di Patrizia Khadja Dal Monte
Ramadan è tempo di digiuno, di sollecitudine verso gli altri e di preghiera…. “In verità, il Ramadân è per pregare e recitare il Corano”. Alcuni di loro dicevano: “Il Ramadân consiste nel pregare, dare in carità e recitare il Qur’ân”. (Imâm Mâlik e compagni).Il legame tra salât e Ramadan è forte ed evidente, è impensabile eseguire correttamente il digiuno senza assolvere almeno le salât obbligatorie e una delle pratiche più diffuse del periodo di Ramadan consiste proprio nell’intensificare la salât attraverso l’esecuzione della preghiera notturna del tarawîh. Come la salât è il tempo che quotidianamente l’uomo consacra totalmente a Dio, così il Ramadan è il tempo dell’anno specialmente per Dio. Il Profeta, pace e benedizione su di lui, aveva anche l’abitudine di compiere un ritiro durante gli ultimi giorni di questo mese per dedicarsi completamente all’adorazione e alla recitazione coranica: Muslim e Bukhârî riportarono che ‘Aisha riferì che il Profeta, pace e benedizione su di lui, durante gli ultimi giorni di Ramadan, passava la notte a pregare, svegliava la sua famiglia e applicava il suo Izar (ossia si asteneva da ogni relazione sessuale). Secondo la versione di Muslim, ciò accadeva durante gli ultimi dieci giorni.La salât è un saluto adorante rivolto a Dio ed è un unirsi alla grande liturgia che tutto il creato celebra:“Il sole e la luna (si muovono) secondo calcolo ( preciso); la stella e l’albero si prosternano”(LV,5)… LodarLo e adorarLo da esseri umani, liberi e consapevoli insieme con tutte le creature, con una ritualità precisa che si delinea in parole e azioni, inizia con il takbîr (Allahu Akbar) di Allah l’Altissimo e si conclude con il taslîm (il saluto di pace)… come in tutta la teologia islamica il Primo è Dio da Lui discende la pace per l’uomo e la capacità di darla agli altri.“Nel rituale, nelle parole, nei gesti essa riassume tutti i valori della teologia musulmana, giacché ciò che la compone è nel Corano e negli insegnamenti del Profeta: è riconoscere l’unicità di Dio, sottomettersi con fiducia al Suo volere, amarlo sinceramente riconoscersi nella Sua creazione e soprattutto rivolgendosi direttamente a Lui – senza intermediari di sorta – poiché questa è l’essenza autentica dell’Islam.” (Mandel)Anche il digiuno di Ramadan è atto di adorazione, in esso si riconosce la Signoria di Dio sull’universo e sulla propria persona… fluisce nelle pieghe dell’esistenza giorno dopo giorno maggiore consapevolezza dell’Uno, dal Quale tutto discende, e piano piano si percepiscono gli echi del Suo incessante invito al pentimento e al perdono.Come la fede abita nella stessa casa della solidarietà, ed esse sono particolarmente vivide nel mese di Ramadan : «Il Messaggero di Allah (s) era il più generoso degli uomini ed era estremamente generoso a Ramadan, nel momento in cui incontrava Jibrîl ogni notte perché gli insegnasse il Corano. Allora il Messaggero di Allah diveniva più generoso del vento (che porta la pioggia)»,anche la preghiera non è disgiungibile dalla fede e dalla carità (al-iman e al khuluq) :“Non vedi colui che taccia di menzogna il Giudizio? E’ quello stesso che scaccia l’orfano, e non esorta a sfamare il povero. Guai a quelli che fanno l’orazione e sono incuranti nelle proprie azioni, che sono pieni di ostentazione e rifiutano di dare ciò che è utile.” (CVII)e si accende di particolare vigore in questo mese. Come abbiamo detto, si affiancano a quelle obbligatorie nel mese di Ramadan numerose altre raka‘at di notte, che prendono il nome di tarawîh. Esso è sunna sia per gli uomini che per le donne e deve essere fatto dopo l’‘išâ’ e prima del witr, in gruppi di due raka‘a. ‘Âyša ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*) non faceva più di undici raka‘a.”