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sabato 4 ottobre 2008

LA NONVIOLENZA IN CAMMINO. ROMA, VICENZA

Come spesso accade, riporto dal Notiziario alcuni testi preceduti dal sommario. Mi scuso con i lettori perché avevo promesso di pubblicare testi sul referendum di Vicenza ogni giorno… ma poi, come succede anche nelle migliori famiglie, non si riesce a mantenere fede alle promesse…
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 598 del 4 ottobre 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Due cose, che sono una
2. Mao Valpiana: Domani a Vicenza
3. Beati i costruttori di pace: Lettera aperta alle cittadine e ai cittadini
di Vicenza
4. Ogni giorno la nonviolenza
5. Danilo Dolci: Quanto non c'è ancora
6. La sola sinistra possibile, e necessaria
7. Giulio Vittorangeli: I poveri a Taormina
8. Michele Boato: Una petizione contro il nucleare
9. Solidarietà con Pietro Milazzo
10. Antonella Litta: Una lettera al Prefetto di Viterbo
11. Si è svolto il 2 ottobre a Viterbo un incontro di riflessione sulla
nonviolenza
12. Riletture: Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi
13. Riletture: Germaine Greer, L'eunuco femmina
14. Riletture: Kate Millett, La politica del sesso
15. Riletture: Juliet Mitchell, Psicoanalisi e femminismo
16. Riletture: Robin Morgan, Sessualità, violenza e terrorismo
17. Riletture: Adrienne Rich, Nato di donna
18. Riletture: Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione
19. La "Carta" del Movimento Nonviolento
20. Per saperne di più

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DUE COSE, CHE SONO UNA
In questa antica città da mesi e mesi ormai si sono infittite le aggressioni squadriste di un gruppuscolo di picchiatori nazisti. Ormai tante ragazze e tanti ragazzi non possono più entrare in certi bar e gelaterie, non possono più passare per certe strade del centro, non possono più passeggiare a tarda sera, perché hanno paura di essere aggrediti, picchiati, massacrati.
Il sindaco di questa antica città emana un'ordinanza "per la sicurezza" che sulle aggressioni naziste ovviamente sorvola, ed invece reca sadici interventi per perseguitare i poveri, per impedire la carità, per costringere chi è nel bisogno a nascondersi, ad aver paura delle pubbliche istituzioni che invece dovrebbero proteggerlo, assisterlo, aiutarlo.
*
Oltre vent'anni fa - lo ho raccontato tante volte, lo faccio una volta di più - quando coordinavo la campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, cercavo di spiegare che l'apartheid non era un esotico residuo del passato: era una grave minaccia per il nostro comune futuro; e così la nostra solidarietà con le sorelle e i fratelli che in Sudafrica lottavano per abbattere il regime della segregazione razziale, era in realtà il riconoscimento che loro stavano lottando anche per noi, per la nostra libertà, per il nostro futuro; e quella nostra solidarietà era quindi in realtà un gesto di gratitudine.
Poi l'apartheid in Sudafrica almeno in ambito legislativo e istituzionale è stato sconfitto, ma da anni tragicamente dilaga su scala planetaria; giorno dopo giorno la furia razzista si va espandendo e consolidando in Europa e in Italia. In questa attuale situazione ancora più necessario ed urgente mi sembra contrastare sia la violenza dei picchiatori da strada, sia la violenza dei manipoli che bivaccano nelle istituzioni e che il razzismo stanno introducendo nella legislazione e nell'amministrazione, negli atti e nei comportamenti degli stessi pubblici ufficiali.
*
Il truce teppista nazista che ti aspetta per strada brandendo la lama, e il pubblico amministratore che ridanciano scatena la caccia al povero e all'oppresso - trovando subito zelanti esecutori -, ebbene, vestono diversamente, parlano diversamente, si presentano diversamente, ma la loro azione segue una medesima scellerata logica. Quelle azioni - il pestaggio brutale e l'ordinanza persecutoria (o la delibera, il regolamento, la circolare, il decreto, la legge razzista) - sembrano due cose diverse: ed invece vi è tra esse una sostanziale continuità.

2. EDITORIALE. MAO VALPIANA: DOMANI A VICENZA
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: mao@nonviolenti.org , sito: www.nonviolenti.org ) per questo intervento.
Mao (Massimo) Valpiana è una delle figure più belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; è nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si è impegnato nel Movimento Nonviolento (si è diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), è membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui è stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", è stato assolto); è inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); è stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarietà con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui è scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosità su nostra richiesta, è nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza è in cammino"; una sua ampia intervista è nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007]
Domenica 5 ottobre a Vicenza si vota per il futuro della città. Il voto ha un valore in sè, al di là del riconoscimento che altri organismi statali non vogliono dare. La democrazia è un processo che si consolida solo con la partecipazione dei cittadini. Democrazia, partecipazione, potere di tutti, omnicrazia, sono i tanti nomi della nonviolenza.
Chi vuole impedire la consultazione popolare, lo fa contro i principi fondanti della Costituzione italiana. Chi domenica andrà a votare, difenderà la Costituzione e farà crescere la nonviolenza. Due buoni motivi per compiere il proprio dovere civico.

