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martedì 28 giugno 2011

L'ORRORE PIU' GRANDE. IL PRIMO DOVERE

Non riesco a credere che questo accada: l'Italia e' in guerra, sta partecipando a guerre scellerate in cui ogni giorno nuove stragi si sommano alle stragi, e nessuno qui sembra neppure accorgersene.
E non sto parlando della cinica indifferenza dinanzi alle stragi da parte dell'area razzista, fascista e mafiosa; sto parlando della cinica indifferenza da parte dell'area che si pretende democratica e pacifista.
Politici ed intellettuali, associazioni e movimenti, scrittori e giornalisti, stelle della societa' dello spettacolo e blogger del solipsismo consumistico di massa, commentatori ed attivisti di ogni ordine e grado incessantemente straparlano di ogni sorta di questioni, e tutti tacciono su questo che e' l'orrore degli orrori, il crimine dei crimini: la guerra; la commissione di stragi da parte del nostro paese, in violazione delle leggi del nostro paese, con la complicita' della totalitaria totalita' dei decisori pubblici e con la complicita' - passiva, ma effettuale e cogente - della stragrande maggioranza della popolazione del nostro paese.
In Afghanistan e in Libia si sta consumando un crimine contro l'umanita': ne e' colpevole anche lo stato italiano, con la complicita' di tutti coloro che ai massacri della guerra, alla guerra che sempre e solo consiste di massacri, non si oppongono.
*
Fra tre mesi si terra' la marcia Perugia-Assisi nel cinquantenario della prima, quella di Aldo Capitini. E si percepisce fin d'ora che molte saranno le adesioni, e grande la partecipazione - ed e' certo un bene.
Ma cosa avrebbe pensato l'Aldo Capitini ideatore della marcia e fondatore del Movimento Nonviolento il cui primo compito e' "l'opposizione integrale alla guerra", della resa alla guerra e alle stragi, della complicita' con la guerra e le stragi, da parte della quasi totalita' delle persone e delle organizzazioni dell'area sedicente pacifista e finanche nonviolenta?
*
Non abbiamo quindi il dovere morale e politico di opporci alla guerra assassina?
Non abbiamo quindi il dovere morale e politico di batterci per il ritorno alla legalita' che salva le vite?
Non abbiamo quindi il dovere morale e politico di lottare perche' lo stato italiano torni a rispettare la sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana che esplicitamente ed inequivocabilmente proibisce la partecipazione italiana alla guerra afgana e alla guerra libica?
Opporsi alla guerra. Salvare le vite. E' il primo dovere di ogni persona decente.
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 27 giugno 2011
Mittente: "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/


domenica 26 giugno 2011

dal sito www.ildialogo.org

www.ildialogo.org

Aggiornamenti sito www.ildialogo.org Lista articoli inseriti
dal 20/06/2011 al 26/06/2011

 
Questa è la Venticinquesima newsletter del 2011.
Gli aggiornamenti che di seguito riportiamo (60 articoli) dal 20/06/2011 al 26/06/2011
sono disponibili anche sul nostro sito al seguente link
http://www.ildialogo.org/news/news26_06_2011.htm

Per scaricare gli aggiornamenti sul proprio computer cliccare con il pulsante destro del mouse sul link prima indicato e scegliere l’opzione "salva con nome".

Alla pagina
www.ildialogo.org/news è possibile scaricare anche tutti gli aggiornamenti precedenti

Segnaliamo il lancio dell'appello per la Decima giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2011

http://www.ildialogo.org/cristianoislamico/Cstampa_1308129442.htm
Al seguente link possibile aderire all'appello

Al link seguente è possibile leggere
Alla pagina indice www.ildialogo.org/cristianoislamico saranno resi disponibili materiali utili per la celebrazione della giornata oltre agli appuntamenti, le riflessioni e le notizie sul dialogo cristiano-islamico.

Segnaliamo i commenti sui risultati per i referendum al seguente
Segnaliamo GLI APPELLI E GLI ARTICOLI CONTRO L’ENNESIMA "GUERRA UMANITARIA" NELLA SEZIONE

e l’editoriale
Chi ha tempo non aspetti tempo,di Giovanni Sarubbi

Segnaliamo che sul nostro sito è possibile firmare l’appello contro la guerra in Afghanistan proposto da:

Mons. Raffaele Nogaro, Vescovo Emerito di Caserta
P. Alex Zanotelli; P. Domenico Guarino - Missionari Comboniani-Sanità Napoli
Suor Elisabetta Pompeo; Suor Daniela Serafin; Suor Anna Insonia -Missionarie Comboniane Torre Annunziata
Suor Rita Giaretta; Suor Silvana Mutti; Suor Maria Coccia; Suor Lorenza Dal Santo - Comunita’ Rut- Suore Orsoline
P.Mario Pistoleri; P.Pierangelo Marchi; Padre Giorgio Ghezzi - Sacramentini - Caserta
P.Antonio Bonato - missionari Comboniani - Castelvolturno (Caserta)
Don Giorgio Pisano ,Diocesano, Portici (Napoli)

Per firmare cliccare sul seguente link:
http://www.ildialogo.org/noguerra/Appelli_1286569552.htm
Segnaliamo che sono attivi sul sito due blog:
quello sulla legge del celibato obbligatorio
(http://www.ildialogo.org/phpBB302 )quello generale (FORUM) (http://www.ildialogo.org/bb3forum )
Invitiamo i nostri lettori a commentare gli articoli e a partecipare ai nostri blog

Segnaliamo che il blog generalista è stato di nuovo riattivato ed invitiamo tutti gli utenti a reiscriversi al blog.

Segnaliamo che per aprire correttamente gli articoli bisogna avere i pop-up sbloccati.
Su ogni articolo è possibilite esprimere commenti in automatico e la stampa in formato PDF. Sul menù di ogni pagina indice è possibile leggere tutti i commenti esistenti sul sito.
Per facilitare l’accesso al sito usare il link "Mappa del sito".
Sono stata aggiunte nuove funzionalità al sito fra cui la possibilità di scaricare l’articolo sul proprio pc, la condivisione dell’articolo sul proprio sito, e ascoltare l’articolo.http://www.ildialogo.org/rss/rss.xml
I FEED SARANNO AGGIORNATI QUOTIDIANAMENTE DI SOLITO DOPO LE ORE 17. RINGRAZIAMO QUANTI CI FARANNO PERVENIRE SEGNALAZIONE DI EVENTUALI ERRORI

Buona Lettura
La Redazione

SEGNALIAMO CHE SONO STATI ATTIVATI - IN FORMA SPERIMENTALE - I FEED A CUI E' POSSIBILE ACCEDERE AL SEGUENTE LINK:
NO GUERRA
Segnaliamo l’appello Per la Costituzione e la dignità dell’Italia PROMUOVIAMO TENDE DELLA PACE E DELLA LEGALITA’, di Redazione http://www.ildialogo.org/
link
l'Elenco dei promotori e la lista completa dei firmatari dell'appello

domenica 19 giugno 2011

LA MALAFEDE REGNA A PONTIDA

Mi devo essere perso qualcosa: a Pontida l'Umberto nazionale (si fa per dire) sembra fare discorsi pacifisti e invoca la fine della guerra in Libia e la riduzione delle tasse. Ma chi, negli ultimi 20 anni, è stato al governo per almeno 17? Perchè non le hanno ridotte le tasse? Dov'erano i leghisti quando il governo votava la partecipazione alla guerra libica e atutte le altre missioni di 'pace'? Dov'erano i leghisti quando il governo decideva, nel disperato tentativo di far saltare i referendum -e di non perdere anche questi-, di non celebrare i referendum stessi in contemporaneacon le amministrative? Erano al governo a decidere queste schifezze!!!
I militanti leghisti, poi, fanno ridere i polli: hanno seguito il capo in tutte le sue contorsioni e dal '94 ne ha fatte tante! E ora cos'hanno in mano? Un c... Il federalismo è sempre lì per venire (e quando verrà voglio vedere i sindaci leghisti come faranno e tutti cosa diranno ai cittadini che dovranno pagar caro servizi sempre peggiori); la lega perde voti e pezzi e loro a urlare "secessione"...
...e il Senatur cosa propone? Rimedio alla crisi sociale è quello di portare i ministeri al nord (3 a Monza e uno a Milano: e perchè non 1/2 a Varese, 1/4 a Gallarate e 0,1 a Bergamo?). Come proposta mi sembra un po', come dire, democristiana: la DC ci ha campato 40 anni sui ministeriali...Bella novità! Che raffinato Conductator! meno male che ha sempre ragione...
Fino a quando?

