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venerdì 23 marzo 2012

NON CI STO!

Pubblico la seguente mail dell'amico don Aldo Antonelli (confidando nel fatto che divenga collaboratore...):

NON CI STO!



Insomma, per il fatto che i "Professoriapplomb" siano susseguiti alla fiera delle vacche degli osceni profittatori berlusconizzati non può rendermi digeribili i piatti iniqui ed amari che il governo Monti ci dispensa.


Dopo aver ingoiato i rospi, non mi va di ingoiare i cammelli!


E mi urta la strafottenza spocchiosa di una Fornero che recita: "o così o ci mandate a casa!".


Stiamo passando dalla padella alla brace. Prima eravamo il paese con i più bassi redditi, ora si aggiunge che siamo il paese con la più alta età pensionabile.


Prima eravamo il paese più corrotto d'Europa (il quarto per la precisione), ora si aggiunge che siamo il paese con la più grande disparità di trattamento tra manager-tecnici-dipendenti-operai!


Stiamo dentro un disegno sadico nel quale i vecchi, i pensionati e gli operai vengono scotennati, mentre gli abbienti e gli evasori se la godono indisturbati.


Siamo alla demolizione totale dello Stato Democratico così come è nato dalle lotte del dopoguerra e come è salvaguardato dalle Costituzioni e si pongono le fondamenta di uno stato liberalfascista a piena disposizione delle esigenze del mercato e della finanza.


Scrive Raniero La Valle sul n. 5 di Rocca:


«La necessaria austerità economica, il salutare riordinamento dei conti pubblici stanno diventando in effetti in tutta Europa il paravento dietro il quale si gioca una partita che riguarda la figura stessa dello Stato; i predicatori del «più società meno Stato», dello «Stato minimo», i sostenitori del monopolio privato dell'economia, i denigratori della politica, i liberalizzatori ad oltranza, gli odiatori del fisco sentono arrivato il loro momento, come se fosse a portata di mano una vittoria irreversibile: il processo di restaurazione dello Stato liberale nella sua versione fondamentalista - legge e ordine a garanzia del libero gioco dei ricchi nei mercati - potrebbe oggi trovare il suo compimento. Ciò che nei singoli Stati non era stato possibile per la resistenza opposta dai movimenti sociali e dalle Costituzioni, può oggi realizzarsi nel quadro di un capitalismo elevato a regime istituzionale e politico a livello europeo, dove il potere, sovrano in quanto unico a battere moneta, è esercitato in uno spazio dove la democrazia non arriva, il controllo popolare e rappresentativo non esiste, e la voce dei movimenti non giunge se non per gli echi delle proteste disperate che si scatenano nelle piazze più colpite».

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