Pagine

venerdì 31 luglio 2009

INTERVISTA A GIOVANNI SARUBBI, DIRETTORE DE IL DIALOGO.ORG

Prende il via con questa intervista all'amico Giovanni Sarubbi, una serie di interviste a individualità che, con il loro operato, contribuiscono a creare una società meno ingiusta di quella in cui viviamo.
Cominciamo con il Direttore del sito www.ildialogo.org, che ringrazio di cuore, conoscendo i suoi innumerevoli impegni...

1. quando, dove e come nasce www.ildialogo.org?

Il sito nell’attuale configurazione nasce nel novembre del 1999. Ha alle spalle una precedente esperienza di giornale cartaceo bisettimanale (dal 1996 al 1998) che si stampava a Monteforte Irpino, che è un paese attaccato alla città di Avellino. Si trattava del classico giornale locale che si occupava molto di politica locale, ma anche di dialogo interreligioso. Quello che oggi c’è on-line è uno sviluppo di quella esperienza.


2. ha contatti a livello nazionale?

Superata la fase locale, ora il gruppo redazionale del sito è di tipo nazionale. Sono oltre 40 i collaboratori sparsi un po’ in tutte le regioni d’Italia dalla Sicilia alla Lombardia. Utilizziamo ovviamente Internet per il nostro lavoro , che è tutto assolutamente gratuito e volontario, e pur essendoci un gruppo di lavoro locale a Monteforte, si tratta di una realtà pienamente nazionale. Abbiamo contatti con le Comunità di Base e con altri organi di informazione come Adista, Tempi di Fraternità, Confronti, QOL , Notam, Sentire ed altri.

3. cosa fa?


Il sito è diventato nel tempo un vero e proprio organo di informazione che si occupa prevalentemente di dialogo interreligioso, con ampi spazi sia al dibattito teologico cristiano, sia a quello dell’Islam e dell’ebraismo. Siamo dal 2001 il punto di riferimento nazionale della giornata del dialogo cristiano-islamico che è giunta quest’anno alla sua ottava edizione. Ci occupiamo di razzismo ma anche di politica, ambiente, e di problematiche di cui nessuno vuole parlare come l’omosessualità o la questione dei preti sposati per il quale abbiamo anche un blog che organizza un gruppo di auto-aiuto.

4. è espressione di un gruppo, di una comunità o altro? Dove si trova?


Il sito all’inizio è nato su mia iniziativa dopo la fine del gruppo che aveva dato vita all’esperienza cartacea dal 1996 al 1998. Via via si sono aggregati tutta una serie di persone interessate alla esperienza e al modo con cui affrontiamo i problemi. C’è oggi una piccola comunità cristiana locale che lo sostiene ma, come dicevo prima, la realtà del nostro sito è ampiamente nazionale.

5. com'è collegata ad altri enti, gruppi, ecc?


Il collegamento con le riviste o con i gruppi delle comunità cristiane o musulmane avviene sia con scambio di informazioni, sia con la partecipazione ad iniziative comuni, sia con il sostegno a campagne che di volta in volta vengono lanciate sul piano nazionale sui vari temi di cui ci occupiamo primo fra tutti la giornata del dialogo cristiano-islamico. Ma organizziamo anche alcuni gruppi di persone come il già citato gruppo di auto-aiuto sulla questione del preti sposati.

6. da quanto tempo opera?


Come dicevo opera dal 1994 come giornale on line. Il prossimo mese di novembre festeggeremo il decimo anniversario di presenza on-line, mentre il giornale esiste come giornale cartaceo da 14 anni.

7. come opera?


Siamo sostanzialmente un organo di informazione e per le iniziative che promuoviamo o a cui aderiamo funzionamo come strumento di organizzazione e collegamento.

8. lavora con stranieri?


No al momento non abbiamo collaboratori stranieri, ma abbiamo una sezione del sito curata da un nostro collaboratore, dove riportiamo una selezione di notizie della stampa estera con particolare attenzione alla lingua spagnola, francese, tedesca.

BOF COMMENTA RATZINGER

L'amico Bertagnolli invia questo testo, ricavato da adista:

Il teologo della liberazione Leonardo Boff commenta l’enciclica di papa Ratzinger “Caritas in veritate”.

Tratto da “atrio”, portale web dei cristiani progressisti spagnoli (17/7/2009). Titolo originale: “al papa le hace falta un poco de marxismo” La nuova enciclica di Benedetto XVI, “Caritas in Veritate”, del 7 luglio scorso, è una presa di posizione della Chiesa di fronte all’attuale crisi. L’insieme delle crisi che affliggono l’umanità e che comportano gravi minacce alla vita e al suo futuro, richiederebbe un testo profetico. Non è stato questo ciò che abbiamo ricevuto, ma un’ampia e dettagliata riflessione sulla maggior parte dei problemi di oggi, dalla crisi economica al turismo, dalla biotecnologia alla crisi ambientale, e proiezioni su un governo mondiale della globalizzazione. Il genere non è profetico, “in quanto supporrebbe un’analisi concreta di una situazione concreta” che mettesse in condizione di esprimere un giudizio sui problemi in forma di denuncia-annuncio. Però non è nelle corde di questo papa essere profetico. Egli è un dottore e un maestro. Elabora il discorso ufficiale del Magistero, la cui prospettiva non nasce dal basso, dalla vita reale e conflittuale, ma dall’alto, dalla dottrina ortodossa che sfuma le contraddizioni e minimizza i conflitti. La nota dominante non è l’analisi ma l’etica, il dover essere.Dato che non analizza la realtà attuale, estremamente complessa, il discorso magisteriale rimane di principio, equilibrista e si definisce per il suo essere indefinito. Il sotteso del testo, il non detto, rimanda ad un’innocenza teorica che incoscientemente assume l’ideologia funzionale della società dominante. Si nota già nell’approccio al tema centrale – lo sviluppo – tanto criticato oggi dato che non tiene in considerazione i limiti ecologici della Terra. Di questo l’enciclica non dice niente. La sua visione è che il sistema mondiale si presenta fondamentalmente corretto. Ci sono disfunzioni non contraddizioni. Questa diagnosi suggerisce la seguente terapia, simile a quella del G20: rettifiche e non cambiamenti, miglioramenti e non modificazioni di paradigma, riforme e non liberazioni. È l’imperativo del maestro: “Correzioni”, non quello del profeta: “Conversione”.Leggendo il testo, lungo e faticoso, finiamo per pensare: Quanto bene farebbe all’attuale papa un po’ di marxismo! Quest’ultimo, partendo dagli oppressi, ha il merito di smascherare le contraddizioni dell’attuale sistema, di portare alla luce i conflitti di potere e di denunciare la voracità incontenibile della società di mercato, competitiva, consumista, affatto cooperativa e ingiusta. Questa rappresenta un peccato sociale e strutturale che sacrifica milioni di persone sull’altare della produzione per il consumo illimitato. Questo avrebbe dovuto denunciarlo il papa. Ma non lo fa.Il testo del Magistero, che pretende essere al di sopra dell’attuale situazione di conflitto, non è ideologicamente “neutro” come vorrebbe. È un discorso che riproduce il sistema imperante che fa soffrire tutti, specialmente i poveri. Non è questione se Benedetto XVI lo voglia o non lo voglia ma della logica strutturale del suo discorso magisteriale. Rinunciando ad una seria analisi critica paga un prezzo alto in inefficacia teorica e pratica. Non innova, ripete.E perde una grande opportunità di rivolgersi all’umanità in un momento drammatico della storia, partendo dal capitale simbolico di trasformazione e speranza contenuto nel messaggio cristiano. Questo papa non valorizza il nuovo cielo e la nuova Terra, che possono essere anticipati dalle pratiche umane, conosce solo questa vita decadente, e di per sé insostenibile (il suo pessimismo culturale), e la vita eterna e il cielo futuri. Si allontana così dal grande messaggio biblico che ha conseguenze politiche rivoluzionarie quando afferma che l’utopia finale del Regno della giustizia, dell’amore e della libertà sarà reale solo nella misura in cui questi beni si costruiscano e si anticipino, nei limiti dello spazio e del tempo storico, tra di noi.Curiosamente, facendo astrazione dalle ricorrenti nozioni fideiste (“solo attraverso la carità cristiana è possibile lo sviluppo integrale”), quando, nell’enciclica, si “dimentica” del tono magisteriale, parla di cose sensate come la riforma dell’Onu, la nuova struttura economico-finanziaria internazionale, il concetto di Bene Comune della Terra e la inclusione relazionale della famiglia umana.Parafrasando Nietzsche: “Quanta analisi critica è capace di incorporare il Magistero della Chiesa?”.

giovedì 30 luglio 2009

sul governo berlusconi la lega e un commercialista sud tirolese

Ieri sera, durante una passeggiata, ho incontrato un commercialista sud tirolese e siamo venuti a parlare di quanto sta avvenendo in Italia.

Mi sono accorto che, senza dichiararlo esplicitamente, simpatizza per il governo Berlusconi.
Il mio interlocutore sosteneva che, sì Berlusconi è una persona poco onesta che vive ed agisce in modo non molto etico, ma, secondo lui, almeno qualche cosa fa, mentre l’opposizione parla e parla, ma non è in grado di fare alcunché; si dichiarava, sempre il mio interlocutore, cattolico, ma l’agire certamente contrario alla morale cattolica del presidente Berlusconi, passava in secondo piano di fronte al suo agire.


Scioccamente: è sciocco cercare di discutere e criticare quanto si accetta per fede, ho cercato di esporre alcune critiche, in particolare, riguardanti le leggi contro i più deboli, siano essi stranieri venuti in Italia a cercare un lavoro che permetta loro una vita dignitosa, sia gli accattoni di casa nostra, persone spesso depresse e, per questo difficilmente omologabili al modello produttivo che ci è caro. La depressione, per gli estensori della legge brevemente definita “ pacchetto sicurezza”, è evidentemente un atto criminale da punire, non una malattia.