(Al Jama’a) E’ consentito farlo anche dopo il witr, sebbene questa non sia la cosa migliore, e fino alla fine della notte.Diversi hadith testimoniano come il Messaggero di Allah lo praticasse e incoraggiasse i suoi compagni a compierlo, grandi i suoi benefici:“Chi prega nelle notti di Ramadân con fede salda e sperando nella ricompensa, tutti i peccati commessi prima, gli saranno perdonati.”( Al Jama’a)
E’ permesso fare il tarawîh sia in gruppo che individualmente. La maggior parte degli ‘Ulemâ’ preferiscono però che si faccia in gruppo. Il Messaggero di Âllâh, pace benedizione su di lui lo faceva in gruppo, ma in modo discontinuo, per evitare che fosse ritenuto obbligatorio.‘Ayša disse: “Il Messaggero di Âllâh (*) fece la salât in moschea e molte persone pregarono con lui. Il giorno successivo fece lo stesso e ancora più persone pregarono con lui. La terza notte le persone si riunirono ma il Messaggero di Âllâh (*) non andò da loro. Al mattino disse: “ Ho visto quello che avete fatto e niente mi ha impedito di venire da voi, eccetto il timore che poteste considerare la salât obbligatoria”. (Al Jama’a, tranne At-Tirmidhî)Non c’è una misura obbligatoria per la recitazione del Corano, ma la maggior parte dei credenti cerca di leggere il Corano per intero almeno una volta durante le preghiere di Tarawih.Ahmad disse: “Recitate del Corano quello che è semplice e non difficile per la gente, in particolar modo nelle notti brevi”. Al-Qâdî disse: “E’ preferibile leggere l’intero Corano una sola volta, in modo che la gente abbia la possibilità di ascoltare l’intero Corano. Non recitate più di una volta le stesse cose, ciò può risultare pesante per le persone. Se però tutti sono d’accordo nel recitare oltre, questo è meglio.”La preghiera del Tarawîh è connotata dunque dal prolungarsi dello sforzo, dalla recitazione di molti versetti coranici e dal compiersi nella notte. La notte ha un forte significato simbolico, essa è il tempo della rivelazione, della discesa del Corano e ancora una volta non possiamo fare a meno di notare come il buio, l’assenza di forme e colori, l’oscurità sia il grembo più favorevole al manifestarsi della luce di Dio:“Invero, lo abbiamo fatto scendere nella Notte del Destino. E chi potrà farti comprendere cos’è la notte del Destino?La Notte del Destino è migliore di mille mesi.In essa discendono gli angeli e lo Spirito, con il permesso del loro Signore, per (fissare) ogni decreto. E’ pace, fino al levarsi dell’alba”(XCVII, 1-5).“Per il libro esplicito: Lo abbiamo fatto scendere in una notte benedetta, in verità siamo Noi ad ammonire…. Siamo noi ad inviare i (messaggeri) (segni della) misericordia del tuo Signore… ma quella gente invece dubita e scherza! (XLIV)E parlando di notti dobbiamo ricordare il dono speciale riservato a colui che si pone in ricerca di questa notte della discesa, Laylatu-al-Qadr:Bukhârî e Muslim riportarono da Abu Hurayra che il Profeta, pace e benedizioni su di lui, disse: «A colui che prega tutta la notte di al-Qadr per fede e pietà, Allah perdonerà i suoi peccati precedenti».
