Luisa Rizzo scrive: "vi giro ... di prima mattina"...
e io faccio lo stesso...
EveryOne sul rapimento di Napoli
http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2008/5/18_Follia_antizigana_in_Italia._EveryOne_sul_rapimento_di_Napoli.html
ciao
luisa
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Notizia dell'ultima ora. Il Gruppo EveryOne ha concluso la prima fase
delle le proprie indagini relative alla presunta rapitrice di Ponticelli.
Oltre alla conferma che si tratta di una montatura, Angelica è risultata
essere una giovane slava e non una Romnì. Non è la prima volta che reati
commessi da altre etnie (ma nel caso di Angelica si conferma anche la sua
estraneità ai fatti delittuosi che le sono stati attribuiti) vengono
addossati ai Rom al fine di giustificarne la persecuzione.
Il caso di Angelica, ragazza Rom accusata del tentato rapimento di una
bambina di sei mesi avvenuto a Napoli, nel quartiere Ponticelli, è una
montatura.
La testimonianza di Flora Martinelli, la madre della bambina, del padre di
lei Ciro e dei loro vicini di casa è falsa. Il Gruppo EveryOne ha indagato
accuratamente sull'evento che ha scatenato una vera e propria caccia al
Rom, che da Napoli si è diffusa a macchia d'olio in tutta Italia. Fin
dall'inizio le dinamiche del rapimento non ci hanno convinto, perché chi
conosce la palazzina in cui sarebbe avvenuto il reato sa che è
praticamente inaccessibile, sia per il cancello che per l'attenta
sorveglianza degli inquilini, affermano i leader del Gruppo EveryOne
Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. Vi sono poi discordanze
fra le testimonianze della Martinelli, di suo padre e dei vicini. La donna
in un primo momento ha dichiarato che la porta del suo appartamento
sarebbe stata forzata, poi ha ricordato di averla lasciata aperta. Dopo
aver notato la porta aperta, la madre sarebbe andata a controllare la
culla, quindi sarebbe tornata verso il pianerottolo dove avrebbe sorpreso
- passati almeno venti secondi - la ragazzina Rom con la sua piccola in
braccio. Non solo: avrebbe avuto ancora il tempo di raggiungerla e
strapparle la bambina. Quindi la Rom si sarebbe mossa al rallentatore,
consentendo a nonno Ciro di raggiungerla, afferrarla e schiaffeggiarla al
piano di sotto. Alcuni dei vicini hanno riferito alle autorità che
Angelica aveva ancora la bambina in braccio, quando l'hanno fermata. Ma
non basta, perché nei giorni precedenti al fatto, gli inquilini della
palazzina si erano riuniti più volte, con un solo ordine del giorno: come
ottenere lo sgombero delle famiglie Rom accampate a Ponticelli. Dopo
queste analisi di massima, il Gruppo EveryOne - che può contare su
attivisti e organizzazioni locali - ha effettuato ulteriori accertamenti,
sia presso il carcere, dove un funzionario, dopo aver ascoltato le ipotesi
che scagionavano la presunta rapitrice, ammetteva:
Avete ragione, anche noi siamo in difficoltà, perché questo non è un
evento diverso da tanti altri, ma qualcuno ha voluto trasformarlo in un
caso nazionale. Gli inquilini di Ponticelli fanno blocco: i Rom non li
vogliono più. Qualcuno però, mostra qualche scrupolo di coscienza, ma ha
paura, perché le pressioni sono forti e mettersi contro il comitato di
Ponticelli è pericoloso. Angelica, in realtà, conosceva una delle famiglie
che abitano in via Principe di Napoli, dove è avvenuto l'episodio,
continuano gli attivisti del Gruppo EveryOne, ha suonato al citofono ed è
stata notata da alcune inquiline. Pochi istanti dopo è scattata la
trappola e la furia dei condomini si è scatenata contro di lei, che è
stata raggiunta in strada, afferrata, schiaffeggiata e consegnata alla
polizia. Vi sono testimoni che conoscono la verità e due di loro sono
disposte a parlare al giudice. E' importante che l'avvocato Rosa Mazzei,
che difende la ragazza Rom, non si faccia intimidire e sostenga la verità
in tribunale. Un attivista di Napoli suppone che la linea di difesa
potrebbe essere, invece, quella di ammettere il furto, ma non il tentato
rapimento. Le conseguenze del caso di Ponticelli, con l'eco mediatica
promossa da quotidiani e network, sono state gravissime e sono un indice
evidente di come sia necessario abbandonare razzismo e xenofobia per
riscoprire la strada dei diritti umani.
Adesso è importante che le organizzazioni locali per i diritti dell'uomo
vigilino sulla serenità di Angelica, che subisce pressioni gravi e
intollerabili. Salvaguardare la tranquillità della ragazza significa
salvaguardare la verità sul caso di Ponticelli, che è la tragica verità di
un'altra ingiustizia, di un'altra calunnia, di altre disumane violenze
subite dal popolo Rom in Italia, già colpito da emarginazione e
segregazione, vessato da provvedimenti iniqui. Gli attivisti del Gruppo
EveryOne concludono con alcune considerazioni che dovrebbero far
riflettere: Da anni lanciamo l'allarme riguardo alla campagna razziale in
corso in Italia. Grazie all'appoggio di forze politiche transnazionali
attive nel campo dei diritti umani e civili, abbiamo ottenuto Risoluzioni
europee e documenti-guida da parte delle Nazioni Unite, che ammoniscono
l'Italia contro le sue politiche razziali. I Rom in Italia non sono
criminali, ma famiglie in difficoltà. Su 150 mila 'zingari' presenti nel
nostro Paese, 90 mila sono bambini. La speranza di vita media dei Rom, qui
da noi, è di soli 35 anni, contro gli 80 degli altri cittadini. La
mortalità dei bimbi Rom è 15 volte superiore a quella degli altri bambini.
Sono numeri che esprimono una persecuzione. Riguardo alla criminalità Rom,
essa non ha un'incidenza rilevante, come dimostrano i dati del Ministero
degli Interni e le aggressioni nei confronti di italiani sono praticamente
inesistenti. Il caso di Giovanna Reggiani fu un'altro grande inganno,
perché il presunto omicida, Romulus Mailat, non è Rom, ma un romeno di
etnia Bunjas, che non ha nulla a che vedere con i popoli 'zingari'.
L'abbiamo documentato, a suo tempo, agli inquirenti e alla stampa, ma il
nostro dossier scientifico non fu preso in considerazione. Il razzismo fa
comodo a uno stuolo di persone, a partiti politici e media, alla
criminalità organizzata, che muove miliardi di euro ogni anno. A questo
proposito, ricordiamo che i Rom coinvolti in delitti agiscono quasi sempre
per ordine di criminali mafiosi italiani, i quali - a causa
dell'emarginazione e della segregazione in cui versano i 'nomadi' - li
hanno ridotti in schiavitù. Lo sanno le autorità, lo sanno i politici e
sarebbe ora che lo sapessero tutti i cittadini italiani.
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