venerdì 17 giugno 2011


Cari amici,
Si svolgerà venerdì 17 Giugno 2011 alle ore 15.30 il seminario di promozione locale del progetto EDDILI "EDucate is to make possible the DIscovery of Life" presso la sede del CESIE in Via Roma, 94 a Palermo.
Durante l’incontro verranno presentati i primi risultati del progetto e le riflessioni su questo intenso percorso di scambio e sperimentazione della maieutica reciproca a livello europeo.
Infatti la maieutica reciproca si sta sempre più affermando come una metodologia educativa in grado di sviluppare competenze di tipo trasversale quali: le competenze sociali, la partecipazione attiva, la creatività, lo sviluppo della propria personalità, i principi democratici e i valori umani.
Durante il seminario saranno presenti: Francesco Cappello, amico e collaboratore di Danilo Dolci, il quale presenterà il suo ultimo libro: "Seminare domande". Francesco Cappello è docente di fisica e matematica. Dal 1991 sperimenta la maieutica in ambito didattico e sociale. È fondatore e gestore di www.danilodolci.toscana.it e del network "Intorno a Danilo Dolci, un palpitare di nessi". Amico Dolci, il presidente del "Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci" .
Per maggiori informazioni contattare Fausto Amico fausto.amico@danilodolci.org
http://cesie.org/in-azione/europa/seminare-domande/
Vi abbraccio
francesco cappello

giovedì 16 giugno 2011

18 DICEMBRE 2011: GIORNATA DI AZIONE MONDIALE CONTRO IL RAZZISMO E PER I DIRITTI DEI MIGRANTI, RIFUGIATI E SFOLLATI


http://globalmigrantsaction.org/sn_displayfull.php?row_ID=178


18 décembre2011: Un mouvement de lutte mondiale des migrants, réfugiés et personnes déplacées est possible!
Au forum Mondial de Dakar a été ratifiée la nécessité de réaliser une journée d'action globale le 18 décembre 2011 contre le racisme et pour les droits des migrants, réfugiés et personnes déplacées. Il a également été décidé que les initiatives seront du 16 au 18 décembre2011, en tenant compte des particularités de chaque territoire. Mais la chose importante est que pendant ces jours dans chaque pays, région ou ville de chacun des cinq continents le mouvement invite les migrants, réfugiés et personnes déplacées à s'organiser et à témoigner contre le racisme et pour les droits de tous.
Nous savons qu'il est difficile de parvenir à une telle initiative
mais nous sommes convaincus que le rêve d'une journée pour les droits des migrants peut devenir réalité seulement si nous sommes nombreux et nous la construisons ensemble.
Pour cette raison, nous invitons tous les organisations, associations laïques et religieuses, les syndicats , les groupes politiques et la société civile en général à renforcer cette initiative.
Un mouvement de lutte mondiale des migrants, réfugiés et personnes  déplacées est possible! Et le rendez-vous sera le 18 décembre 2011
http://globalmigrantsaction.org/sn_displayfull.php?row_ID=178


ARCI (Italia); CGIL (Italia); Federacion Estatal de asociaciones de inmigrantes y refugiados en España - Ferine (Spagna); Boston May Day Committe (Usa); SOLETERRE ONLUS (Italia); Prevención, Capacitación y Defensa del Migrante, A. C." PRECADEM, A. C. (Mexico); Mujeres Abriendo Caminos, Guatemala/California; Programa de Migraciones PCS
CAMEX (Mexico); i(dh)eas, Litigio Estratégico en Derechos Humanos (Mexico); Asociación de Familiares de Migrantes "Rumiñahui" - 9 de enero (Ecuador); Centro de Derechos Humanos del Migrante en Ciudad Juárez (Mexico); Centro Feminista de Información y Acción (CEFEMINA) Costa Rica; Foro Nacional para las Migraciones (FONAMIH) Honduras;
Pateras de la vida (Marocco); UFCW Canada; PCS-Consejeria en Proyectos – Guatemala; association AFVMC-Aide aux Familles et Victimes des Migrations Clandestines (Cameroun); Centro de Planificación y Estudios Sociales, CEPLAES Ecuador; NALACC (USA); Association Beni Znassen pour la
 Culture, le Développement et la Solidarité (ABCDS) (Marocco); Migraeurop

per aderire:  globalmigrantstrike@googlegroups.com

Rachid Khay
Arci Genova
khay@arciliguria.it
skype: rachid_kh
Tel. +390102467506
Fax: +390102467510
Cel+393881694204


18 dicembre 2011: Un movimento di lotta mondiale dei migranti,
rifugiati e sfollati è possibile!
Al forum Mondiale di Dakar è stata ratificata la necessità di
realizzare una giornata di azione globale il 18 dicembre 2011 contro il razzismo e per i diritti dei migranti, rifugiati e sfollati. È
stato anche deciso che le iniziative si faranno dal 16 al 18
dicembre, tenendo conto le particolarità di ogni territorio. L’importante però è che durante quei giorni in ogni paese, regione o città di ognuno dei cinque continenti i migranti, rifugiati ed sfollati si organizzino e manifestino contro il razzismo e per i diritti di tutti.Sappiamo che è difficile realizzare un’iniziativa di questo tipo ma
siamo convinti che il sogno di una giornata per i diritti dei migranti può diventare realtà soltanto se saremo in molti e se la costruiremo insieme.

Per questo invitiamo tutti le organizzazioni e associazioni laiche e
religiose, i sindacati e i gruppi politici, la società civile in generale a costruire questa iniziativa.

Perché un movimento di lotta mondiale dei migranti, rifugiati ed
sfollati è possibile! E il prossimo appuntamento è il 18 dicembre 2011


Un Movimiento de Lucha Mundial de los Migrantes, Refugiados y Desplazados ¡Es Posible!
La asamblea realizada en Dakar ratifico la necesidad de realizar una jornada de accion global el 18 de diciembre de 2011 contra el racismo y por los derechos de los migrantes, refugiados y desplazados. Ya que el 18 de diciembre de 2011 cae de domingo se decidió además que las iniciativas se realizen del 16 al 18 de diciembre, teniendo en cuenta las particularidades de cada territorio. Lo importante es que duranteesos días en cada país, región o ciudad de cada uno de los cinco continentes los migrantes, refugiados y desplazados se organizen y
manifiesten contra el racismo y por los derechos para todos.

Sabemos que es difícil realizar una iniciativa de este tipo pero
estamos convencidos que que el sueño de una jornada global por los derechos de l@s migrantes puede volverse realidad solamente si seremos muchos y si la construiremos juntos.

