Comunicato sulla “Fiera del libro” di Torino
Data: 22 02 2008
Campagna:
La fiera del libro di Torino ha deciso di celebrare la letteratura israeliana in concomitanza con il ricordo della cacciata della popolazione palestinese. Questa scelta sta generando diversi dubbi e perplessità.
La scelta, pur legittima ed interessante, della Fiera del Libro di Torino di dedicare alla letteratura israeliana una delle sue edizioni è diventata inopportuna nel momento in cui questo avviene in coincidenza con le celebrazioni dell'anniversario della fondazione dello Stato di Israele, cioè in coincidenza con la cacciata della popolazione palestinese dalla propria terra.
Per questo, al di là delle dichiarazioni del Consiglio di Amministrazione della Fiera del Libro secondo il quale si tratterà di una iniziativa esclusivamente culturale ciò non sarà, prestandosi inevitabilmente ad una operazione di propaganda politica.
L'evento che si celebra, infatti, se per alcuni richiama la fine delle persecuzioni cui gli ebrei sono stati vittime per secoli, per altri, che vivono da decenni da profughi o sotto occupazione, ricorda la espulsione dalle proprie case e la quotidiana violazione dei propri diritti.
Questa doppia possibilità di lettura di un avvenimento cruciale per la pace avrebbe potuto essere al centro del confronto. Le sue differenti narrazioni avrebbero potuto essere confrontate, dando così anche un contributo alla conoscenza se non alla comprensione reciproca. Ma la Fiera del Libro ha scelto, di fatto, di nominare questo anno cruciale con uno solo dei nomi che gli vengono attribuiti.
Si è fatta così una scelta politica che non fa bene nemmeno alla cultura israeliana.
Non può meravigliare quindi che numerosi scrittori palestinesi, arabi, ed anche israeliani, abbiano declinato l'invito a fare da contorno, né può meravigliare che la scelta della Fiera del Libro sia oggetto di contestazione e ci auguriamo che ciò porti i responsabili della Fiera ad un ripensamento.
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