Come al solito riprendo dal quotidiano telematico NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO, n. 556 del 23 agosto 2008 il sommario e tre testi.
Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: L'Afghanistan e noi
2. "Peacereporter": Un'atra strage. 76 civili uccisi a Shindand
3. Emanuele Nannini: Strage di civili a Sangin
4. "Peacereporter": Un giorno qualunque di ordinari orrori ed infinite stragi
5. Hannah Arendt: L'educazione
6. Luciana Castellina: La nostra "primavera"
7. Carlo Carena presenta l'"Institutio oratoria" di Quintiliano
8. Maria Paola Guarducci presenta "Confessioni di una giocatrice d'azzardo" di Rayda Jacobs
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di più
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: L'AFGHANISTAN E NOI
Non so se sia più abominevolmente disumana la guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, mafiosa e totalitaria in Afghanistan, o la nostra glaciale indifferenza che sanguinaria la alimenta.
Perchè quella guerra è anche il nostro paese che la sta conducendo, illegalmente, criminalmente. Perchè l'Italia fa parte della coalizione assassina, in violazione del diritto internazionale, in violazione della legalità costituzionale.
*
Sarebbe così semplice cogliere l'essenziale. Che uccidere è male e salvare le vite è bene. Che la guerra è nemica dell'umanità. Che la pace si costruisce con mezzi di pace. Che occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti. Che una sola è l'umanità. Sarebbe così semplice cogliere
l'essenziale. Per noi italiani basterebbe la Costituzione della Repubblica Italiana a farci da guida e da norma: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
*
Delle stragi afgane il nostro paese, il nostro ordinamento giuridico, il nostro ceto politico che per la partecipazione a quella guerra ha ripetutamente votato, sono pienamente corresponsabili. E sono pienamente corresponsabili anche tutti coloro che avendo nel nostro paese la possibilità di opporsi a questo crimine e a questa follia continuano a tacere, continuano a tacere (o peggio, peggio), e così contribuiscono al massacro.
*
Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana. Torni l'Italia al rispetto della legalità costituzionale e del diritto internazionale.
S'impegni l'Italia per far cessare la guerra.
Cessi nel nostro paese la complicità di massa con la politica hitleriana.
2. AFGHANISTAN. "PEACEREPORTER": UN'ALTRA STRAGE. 76 CIVILI UCCISI A
SHINDAND
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo la seguente notizia del 22 agosto 2008 col titolo "Afghanistan, un'altra strage: 76 civili uccisi in raid aereo Usa a Herat"]
Il ministero dell'Interno afgano ha dichiarato che il bombardamento aereo Usa della scorsa notte su Shindand, nella provincia occidentale di Herat (sotto comando italiano) non ha causato la morte di 30 talebani come annunciato dai comandi Nato, ma ha ucciso ben 76 civili, in maggioranza
donne e bambini.
Saeed Sharif, un anziano membro del locale consiglio tribale, aveva dichiarato che attorno alle due di notte le bombe hanno colpito un edificio affollato di fedeli riuniti per ascoltare una recitazione del Corano.
Secondo un portavoce del ministero della Difesa afgano, il raid aereo è stato ordinato per supportare le truppe Nato a terra che stavano conducendo un'operazione che aveva come obiettivo un comandante talebano, Mullah Sadiq, che secondo i comandi Usa stava preparando un attacco in grande stile contro la base Usa di Ghorian, tra Herat e il confine iraniano.