Ricordavo le norma varate per creare un data base per la schedatura delle persone, inizialmente, quando era forte la campagna contro Rom e Sinti, tale schedatura riguardava appunto queste minoranze; includevano informazioni sul DNA, impronte digitali e foto di ogni individuo soggetto a questo provvedimento (poco importava se costui avesse eluso la legge o meno: bastava che fosse di un certo gruppo etnico/culturale).

Il ministro Maroni, quello che, quando ordinò il respingimento degli immigrati che cercavano di raggiungere le coste italiane disse: “ finalmente cattivi!” allora dichiarò: “Prenderemo le impronte anche ai minori in deroga alle attuali norme”

Il provvedimento è stato, voglio ricordarlo, criticato dalle organizzazioni dei diritti umani e dal Consiglio d’Europa il cui Segretario Generale Terry Davis, ha dichiarato: “ Questa proposta richiama analogie storiche così ovvie che non è nemmeno necessario specificarle”
Luciano Scagliotti del European Network Against Racism, ha detto: “ Ogni tipo di legge o misura giustificata sulla base di origini etniche deve essere condannata”.


Rappresentanti di Amnesty International, de la Lega Anti Diffamazione (Anti- Defamation League) e UNICEF, sono stati ancora più espliciti.

Ma la Lega e il governo di centro destra, sono andati avanti sulla loro strada senza deflettere e, purtroppo, una buona parte della popolazione, li ha approvati.

Il governo ha già varato un provvedimento che definisce crimine l’entrare in territorio italiano senza documenti d’identificazione. E’ chiaro che se qualcuno fugge dalla propria terra perché perseguitato, non sarà in possesso di alcun documento e così pure se fugge da paesi in guerra o dove sono in atto pulizie etniche, ma Berlusconi, quando ci fu il primo respingimento, affermò: “solo pochi avrebbero avuto il diritto al riconoscimento di rifugiato politico”. Se anche fosse stato uno solo, costui è stato restituito al paese da cui, con enormi sofferenze, era riuscito a fuggire e solo pochi hanno denunciato il cinismo di questa dichiarazione!

Non andai oltre nell’esposizione dei miei punti di vista con il mio interlocutore in quanto mi interruppe dichiarando che, lui, non aveva tempo per leggere queste notizie; non me la sentii di chiedergli che cosa ritenesse meritevole di lettura.

Vi assicuro che non passai una notte serena: mi rivoltai nel letto pensando che troppi italiani, anche di gruppi di minoranza, se hanno un certo benessere e una buona libertà personale, non si sentono chiamati in causa nella difesa dei diritti umani: la loro tranquillità non viene scalfita da alcuna forma di ingiustizia subita da altri.

Paolo Bertagnolli

mercoledì 29 luglio 2009

COMUNICATO STAMPA DI 'NOI SIAMO CHIESA'

NOI SIAMO CHIESA
Via N.Benino 3 00122Roma
Via Bagutta 12 20122 Milano
Tel.3331309765
+39022664753
E-mail vi.bel@iol.it
www.noisiamochiesa.org

Comunicato Stampa

“Caritas in Veritate”: un’enciclica importante ma che tace su ogni questione che riguarda le guerre e le armi e che non si pone il problema di un’alleanza con le altre confessioni cristiane e con le altre religioni per suscitare le passioni ideali e le energie morali per combattere il disordine presente nel mondo
Il coordinatore nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“L’enciclica “Caritas in Veritate” è, come prevedibile, complessa ed esigerà analisi attente su ogni problema affrontato. Ad una prima lettura mi pare di fare le seguenti osservazioni:
--tutto il documento è pervaso dall’importante richiamo ai valori etici e alla necessità di “energie morali” come fondamento di ogni azione in campo economico e sociale, soprattutto in questa fase di crisi senza precedenti;
--sulle questioni del relativismo, del laicismo, del fondamentalismo come su quelle della bioetica, della contraccezione, dell’aborto, della politica demografica Benedetto XVI conferma ed accentua le posizioni ben note e sulle quali ci sono, anche nella Chiesa cattolica, opinioni diverse;
--l’analisi del fenomeno della globalizzazione adotta un punto di vista prevedibile secondo cui essa è un’opportunità ma necessita di un ben maggiore controllo;
--manca però una denuncia, all’altezza della gravità dei fatti, delle responsabilità della finanziarizzazione dell’economia e del ruolo delle multinazionali come cause principali della crisi in atto e di tutti gli aspetti negativi della globalizzazione;
--sono raccolti e positivamente sviluppati nuovi aspetti e problemi della realtà economica e sociale : l’economia del terzo settore, la finanza etica, il ruolo dei consumatori, la tutela della natura e altro;
--è del tutto discutibile sostenere che la Populorum Progressio fu in linea di continuità col magistero preconciliare (essa viene ancora oggi considerata una enciclica di rottura e di denuncia profetica);
Infine sono rimasto spiacevolmente sorpreso dal constatare, al termine della lettura, che nell’enciclica:
--non vi è alcun accenno alla corsa al riarmo, alla necessità del disarmo, al commercio internazionale delle armi e, in generale, al problema dei conflitti potenziali e in atto che sono una delle cause fondamentali dell’impoverimento, della fame e della miseria ;
----vi è solo un timido accenno agli impegni, ovunque disattesi, per il trasferimento di risorse al Sud del mondo (il famoso 0,7%) così come non si parla più della remissione del debito estero, oggetto della campagna della stessa Chiesa nell’anno giubilare;
--non vi è alcun riferimento concreto al percorso ecumenico con le altre Confessioni cristiane (che animò la campagna “Giustizia, pace e salvaguardia del creato”) e solamente un fugacissimo cenno alle relazioni con le altre religioni. Ma questi rapporti sono gli strumenti principali per sollevare in tutto il mondo le energie morali capaci di avviare una svolta e di correggere l’attuale iniquo disordine nei rapporti tra le economie e i popoli. La Chiesa cattolica con questa enciclica sembra presentarsi da sola ed autosufficiente ad occuparsi dei problemi del mondo”


Roma 7 luglio 2009

lunedì 27 luglio 2009

SIAMO IN GUERRA: L'HA DETTO ANCHE BOSSI

Chi ha letto i giornali o ascoltato i tg si sarà reso conto di una grande notizia -che, a dire il vero, il variegato mondo pacifista, l'aveva già data da anni...

...grazie (si fa, naturalemnte per dire), a Bossi, abbiamo scoperto che l'Italia è in guerra e che non è vero che i nostri (anche questo, si fa per dire) militari non sono impegnati in missione di pace.

ma va? qualcuno ci credeva per davvero che fossero missioni di pace quelle in cui civili vengono massacrati e villaggi distrutti? Certo ogni tanto ci scappa il morto militare...si sa: gli eroi, ecc. ecc.

dispice solo che anche un tg solitamente ben informato come quello di RAINEWS24 abbia affermato che Bossi è solo ad affermare queste cose...e noi cosa stiamo dicendo da anni? E' proprio vero che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire...

i 'lontani' e la Chiesa, da Adista

Da www.adistaonline.it, adista, fatti, notizie, avvenimenti su mondo cattolico e realtà religiose
lunedì 27 luglio 2009