Por eso invitamos a todas las agrupaciones y asociaciones laicas y religiosas, a los sindicatos y grupos políticos, a la sociedad civil
en general a construir este iniciativa.

Porque un movimiento de lucha mundial de los migrantes, refugiados y desplazados ¡es posible! Y la proxima cita es el próximo 18 de diciembre de 2011

DECIMA GIORNATA ECUMENICA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO

Comunicato stampa n. 1"DIALOGO, PLURALISMO, DEMOCRAZIA: IL NOSTRO COMUNE ORIZZONTE”.

Testo dell'appello per la decima giornata del 27 ottobre 2011

Gentili direttori/redattori, Care amiche, cari amici,
trasmettiamo di seguito il testo dell' Appello per la Decima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2011 preparato dal comitato organizzatore che è formato da una serie di riviste e associazioni molto ampio e rappresentativo del mondo cristiano e musulmano ma anche di associazioni pacifiste e nonviolente.
Il tema che viene sottoposto all'attenzione delle comunità cristiane e musulmane italiane è quest’anno "DIALOGO, PLURALISMO, DEMOCRAZIA: IL NOSTRO COMUNE ORIZZONTE”.
Per definire questo tema siamo partiti da una riflessione su ciò che è accaduto in tutti i paesi arabi-islamici. Nel testo dell’appello ribadiamo che “il dialogo, per consolidarsi tra le persone e tra i popoli, non può fare a meno di pluralismo e democrazia” che sono condizioni imprescindibili per una corretta vita sociale. Per cristiani e musulmani l’impegno al dialogo è, infine, un preciso dovere religioso perché, così conclude il testo dell’appello, “il dialogo è lo sforzo sulla via di Dio che ci compete e ci onora”.
Ci auguriamo che questo appello possa essere da voi largamente diffuso e che il prossimo 27 ottobre 2011 possa ripetersi, come è già successo ampiamente negli ultimi dieci anni, l’incontro positivo dal basso fra cristiani e musulmani, ma anche con altre confessioni religiose e con la società civile più in generale.
Con un fraterno saluto di Shalom, Salaam, Pace
Il Comitato organizzatore
Roma, 15 giugno 2011
----- Testo dell'appello ed elenco dei promotori -----
X Giornata del dialogo cristiano islamico
27 ottobre 2011
"DIALOGO, PLURALISMO, DEMOCRAZIA: IL NOSTRO COMUNE ORIZZONTE”
Dieci anni fa, subito dopo la tragedia dell’11 settembre, lanciammo un appello per la creazione di una “Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico”. Era il 4 novembre 2001. Volevamo impedire che il terrorismo da una parte e la risposta militare dell’amministrazione americana dall’altra ostacolassero pericolosamente l'itinerario del dialogo che, all’interno di quello più ampio tra tutte le grandi tradizioni religiose ( una novità storica ed una vera benedizione, maturata progressivamente nella seconda metà del XX secolo anche sulla base di importanti esperienze dei secoli precedenti in tante parti del mondo), era in corso con i musulmani la cui religione, largamente diffusa nel mondo, “si fonda sui valori della pace, della giustizia e della convivenza civile”.
Per dieci anni l’iniziativa della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico è andata avanti dal basso, coinvolgendo comunità cristiane e musulmane sparse su tutto il territorio nazionale con importanti e significative iniziative che hanno coinvolto anche importanti organismi istituzionali quali la Camera dei Deputati e la Presidenza della Repubblica.
Molto vari sono stati i temi delle giornate fin qui celebrate quali “Vincere la paura per costruire la pace”, “Costruire speranza e convivialità”, “Raccontarsi la vita” per scoprirsi tutti migranti e bisognosi di aiuto riscoprendo “La gioia del dialogo” o “Amare la terra e tutti gli esseri viventi” che è stato il tema dell’ultima giornata. Abbiamo proposto anche un decalogo su cui costruire la conoscenza ed il rispetto reciproco.
Riflettendo sulle rivoluzioni in atto nel mondo arabo-islamico, quest'anno, in occasione del decennale dalla istituzione della giornata, proponiamo a tutte le comunità cristiane e musulmane d'Italia di ragionare insieme sul tema: "DIALOGO, PLURALISMO, DEMOCRAZIA: IL NOSTRO COMUNE ORIZZONTE" , perché il dialogo, per consolidarsi tra le persone e tra i popoli, non può fare a meno di pluralismo e democrazia. Invitiamo, naturalmente, anche le amiche e gli amici di altre tradizioni ad unirsi alla riflessione sul tema, dato che il valore centrale del pluralismo è basato proprio sulla dignità delle differenze e può essere considerato il vero “termometro” del grado di libertà in ogni società.
Vogliamo costruire ponti e non muri, sollecitare amicizia e pace e non pregiudizi e guerre, vogliamo il rispetto di tutti gli esseri umani, sanciti nella dichiarazione universale dei diritti umani proclamati dall’ONU nel 1948, vogliamo ripudiare la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti internazionali come proclamano la nostra Costituzione e i trattati internazionali.
Invitiamo così anche quest’anno a celebrare, il prossimo 27 ottobre, la Decima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico, nella convinzione che sono “Beati quelli che si adoperano per la pace” (Mat 5:9) , perché Dio (Allah) “chiama alla dimora della pace” (Sura 10, 25) perché Lui è “La Pace” (Sura LIX, 23 ), perché il dialogo è lo sforzo sulla via di Dio che ci compete e ci onora.
Con un fraterno augurio di
Shalom, salaam, pace
I promotori della giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
Elenco dei promotori
In ordine alfabetico
ADISTA, Roma, http://www.adista.it
Confronti, Roma, http://www.confronti.net
CEM – Mondialità, Brescia, http://www.cem.coop
Cipax - Centro interconfessionale per la pace, Roma, http://ww.cipax-roma.it
EMI - Editrice Missionaria Italiana, Bologna, http://ww.emi.it
FCEI – Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Roma, www.fcei.it
Agnese Ginocchio – Cantautrice, Caserta, www.agneseginocchio.it
il dialogo - Periodico di Monteforte Irpino (Avellino) http://www.ildialogo.org/
"il foglio", Torino www.ilfoglio.info
Isola Nera, Lanusei (Ogliastra, Sardegna), mulasgiovanna@yahoo.it
La Collina, Serdiana (Cagliari), www.comunitalacollina.it
La nonviolenza è in cammino, Viterbo, nbawac@tin.it
Missione Oggi – Brescia, http://www.saveriani.bs.it/Missioneoggi
Mosaico di Pace - Bisceglie (Bari), http://www.mosaicodipace.it
QOL, Novellara (Reggio Emilia), http://www.qolrivista.it
Religions For Peace (WCRP) sez. Italiana, http://www.religioniperlapaceitalia.org
Riforma, Torino, www.riforma.it
Tempi di Fraternità, Torino, http://www.tempidifraternita.it/
U.C.O.I.I – Unione delle Comunità Islamiche in Italia, Roma, http:www.ucoii.org
Volontari per lo Sviluppo, Torino, http://www.volontariperlosviluppo.it/
Sito di riferimento
Via Nazionale, 51
83024 Monteforte Irpino
Tel. 339-4325220


Mercoledì 15 Giugno 2011 Ore: 11:16





mercoledì 15 giugno 2011

Riflessioni lampo sui referendum

Ritengo che chiunque abbia notato che il governo ha messo in campo tutto ciò che poteva per non far celebrare i referendum: la data, la disinformazione, i 'consigli' di andare al mare (porta jella, dovrebbero saperlo!), le notizie errate, le cattiverie e le stupidaggini dette (seconde solo a quelle dedicate, si fa per dire, a Pisapia: Milano sarebbe diventata una città islamo-zingara, in caso di sua vittoria...).