3. AFGHANISTAN. EMANUELE NANNINI: STRAGE DI CIVILI A SANGIN
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente articolo del 22 agosto 2008 col titolo "Scene da un matrimonio: truppe inglesi fanno strage di civili. Afghanistan del sud: tank inglesi fanno strage di civili a Sangin, nella provincia di Helmand", il sommario "Lashkargah, giovedì 21 agosto. Un neonato, quattro bambini, una ragazza e quattro donne, una di loro incinta. Tutti colpiti dalle schegge dei razzi che sono caduti sulla loro casa durante una festa di matrimonio, e ricoverati giovedì mattina nel Centro chirurgico di Emergency a Lashkargah. I parenti delle vittime, che nei loro racconti riportano un imprecisato ma notevole numero di morti, denunciano: 'Sono stati i soldati inglesì. Il racconto di un logista di Emergency" e la nota "I luoghi e i fatti descritti dai protagonisti sono stati riportati fedelmente. I nomi dei testimoni sono stati cambiati per proteggere la loro identità". Emanuele Nannini è un operatore di Emergency presente nel Centro chirurgico di Lashkargah, in Afghanistan]
Questo è il periodo migliore dell'anno per sposarsi, il grande caldo è passato e i fiori colorano ancora il paesaggio. La festa inizia il mercoledì e si va avanti per tre giorni ininterrottamente, uomini all'esterno, donne e bambini all'interno, rigorosamente separati. Bisogna affrettarsi, tra poco inizierà il Ramadan.
In un paese in guerra bisogna rinunciare a qualche usanza locale, come sparare in aria colpi di fucile per evitare di diventare un facile bersaglio, e la festa può avere inizio.
Sono le 9,30 a Sangin, provincia di Helmand, sud dell'Afghanistan. Qualcosa è andato storto: le precauzioni non sono bastate, il via vai di moto e macchine ha attirato l'attenzione. "È stata una pattuglia di tank britannici - racconta un testimone - il primo razzo ha colpito una macchina che stava uscendo dalla casa dei festeggiati, gli altri sono stati tutti diretti verso l'edificio in cui si trovavano le donne e i bambini".
Non c'è tempo di pensare e di guardarsi indietro, la prima macchina con due bambine e una donna parte alla volta di Lashkargah, correndo contro il tempo.
Dopo tre ore di viaggio il mullah Baseer arriva all'ospedale di Emergency: la moglie incinta di sei mesi, la figlia di tre anni e la nipote sono in gravi condizioni, ma sopravviveranno. Il vestito bianco della festa è pieno di macchie di sangue, quello che ha visto gli si legge in faccia: "C'erano tre corpi di bambini dilaniati, le gambe erano da una parte e il busto da un'altra. Sono scappato troppo velocemente per rendermi conto di quello che stava succedendo e non volevo vedere nient'altro", racconta toccandosi la lunga barba bianca.
Sabawoon, cugino dello sposo, arriva poco dopo con un'altra macchina con quattro feriti a bordo. La storia che racconta e il dramma nei suoi occhi sono sempre gli stessi: "Gli inglesi erano a due chilometri dal matrimonio e i razzi sono arrivati a poca distanza l'uno dall'altro, non c'è stato il
tempo di scappare e noi uomini all'esterno non abbiamo potuto fare nulla per salvare mogli e figlie". Con lui all'ospedale sono arrivate due zie della sposa, un bambino di tre anni e un neonato di pochi mesi. Hanno corso abbastanza velocemente contro il tempo. Sabawoon poco dopo saprà che anche
la zia, che è stata immediatamente trasferita in sala operatoria, se la caverà.
Le informazioni corrono veloci, non si ha il tempo di farsi troppe domande che l'ultima macchina arriva al cancello. Wadaan è alla guida, è il figlio del mullah Baseer. Con lui in macchina altre due bambine e Bakhtawara, la madre dello sposo. Sono in ritardo, hanno preso una decisione difficile:
anziché correre direttamente all'ospedale di Lashkargah si sono fermati in una piccola clinica a Grishk, a un'ora di distanza dall'ospedale. Il tempo che hanno perso è stato fatale: la madre dello sposo muore pochi minuti dopo essere entrata nel pronto soccorso.
All'esterno dell'ospedale, Bakhtawar, Ghamay e Wadaan sono troppo stanchi per disperarsi e per piangere, insieme portano via il cadavere di Bakhtawara. Ancora vestito a festa.
sabato 23 agosto 2008
DA NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA
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