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venerdì 13 marzo 2009

razzismo di stato

Annamaria Rivera

Razzismo di Stato

“il manifesto”, 13 marzo 2009, p. 1


La “preferenza nazionale” era uno slogan del Front National francese in voga negli anni ’80. Ma il Front National è un partito di estrema destra che mai è stato accolto in un governo. Che oggi siano due ministri della Repubblica italiana –prima Bossi, oggi il più compassato Sacconi- a proporre la preferenza nazionale, rispettivamente sulla casa e sui lavori stagionali, è cosa che fa rabbrividire. Non solo ci conferma ciò che temiamo: l’uscita a destra dalla crisi. Ma ci prospetta che la torsione reazionaria sarà perseguita attivamente e incoraggiata. Il disegno è chiaro e riecheggia le fasi più cupe della storia del Novecento. Già oggi ne è in atto un dispositivo fondamentale, quello che mira a dirottare l’incertezza del futuro e il disagio popolari verso i più deboli fra i deboli: i rom e i migranti più precari. La costruzione dell’”emergenza-stupri”, con il corollario forcaiolo di innocenti mostrificati e additati tramite i media al pubblico ludibrio, a questo serve: ad aizzare il “razzismo dei piccoli bianchi”, così che coloro che vedono minacciati i propri scarsi privilegi possano sfogare frustrazione e rabbia su coloro che sono socialmente più vicini ma un po’ più in basso.

La gestione autoritaria e razzista della crisi economica esige uno stato di eccezione
permanente. E questo colpisce non solo stranieri e minoranze, ma gli stessi cittadini italiani maggioritari. Il pacchetto-sicurezza contiene misure persecutorie contro gli “estranei” ed anche norme miranti a reprimere il dissenso, il conflitto sociale, la libertà di espressione. Fino a conferire al ministro dell’Interno la facoltà di sciogliere gruppi “eversivi” e di oscurare siti telematici che invitino “a disobbedire alle leggi”. In questa strategia, il circolo vizioso del razzismo di Stato- razzismo mediatico-xenofobia popolare occupa un posto centrale: si reprime il dissenso e il conflitto sociale e nel contempo, con l’aiuto decisivo dei media, si additano capri espiatori verso i quali è possibile indirizzare la protesta di ceti popolari colpiti dalla crisi economica. I capri espiatori a loro volta sono resi più vulnerabili ed attaccabili dagli effetti della crisi, dalla privazione della casa e del lavoro, ma soprattutto da norme persecutorie che mirano ad umiliarli, emarginarli, de-
umanizzarli, negando loro diritti umani elementari: il diritto alla salute e alla famiglia, il diritto di mandare del denaro a casa e perfino di riconoscere i propri figli…

Ci sono modi e modi per uscire da una crisi che, certo, è globale ma si riflette in modo
particolarmente pesante su paesi, come l’Italia, devastati da politiche neoliberiste e dalla
debolezza e incoerenza dei sistemi di protezione sociale. Obama cerca d’indicare l’uscita della solidarietà e della coesione sociale, dell’incremento dei diritti dei più deboli, della difesa delle minoranze.
La destra che ci governa e i poteri che rappresenta additano la strada della “cattiveria” e del razzismo, sperando così che rancori e conflitti orizzontali permettano loro di restare in sella. E’ accaduto più volte nel corso della storia. Ma il fatto che sia uno schema classico non ci rassicura affatto.

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