Ma i dati più significativi sono due:
1. è stata una vittoria della 'gente', del 'popolo', non dei partiti (neanche di quelli del centro sinistra, o non solo loro): la gente si è mobilitata, si è informata sulla rete e per la strada, si è organizzata, ecc. ecc.;
2, soprattutto nel nord, anche molti elettori del centrodestra, evidentemente stufi di essere presi in giro dal 'loro' stesso governo, sono andati a votare e solo una minima parte ha votato NO.

Cosa fare ora?
Non lasciar cadere questo patrimonio di forze, intelligenze, rabbie, voglia di cambiare, di mobilitarsi e, soprattutto non lasciarsi ingabbiare dai partiti, per costruire una reale alternativa di sinistra, di popoli, nonviolenta. Sarà difficile, ma non impossibile: dipende da noi...

Resistenza e pace: le camere sfiduciate

Tra le elezioni amministrative di maggio e i referendum del 12 e 13 giugno si è consumato il 25 luglio del regime. A tutti si è reso manifesto che il processo di liberazione non si è arrestato: la gente prende in  mano la sua vita; la democrazia, solo che le vengano dati gli strumenti per funzionare, resiste, e proprio nel giorno in cui Berlusconi impegnava le scelte future dell’Italia promettendo a Netanyahu che si sarebbe opposta alla nascita di uno Stato palestinese non consentita da Israele, il governo precipitava in una gravissima crisi.
Sono almeno quattro i significati travolgenti del voto di giugno.
Il primo significato è naturalmente quello che riguarda i quesiti proposti. Sull’acqua avevano detto gli oppositori dei referendum che essa era e rimaneva pubblica, e perciò il voto era inutile; il solo problema era a chi, all’uscita dal rubinetto, si dovesse pagare. Gli elettori ne hanno dedotto che se l’acqua è pubblica, la sua appropriazione è un peculato; lo diceva anche San Tommaso che “peculatus est furtum rei communis”; e perciò hanno votato contro questo peculato.
Sulle centrali nucleari gli oppositori del referendum avevano fatto finta  di toglierle di mezzo; gli elettori hanno capito che se il nucleare si poteva fare solo a patto di far credere ai cittadini che non si facesse, i cittadini avevano il dovere di non farsi ingannare e di dire chiaro e tondo che Chernobyl e Fukushima già bastano.
Sul legittimo impedimento gli elettori hanno colpito al cuore l’ideologia berlusconiana dell’uomo solo che incorpora in se stesso tutto il popolo, e che perciò è al di sopra di tutti, incensurabile e non perseguibile. Sei uno come noi, gli hanno detto. E se molto gli avevano finora permesso, ciò che non gli hanno perdonato (compresi moltissimi elettori del centro-destra) è che egli danzi il bunga-bunga sulle rovine di una generazione, sui barconi di profughi che affondano nel Mediterraneo e su una devastante guerra alla Libia a cui, fedifrago, aveva promesso non belligeranza ed eterna amicizia.
Il secondo significato del voto referendario è la novità di un grande impegno dei giovani, che attraverso la loro passione e i mezzi nuovi che sanno usare, hanno contagiato il Paese dell’emozione per i grandi beni comuni che erano in gioco, e hanno costruito quasi da soli il risultato.
Il terzo significato del voto è che esso segnala il gran ritorno dei cattolici alla politica. Non quelli delle istituzioni che invischiati nella palude dei blocchi contrapposti più di tanto non possono fare. Ma i cattolici della base che dimostrano la loro freschezza e dedizione, sposando la causa dell’acqua, della salvaguardia del creato, della giustizia, che militano nei movimenti ecologici e pacifisti, che operano nelle Caritas, che animano il volontariato, che credono all’etica sia pubblica che privata, che votano alle amministrative per candidati credibili e mandano all’aria coi referendum una classe di governo priva di principi, trasformista e politicamente anarchica. Che questi cattolici abbiano questa volta trovato una sponda nella Chiesa e nella Caritas di Milano, nel presidente della CEI e addirittura nel Papa, li ha resi liberi e finalmente efficaci.
Il quarto significato è quello di una sfiducia inflitta alle Camere. Nel nostro sistema il governo è sfiduciato dal Parlamento, e il Parlamento è sfiduciato dal corpo elettorale (per questo ci vuole il quorum). Se le Camere vengono meno al loro compito e tengono in vita un governo improponibile, l’elettorato supplisce a questa inadempienza e sfiducia governo e Camere. Ciò tanto più chiaramente è avvenuto in questo caso, quando il Parlamento si era identificato in ogni modo con le leggi che il popolo ha abrogato: tentando la truffa sul nucleare, votando in tutte le salse il lodo Alfano e le altre leggi ad personam, insidiando il referendum sull’acqua e facendo della corruzione di una minorenne un importante affare di Stato di rilievo internazionale. L’elettorato, contrapponendosi alla maggioranza parlamentare, ha denunciato che queste Camere non lo rappresentano; né d’altronde esse lo potrebbero, per come sono state elette, per la non corrispondenza tra voti e seggi, per i parlamentari designati dall’alto, per la corruzione sopravvenuta con l’acquisto mediante prebende e onori di deputati di rincalzo in sostituzione di quelli usciti dalla maggioranza.
Questo divario tra Parlamento e Paese dev’essere quanto prima colmato. La sfiducia che, nelle forme costituzionalmente previste, l’elettorato ha espresso alle Camere dovrebbe comportare il loro immediato scioglimento. Non c’è affatto scritto nella Costituzione che le Camere possono essere sciolte solo quando non riescono a tenere in piedi un governo. In effetti, con queste Camere non si può fare più niente: né un’azione plausibile di governo, né tanto meno una nuova legge elettorale. Per far questo ci vuole ormai un nuovo Parlamento, e la maggioranza dei cittadini è ansiosa di eleggerlo.
                                                                 Raniero La Valle 


lunedì 13 giugno 2011

SI'...  SI'...  SI'...  SI'...

è un po' vecchiotta, ma va sempre bene...

QUORUM E REFERENDUM: HO PERSO L'APLOMB!

Lo so che di solito sono calmo, tranquillo e gentile; cerco di non dire parolacce e di fare brutti gesti. Provo a comportarmi da persona educata e civile. Ma ogni tanto, un po' di trasgressione ci vuole, perdiana!
Per i referendum che si sono appena celebrati, questo governo ha dato il meglio del peggio che poteva dare: li ha destinati a metà giugno (ma il buon Dio, ci ha messo lo zampino); ha cercato di boicottarli in tutti i modi; è dovuta intervenire l'AgCom (dove il Com non sta per Comunista) per equilibrare gli interventi nei tg. Berlusconi li ha definiti inutili, Bossi li ha insultati (dopo aver detto che alcuni erano affascinanti: ma si sa, per lui, tutto è 'carne da cannone', può essere messo sul piatto della bilancia per un po' di potere). Addirittura ho letto che la signorina del meteo di Rai1 ha detto che ieri sarebbe stata una bella giornata e che la gente poteva andare a fare una gita...
Ma finalmente, dopo un po' troppo tempo (chissà perchè abbiamo sempre bisogno di una ventina di anni per aprire gli occhi?), stiamo divenendo un paese normale. Per cui abbiamo detto no al nuovo nucleare (dopo tutta la campagna terroristica che ci avevano montato su), no alla privatizzazione dell'acqua e, guarda caso, no al leggitimo impedimento.
Certo, ora i partiti faranno di tutto per accapararsi questo movimento che è ripartito alla grande, ma non dobbiamo farcelo fregare...
Eloquente interpretazione del celeberrimo dipinto, tratta dal sito http://www.nonciclopedia.wikia.com

REFERENDUM: AVANTI TUTTA!!!

