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giovedì 20 settembre 2012

Offese all'islam e reazioni violente



Davanti agli ultimi avvenimenti (offese malevole all'islam e reazioni violente di alcuni musulmani)

ho dissentito con forza da chi ritiene violento in se stesso l'islam (e così di nuovo lo offende);

ho condiviso la giusta valutazione che le agitazioni nell'islam non hanno una origine razzistico-religiosa, ma nascono dalla lunga frustrazione storico-politica (anche per opera dell'occidente), che esaspera l'identità tradizionale e religiosa;

so che la libertà occidentale è anche libertà di critica, ma non dà il diritto di offendere i sentimenti più intimi;

vedo che le primavere arabe, pur nelle incerte evoluzioni, hanno manifestato una volontà di diritti umani, giustizia, democrazia e nonviolenza;

so che la genuina spiritualità islamica, sia quella popolare sia quella colta, è pacifica e tende alla giustizia;

so che la nonviolenza attiva, analoga a quella gandhiana, è ben presente nella spiritualità e nella storia dell'islam, come sa chi vuole conoscere la relativa pubblicistica ormai disponibile (v. in rete: Difesa senza guerra, bibliografia storica, parte I, n. 15);

ho letto religiosamente il Corano, che rispetto come libro di rivelazione divina, mentre resto cristiano convinto, amico ed estimatore dell'islam;

sappiamo bene che gruppi violenti usano l'arma ideologica della religione islamica come altri violenti usano altre religioni;

so che anche i cristiani oggi sono offesi nei sentimenti (in occidente) e altrove anche nella vita e nella libertà;

so che i cristiani come i musulmani non devono rispondere alle offese con l'odio, col disprezzo, con la violenza vendicativa, con l'omicidio;



Enrico Peyretti, 20 settembre 2012

2 commenti:

Marino ha detto...

Non sono un credente. Ma rispetto chi ha una fede, così come pretendo rispetto per chi la fede non ce l'ha e non la ritiene un valore assoluto. Così come, da non credente, quando entro in una chiesa o in una moschea, rispetto la sacralità del luogo, così credo che chi bestemmia, in qualunque forma si manifesti la bestemmia, offende i sentimenti più alti di altre persone.
Condivido e sottoscrivo ciò che hai scritto. Un saluto

Marino ha detto...

Non sono un credente. Ma rispetto chi ha una fede, così come pretendo rispetto per chi la fede non ce l'ha e non la ritiene un valore assoluto. Così come, da non credente, quando entro in una chiesa o in una moschea, rispetto la sacralità del luogo, così credo che chi bestemmia, in qualunque forma si manifesti la bestemmia, offende i sentimenti più alti di altre persone.
Condivido e sottoscrivo ciò che hai scritto. Un saluto