LA PASTORALE DEI LONTANI CHE ALLONTANA I ‘VICINI’:
IL CASO DELLA CHIESA DI S. LEONE MAGNO A ROMA

35146. ROMA-ADISTA. Chi sono i "lontani"? È una domanda sulla quale si stanno da mesi interrogando gli abitanti del quartiere Aurelio, Municipio 18 di Roma. Lì sorge, dagli anni ‘30, la Chiesa di San Leone Magno, affidata ai Padri Concezionisti, con la vocazione di essere centro di aggregazione e spazio per i poveri, tanto da essere stata dotata di una cucina economica sin dai primi anni di attività. Ed è sempre lì che una Comunità di laici, intorno agli anni ‘70, ha cominciato ad operare con i poveri e per i poveri. All’inizio in maniera occasionale, poi, via via, istituzionalizzando il proprio impegno attraverso una serie di attività, prima fra tutte la "Colazione per i poveri", ogni sabato mattina dalle 6,30 alle 9. Un impegno che rischia di essere bruscamente ed inspiegabilmente interrotto: il rettore della Chiesa padre Giovanni Cazzaniga intende infatti riadeguare i locali dove si tiene la colazione, eliminando la cucina in favore di un salottino dove, dice, comincerà dal prossimo anno a tenere una "pastorale per i lontani". Sfrattando, nel frattempo, i "vicini".
La colazione del sabato è iniziata nel 1986; ad essa ne sono seguite altre, che ne sono state la naturale prosecuzione, la La.Va. (Lavoro Vagabondo), onlus che aiuta i disoccupati a cercare lavoro, il Gruppo di Solidarietà Internazionale, la ramificazione internazionale delle iniziative, e il "Barbone Vagabondo", giornale scritto da poveri per i poveri, su temi inerenti la marginalità.
Non è la prima volta che l’attività rischia di chiudere, ma i precedenti tentativi sono sempre rientrati, anche per l’impegno dei superiori della congregazione e dei vescovi di settore (prima mons. Vincenzo Apicella, poi mons. Benedetto Tuzia). Questa volta, però, la decisione di padre Cazzaniga sembra irrevocabile. E la diocesi non ha voluto manifestare il proprio dissenso. Anzi: la Comunità di San Leone è stata informata ufficialmente della decisione di Cazzaniga proprio da mons. Tuzia, in un incontro avvenuto all’inizio dell’anno pastorale. In quell’occasione, Tuzia disse che a partire da aprile 2009 la comunità avrebbe dovuto trovare nuovi locali per svolgere le proprie attività. Di tutto questo, a San Leone non ne sapeva nulla nemmeno don Raffaele Buono, che dagli anni ‘70 segue come assistente la comunità. A lui mons. Tuzia assicurò che padre Cazzaniga avrebbe spedito una lettera per metterlo al corrente della decisione e delle sue motivazioni. Lettera che però non è mai arrivata. Alle proteste della comunità il vescovo ha poi replicato sottolineando che la Chiesa è affidata ai padri Concezionisti, ed ha una sua autonomia gestionale all’interno della quale la diocesi non può entrare. Poi, al termine di un dibattito molto acceso, mons. Tuzia ha tagliato corto: "Al rettore dovete obbedienza".
È iniziata allora la ricerca di un luogo alternativo: mons. Tuzia ha indirizzato la Comunità presso le Suore della Carità in via Albergotti. Ma si sarebbe trattato di portare i poveri fuori da San Leone. E in ogni caso le stesse suore hanno dichiarato di non disporre di locali per ospitare le attività del San Leone.
La comunità ha chiesto allora chiarimenti a padre Cazzaniga, che, dopo molte insistenze, ha acconsentito ad una riunione con alcuni rappresentanti dei vari gruppi della Comunità. Dell’incontro, tenutosi il 29 maggio, è rimasto anche un verbale. Di fronte alla determinazione del rettore di istituire una "pastorale per i lontani", di cui - ha detto - c’è "grande bisogno", in molti hanno cercato di capire il significato dell’essere "lontani". "La catechesi dei lontani - ha detto uno dei volontari - non può che coinvolgere il povero, che è spesso, appunto, ‘lontano’". Alla fine, padre Cazzaniga ha concluso: "Ho ascoltato tutti, il clima, i desideri, le prospettive dai vostri discorsi. Rifletterò, e si prenderà una decisione in accordo con il vescovo, al quale spetta l’ultima parola".
Ma in realtà, la linea di padre Cazzaniga non è cambiata. E in una successiva lettera alla comunità ha spiegato che la sua decisione era stata "riconfermata dal vescovo". La comunità ha provato a rivendicare, ancora una volta, la necessità di un maggiore coinvolgimento dei fedeli nelle scelte pastorali: decisioni così importanti, hanno spiegato al rettore, devono essere prese dall’intera comunità ecclesiale, non da una sola persona, per di più con l’opposizione di tutti. Parole inutili. Così i volontari di San Leone hanno deciso di preparare un volantino: "Fuori i poveri da San Leone", era il titolo che campeggiava sui fogli. Di seguito, si spiegava come padre Cazzaniga, con il consenso del vescovo Tuzia, avesse deciso di sospendere la Colazione del sabato. Il volantino non è stato però distribuito: il vescovo, informato del suo contenuto, si è impegnato nuovamente a trovare una soluzione alternativa. Ed ha proposto i locali della vicina chiesa parrocchiale di Santa Maria Immacolata di Lourdes a Boccea. Che si sono rivelati però inadeguati: la cucina lontana dai saloni, infatti, avrebbe costretto i volontari ad uscire all’aperto con le vettovaglie, anche in inverno, magari sotto la pioggia.
A quel punto sono stati gli stessi poveri a mobilitarsi: hanno scritto una lettera a padre Cazzaniga ed una ai responsabili della Comunità; nella prima hanno chiesto al rettore "di ripensare alla sua decisione e di non privare la Chiesa di San Leone di questa ricchezza: i poveri". Tra il 17 e il 20 giugno la lettera ha raccolto nell’intero quartiere quasi 1400 firme, corredate da recapiti e messaggi. Ora, dopo mesi di battaglie, il destino della Colazione resta ancora sospeso.




Adista Società Cooperativa a Responsabilità Limitata - via Acciaioli 7, 00186 Roma - P.I. 02139891002

mail di Paolo Bertagnolli

Dall'amico Paolo Bertagnolli, ricevo e pubblico, invitando altri lettori a intervenire

Io sono cattolico, meglio cristiano per varie ragioni tra cui l'educazione che ho ricevuto, sono stato insegnante di religione, oggi sono in pensione, ma la mia posizione è stata ed è vicina al Concilio Vaticano II: per me la coscienza della persona è essenziale, mi sembra inutile sottolineare che tale coscienza non deve essere asservita al proprio tornaconto, ma ciò è implicito.Detto questo ne consegue che mi trovo abbastanza stretto nell'attuale situazione dove la curia romana tende a soffocare la richiesta degli uomini ad essere ricercatori di giustizia e libertà.Secondo l'esegesi moderna, se andiamo ad analizzare i testi evangelici, troviamo che non c'è alcun passo che legittimi la differenza tra gerarchia ecclesiale e fedeli.Trovo, non credo di poter essere smentito, che il potere della gerarchia, non solo quella cattolica, ma ogni gerarchia: giudea, cristiana, islamica, sono fonte di fanatismo, di integralismo, quindi di lotte e divisoni e ciò è contrario, assolutamente contrario, all'esempio di Gesù: Egli sostenne che " gli ultimi saranno i primi".Non solo: quando Gesù conferma la missione di Pietro, gli dice: " Quando sarai vecchio, un altro ti legherà e ti condurrà dove non vorrai andare" (Gv. 21, 15 ss) e ciò accade proprio nel momento in cui gli dice: " pasci le mie pocore". Mi sembra di poter affermare che gli propone un servizio, non un'autorità.Purtroppo gran parte della società è convinta che la soluzione dei problemi verrà dal potere, su questa credenza, spesso supportata dalla gerarchia, si basa l'autorità del Papa, dei vescovi ed anche del potere civile.Lo possiamo notare quando osserviamo quei rappresentanti della Chiesa che si pongono al servizio degli ultimi, per fare solo alcuni esempi: Helder Càmara, il vescovo Romero, ma per venire a noi, in Italia: don Primo Mazzolari, don Lorenzo Milani, Balducci, ecc. ebbene, costoro sono relegati in un limbo, penso verranno recuperati, chissà quando, se l'istituzione vi sarà costretta, ma per ora mi sembra, cerchi di difendere quei privilegi che si è procurati durante i secoli e, in tal modo, non si accorge che diminuiscono coloro che nella Chiesa si riconoscono a parte, appunto, gli integralisti, e qui potremmo fare esempi di gruppi e movimenti innumerevoli.

domenica 26 luglio 2009

LA STORIA NON PUO' RIDURSI SENZA RISCHI A UNA COLLEZIONE DI MEMORIE PERSONALI

Redazione aperta - David Bidussa:
"La Storia non può ridursi senza rischi a una collezione di memorie personali"

“Da quando si è cominciato a parlare della Shoah, sono sempre state prese in considerazione le vicende personali e continuando su questa strada tutto finirà con le vicende personali” parafrasando David Bidussa, storico sociale delle idee, invitato a parlare a Trieste in occasione dell’iniziativa Redazione aperta, nel mondo ebraico si pensa di avere a disposizione un'unica verità sulla Shoah, un'unica versione sopportabile da raccontare, senza che ci sia la possibilità di affrontare un contraddittorio. La nostra memoria di oggi è costruita sull’offerta delle voci testimoniali, che lentamente vanno scomparendo e su una cospicua produzione editoriale e documentaristica. Il documentario, per la sua natura intrinseca, non potrà mai rappresentare una realtà storica attendibile,poiché è già un’accurata selezione di materiali, che non rivelano mai gli specifici percorsi mentali che l’autore ha seguito nella creazione del prodotto.La prima battaglia gnoseologica da fare è quella di riuscire ad indagare gli eventi passati attraverso il mestiere di storico, fatto di scavo nei documenti, di ricostruzione della storia nella forma più dettagliata possibile, tenendo conto però che in definitiva nessun documento fornirà mai una versione totalmente esaustiva dell’argomento. A oggi indagare la storia attraverso l’incomparabilità dell’esperienza delle vittime ci spinge a considerare il silenzio come l’unica alternativa alla vuotezza dell’eccesso di parole, che spesso i media strumentalmente ci propinano. Il Giorno della Memoria, istituito il 20 luglio 2000 come occasione di riflessione sulla tragedia, denuncia a oggi una crisi: proposto come male assoluto, la Shoah si presenta non come evento storico, ma come dato etico-spirituale, come elemento intangibile e astratto. Se è vero che il contenuto di questa giornata si è definitivamente esaurito è pur vero che una delle ragioni è l’aver voluto per motivi di convenienza focalizzare l’attenzione sulla tragedia specifica degli ebrei, senza pensare che il Giorno della Memoria potesse essere un’ occasione di riflessione pubblica non solo sull’antisemitismo, bensì sul razzismo in tutte le sue declinazioni. David Bidussa nel suo libro intitolato Dopo l’ultimo testimone afferma che la problematica che in futuro dovremo affrontare è legata al concetto di postmemoria. Nel momento in cui anche l’ultimo dei testimoni diretti scomparirà, si dovrà ridiscutere il rapporto tra storia e passato per essere capaci di gestire e riordinare l’enorme cumulo di storie, immagini e testimonianze che avremo raccolto, dovendo purtroppo effettuare anche una selezione delle fonti. In un midrash caro ad Elie Wiesel si dice: “Quando il Baal Shem Tov doveva assolvere un compito difficile, per il bene delle creature, andava nel bosco, accendeva un fuoco, pregava, meditava e tutto si realizzava secondo il suo proposito. Una generazione dopo il Maggid di Meseritz si trovava di fronte allo stesso compito, riandava nel bosco e diceva: “Non posso più accendere il fuoco, ma posso pregare” e tutto andava secondo il suo desiderio. Una generazione dopo ancora, Moshe Leib di Sassov, doveva assolvere lo stesso compito: andava nel bosco e diceva: “Non posso accendere il fuoco e non conosco più le preghiere segrete, ma conosco il posto nel bosco, dove tutto accadeva, e questo basta”: Infatti era sufficiente alla realizzazione dei desideri. Ma quando nella successiva generazione Israel di Razin doveva affrontare lo stesso compito, se ne stava seduto nella sinagoga e diceva: "Non posso fare il fuoco, non so dire le preghiere, non conosco più il posto nel bosco, ma di tutto ciò posso raccontare la storia”. Il suo racconto da solo aveva la stessa efficacia delle azioni degli altri predecessori”.Per tener viva la memoria ci vuole uno sforzo immane e forse un miracolo, noi non siamo più in grado di compiere miracoli poiché abbiamo dimenticato le segrete meditazioni che li realizzano e tra poco non saranno più presenti i testimoni che fino a ora hanno prestato la loro voce alla storia; è importante quindi che non si dimentichi come raccontare e tramandare ciò che fino ad oggi è stato narrato dai sopravvissuti, affinché la memoria sia la coscienza viva della storia e non diventi uno squallido rituale di convenienza.
Michael Calimani

da L'Unione informa, mail del sito www.ucei.it (portale dell'ebraismo italiano), Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

25 luglio 1943

Non so quanti l'abbiano ricordato, ma ieri era il 25 luglio...
Vi ricorda qualcosa?