Dall'amico Paolo Bertagnolli ricevo e pubblico

Care amiche, cari amici,
siamo ad un passo dal raggiungimento del quorum; purtroppo c'è la possibilità che gli avversari dei beni comuni, i difensori del nucleare, che può portare un grave danno alla popolazione ed alle generazioni future, ma fa guadagnare coloro che investono in questa forma di energia (e sono i pochi già ricchi), coloro che non vogliono che tutti i cittadini siano uguali di fronte alla legge,facciano giochetti sugli italiani all'estero. Diamo loro una spallata, invitamo tutti i nostri contatti, se non hanno ancora votato, a recarsi alle urne, non accontentiamoci del 50%+1, ma cerchiamo di superare il 60%, il 65%, allora i nostri concittadini che hanno votato all'estero e che avrebbero voluto che la gestione dell'acqua rimanesse pubblica, che si investisse sulle rinnovabili, che TUTTI i cittadini fossero uguali, non verranno goicati, derisi dagli avversari.
Vi inoltro quanto trasmette don Aldo e lo faccio mio.
Paolo
 
 
From: ednran@teletu.it
To: ;
Subject: Il sogno collettivo
Date: Mon, 13 Jun 2011 02:23:13 +0200
 

«La questione dei beni comuni è la cartina di tornasole dello stato di salute di una democrazia. Dove non c'è altra legge al di fuori di quella del mercato non c'è posto per i beni comuni, quei beni condivisi che appartengono all'umanità. (...) L'idea neoliberista che il movente essenziale dell'essere umano sia solo quello di massimizzare piaceri, comfort e proprietà, in una parola utilità, è ideologia pura, contraddetta dai fatti. L' homo non è solo oeconomicus e le relazioni tra individui non sono solo mercantili. (...) Oggi una delle reazioni alle diseguaglianze economiche è proprio quella di scambi gratuiti e di servizi pubblici. Ma solo la costruzione di una nuova etica può rendere possibile la società del Convivialismo. Una passione quasi religiosa, uno slancio delle coscienze come quelli che stavano dietro la nascita del liberalismo o del socialismo. Senza sogni collettivi e grandi ideali il nuovo non avanza».
Così Alain Caillé, fondatore, assieme a Serge Latouche, del MAUSS, il movimento antiutilitarista, in una intervista rilasciata a Marino Niola e pubblicata da La Repubblica il 9 giugno scorso.
Un sogno che appena tre giorni fa mi apparivo solo sogno e che oggi, anzi stanotte (sono le 2,20...!) trovo meno sogno.
L'Italia s'è desta?
Buon futuro!
Aldo

sabato 11 giugno 2011

E don Milani disse: "L'acqua è di tutti"

Dall'amica Paola Borderi ricevo questo scritto di don Lorenzo che pubblico immediatamente.

Nel 1955 il sacerdote-maestro scrisse questa «Lettera dalla montagna» a un giornale fiorentino. Tema: l’importanza di un acquedotto per il suo popolo di contadini
                                                                                                    di LORENZO MILANI

                  Caro direttore, col progetto di consorzio di cui ti parlai si darebbe l’acqua a nove famiglie. Quasi metà del mio popolo. Il finanziamento è facile perché siamo protetti dalla legge per la montagna. La benemerita 991 la quale ci offre addirittura o di regalo il 75 per cento della spesa oppure, se preferiamo, in mutuo l’intera somma. Mutuo da pagarsi in 30 anni al 4 per cento comprensivo di ammortamento e interessi. Nel caso specifico, l’acquedotto costerà circa 2 milioni. Se vogliamo sborsarli noi, il governo fra due anni ci rende un milione e mezzo.
L’altro mezzo milione ce lo divideremo per 9 che siamo e così l’acqua ci sarà costata 55.000 lire per casa. Oppure anche nulla; basta prendere pala e piccone e scavarci da noi il fossetto per la conduttura e ecco risparmiate anche le 55.000 lire.
               Se invece non avessimo modo di anticipare il capitale allora si può preferire il mutuo. Il 4 per cento di due milioni è 80.000 lire all’anno. Divise per nove dà 8.800 lire per uno. Se pensi che 8.000 lire per l’acqua forse le spendi anche te in città e se pensi che a te l’acqua non rende, mentre a un contadino e in montagna vuol dire raddoppiare la rendita e dimezzare la fatica, capirai che anche questo secondo sistema è straordinariamente vantaggioso. Insomma bisogna concludere che la 991 è una legge sociale e meravigliosa. Mi piacerebbe darti un’idea chiara di quel che significa l’acqua quassù, ma per oggi mi contenterò di dirti solo questo: s’è fatto il conto che per ogni famiglia del popolo il rifornimento d’acqua richieda in media 4 ore di lavoro di un uomo valido ogni giorno. Se i contadini avessero quella parità di diritti con gli operai che non hanno, cioè per esempio quella di lavorare solo 8 ore al giorno, si potrebbe dunque dire che qui l’uomo lavora mezza giornata solo per procurarsi l’acqua. Dico acqua, non vino! Tu invece per l’acqua lavori dai tre ai quattro minuti al giorno. A rileggere l’articolo 3 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale» mi vengono i bordoni. Ma oggi non volevo parlarti dei paria d’Italia, ma d’un’altra cosa. Dicevamo dunque che c’è questa 991 che pare adempia la promessa del 2° paragrafo dell’art. 3 della Costituzione: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini». A te, cittadino di città, la Repubblica non regala un milione e mezzo, né ti presta i soldi al 4 per cento compreso l’ammortamento. A noi sì.                     
Basta far domanda e aver qualche conoscenza. Infatti eravamo già a buon punto perché un proprietario mi aveva promesso di concederci una sua sorgente assolutamente inutilizzata e inutilizzabile per lui, la quale è ricca anche in settembre e sgorga e si perde in un prato poco sopra alla prima casa che vorremmo servire. Due settimane dopo, un piccolo incidente. Quel proprietario ha un carattere volubile. Una mattina s’è svegliato d’umore diverso e m’ha detto che la sorgente non la concede più. Ho insistito. S’è piccato. Ora non lo scoscendi più neanche colle mine. Ma il guaio è che quando ho chiesto a un legale se c’è verso d’ottenere l’esproprio di quella sorgente, ma risposto di no. Sicché la bizzettina di quell’omino, fatto insignificante in sé, ha l’atomico potere di buttare all’aria le nostre speranza d’acqua, il nostro consorzio, la famosa 991, il famoso articolo 3, le fatiche dei 556 costituenti, la sovranità dei loro 28 milioni di elettori, tanti morti della Resistenza (siamo sul monte Giovi! Ho nel popolo le famiglie di 14 fucilati per rappresaglia). Ma qui la sproporzione tra causa ed effetto è troppa! Un grande edificio che crolla perché un ragazzo gli ha tirato coll’archetto! C’è un baco interiore dunque che svuota la grandiosità dell’edificio di ogni intrinseco significato. Il nome di quel baco tu lo conosci. Si chiama: idolatria del diritto di proprietà. A 1955 anni dalla Buona Novella, a 64 anni dalla Rerum Novarum , dopo tanto sangue sparso, dopo 10 anni di maggioranza dei cattolici e tanto parlare e tanto chiasso, aleggia ancora vigile onnipresente dominatore su tutto il nostro edificio giuridico. Tabù. Son 10 anni che i cattolici hanno in pugno i due poteri: legislativo e esecutivo. Per l’uso di quale dei due pensi che saranno più severamente giudicati dalla storia e forse anche da Dio? Che la storia condannerà la nostra società è profezia facile a farsi.
Basterebbe il solo fatto della disoccupazione oppure il solo fatto degli alloggi. Ma una storia serena non potrà non valutare forse qualche scusante, certo qualche attenuante: l’ostacolo della burocrazia insabbiatrice, quello dell’Italia sconvolta dalla guerra, quello degli impegni internazionali... Insomma, tra attenuanti e aggravanti, chi studierà l’opera dei cattolici in Italia forse non riuscirà a dimostrare che la loro incapacità sia un’incapacità costituzionale. Saremo perdonati dunque anche se in questa preziosa decennale occasione di potere non avremo saputo mostrare al mondo cosa sappiamo fare. Ma guai se non avremo almeno mostrato cosa vorremmo fare. Perché il non saper fare nulla di buono è retaggio di ogni creatura. Sia essa credente o atea, sia in alto o basso loco costituita. Ma il non sapere cosa si vuole, questo è retaggio solo di quelle creature che non hanno avuto Rivelazione da Dio. A noi Dio ha parlato. Possediamo la sua legge scritta per steso in 73 libri e in più possediamo da 20 secoli anche un Interprete vivente e autorizzato di quei libri.
Quell’Interprete ha già parlato più volte, ma se non bastasse si può rivolgersi in ogni momento a lui e sottoporgli nuovi dubbi e nuove idee. A noi cattolici non può dunque far difetto al luce.            Peccatori come gli altri, passi.   Ma ciechi come gli altri no. Noi i veggenti o nulla. Se no val meglio l’umile e disperato brancolare dei laici. Che i legislatori cattolici prendano dunque in mano la Rerum Novarum e la Costituzione e stilino una 991 molto più semplice in cui sia detto che l’acqua è di tutti. Quando avranno fatto questo, poco male se poi non si riuscirà a mandare due carabinieri a piantar la bandiera della Repubblica su quella sorgente.
Manderanno qualche accidente al governo e ai preti che lo difendono. Poco male.
Partiranno per il piano ad allungarvi le file dei disoccupati e dei senza tetto. Non sarà ancora il maggior male. Purché sia salva almeno la nostra specifica vocazione di illuminati e di illuminatori. Per adempire quella basta il solo enunciare leggi giuste, indipendente dal razzolar poi bene o male. Chi non crede dirà allora di noi che pretendiamo di saper troppo, avrà orrore dei nostri dogmi e delle nostre certezze, negherà che Dio ci abbia parlato o che il papa ci possa precisare la Parola di Dio. Dicendo così avrà detto solo che siamo un po’ troppo cattolici. Per noi è un onore. Ma sommo disonore è invece se potranno dire di noi che, con tutte le pretese di rivelazione che abbiamo, non sappiamo poi neanche di dove veniamo o dove andiamo, e qual è la gerarchia dei valori, e qual è il bene e quale il male, e a chi appartengono le polle d’acqua che sgorgano nel prato di un ricco, in un paesino di poveri.
              «Mi piacerebbe darti un’idea di quel che significa l’acqua quassù: per ogni famiglia il rifornimento richiede in media 4 ore ogni giorno Qui l’uomo fatica mezza giornata solo per procurarsi da bere» «Tu per l’acqua lavori 3 o 4 minuti. Che i legislatori cattolici prendano dunque in mano la 'Rerum Novarum' e la Costituzione e stilino una legge molto semplice in cui si dice che è un bene comune»

