Altre volte, da questo blog, ho scritto contro la Gelmini. Quello che sta succedendo nel nostro paese, mi sembra tragicamente chiaro: stanno svendendo tutto ciò che era pubblico per privatizzare tutto. O, meglio (anzi, peggio): privatizzano dove serve a loro (la scuola, la sanità, le pensioni) e rendono pubblico ciò che consente guadagni ai privati. Due esempi chiari mi sembrano l'Alitalia (che ogni giorno, come ripete la radio della Confindustria, perde 2,3 milioni di euro...a proposito, la soluzione di Berlusconi mi sembra 'geniale': si crea una compagnia buona, che garantisce introiti ai soliti ricchi e una compagnia cattiva -si chiama proprio così: bad company, che paga le spese dell'operazione e il mostruoso passivo accumulato negli anni. Chi paga tutto ciò: i soliti...fessi, i contribuenti) e l'intervento a favore di Unicredit. Insomma per le banche i soldi saltano fuori...per aumentare stipendi da fame, pensioni da fame...non ce n'è?
Stranezze del capitalismo...
In tutto ciò, salta fuori la riforma (?) della scuola. Ai tempi mi ero battuto contro la riforma Bertagna e Moratti: ma devo riconoscere che almeno, la strana coppia, un'idea (non condivisibile, reazionaria, scandalosa) della scuola ce l'avevano. Il nuovo ministro, dietro l'aria da brava ragazza secchiona, non ha la minima idea di scuola, di pedagogia, di formazione e via dicendo. La scuola (pubblica) serve solo per reperire fondi per la scuola privata e lo stato che foraggia quest'ultima...
Non solo: ciò che sconforta è il fatto che tutti parlano di scuola, ma la disinformazione è grande, grandissima. Dopo ogni partita della Nazionale di calcio, in Italia ci sono circa 50 milioni di Commissari Tecnici, ognuno di loro ha in tasca la ricetta, la formula magica. Lo stesso accade per la scuola: quando si parla di scuola, ognuno si sente in diritto di dire la sua, come se vivesse all'interno di questa caotica istituzione complessa...e così sparano caz...te a destra e manca. A questo 'compito' non si sottraggono i politici e i giornalisti -ancora questa mattina, ho scritto a rainews24 protestando per la leggerezza con cui Renato Fuccillo affrontava il discorso delle proteste contro la Gelmini...
Così, voglio offrire il mio piccolo contributo: si tratta della bozza su cui, integrandola con un altro testo, abbiamo redatto la mozione di protesta del Collegio Docenti congiunto (infanzia e scuola di base) degli insegnanti del II° Circolo Didattico di Albenga (SV), dove lavoro.
Invito tutti i Colleghi, i genitori e tutti gli operatori della scuola ad attivarsi contro l'ennesima schifezza del governo berlusconiano...
Perché siamo contro il decreto Gelmini
Il testo del decreto in oggetto parla chiaro: l’articolo 4 dice che il numero del personale scolastico è troppo alto e quindi bisogna ridurre drasticamente quello degli insegnanti ma anche quello del personale non docente.
Non solo: recita che dal prossimo anno scolastico possono essere istituite classi con docente unico.
Siamo contro questo decreto perché
la legge mira solo a contenere la spesa statale (non lo diciamo noi, ma l’articolo 4);
lo sbandierato mantenimento o eventuale aumento delle classi a tempo pieno non può avvenire a scapito delle altre soluzioni organizzative, per di più con un taglio considerevole di posti di lavoro;
tornare al maestro unico vuol dire tornare alla scuola del “leggere, scrivere e far di conto” (come recitavano i Programmi del 1955) “dimenticando” che le competenze socio affettive sono sempre più necessarie in una società in cui la famiglia che ha smarrito il suo ruolo;
comporta in maniera considerevole un aumento del numero di alunni per classe impedendo un’educazione al senso di cittadinanza attiva (fatto anche di solidarietà e partecipazione) degli stessi;
l’alto numerosi di alunni per classe impedisce al monolitico maestro unico di seguire tutti i discenti affidatigli,sia in senso socio affettivo che didattico;
si corre il rischio di costruire una scuola organizzata a due soluzioni entrambi non soddisfano nessuno: le classi a maestro unico per la riduzione del tempo scuola e l’impoverimento didattico, il tempo pieno che vedrebbe un aumento indiscriminato di alunni fermo restando che il fatto che il numero dei docenti non può aumentare anzi deve essere ridotto: si verrebbe così a creare una scuola somigliante più a un parcheggio che a un’istituzione formativa;
in una classe con un alto numero di iscritti e con un unico insegnante si tornerebbe, come un tempo, a favorire gli alunni già seguiti in famiglia e a penalizzare fortemente i più deboli o i più sfortunati;
le misure previste comportano un risparmio per lo stato di ben 8 miliardi di euro;
la chiusura i 4.000 scuole crea un enorme disagio a utenze residenti in località dovei servizi sono già ridotti e li costringe a una precoce pendolarizzazione (con notevole aumento delle spese a carico degli enti locali);
perché snatura radicalmente il tempo pieno;
svuota la scuola pubblica di contenuti, persone e mezzi a favore della scuola privata.
Inoltre, il Ministero persegue la progressiva riduzione del numero degli insegnanti di sostegno, penalizzando ancora una volta gli utenti più sfortunati, le loro famiglie e gli insegnanti curriculari.
Uno stato che non investe sua formazione, sull’educazione e sull’istruzione è uno stato che non investe sul futuro…
Per questo diciamo NO al decreto Gelmini…
perché tutto ciò disegna una scuola che non ci piace, che non vogliamo.
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