Lo so che ora ci sono i (post) fascisti al governo, che promulagno leggi fasciste e razziali. Però, la prima volta, il fascismo era caduto 56 anni fa...

...quanto tempo dovremmo attendere (se non ci diamo una mossa) prima di vederlo cadere nuovamente?

Giuliano

LETTERA ALLA MAGGIORANZA SUL MESSAGGIO CRISTIANO

Mi sono permesso porre alcune domande alle deputate, ai deputati, alle senatrici ed ai senatori che, facendo parte della maggioranza che decide per tutto il paese, si riconoscono, o almeno così affermano, nel messaggio cristiano.In particolare chiedevo loro come potessero sentirsi in armonia con la prpria coscienza avendo votato la fiducia al provvedimento voluto dalla lega, ma anche, secondo le sue stesse parole, dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi; in particolare chiedevo come considerassero la voci della Bibbia, in particolare lo straniero residente: Gher " Non molesterai il forestiero né l'opprimerai, voi siete stati forestieri nel paese d'Egitto (Es. 22,20)Le ragioni sono: sua esperienza, sofferenze provate,radice del rispetto, della comprensione, dela condivisione.
Il forestiero residente sarà inserito nella comunità civile e religiosa: "Il Signore rende giustizia all'orfano e alla vedoa, allo straniero, gli dà pane e vestito. Amate, dunque, lo straniero". ( Deut. 10, 18 - 19)Amare lo straniero è riprodurre l'atteggiamento di Dio: se Dio ama il debole (= lo straniero, la vedova, l'orfano, anche i legislatori che si riconoscono nel messaggio bibblico, debbono amarlo)Se prendiamo il Nuovo Testamento, o, per non offendere i fratelli ebrei, il II Testamento, Dal punto di vista cristologico, In Mt. 25 Gesù dice: " ero forestiero, mi avete ospitato, ... chi accoglie lui ( il forestiero) accoglie me" e più oltre: " ogni volta che avete fatto questo a uno solo dei miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me..."Dal punto di vista carismatico: In 1 Cor. 13, 4) "... la carità non manca di rispetto, non cerca il suo interesse,... non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità"
In Mt. 7,12: " Tutto quello che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro"O voi, eletti, pensate che non avrete mai bisogno degli altri uomini?Per voi che vi dite credenti: la morte di Gesù abbatte ogni frontiera. E' lo spirito di chi dà la vita per tutti a spingerci ad aprire la porta a chi bussa.Deputate, deputati, senatrici, senatori che avete votato la fiducia, credete di aver ascoltato la Parola o, forse, avete cercato il vostro immediato tornaconto?
Sarei felice di ricevere, da voi, una risposta esaustiva

Paolo Bertagnolli

sabato 25 luglio 2009

UNA PROPOSTA PER LA LEGA NORD E IL MINISTRO MARONI

Mosaico dei giorni

I poveri aiutano i poveri24 luglio 2009 - Tonio Dell'Olio

Mentre in Italia le leggi "contro" gli immigrati si fanno sempre più restrittive, da un Paese come l'Ecuador in cui il 40% dei 13,7 milioni di abitanti vive in condizione di povertà, provengono segnali di accoglienza e disponibilità. "Registro Ampliato" è il programma governativo che prevede la regolarizzazione entro l'anno di 65.000 persone provenienti dal confine con la Colombia. A tutti verrà riconosciuto lo status di rifugiati. "Come prodotto del conflitto colombiano abbiamo una grande mobilità umana verso il nostro territorio, persone che richiedono una protezione internazionale" ha detto il ministro degli esteri Flander Falconi. Per il 2009 Quito ha stanziato 20 milioni di dollari a favore degli espatriati colombiani, una somma che verrà raddoppiata nel 2010.
I poveri sanno aiutare i poveri meglio dei ricchi perché chi è sazio non sa comprendere chi ha la pancia vuota.

Proponiamo al ministro Maroni e ad altri leader della Lega Nord di andare a frequentare un corso di formazione in Ecuador. http://www.peacelink.it/mosaico/a/29976.html

Mosaico di paceVia Petronelli n.670052 Bisceglie (BA)
tel. 080-395.35.07fax 080-395.34.50
www.mosaicodipace.it
orari di apertura: lun - ven dalle 8 alle 13

venerdì 24 luglio 2009

DAL CENTRO CULTURALE VALDESE

Dal Centro Culturale Valdese (segreteria@fondazionevaldese.org) ricevo la seguente mail inerente alle prossime attività in calendario

Care amiche, cari amici,

di seguito vi ricordo gli appuntamenti della settimana prossima, con preghiera di divulgazione.

Domenica 26 luglio 2009 – Ore 9.30- 16.00 - San Germano: Passeggiata storica Dalla Ruata a Lâz Aira Escursione (500 m di dislivello) Appuntamento a La Ruata di Pramollo. Itinerario: Ruata, Gardolin, Campi, Lâz Aira, Planet.Le passeggiate storiche sono organizzate dal Coordinamento Musei e Luoghi Storici Valdesi. Un/una responsabile del Coordinamento accompagnerà i presenti nel corso della giornata, intrecciando il racconto di eventi storici alla visita del territorio.

Mercoledì 29 luglio 2009 - Ecomuseo Crumière Villar Pellice - ore 21,00 - Proiezione del film Le Rayon vert de Éric Rohmer (1986). Cinquième de la série "Comédies et Proverbes", Le Rayon vert illustre le s vers extraits du poème "Chanson de la plus haute tour " d'Arthur Rimbaud: "Ah ! que le temps vienne / Où les cœurs s'éprennent". Le rayon vert: ce moment où l'on perçoit à l'horizon cette vive et brève lueur verdâtre, cet instant où, selon la légende, les sentiments de l'un pour l'autre deviennent des certitudes…Nell'ambito della tutela delle lingue minoritarie, il film fa parte di una serie di otto incontri per assaporare il cinema in lingua francese durante le serate estive. La comprensione linguistica sarà facilitata dalla distribuzione di schede in lingua francese e italiana, relative ai film proposti; sarà inoltre presente per una chiacchierata dopo il film la curatrice degli incontri Micaela Fenoglio. I film sono sottitolati in italiano

Venerdì 31 luglio 2009 - Loggia dei Mercanti - Luserna San Giovanni - ore 21.00 giovani musicisti provenienti dal Conservatorio di Milano e Torino si esibiranno guidati dal Maestro Daniele Gay in vari momenti musicali di violino e musica da camera. Musiche di F. Schubert, F. Mendelssohn e J. Sibelius. Il XX Seminario di Tecnica ed Interpretazione Musicale è organizzato dalla Scuola di Musica Intercomunale della Val Pellice e dall’Associazione Musicainsieme. L' ingresso è libero. Per Info: 3357827403.

Sabato 1 agosto 2009 - Laux, Comune di Usseaux, Alta val Chisone - Ore 9:00-17:30 - VI Convegno "Cattolici e valdesi, dai conflitti alla convivenza: Presenze religiose e migrazioni nella val Pragelato tra il 1400 e il 1500". Alle ore 21:00 Concerto "Xenia & Friends", con i docenti del XII Corso Inernazionale di Musica da Camera per Giovani Strumentisti ad Arco. Ospite d'onore Quartetto Prometeo.(www.cattolicievaldesi.it)

Domenica 2 agosto 2009
– h. 17,00 - Torre Pellice – Tempio valdese – Conferenza di Paolo Ricca "L’Ecumenismo a cinquant’anni dal Concilio Vaticano Secondo".

Info: 0121 91 305.

Sul sito internet trovate i programmi e gli aggiornamenti.

Cari saluti.
Ines Pontet
Segreteria generaleFondazione Centro Culturale Valdese
Via Beckwith 310066 Torre Pellice (To)
tel. +39 (0) 121 93 21 79
www.fondazionevaldese.org

STORIA DI UNA VERGOGNA (L'ENNESIMA)

