Riporto l'editoriale del sito www.ildialogo.org
Lo abbiamo più volte detto su queste pagine ed è purtroppo accaduto. Il razzismo è diventato un fatto di massa, che coinvolge persone che mai hanno fatto politica attiva e che ora invece sono in prima fila a bruciare i campi rom e a chiedere la loro cacciata dalla propria città e dall’Italia. