
L'umorismo come antidoto al fanatismo
In una società molto spesso imbarazzata dalle dimostrazioni pubbliche della spiritualità e della fede, i Simpson – litigarella, rumorosa e normalissima famiglia della classe lavoratrice di una città della provincia americana – aiutano a riflettere sui nostri timori e le nostre speranze, sull'oggi e su Dio.
Dalla quarta di copertina
... ma cos'ha a che fare Bart, il ragazzino scavezzacollo con una vocazione particolare a condurre alla collera suo padre, Homer, con Karl Barth, il grande teologo calvinista che ha segnato con la sua opera sterminata l'intero Novecento?
Da Bart a Barth: soltanto un - facile - gioco di parole? A tale angosciosa domanda – leggera di quella leggerezza che Italo Calvino suggeriva di portare con sé all'incrocio del nuovo millennio quale antidoto al senso diffuso di precarietà cosmica – è dedicato questo libretto.
Che (con la bassa scusa di parlare una volta di più della famiglia più famosa della TV mondiale, la famiglia Simpson) discute di noi, della nostra fatica di capire gli altri ma anche di capirci, dei nostri timori e delle nostre speranze, religiose e non: insomma, del nostro oggi, e di cosa ci fa – ancora? – colui che ci ostiniamo a chiamare Dio nel nostro oggi.
"Un'opera che si legge tutta d'un fiato e che alla fine – esattamente come accade dopo la visione di un episodio dell'amata serie – ti costringe a desiderare una successiva puntata." (Dalla prefazione di Gioele Dix)
Brunetto Salvarani, di solito, fa cose fin troppo serie (dice lui): si occupa di dialogo interreligioso, insegna teologia, dirige riviste ("CEM Mondialità", "QOL" e "Tempi di Fraternità") e fa parte dell'Osservatorio per l’educazione interculturale del Ministero della Pubblica Istruzione.
Di quando in quando, si concede delle – innocenti – evasioni: ha scritto sul fumetto, da Dylan Dog a Maus, e l’ultimo suo libro, firmato con Odo Semellini, è Di questa cosa che chiami vita. Il mondo di Francesco Guccini (Il Margine, 2007).
Brunetto Salvarani, Da Bart a Barth, per una teologia all’altezza dei Simpson, introduzione di Gioele Dix, Postfazione di Paolo Naso, coll. Il nostro tempo, pp. 160, 12,50 € (dal sito http://www.claudiana.it/).
Un cartoon che affronta le questioni fondamentali dell'esistenza
Dal beffardo Bart Simpson al teologo calvinista Karl Barth
L'umorismo come antidoto al fanatismo
In una società molto spesso imbarazzata dalle dimostrazioni pubbliche della spiritualità e della fede, i Simpson – litigarella, rumorosa e normalissima famiglia della classe lavoratrice di una città della provincia americana – aiutano a riflettere sui nostri timori e le nostre speranze, sull'oggi e su Dio.
Dalla quarta di copertina
... ma cos'ha a che fare Bart, il ragazzino scavezzacollo con una vocazione particolare a condurre alla collera suo padre, Homer, con Karl Barth, il grande teologo calvinista che ha segnato con la sua opera sterminata l'intero Novecento?
Da Bart a Barth: soltanto un - facile - gioco di parole? A tale angosciosa domanda – leggera di quella leggerezza che Italo Calvino suggeriva di portare con sé all'incrocio del nuovo millennio quale antidoto al senso diffuso di precarietà cosmica – è dedicato questo libretto.
Che (con la bassa scusa di parlare una volta di più della famiglia più famosa della TV mondiale, la famiglia Simpson) discute di noi, della nostra fatica di capire gli altri ma anche di capirci, dei nostri timori e delle nostre speranze, religiose e non: insomma, del nostro oggi, e di cosa ci fa – ancora? – colui che ci ostiniamo a chiamare Dio nel nostro oggi.
"Un'opera che si legge tutta d'un fiato e che alla fine – esattamente come accade dopo la visione di un episodio dell'amata serie – ti costringe a desiderare una successiva puntata." (Dalla prefazione di Gioele Dix)
Brunetto Salvarani, di solito, fa cose fin troppo serie (dice lui): si occupa di dialogo interreligioso, insegna teologia, dirige riviste ("CEM Mondialità", "QOL" e "Tempi di Fraternità") e fa parte dell'Osservatorio per l’educazione interculturale del Ministero della Pubblica Istruzione.
Di quando in quando, si concede delle – innocenti – evasioni: ha scritto sul fumetto, da Dylan Dog a Maus, e l’ultimo suo libro, firmato con Odo Semellini, è Di questa cosa che chiami vita. Il mondo di Francesco Guccini (Il Margine, 2007).
Brunetto Salvarani, Da Bart a Barth, per una teologia all’altezza dei Simpson, introduzione di Gioele Dix, Postfazione di Paolo Naso, coll. Il nostro tempo, pp. 160, 12,50 € (dal sito http://www.claudiana.it/).
Cosa posso aggiungere? Solo una citazione da Nietzsche:
"Non accetterò nessun maestro che non sappia ridere di sè stesso"...
Buona lettura!
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