3. APPELLI. "BEATI I COSTRUTTORI DI PACE": LETTERA APERTA ALLE CITTADINE E AI CITTADINI DI VICENZA
[Da Mariagrazia Bonollo (per contatti: grazia@koinecomunicazione.it) e da molte altre persone amiche riceviamo e diffondiamo]
In un momento così speciale per la città di Vicenza, come associazione che ha condiviso e vissuto tutti i momenti del percorso drammatico e splendido che vi ha portato all'appuntamento della consultazione popolare di domenica prossima, sentiamo forte il bisogno di esprimervi i nostri sentimenti.
Abbiamo tutti un grande debito di riconoscenza verso di voi. Molti italiani ancora non lo sanno, ma scopriranno presto quale importanza e quale regalo sono per tutti le vostre scelte di pace e di giustizia e le modalità di lotta con cui le perseguite. Grazie per il vostro coraggio, la vostra creatività e fiducia nel continuare a lottare credendo nell'impossibile. In un momento di smarrimento generalizzato della società state offrendo la testimonianza di una resistenza impossibile altrove e di una forza che non viene dalla disperazione, ma dalla coscienza dell'importanza e della validità della scelta.
Conosciamo la grande sofferenza che colpisce direttamente molti di voi; sofferenza provocata dal comportamento di quelle istituzioni locali e nazionali che dovrebbero essere garanti del rispetto della Costituzione e della legalità e che invece, dall'inizio fino all'ultima ordinanza del Consiglio di Stato, hanno continuato a nascondere, raggirare, prevaricare.
Come se fossero i cittadini i nemici dello Stato! E il tutto con l'isolamento politico decretato da quasi tutti i partiti. Anche se si fa di tutto per relegare la scelta della nuova base statunitense alla sola città di Vicenza - chiamandola addirittura una mera questione urbanistica - abbiamo chiara la coscienza che essa riguarda tutti gli italiani e non si riduce a una semplice questione ambientale locale. In un mondo ormai globalizzato e in grande fermento la nuova base condiziona pesantemente i nostri rapporti con tutti gli altri popoli per un futuro di pace e di convivenza o di scontro e di guerra.
In Italia siamo arrivati al punto che si pretende la consultazione della popolazione per la costruzione di una moschea, luogo dove ci si riunisce per pregare, mentre si nega ogni possibilità di consultazione popolare per la costruzione di una base di guerra, che devasta un territorio sensibile e che serve per mandare soldati per il mondo a uccidere. E così, cittadine e cittadini di Vicenza, oltre alla responsabilità sulla pace ora dovete accettare anche la responsabilità sulla democrazia.
Per questo vi rivolgiamo una pressante preghiera. In questo momento, come cirenei, per tutti gli italiani siete caricati di una croce non voluta e non prevista. Qualcuno di voi sarà tentato di respingere la responsabilità di una scelta per tutti. Qualcuno sarà già stanco di tutto il disagio e le tensioni che essa ha già provocato. Qualcuno riterrà inutile continuare a sperare e lottare, vista la pervicacia con cui chi ha potere continua sordo e imperterrito a proseguire nelle decisioni prese.
Potete immaginare con quale cuore vi chiediamo di continuare a scegliere ciò che serve alla vita e alla pace. Non accettate di ridurre questa scelta alla logica dell'appartenenza politica e ancor meno di barattarla con la promessa di qualche favore economico. Con le armi non risolveremo il problema dell'acqua per tutti, non ridurremo l'inquinamento dell'aria e non coltiveremo la terra perché produca cibo per tutti.
La consultazione di domenica prossima, affidata unicamente alla vostra decisione di volerla realizzare, può risultare ancor più significativa. Se è stata impedita a più riprese e in tutti i modi vuol dire che qualcuno la teme. Non servirà per il Governo italiano, ma forse troverà ascolto e riscontro proprio dagli Stati Uniti. Vi chiediamo di partecipare anche per tutti noi, per riappropriarci di una sovranità che ci è stata tolta e per esercitare su una questione vitale il nostro diritto a intervenire democraticamente, sapendo che niente è piccolo e inutile se ci mettiamo il cuore.

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