MILANO — Vikas Kumar ha 32 an­ni compiuti da poco, una laurea in Economia e un master a Dehli, un PhD (l’equivalente di un nostro dotto­rato) a St. Louis. E ha, o meglio ave­va, un contratto in Bocconi. Un posto che in moltissimi sognano e a cui Vikas ha rinunciato, dopo 4 anni di più che onorato servizio nelle aule dell’università milanese. Tra l’entu­siasmo degli esordi e la disillusione dell’addio, i mesi di attesa per un per­messo di soggiorno che non arriva mai. A raccontare la storia di Vikas è Lo­renzo Peccati, prorettore per le risor­se umane della Bocconi. «Kumar è ar­rivato da noi quasi 5 anni fa, con un ruolo di assistant professor (ricerca­tore a tempo determinato). L’aveva­mo scelto sul Job Market, un appunta­mento annuale dove i migliori «cer­velli » vengono selezionati a livello in­ternazionale; gli abbiamo offerto un contratto di 6 anni, tra i benefit c’era la possibilità di un anno sabbatico, mantenendo stipendio e fondi di ri­cerca, da trascorrere in qualunque ateneo del mondo».
È l’estate 2008: Kumar, che ha già rinnovato una volta il permesso di soggiorno (da 2 anni, allora il massi­mo per un contratto di quel tipo), de­cide di sfruttare l’occasione. «E sicco­me è bravo, viene accettato a Stan­ford. Sarebbe dovuto rientrare alla fi­ne di quest’estate». Ma il visto, nel frattempo, è scadu­to. Da molti mesi. Nel corso dei quali la Bocconi non è stata con le mani in mano: «Grazie al decreto legge uscito a gennaio 2008, docenti e ricercatori stranieri ora possono ottenere un per­messo che copra tutta la durata del contratto. Ma l’ente che li assume de­ve iscriversi a un albo istituzionale, per poi avviare la procedura. Ebbene, l’albo è comparso sul sito del Ministe­ro dopo 9 mesi. E fino ad oggi non sono risultati di­sponibili i moduli necessari». Morale (mesta) della favola: «Vikas chiedeva notizie, e noi non potevamo far altro che rispondergli: ci stiamo lavoran­do... Penso che a un certo punto ab­bia fatto due più due. Poco tempo fa è arrivata una lettera molto gentile, con cui rende noto di avere accettato l’offerta dell’università di Sydney».
Una storia tra le tante, almeno stan­do all’indagine che la Fondazione Ro­dolfo DeBenedetti ha dedicato agli studenti stranieri di dottorato in Ita­lia. Ce ne sono tremila, e il 77% viene da Paesi extraeuropei. Arrivano ri­chiamati dalla «buona reputazione della ricerca» in Italia (43%), dalla di­sponibilità di una borsa di studio (il 54% dei non-Ue). E lottano, ogni gior­no, con la nostra burocrazia: per il permesso di soggiorno, uno studen­te su 5 aspetta più di un anno. E per avere un appuntamento in questura il 77% deve attendere oltre un mese. Con relative difficoltà nel viaggiare — che siano conferenze all’estero o vacanze in famiglia — per uno su 4. E costi non indifferenti: tra i 50 e i 200 euro, così dichiara il 68% degli in­tervistati. «Sono in Italia dal 2006 e ho già fatto due rinnovi», conferma Mark Dincecco, ricercatore all’Imt di Lucca, coetaneo di Vikas e california­no. «Per chi ha il passaporto america­no la situazione è meno grave, ma la sensazione di insicurezza c’è lo stes­so. A ottobre 2007, per il primo rinno­vo, ho aspettato quasi 10 mesi: il nuo­vo permesso è arrivato a luglio, e in settembre era già scaduto. In questu­ra la risposta era, invariabilmente, 'a Roma è tutto bloccato'. Chissà che si­gnifica... ».
A settembre, l’indagine della Fon­dazione sarà presentata in Bocconi, «a un convegno cui interverrà anche il ministro Gelmini — anticipa l’eco­nomista Tito Boeri —, con una sessio­ne su brain drain e brain gain ». Fuga e attrazione di cervelli. «Perché non solo ne arrivano pochi, ma quei pochi facciamo anche fatica a trattenerli. E ogni studente è un investimento importante: un dottorando costa, in media, 200-250 mila euro all’anno». Peccati conferma: «Bisogna pagare i docenti che vanno al Job Market, poi si invitano qui a spese nostre i candidati, e per chi viene preso c’è, di base, uno stipendio superiore a quello di ingresso di un associato». Anche per questo la Bocconi, insieme ad Assolombarda, ha deciso di sedersi a un tavolo con Comune, Questura, Prefettura, per lavorare a uno snellimento delle procedure. «La legge c’è: vogliamo solo poterla usare». Sul sito della Bocconi, alla pagina personale di Vikas, è indicata la sua «area di interesse scientifico»: strate­gie di internazionalizzazione. Non oc­corre andare a cercarlo in Australia per capire che, tra tutte le tattiche possibili, quella seguita finora dal­­l’Italia è decisamente sbagliata.
E' giusto che chi non ha il permesso se ne torni a casa. Non si possono accettare violazioni della legge penale. La Bocconi ora assuma un professore padano, o se ci tiene tanto ad avere professori indiani si trasferisca a Bombay; direbbe Salvini su questo caso, visto ciò che ha detto sulla sentenza pronunciata per l'extracomunitario che voleva fare l'elettricista all'ATM. Bisognerebbe nominarlo professore per chiara fama (o forse fame?) il giovane e talentuoso Salvini, chissà se i meneghini doc, tutti cassola e osso buco, della Bocconi se lo prendono?


FONTE : Community RAI
Giovanni Falcetta

giovedì 23 luglio 2009

CARI LETTORI, DATEMI UNA MANO...

Va bene che siamo in estate e (molti) hanno la testa in vacanza...oddio, da come siamo messi, si direbbe che molti dei primi molti, la testa in vacanza ce l'abbiano tutto l'anno. Però un blog con 4-5 lettori è un po' pochino, anche per me.
E, in effetti, è un po' di tempo che penso di ristrutturarlo: che non fosse un blog adolescenziale (anche data la mia età) sero che qualcuno se ne fosse accorto. Voleva e vuole tutt'ora essere un blog di servizio: far circolare materiali che difficilmente circolano, che non trovano spazio sui media e via dicendo.
Per cui invito tutti coloro che sono interessati a scrivere pezzi, inviare notizie su iniziative (ma anche inviare articoli vecchi ma interessanti, brani di saggi, di libri che possano essere materiale utile).
Insomma: non lasciate che sia io a fare tutto!!! Datemi una mano...
Grazie

Giuliano


giulianofalco@gmail.com

LETTERA DI DON PAOLO FARINELLA




Ho ricevuto questa lettera solo da qualche giorno, ma nonostante sia trascorso un po' di tempo dal suo invio, non mi risulta che qualcuno abbia risposto...


Giuliano






Lettera di don Paolo Farinella al cardinal Bagnasco:
"Perchè assolvete Berlusconi da ogni immoralità?"
Questa lettera, scritta da don Paolo Farinella, prete e biblista della diocesi di Genova al suo vescovo e cardinale Angelo Bagnasco, è stata inviata qualche settimana fa e circola da giorni su internet. Riguarda la vicenda Berlusconi, vista con gli occhi di un sacerdote. Alla luce degli ultimi fatti e della presa di posizione di Famiglia Cristiana che ha chiesto alla Chiesa di parlare, i suoi contenuti diventano attualissimi.





Egregio sig. Cardinale,viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certi-ficato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale. Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di ego-ismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vo-stro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso inno-cuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i garga-rismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno. Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono per-ché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi.
Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'im-moralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finan-ziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali.Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corre-sponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlu-sconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché con-tinuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spar-tire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo conclu-dersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro.Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magi-stero perché agite per interesse e non per verità. Per oppor-tunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una mag-gioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a sal-darvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare".Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A vo-ler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dob-biamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situa-zione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009).Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'im-peratore Costanzo 5).Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e compor-tamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipen-denze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intra-prendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia.Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna.
In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.


Paolo Farinella, prete




Genova 31 maggio 2009




FOTO:


In alto: don Paolo Farinella.

mercoledì 15 luglio 2009

IMMIGRAZIONE: CHI SONO GLI IRREGOLARI?

da Mosaico dei giorni

14 luglio 2009 -

Tonio Dell'Olio

Uno studio promosso dal SUNIA, il sindacato degli inquilini, rivela nei numeri quanto già sapevamo. Si scopre che gli immigrati sono al primo posto tra i soggetti che sono costretti a pagare affitti irregolari con cifre molto più alte del prezzo di mercato: in media gli affitti degli immigrati sono superiori del 30 - 50%. Dei 4 milioni di immigrati che vivono in affitto, ben l'85% non hanno un regolare contratto registrato oppure riporta una cifra inferiore a quella effettivamente pagata. Tutto questo fa si che i proprietari complessivamente riescono ad evadere circa un miliardo di tasse. Il 70% degli immigrati affittuari ha un reddito inferiore ai 15.000 euro l'anno e, per far fronte ai costi dell'affitto, è costretto a convivere nella stessa abitazione con altri nuclei familiari. La notizia non è riportata da quei giornali che solitamente indicano gli immigrati come delinquenti e profittatori degli "italiani brava gente", ma i risultati sono assai interessanti. A questo punto ci sarebbe da chiedersi senza ironia chi sono realmente gli irregolari, se gli immigrati o i proprietari di case.

http://www.peacelink.it/mosaico/a/29927.html_


Mosaico di pace
Via Petronelli n.670052 Bisceglie (BA)
tel. 080-395.35.07
fax 080-395.34.50
www.mosaicodipace.it
orari di apertura: lun - ven dalle 8 alle 13

martedì 14 luglio 2009

COMPLICITA' ITALIANE CON LE STRAGI IN AFGHANISTAN

Negli Sati Uniti, grazie alla CNN, se non ho capito male, stanno emergendo le complicità dell’Amministrazione Bush con le stragi perpetrate in Afghanistan. Peccato che le truppe americane non fossero da sole…

…ora, i nostri ‘amici’ al governo (e tutti coloro che, pur non stando al governo, concordavano con l’idea di inviare i nostri (?) militi in Asia, non hanno nulla da dire? L’Italia è ancora in guerra, ora come qualche anno fa. E la gente continua a morire…

E il Papi che dice? Lui che finché c’era Bush dichiarava il suo amore per il Presidente (ricordate quando a Washington, dopo una conferenza stampa congiunta, se ne andò trascinando seco un leggio e dichiarando che era il troppo amore per George…) Salvo poi dimenticare in fretta il grande amore, non appena è salito al potere Obama…

lunedì 13 luglio 2009

COMUNICATO STAMPA DI 'NOI SIAMO CHIESA'


NOI SIAMO CHIESA
Via N.Benino 3 00122Roma
Via Bagutta 12 20122 Milano
Tel.3331309765
+390465458327
E-mail vi.bel@iol.it
www.noisiamochiesa.org