venerdì 10 giugno 2011

PER QUATTRO SI', UNA MAIL DA PAX CHRISTI

Alla vigilia del referendum, come contributo alla riflessione sull'importanza dei beni comuni e della loro tutela, invio a tutti l'articolo di Roberto Mancini, pubblicato su Mosaico di pace di giugno 2011 (in arrivo in questi giorni agli abbonati): "Nodi come quelli legati all'uso dell'energia nucleare, alla proprietà dell'acqua e all'eguaglianza di tutti, compresi i governanti e i politici, dinanzi alla legge non sono evidentemente temi settoriali. Sono, invece, questioni cruciali per la qualità della convivenza, per stabilire se essa si fonda sulla prepotenza o sulla giustizia".

Buona lettura.

Rosa Siciliano

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La chiesa di fronte all'ingiustizia

La pace che cerchiamo da credenti ha una forte dimensione sociale e politica.

Ecco perché tutti dovremmo avere a cuore le esigenze della vita comune.

Roberto Mancini

Il bene di un paese, a partire dai suoi beni comuni e dalla qualità della sua vita pubblica, non sono valori trascurabili agli occhi della chiesa. Quanti hanno scelto di partecipare alla comunità di Cristo e di testimoniare con la vita la fede evangelica non possono certo chiudersi nelle loro liturgie e teologie o in una spiritualità coltivata in spazi separati, al prezzo dell'indifferenza per la sorte di un'intera società. Un tempo nel linguaggio ecclesiale si tentava faticosamente di trovare un equilibro tra evangelizzazione e promozione umana. Ora abbiamo imparato che la promozione umana è il cuore stesso dell'evangelizzazione. E sappiamo che la pax Christi non ha nulla a che vedere con l'"apatia" degli antichi filosofi stoici, perché piuttosto ha a che fare con la fame e la sete di giustizia, con l'amore politico nonviolento, con la cura per tutte le esigenze della vita comune.

Custodi

Lo sviluppo della vera democrazia e della salvaguardia del creato costituisce una responsabilità che ricade anche sulla comunità cristiana. A meno che la Chiesa non voglia sperimentare di nuovo la resa a quell'unico suo peccato, cui sono riconducibili tutte le sue cadute: l'infedeltà. Infatti, solo una Chiesa infedele, se interpellata sulla sua posizione rispetto all'andamento della convivenza in Italia, potrebbe rispondere: "Sono forse io la custode di questa sorella?".

Naturalmente si tratta di comprendere correttamente il senso di questa custodia e di questa responsabilità ineludibile. Non è l'investitura a costruire una teocrazia, o a collaborare con i governi per sostenerli. La Chiesa non ha alcun governo da appoggiare. Non si tratta nemmeno di ridurre il cattolicesimo a "religione civile", né di rifondare il partito dei cattolici. La chiesa non ha alcun partito con cui identificarsi. E tanto meno si tratta di legittimare quei politici che si autoproclamano paladini dei "valori cristiani": l'evidenza attesta che i loro comportamenti sono tra i più lontani dal messaggio evangelico.

E allora? Che altro dovrebbe fare la comunità dei seguaci di Cristo in un paese come il nostro rispetto alla propria responsabilità per l'andamento della vita di tutti? Custodia e responsabilità comportano non la ricerca del potere o del privilegio, ma la promozione della giustizia dei diritti umani, non la reticenza sulle questioni spinose o la compiacenza verso i potenti, ma l'aperto prendere la parola per dire la verità smascherando l'ingiustizia. Per dire che la furbizia, la prepotenza, l'avidità, la concentrazione del potere, la manipolazione delle coscienze, l'immoralità e l'illegalità sono espressioni del male. E questa parola, illuminante e corale, deve essere detta nel tempo opportuno e con la chiarezza evangelica: "sia il vostro parlare sì, sì; no, no" (Mt 5, 37).