Ahmad e Ibn Mâjah riportarono un hadîth autentificato da Tirmidhi risalente ad ‘Aisha in cui ella chiese: «Oh Messaggero di Allah, se sapessi in che notte sarà la notte di al-Qadr, che cosa dovrei dire?», ed egli le rispose: «Di’: Oh mio Dio, Tu perdoni e Tu ami il perdono, allora perdonami».Gli Ulema’ hanno opinioni differenti circa la data di questa notte, ma la maggior parte ritiene che essa cada nella notte del 27 Ramadan.La preghiera, la recitazione del Corano e il dhikr eseguiti in questa notte sono migliori di quelli eseguiti durante mille mesi al di fuori di questa notte.Ramadan è tempo di preghiera in tutte le sue dimensioni, non solo si moltiplicano le raka’at, ma anche il dikhr si fa più intenso. La parola dhikr (dal verbo dhakara) che letteralmente significa ‘ricordare’, ‘richiamo’ e ‘menzionare’, pronunciare’, è spesso nominato nel Corano in connessione con la salât, come fossero un’unica cosa e ciò ci mostra come una delle funzioni principali della preghiera, oltre al rendere un saluto adorante al Creatore sia quella di svegliare nell’uomo il ricordo di Dio: “AdoraMi ed esegui l’orazione per ricordarti di Me” (XX,14);“Recita ciò che ti è stato rivelato del Libro ed esegui l’orazione. In verità l’orazione preserva dalla turpitudine e da ciò che è riprovevole. Il ricordo di Allah è certo quanto ci sia di più grande…” (XXIX,45),Il termine però ha un senso più ampio, comprende il menzionare il Suo nome, glorificarLo, lodarlo, ricordare la Sua presenza: “Invocate Allah o invocate il Compassionevole, qualunque sia il nome con il quale Lo invochiate, Egli possiede i nomi più belli.” (XVII,110-111).E’ dhikr meditare sulla creazione, leggere il Corano, anzi è uno dei nomi stessi del Corano è adh- Dhikr . Il mese di Ramadan è mese del Corano, memoria della sua discesa, sforzo dei credenti di rimemorarne tutto il contenuto.Chiesero al Messaggero di Allah, pace e benedizione su di lui, quale fosse il dikr migliore ed egli disse: « E’ quello che ha scelto Allah per i Suoi angeli o per i Suoih servi: Subhana Allah wa bi-hamdihi (La lode e il ringraziamento spettano ad Allah)» (riportato da Muslim).Assieme al dikhr si moltiplicano anche i du’ha, invocazione e ricordo s’intrecciano nella vita dei musulmani, tanto più nel mese di Ramadan.Il musulmano confida solo in Dio e sa di poter ricevere da Lui l’aiuto: “A Lui (spetta) la vera invocazione! Quelli che invocano al di fuori di Lui non rispondono loro in alcunché, sono come colui che tende le mani verso l’acqua affinché giunga alla sua bocca, ma essa non vi giunge: vana è l’invocazione dei miscredenti.”L’invocazione è quindi l’espressione massima di fiducia dell’uomo verso Dio, coscienza che Egli è vicino a chi Lo invoca : “Quando il Mio servo Mi invoca io sono vicino a lui”. Nel mese di Ramadan le invocazioni non sono mai rifiutate:Tirmidhi riportò secondo una buona catena di trasmissione che il Profeta, pace e benedizione su di lui, disse: «Tre invocazioni non saranno mai rifiutate: l’invocazione del digiunatore fino al momento in cui interrompe, quella dell’Imam giusto e quella del perseguitato »Ibn Mâja riportò da ‘Abdullah ibn ‘Amr ibn al-‘As che il Profeta, pace e benedizione su di lui, disse: «Il digiunatore ha al momento della rottura del digiuno un’invocazione che non sarà mai rifiutata».Ramadan tempo di preghiera dunque, individuale o in gruppo, ma di più… Perché come disse il Profeta, pace e benedizione su di lui, questo non è un mese come gli altri, si aprono le porte del bene e chiudono quelle del male :«Un mese benedetto è giunto, siete obbligati a digiunarlo. Inoltre, durante questo mese, le porte del Paradiso sono aperte e quelle dell’Inferno sono chiuse, gli shayatin vi sono incatenati. In più, vi troverete una notte che è migliore di mille mesi, colui che viene privato del suo favore è privato di una grande cosa» (riportato da Ahmad, Nisâ’i e Bayhaqi).
4 commenti:
good start
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
Si, probabilmente lo e
La ringrazio per Blog intiresny
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