Comunicato Stampa
“Caritas in Veritate”: un’enciclica importante ma che tace su ogni questione che riguarda le guerre e le armi e che non si pone il problema di un’alleanza con le altre confessioni cristiane e con le altre religioni per suscitare le passioni ideali e le energie morali per combattere il disordine presente nel mondo
Il coordinatore nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“L’enciclica “Caritas in Veritate” è, come prevedibile, complessa ed esigerà analisi attente su ogni problema affrontato. Ad una prima lettura mi pare di fare le seguenti osservazioni:
--tutto il documento è pervaso dall’importante richiamo ai valori etici e alla necessità di “energie morali” come fondamento di ogni azione in campo economico e sociale, soprattutto in questa fase di crisi senza precedenti;
--sulle questioni del relativismo, del laicismo, del fondamentalismo come su quelle della bioetica, della contraccezione, dell’aborto, della politica demografica Benedetto XVI conferma ed accentua le posizioni ben note e sulle quali ci sono, anche nella Chiesa cattolica, opinioni diverse;
--l’analisi del fenomeno della globalizzazione adotta un punto di vista prevedibile secondo cui essa è un’opportunità ma necessita di un ben maggiore controllo;
--manca però una denuncia, all’altezza della gravità dei fatti, delle responsabilità della finanziarizzazione dell’economia e del ruolo delle multinazionali come cause principali della crisi in atto e di tutti gli aspetti negativi della globalizzazione;
--sono raccolti e positivamente sviluppati nuovi aspetti e problemi della realtà economica e sociale : l’economia del terzo settore, la finanza etica, il ruolo dei consumatori, la tutela della natura e altro;
--è del tutto discutibile sostenere che la Populorum Progressio fu in linea di continuità col magistero preconciliare (essa viene ancora oggi considerata una enciclica di rottura e di denuncia profetica);
Infine sono rimasto spiacevolmente sorpreso dal constatare, al termine della lettura, che nell’enciclica:
--non vi è alcun accenno alla corsa al riarmo, alla necessità del disarmo, al commercio internazionale delle armi e, in generale, al problema dei conflitti potenziali e in atto che sono una delle cause fondamentali dell’impoverimento, della fame e della miseria ;
----vi è solo un timido accenno agli impegni, ovunque disattesi, per il trasferimento di risorse al Sud del mondo (il famoso 0,7%) così come non si parla più della remissione del debito estero, oggetto della campagna della stessa Chiesa nell’anno giubilare;
--non vi è alcun riferimento concreto al percorso ecumenico con le altre Confessioni cristiane (che animò la campagna “Giustizia, pace e salvaguardia del creato”) e solamente un fugacissimo cenno alle relazioni con le altre religioni. Ma questi rapporti sono gli strumenti principali per sollevare in tutto il mondo le energie morali capaci di avviare una svolta e di correggere l’attuale iniquo disordine nei rapporti tra le economie e i popoli. La Chiesa cattolica con questa enciclica sembra presentarsi da sola ed autosufficiente ad occuparsi dei problemi del mondo”
Roma 7 giugno 2009

domenica 12 luglio 2009

UMBERTO BOSSI CHEDE LA REGOLARIZZAZIONE DELLE BADANTI MA NON DELLE COLF

Se non fosse tragico, sarebbe ridicolo.
Quale sarà la prossima mossa del leader leghista? Regolarizzare uno straniero sì e dieci no? Regolarizzare i giorni dispari dei mesi pari degli anni bisestili? Non regolarizzare più nessuno...
Come direbbe il buon Totò: "Ma mi facci il piacere!"

sabato 11 luglio 2009

"IRREGOLARI" SONO QUELLI DELLA LEGA...

Da una mail di Pietro Ancona, dalla ml semprecontrolaguerra:

UNA PROPOSTA INFAME, UNA PROPOSTA RAGIONEVOLE

Il governo non resiste alla pressione esercitata da tanti ambienti alcuni dei quali al suo stesso interno per attenuare i rigori della legge razziale e schiavista intestata alla "sicurezza". Propone la regolarizzazione delle badanti e delle colf stralciando la loro posizione da quella di tutti gli immigrati irregolari marchiati come clandestini e sospettati dalla Lega di essere dediti alle più turpi occupazioni. Si tratta di una assurdità giuridica chediscrimina le persone ed i loro diritti in base alla prestazione lavorativa. Se sono badante o colf posso essere messa in regola, se sono meccanico, autista, fornaio, carpentiere e di qualsiasi altra specializzazione no :debbo continuare a prestare la mia attività in nero ed essere sottoposto alla spada di democle della incriminazione per reato di clandestinità, alla carcerazione in un CIE, alla espulsione, alla separazione dalla mia famiglia....A fronte di questa autentica porcata concordata da Maroni e Sacconi e dai loro tracotanti staff di consiglieri giuridici e sociali è stata presentata dai radicali ma anche da altri una proposta di legge che è dentro la logica del diritto e propone la regolarizzazione per quanti pur avendone presentato la domanda nel 2007 ne restarono esclusi per il diabolico marchingegno dei meccanismi sui flussi. Si tratta di cerca quattrocentomila persone che hanno continuato a lavorare in nero, ad arricchire i loro padroni e padroncini in gran parte della valle padana, ad essere sfruttati e ricattati per la loro precaria condizione.Questo disegno di legge non affronta il problema della abrogazione del reato di clandestinità e le altre misure vergognose come la schedatura dei senza-casa e la sottrazione dei bambini alle famiglie rom ma vuole dare una risposta ragionevole ed accettabile ad un problema sul quale il governo ed i razzisti sono in grande difficoltà. E' ragionevole e dunque non verrà accettato dal Governo che insisterà per la regolarizzazione "selettiva". Secondo la teoria di Maroni lo Stato deve mostrare la sua cattiveria e decideresu diritti fino ad ieri patrimonio inalienabile delle persone. Quindi si farà la "sanatoria" delle badanti e delle colf perchè non si resiste alla pressione dei cattolici e delle famiglie oramai abituate all'assistenza di persone che sostituiscono il welfare in tre punti nevralgici: bambini, anziani, invalidi. Ma non si regolarizzeranno centinaia di migliaia di lavoratori ben noti alle loro imprese per le quali lavorano in nero e nel terrore di essere espulsi.

Pietro Ancona

http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/ http://www.spazioamico.it/ http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/noti.php?id=265477

venerdì 10 luglio 2009

HO SCRITTO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA...

Gentilissimo Presidente della Repubblica,

ancora una volta torno a disturbarla: ho scritto a Lei e ai suoi predecessori ogni volta che l'Italia entrava in guerra, in barba all'articolo 11 della nostra Costituzione e l'ho fatto nella triplice veste di padre, di insegnante e di cittadino.

Avrei dovuto farlo (e qualche volta l'ho fatto) anche in altre occasioni: il governo di Silvio Berlusconi ne fornisce tante, di queste occasioni (a dire il vero, qualche volta, anche il precedente ci ha messo del suo)...

Oggi torno a scriverLe per il cosiddetto 'pacchetto sicurezza' che, come al solito colpisce i più deboli, i meno garantiti...Caro Presidente è una vera vergogna! Lo saprà anche lei che le normative sulla sicurezza, lungi da colpire i terroristi (o presunti tali), mettono nei guai tante brave persone senza le quali la nostra economia crollerebbe a picco e molti nostri anziani si ritroverebbero soli e abbandonati (anche perché molti nostri concittadini non possono -o non vogliono- curarli).

Ma quello che più mi colpisce, caro Presidente, è che sei controfirmasse questi dispositivi, si renderebbe complice di una normativa iniqua e razzista promossa non a caso da un partito eversivo al governo (che, se non vado errato, ha tra i suoi fini la secessione: come la mettiamo con il fatto che la Repubblica è una e indivisibile?). Partito espressione dell'italietta razzistoiste che vede nel diverso un nemico, che murerebbe i volontari caritas, che alzerebbe barriere a destra e manca pur di conservare l'italica (o la padanica?) purezza...noi che siamo un popolo nato dalla fusione di mille popoli, che mille cultura hanno contribuito a far nascere quella nazionale, che la propria lingua ha vocaboli che vengono dal francese, dal tedesco, dall'arabo, dal greco e dal latino...Noi, per finire, che abbiamo 'seminato' emigranti per tutto il mondo...

Caro Presidente,
non firmi questa nuova norma iniqua, razzista e ingiusta; non si renda complice di questa ennesima schifezza indegna di un popolo civile.

Cordiali saluti
Giuliano Falco


PS: colgo l'occasione per comunicarLe che, nel malaugurato caso in cui gli insegnanti fossero costretti a denunciare i figli di genitori irregolari (trovo il termine 'clandestini', sbagliato e razzista), mi rifiuterei in nome della mia coscienza


Chi volesse scrivere al Presidente, l'indirizzo è:

UNA SOLA UMANITA': CONTRO IL 'PACCHETTO SICUREZZA'

da "Coi piedi per terra", riporto alcuni interventi contro il cosidetto 'pacchetto sicurezza', nuova norma illegale e razzista di un governo che riporta indietro l'Italia...alle leggi razzsite e al nucleare...

===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza é in cammino"
Numero 213 del 10 luglio 2009
In questo numero:
1. Domenico Basile, Maria Chiara Zoffoli: Al Presidente della Repubblica
2. Gino Buratti: Al Presidente della Repubblica
3. Centro delle Culture: Al Presidente della Repubblica
4. Antonio Lombardi: Al Presidente della Repubblica
5. Lorenzo Porta: Al Presidente della Repubblica
6. Barbara Romagnoli: Non lasciare nulla di intentato
7. Evelina Savini: Al Presidente della Repubblica
8. Antonio Vigilante: Al Presidente della Repubblica
9. Alessandra Ballerini: Una legge che comprometterà i diritti di noi tutti
10. A Cinisi il 15 luglio
11. Una preghiera ad alcune persone amiche
12. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
13. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
14. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
15. L'on. Antonio Borghesi ha presentato un'interrogazione parlamentare
sulle disastrose conseguenze del mega-aeroporto a Viterbo
16. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo


1. UNA SOLA UMANITA'. DOMENICO BASILE, MARIA CHIARA ZOFFOLI: AL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA
Signor Presidente della Repubblica Italiana, on. Giorgio Napolitano,
Le scriviamo per manifestarLe il nostro più totale disaccordo in merito al
cosiddetto "pacchetto sicurezza", approvato dal Senato nella seduta del 2
luglio scorso.
Le misure approvate, nei confronti degli immigrati non regolarizzati, sono
in contrasto con gli elementari principi della Dichiarazione universale dei
diritti dell'uomo, oltre che essere in palese contrasto con lo spirito e la
lettera della nostra Costituzione, di cui Ella é il principale garante.
La invitiamo caldamente a non avallare con la Sua firma queste sciagurate
disposizioni che ci mettono ai margini della civiltà giuridica.
Respinga alle Camere questi provvedimenti affinché il legislatore abbia
modo di riflettere ulteriormente sulla vergogna a cui espone il nostro Paese
rispetto al consesso delle nazioni civili.
Con grande stima Le inviamo i migliori saluti.
Domenico Basile, ingegnere in pensione
Maria Chiara Zoffoli, insegnante in pensione


2. UNA SOLA UMANITA'. GINO BURATTI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Egregio Signor Presidente,
mi rivolgo a Lei, come molte altre persone, nella speranza che possa essere
posto fine a questo tremendo precipitare lungo un dirupo, che porta
progressivamente, e con una violenza allucinante, all'affermazione di una
cultura di rifiuto, di chiusura... una cultura razzista.
Mi rivolgo a Lei in quanto Presidente, spero, non solo degli Italiani "doc",
ma di tutti quegli esseri umani che per mille e svariate motivazioni, spesso
dipendenti dalle nostre sicurezze e dal nostro benessere, si trovano ad
esser costretti a migrare nel nostro paese.
Mi rivolgo a lei perché con le norme del "pacchetto sicurezza" lasciamo ai
nostri figli il fardello di un abominio culturale mostruoso, introducendo
una stratificazione tra gli esseri umani e "legalizzando" la negazione di
diritti umani a taluni, proprio noi che abbiamo dato un contributo non
indifferente nella stesura di una cultura dei diritti umani.
Stanno seminando paura: alimentano la nostra paura nei confronti dei
migranti e, specularmente, alimentano la paura dei migranti nei confronti
nostri... stanno creando un mondo di paura.
Per questo, Signor Presidente, la prego di fermare questo degrado culturale
verso il quale una politica incapace di disegnare un mondo migliore e
diverso ci sta trascinando.
Abbiamo bisogno non di costruire delle fortezze intorno a noi, ma un sistema
di relazioni sociali che sempre più sostenga le persone ad uscire dalla
marginalità e dall'essere invisibili.
Con queste norme facciamo diventare degli invisibili un numero sempre
maggiore di persone e le allontaniamo da qualsiasi contatto con le
istituzioni del nostro paese, istituzioni che, ormai, si stanno avviando ad
essere semplicemente apparati di repressione e di denuncia, e sicuramente
realtà di cui chi vive nella marginalità non può fidarsi.
Gino Buratti,
Accademia Apuana della Pace di Massa


3. UNA SOLA UMANITA'. CENTRO DELLE CULTURE: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Illustrissimo Presidente della Repubblica,
Le scrivo per esprimere il mio profondo sconforto causato dall'approvazione
della legge sul
cosiddetto "pacchetto sicurezza" del 2 luglio 2009 e mi permetto di
esprimere la mia indignazione ma soprattutto di condividere con Lei le mie
preoccupazioni che sono le stesse di tanti volontari umanisti, nella
speranza di trovare ascolto.
Le scrivo come portavoce del Centro delle Culture, che da anni si adopera
per la costruzione di un mondo più giusto per tutti nel rispetto della
diversità delle culture e nella convinzione della nonviolenza.
Questa legge ci fa sentire profondamente insicuri ed impauriti per il futuro
del nostro Paese. é una legge questa che permette la giustizia "fai da te",
che giudica un crimine la ricerca di una vita migliore, che scheda chi non
ha una casa, che toglie ai bambini il diritto ad un'identità, che incita
alla delazione ed al sospetto. Questa legge educa alla discriminazione,
reclusione ed espulsione di chi scappa dalla guerra, di chi fugge dalla
fame, di chi rincorre i suoi sogni.
Reputiamo la legge approvata il 2 luglio 2009 in Senato una legge ingiusta e
violenta che non tiene conto dei diritti umani, che non si rifà al
principio di ricerca di soluzioni lungimiranti per risolvere le situazioni
difficili, nelle quali, in questo momento storico, ci stiamo trovando a
vivere.
Ci sembra che si limiti a dare una risposta alle nostre paure più viscerali
di perdere qualcosa (la falsa sicurezza, l'ordine apparente, gli elettori) e
ci porti così a tradire la nostra cultura fatta anche di solidarietà, di
ospitalità, della fantasia, da tutti riconosciuta, nel trovare soluzioni.
Riteniamo purtroppo che ci riconsegni alle pagine peggiori della Storia,
come già successe nel 1938 a causa delle leggi razziali.
Le chiediamo, Illustrissimo Presidente, di non firmare questa legge che
tanta sofferenza può creare.
Le chiediamo di rinviarla alle Camere.
Le chiediamo, Illustrissimo Presidente, di fare tutto il possibile perché
nel nostro Paese si possa continuare a proteggere le aspirazioni più alte e
profonde che hanno condotto l'UMANITA' ai suoi momenti migliori, perché si
possa continuare a costruire un futuro che anche se non prevede ancora la
risoluzione dei conflitti per lo meno non li soffochi nella violenza e
cerchi nuove soluzioni.
La ringrazio.
Gabriele Palloni,
responsabile nazionale del Centro delle Culture


4. UNA SOLA UMANITA'. ANTONIO LOMBARDI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Caro Presidente della Repubblica Italiana,
Le chiedo di non promulgare il cosiddetto "pacchetto sicurezza", che
contiene norme persecutorie nei confronti degli immigrati "non regolari".
Dia a questo Paese la possibilità di ritrovare la parte migliore di sé,
fatta di ascolto verso chi bussa a chiedere aiuto. Dia una mano a questa
nostra Italia a recuperare un po' di UMANITA'.
La ringrazio in anticipo per la pazienza, l'attenzione e la disponibilità
con cui vorrà accogliere l'indignazione di tanti che Le stanno scrivendo in
questi giorni con la medesima richiesta: tenerci lontani dall'orrore e dal
disgusto della discriminazione.
Con stima
Antonio Lombardi


5. UNA SOLA UMANITA'. LORENZO PORTA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Signor Presidente,
il suo potere istituzionale di promulgare le leggi approvate dalle Camere,
conferitole dalla nostra Carta costituzionale, é stato utilizzato in senso
ostativo raramente ed in casi eccezionali nella storia della nostra
Repubblica. é accaduto che in alcune fasi critiche della nostra democrazia
sia stato esercitato, nell'attuale situazione politico-istituzionale Lei
nella sua alta carica istituzionale é impegnato ad esercitare questo potere
in riferimento a leggi che sono visibilmente anticostituzionali come la
legge che limita le intercettazioni telefoniche.
Accade che in questa legislatura anche le recenti disposizioni legislative
sulla sicurezza pubblica, recentemente approvate in Senato e prima alla
Camera, non senza dissensi e critiche importanti che si sono elevate nel
nostro paese e a livello internazionale, presentino palesi contraddizioni
non solo con la lettera della Costituzione, ma con i fondamenti etici alla
base dei diritti umani che sono il sostrato delle leggi nei paesi
democratici.
Nella mia attività di docente ho avuto occasione nello scorso maggio di
animare assieme ad altri collegi e colleghe un incontro, che periodicamente
facciamo tra giovani studenti delle scuole superiori e studenti-detenuti
delle carceri toscane, nella fattispecie nella Casa di reclusione maschile
di Porto Azzurro, momento qualificante di un percorso maieutico reciproco
sull'educazione alla legalità come desiderio di partecipazione sociale, i
cui esiti presto saranno resi pubblici.
Ci ha colpito che detenuti, che vivono ristretti, con un accesso
all'informazione limitato rispetto a chi sta fuori e che nella loro vita di
detenzione si sono trovati a condividere spazi angusti con detenuti migranti
di altri paesi, abbiano saputo, con una lucidità maggiore rispetto ad
alcuni rappresentanti politici, inquadrare la questione della convivenza
multietnica in modo chiaro e fondato sui fatti. Questa constatazione ci fa
pensare che talvolta l'informazione, che é una pietra angolare della
democrazia, si configuri come produzione di notizie clamorose,
scandalistiche, volte a muovere i risentimenti delle persone e a mettere in
sordina la capacità di ascolto e il discernimento, un aspetto fondante
della riflessione politica, cioé della cura del bene comune.
Detenuti italiani, italianissimi, hanno capito sulla base dell'esperienza,
dell'informazione, del dialogo con i loro compagni, che una causa importante
dell'aumento della popolazione carceraria sta nei limiti dell'attuale legge
sugli immigrati, la 189 del luglio 2002, meglio conosciuta come
"Bossi-Fini", che favorisce la caduta dell'immigrato da una posizione
regolare ad una irregolare, poiché le norme del rinnovo del permesso di
soggiorno, i gravi ritardi nell'attuazione dei decreti annuali sui flussi in
entrata, provocano talvolta la perdita di un lavoro, soprattutto a tempo
determinato, ed anche dell'abitazione. La posizione di irregolarità, che é
diversa da quella di clandestinità, ovvero di entrata clandestina in
Italia, provoca una situazione di profonda incertezza nell'immigrato/a,
poiché vede interrompersi un processo di integrazione che si stava
concretizzando.
L'imposizione di dover uscire dal paese per rinnovare il permesso di
soggiorno, e così interrompere una continuità abitativa e lavorativa,
mette a rischio la persona migrante e la può indurre anche a trovare forme
non legali di aggiramento di una normativa ostile, dove la burocrazia
diventa l'arma che fa strame della giustizia.
Il disegno di legge approvato recentemente sancisce pene severe per gli
stranieri che cadono nell'irregolarità, li considera clandestini impedendo
loro di dare continuità ad attività e relazioni. Inoltre li priva dei
diritti più naturali come partorire e sposarsi: qui ci sta l'accanimento
nel cancellare un'esistenza!
Il Ministro dell'Interno si accorge, strada facendo, che con questa legge
dovrebbero essere perseguite migliaia di quelle persone, assistenti
familiari, volgarmente chiamate "badanti", che si occupano di rendere
vivibile la vita ai nostri anziani. Sono più di 700.000, cioé più del
personale medico e paramedico pubblico del nostro paese. Vivono con salari
molti bassi, sovente lontano dai loro affetti, senza diritto di voto, ma
contribuenti effettive, come tutti i migranti regolari, che danno linfa alle
casse della previdenza (di cui probabilmente non usufruiranno) e senza
stanziamenti sufficienti per un piano di riqualificazione professionale
possibilissimo. Ora, a legge approvata, il Ministro dell'Interno dichiara
per loro la non retroattività della legge anche da lui sostenuta, e si
prepara a varare un decreto flussi per il 2009, visto che non ce n'è ancora
uno! Il Ministro si espone ad una contraddizione giuridica: aprire solo alle
cosiddette "badanti" perché servono e coprono bene le falle della crisi
del welfare e per non rischiare di far andare in galera migliaia di
cittadini italiani che usufruiscono del loro lavoro, in situazione di attesa
di regolarizzazione. E così alcuni esponenti di questo governo giocano con
la vita di milioni di persone nelle loro prove tecniche di xenofobia
istituzionale.
Signor Presidente,
Le chiediamo di intervenire per dare sostegno istituzionale a chi nel paese
lavora quotidianamente per abbattere steccati, a chi lavora per una società
che valorizza le diversità, in una parola a chi lavora per dare corpo alla
democrazia attraverso l'affermazione dei diritti umani delle singole persone
contro politiche di criminalizzazione di massa.
Lorenzo Porta.
presidente dell'associazione Centro di documentazione sociale (Cedas),
docente di Maieutica reciproca e ricerca-azione per la pace, Università di
Firenze