Di fronte al referendum

Proprio ora è il momento di levare la voce in difesa della libertà dei cittadini italiani e del metodo democratico di prendere le decisioni che riguardano tutti. In questi giorni dovremmo essere chiamati a partecipare, attraverso lo strumento costituzionale del referendum, a scelte fondamentali per il nostro paese. Nodi come quelli legati all'uso dell'energia nucleare, alla proprietà dell'acqua e all'eguaglianza di tutti, compresi i governanti e i politici, dinanzi alla legge non sono evidentemente temi settoriali. Sono, invece, questioni cruciali per la qualità della convivenza, per stabilire se essa si fonda sulla prepotenza o sulla giustizia. Dico che "dovremmo" essere chiamati a decidere, perché le tattiche di sabotaggio dei referendum messe in campo dal governo hanno forse precluso la possibilità di votare: lo spostamento della data del voto referendario il più possibile vicino all'estate, per far mancare il quorum necessario, e due decreti-legge ad hoc, rispettivamente, per l'acqua e per l'energia nucleare hanno questo scopo dichiarato. Sprezzante è la giustificazione addotta per scongiurare lo svolgimento del referendum sul ritorno all'energia nucleare. Nella facile previsione del fatto che esso sarebbe stato un referendum contro il nucleare, soprattutto dopo il disastro di Fukushima, si è detto che è meglio non votare perché altrimenti avremmo un "voto emotivo". Come se il tuffo nella trappola delle centrali nucleari fosse frutto della razionalità, mentre il rifiuto di accollarsi i rischi e gli immani problemi legati alla gestione di queste centrali derivasse invece dall'irrazionale paura di gente facilmente suggestionabile. Ma dinanzi alla menzogna è di gran lunga preferibile l'emozione.

Essa può scuotere la ragione affinché si risvegli. L'emozione della paura dinanzi a ciò che è distruttivo, l'emozione dell'indignazione, l'emozione che spinge a partecipare responsabilmente alla vita democratica in modo che si giunga a decisioni sagge e giuste: queste sono tutte emozioni buone e oneste. Emozioni che, dispiegate in un sentimento condiviso che alimenti un approccio veramente razionale, possono segnare l'inizio di una politica nuova. Invece, al fondo dei progetti sul ritorno all'energia nucleare in Italia o sulla privatizzazione dell'acqua, così come alla radice dell'interesse a sancire il "legittimo impedimento" dei governanti tendente a sottrarli al giudizio della legge, c'è una stessa logica. È la logica barbarica del profitto a tutti i costi per chi pretende per sé la libertà da ogni vincolo etico o legale. La scelta di rilanciare il nucleare in Italia è completamente sbagliata. Sul piano economico, tecnologico, sanitario ed ecologico. La scelta di privatizzare l'accesso all'acqua potabile è a sua volta talmente iniqua da risultare anzitutto assurda. La stessa palese iniquità si ritrova del resto nella volontà di garantire l'immunità a tutti i costi per chi governa.

In una situazione così pericolosa alla chiesa, che non deve avere interessi politici e che nel contempo non può non assumersi una responsabilità verso la qualità e le conseguenze della politica, spetta di dire chiaramente che tutto questo è inaccettabile. Non le spetta di indicare le soluzioni politiche, legislative e tecniche dei problemi, ma non può esimersi dal denunciare quelle logiche e quei comportamenti che impediscono ogni autentica soluzione e umiliano la dignità del popolo. Giovanni XXIII, nella Pacem in terris (al n. 19) vedeva nel risveglio democratico dei popoli della terra uno dei segni dei tempi tipici del percorso che porta a comprendere che cosa siano la verità, la giustizia, l'amore, la libertà, la relazione con Dio. E i segni dei tempi - segni di salvezza nascente nel seno della storia - devono essere illuminati, non occultati, dalla voce e dall'azione della Chiesa.

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Mosaico di pace
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mercoledì 8 giugno 2011

COSTI E (FALSI) RISPARMI SE LA GESTIONE DELL'ACQUA FOSSE IN MANO AI PRIVATI

di Giulia Cerino da Repubblica

Mito numero uno: gli acquedotti "pubblici" sono dei colabrodo. "Falso: secondo i dati di Mediobanca, il peggiore, se consideriamo la dispersione idrica (litri immessi in rete e non fatturati/abitanti/lunghezza della rete gestita), è quello di Roma, dove l’acquedotto è affidato ad Acea, una spa quotata in borsa i cui principali azionisti sono il Comune di Roma, Francesco Gaetano Caltagirone e Suez". In vista del referendum del 12 e 13 giugno, Altreconomia ha pubblicato un dossier "speciale". Lo scopo? Sfatare punto per punto tutte le false credenze nate intorno alla privatizzazione del servizio idrico italiano. A partire dai costi. Secondo il Conviri (Commissione nazionale di vigilanza sulle risorse idriche), per i prossimi 30 anni servono circa 64 miliardi di euro per la manutenzione e l’ammodernamento delle reti idriche di casa nostra. Due miliardi l’anno, una cifra standard necessaria in ogni caso, a prescindere dall’esito del referendum. Di questi, il 49,7% è diretto al comparto acquedottistico (per nuove reti, impianti e per manutenzione) mentre il 48,3% alle fognature e alla depurazione. A metterci i quattrini dovrebbero essere lo Stato, le Regioni e i Comuni d’Italia dato che quelli – spiega Pietro Raitano, direttore del mensile Altreconomia e curatore del dossier Speciale Referendum – sono "soldi delle nostre tasse, gli stessi che vengono usati anche per riparare le strade, per costruire il ponte sullo Stretto o per la Difesa".
Ed ecco sfatato il secondo mito. Con l’ingresso dei privati, la bolletta non si ridimensionerà. Al contrario, ai costi standard appena elencati se ne aggiungono altri. Per fare i lavori infatti (gli stessi che dovrebbero fare gli enti pubblici) le aziende punteranno al risparmio tentando di "scaricare l’investimento sulle bollette, come previsto dalla legge". Dunque, nel conto di ogni italiano saranno inclusi, oltre ai lavori ordinari, "anche gli utili delle aziende", spiega Raitano. La concorrenza tra privati non basterà a contenere i costi. Anzi. In assenza di ulteriori interventi normativi e in virtù della legge Galli del 1994, come modificata dal dl 152/2006, i costi di tutti gli investimenti sulla rete acquedottistica finiranno in bolletta. Il business ringrazia. I consumatori non proprio perché – conclude Raitano – pretendere tariffe più basse significherebbe – trattando con dei privati – "necessariamente un blocco degli investimenti".
La privatizzazione della gestione dell’acqua prevista dal decreto Ronchi (numero 135 del 2009) ha dunque di fatto provocato un aumento dei costi. A dimostrarlo sono anche le cifre del rapporto Blue Book 4 che ha pensato di confrontare le tariffe della gestione privata con quelle in house. Risultato? Nel primo caso sono aumentate del 12% rispetto alle previsioni, nel secondo il dato è rimasto quasi costante (solo l’1% in più). Conferma la tendenza anche l’annuale dossier 5, realizzato dall’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, dal quale si scopre che dal 2008 il costo dell’acqua non ha fatto che aumentare: la media è del più 6,7%, con aumenti del 53,4% a Viterbo (record nazionale), Treviso (+44,7%) Palermo (+34%) e in altre sette città, dove gli incrementi hanno superato il 20%: Venezia (+25,8%), Udine (+25,8%), Asti (+25,3%), Ragusa (+20,9%), Carrara (+20,7%), Massa (+20,7%) e Parma (+20,2%).
In generale, gli incrementi si sono registrati in 80 capoluoghi di provincia ma è la Toscana che si conferma la regione con le tariffe mediamente più alte (369 euro). Costi più elevati della media nazionale anche in Umbria (339 euro), Emilia Romagna (319 euro), Marche, Puglia (312 euro) e Sicilia (279 euro) mentre capita spesso di trovarsi di fronte a differenze all’interno di una stessa regione: l’acqua di Lucca costa 185 euro in meno di quella di Firenze, Pistoia e Prato. Stessa cosa in Sicilia: tra Agrigento e Catania lo scarto è di 232 euro. D’altra parte, la logica che muove ogni business degno di tale nome – scrive Luigino Bruni, docente di economia politica all’università Milano-Bicocca – è quella di fare utili, possibilmente a breve termine. Il ragionamento fila: "Le imprese private hanno per scopo il profitto. Chi massimizza il profitto non tiene conto dell’ottimo sociale e difficilmente può essere controllato, nemmeno con un meccanismo di sanzioni".
Sul tema dell’acqua poi sembra circolino tanti altri falsi miti. Si dice, ad esempio, che la gestione privata della rete idrica sia molto efficiente. Sbagliato. "Uno dei migliori acquedotti del nostro Paese – spiega Raitano – è quello di Milano, al cento per cento di gestione pubblica, dove l’acqua viene controllata più volte al giorno e le dispersioni sono minime". E’ quindi "dogmatico dire che la gestione privata garantisce una migliore gestione della rete. Le esperienze che si sono fatte in questi anni in Calabria, ad Agrigento, a Latina dimostrano che dove gli acquedotti sono passati in mano ai privati c’è stato solo un aumento delle tariffe". E’ successo in Calabria, dove alcuni sindaci della Piana di Gioia Tauro si sono visti raddoppiare la bolletta. A San Lorenzo del Vallo, comune di 3.521 abitanti della provincia di Cosenza, il conto è salito da 100 a 190 mila euro l’anno perché - spiega il sindaco - l’azienda che gestisce l’acqua in tutta la Calabria (la So.Ri.Cal) con concessione trentennale ha arbitrariamente aumentato la tariffa del 5%. Una cifra, questa, pari all’intero bilancio del piccolo comune che, non avendo saldato il debito, e stato dichiarato moroso.
Privati o no, la gestione idrica pubblica in Italia sembra aver fallito. Il Belpaese spreca acqua continuamente. Ogni giorno si perdono circa 104 litri di sangue blu per abitante, il 27% di quella prelevata. Considerando ogni singolo italiano si scopre che consumiamo a testa in media 237 litri di liquido al giorno: 39% per bagno e doccia, 20% per sanitari, 12% per bucato, 10% per stoviglie, 6% per giardino, lavaggi auto e cucina, 1% per bere e 6% per altri usi. A fronte di un terzo dei cittadini che non ha un accesso regolare e sufficiente alla risorsa idrica, otto milioni di italiani non ne hanno di potabile e 95 milioni di litri di acqua che, ogni anno, vengono usati per l’innevamento artificiale. Dunque il problema – conclude il dossier – non si risolve nemmeno affidando l’acqua ai privati che – per loro natura – tenderebbero a spostare le reti idriche nelle zone d’Italia più fruttuose. Il punto semmai è la totale assenza di un piano normativo, economico ed amministrativo nazionale volto a finanziare e supportare le tecnologie necessarie. In alcune regioni d’Italia mancano ancora gli Ato, ambiti territoriali ottimali, territori appunto su cui sono organizzati servizi pubblici integrati. Come quello dell’acqua o dei rifiuti.

per scaricare il dossier
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martedì 7 giugno 2011

OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI PER LA DIFESA

Ciao,
sperando di non fare cosa sgradita,
vorrei informare che sul sito
http://www.osmdpn.it è appena stata pubblicata la nuova guida OSM/DPN 2011, per aderire alla
Campagna di Obiezione di Coscienza alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta
http://www.osmdpn.it/archivio/assembl/2011/guida%20osm%20%2010%20mag%2011.pdf

Più in fondo i riferimenti del coordinamento della Campagna.

Ciao Paolo Spunta


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Qui alcune mie note:
1) scrivo in BCC ad alcune mailing list e newsletter a cui sono iscritto, di Bologna e nazionali. Le scrivo qui x informazione e per non agevolare il botta-risposta indesiderato:
nodo-bo@liste.retelilliput.org, gasbo@liste.bfsf.info, fermiamo-il-fuoco-atomico@googlegroups.com, nonviolenti@lists.nonviolenti.org, glt-nonviolenza@liste.retelilliput.org, pace@peacelink.it, segreteria@altreconomia.it, nbawac@tin.it redazione@sbilanciamoci.info, info@unponteper.it, bologna@arcoiris.tv, info@ilariaalpi.it, info@serenoregis.org, gas@liste.retelilliput.org (scusate: spero di non essere troppo fuori argomento (OT): Off Topic), gavcibo@gmail.com, gavci@libero.it

2) ho partecipato ad alcune recenti assemblee nazionali OSM: all'ultima eravamo in una quindicina di persone. AIUTO!!

3) nel 2010 hanno aderito alla campagna circa 500 persone, in tutta Italia.
La campagna è iniziata nel 1981 (missili Cruise a Comiso).
Nel 1991, con la prima guerra del Golfo, i sostenitori dell’obiezione alle spese militari furono quasi 10000.
Forse in quegli anni faceva pensare che l'Italia era in guerra.
Poi magari la campagna ha fatto e continua a fare molti errori...
Forse ora non riusciamo a sollevare la testa dalle tante emergenze e renderci conto che siamo nuovamente in guerra, a devastare la Libia, ed ancora per le fonti energetiche (gli interessi nazionali).

4) Mi piacerebbe fare una sola e grande campagna nazionale italiana e riuscire a portarla a termine.
Dopo anni di berlusconismo e finta opposizione del PD, non credo sia facile individuare UN interesse primario, per il quale ognuno di noi abbia la forza di non pensare alle altre "medie urgenze" dei singoli gruppi di affinità. Però ancora sogno. E magari sono anche pronto! Come facciamo a decidere la NOSTRA priorità condivisa?

5) con il referendum del 12 e 13/6 mi piacerebbe che si riflettesse sul fatto che il nucleare militare si basa sulla tecnologia utile anche al militare civile.
(A me non piacciono tutte e due!)
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-------- Original-Nachricht --------
Datum: Wed, 18 May 2011 18:00:19 +0200
Von: "LOC" <
locosm@tin.it>
An:
locosm@tin.it
Betreff: GUIDA 2011


Anche quest'anno ti invitiamo ad aderire alla campagna
di Obiezione alle Spese Militari per la DPN
(Difesa Popolare Nonviolenta)
per l'anno 2011.

Ti inviamo la guida 2011 ed il modulo d'adesione
(approvata dall'assemblea della campagna a Firenze)


aiutaci a diffonderla con le tue e-mail,
i gruppi con cui sei in contatto,
pubblica la guida sui siti che conosci.

Quest'anno ci sono alcune novità di finanziamento
ti ricordiamo che per aderire puoi scegliere la modalità
di un versamento per la Campagna Osm-Dpn sul cc postale n. 13382205,

intestato alla Lega Obiettori di Coscienza L.O.C. Via M. Pichi, 1 - 20143 Milano

specificando nella causale "Campagna OSM-DPN" 2011

Possibile effettuare un bonifico -

Banco Posta intestato a Lega Obiettori di coscienza codice IBAN IT39L0760101600000013382205


per maggiori informazioni o richieste di materiale contattaci c/o:

Centro nazionale coordinamento
della Campagna Osm-Dpn
c/o Lega Obiettori di Coscienza L.O.C. Via M. Pichi, 1 - 20143 Milano

Telefono / fax 02.58.10.12.26 - e-mail
locosm@tin.it Sito :www.osmdpn.it


per il Centro Coordinatore

Giuseppe Marazzi
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