giovedì 9 luglio 2009

MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA A SAVONA

DISOBBEDIAMO ALLA LEGGE SULLA FALSA SICUREZZA

Con l'approvazione del "pacchetto sicurezza", il governo Berlusconi alza il tiro sull'attacco ai diritti sociali e civili e all'intero impianto di garanzie sancite dalla Costituzione. Non solo viene introdotta una legislazione speciale per i migranti, per i mendicanti e per quanti sono considerati soggetti pericolosi secondo un moderno vocabolario xenofobo e razzista, ma si fomenta apertamente un comune senso di superiorità italiana rispetto a chiunque altro.


Il razzismo torna dunque ad essere una seria minaccia per il nostro Paese e le aggressioni che ogni giorno avvengono nelle vie e nelle piazze delle città sono lì a testimoniarlo: il soggetto incriminato è sempre e comunque il "diverso", colui che non è come noi e che, pertanto, viene scrutato con sospetto, discriminato in nome della sicurezza, segregato lontano dal nostro vivere quotidiano.

Noi rifiutiamo una società in cui la differenza sia divisione, sia esclusione e fonte di discriminazione.

Noi riaffermiamo che solo nella solidarietà risiede la vera propensione all'uguaglianza e al rispetto di tutti e di ognuno.

Noi siamo fermamente convinti che il "pacchetto sicurezza" sia solamente l'espressione di un governo che prova a trasformare l'Italia in un Paese dove i migranti siano ottima manodopera per le industrie che cercano il salario basso e le "zero tutele", ma sgraditi cittadini se osano chiedere gli stessi diritti di qualunque lavoratore, studente, badante, ecc.

Per questo invitiamo tutte/i a dire di NO al "pacchetto sicurezza".

Vi invitiamo all'indignazione e alla disobbedienza civile contro una Legge che è palesemente incostituzionale, discriminatoria.

Vi invitiamo a dire di NO a questa violenza di Stato verso i migranti, verso le donne e i loro bambini rinchiusi come prigionieri nei campi di raccolta (Cie), trattati alla stregua dei peggiori criminali.

Vi invitiamo ad esprimere la vostra solidarietà con tutti coloro (medici, avvocati, mondo del volontariato) che lavorano ogni giorno per mostrare il vero volto di un Paese che da sempre è terra di accoglienza e non di repressione o respingimento.


SABATO 11 LUGLIO h. 19.00 – 23.00

MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA
per la vera sicurezza, quella sociale
piazza DEL BRANDALE – SAVONA


Aderiscono: Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), Associazione Nazionale ex Deportati (ANED), Associazione di Amicizia Italia-Cuba – Circolo di Savona, Associazione "Amici del Mediterraneo", Associazione per la Sinistra – Savona, Casa dei Circoli Culture e Popoli – Ceriale, CUB, Donne in nero contro la guerra, Emergency, Medicina Democratica, Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti (UAAR), Partito della Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Federazione dei Verdi, Sinistra Democratica, Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra per la Provincia

Adesioni singole: Haidi Gaggio Giuliani, Aldo Pastore, Umberto Scardaoni, Giovanni Urbani, Franco Becchino (già Presidente del Tribunale di Savona), Furio Mocco, Stefano Milano, GianCarlo Poddine, Filippo Ciorra, Emanuele Varaldo (medico pediatra), Matteo Vallauri (medico oncologo), Viviana Panunzio (medico ematologo), Nadia Ravera (ostetrica), Renata Barberis (operatrice nei consultori familiari), Vittorio Grosso (medico fisiatra), Sergio Rugiati (già Primario div. Ostetricia e ginecologia San Paolo), Guido Moscato (medico chirurgia maxillofacciale), Maria Grazia Siri (psicologa), Angelo Lucido (avvocato), Mauro Mazzi (avvocato), Sergio Acquilino (avvocato), Franca Ferrando (ex Preside Liceo Classico "Chiabrera"), Giorgio Amico (ex Preside), Wilma Filisetti (insegnante, CGIL Scuola), Gianluca Paciucci (insegnante Liceo "A. Issel" – Finale Ligure), Rosanna Lavagna (insegnante), Maurizia Nichelatti (insegnante), Valeria Ghiso (insegnante), Tiziana Poggi (insegnante), Carlotta Pozzato (consigliera comunale Albisola Superiore), Federico Larosa (capogruppo PdCI consiglio comunale Savona), Bruno Larice (Presidente III Circoscrizione Savona), Nadia Ottonello (consigliera comunale Quiliano), Milvia Pastorino (capogruppo PRC consiglio comunale Savona), Sergio Lugaro (consigliere comunale Savona)

Per adesioni: Partito della Rifondazione Comunista,
019-8387066 o via mail: marcosferini@gmail.com

martedì 7 luglio 2009

PACCHETTO SICUREZZA: ABBIAMO SOLO DA VERGOGNARCI

Alex Zanotelli
direttore Mosaico di pace

Il Senato ha approvato oggi il cosiddetto Pacchetto Sicurezza del ministro degli Interni Maroni.
Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano. Non avrei mai pensato che un Paese come l'Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba. Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all'estero!), ora ripetiamo sugli immigrati lo stesso trattamento, anzi peggiorandolo che noi italiani abbiamo subito un po' ovunque nel mondo.
Questa legge è stata votata sull'onda lunga di un razzismo e una xenofobia crescente di cui la Lega è la migliore espressione.
Il cuore della legge è che il clandestino è ora un criminale. Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare. Papa Giovanni 23° nella Pacem in Terris ci ricorda che emigrare è un diritto.
Fra le altre cose la legge prevede la tassa sul permesso di soggiorno (i nostri immigrati non sono già tartassati abbastanza?), le ronde, il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive sui ricongiungimenti familiari e matrimoni misti, il carcere fino a 4 anni per gli irregolari che non rispettano l'ordine di espulsione ed infine la proibizione per una donna clandestina che partorisce in ospedale di riconoscere il proprio figlio o di iscriverlo all'anagrafe.
Questa è una legislazione da apartheid, che viene da lontano: passando per la legge Turco-Napolitano fino alla non costituzionale Bossi-Fini. Tutto questo è il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha messo alla gogna lavavetri, ambulanti, rom e mendicanti. Questa è una cultura razzista che ci sta portando nel baratro dell'esclusione e dell'emarginazione. "Questo rischia di svuotare dall'interno le garanzie costituzionali erette 60 anni fa - così hanno scritto nel loro appello gli antropologi italiani - contro il ritorno di un fascismo che rivelò se stesso nelle leggi razziali".
Vorrei far notare che la nostra Costituzione è stata scritta in buona parte da esuli politici, rientrati in patria dopo l'esilio a causa del fascismo. Per ben due volte la Costituzione italiana parla di diritto d'asilo, che il parlamento non ha mai trasformato in legge.
E non solo mi vergogno di essere italiano, ma mi vergogno anche di essere cristiano: questa legge è la negazione di verità fondamentali della Buona Novella di Gesù di Nazareth. Chiedo alla Chiesa Italiana il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana. Penso che come cristiani dobbiamo avere il coraggio della disobbedienza civile. È l'invito che aveva fatto il cardinale R. Mahoney di Los Angeles (California), quando nel 2006 si dibatteva negli USA una legge analoga dove si affermava che il clandestino è un criminale. Nell'omelia del Mercoledì delle ceneri nella sua cattedrale, il cardinale di Los Angeles ha detto che, se quella legge fosse stata approvata, avrebbe chiesto ai suoi preti e a tutto il personale diocesano la disobbedienza civile. Penso che i vescovi italiani dovrebbero fare oggi altrettanto.
Davanti a questa legge mi vergogno anche come missionario: sono stato ospite dei popoli d'Africa per oltre 20 anni, popoli che oggi noi respingiamo, indifferenti alle loro situazioni d'ingiustizia e d'impoverimento.
Noi italiani tutti dovremmo ricordare quella Parola che Dio rivolse a Israele: "Non molesterai il forestiero né l'opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d'Egitto" (Esodo 22,20).

venerdì 3 luglio 2009

Brecht e la situazione italiana

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento,
perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto,
perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e
fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente,
perché non ero comunista.
Un giorno
vennero a prendere me, e non c´era rimasto nessuno a protestare

Bertolt Brecht, 1931

(l'ho già pubblicata lo scorso anno, ma mi sembra sempre più attuale, soprattutto dopo il "pacchetto sicurezza")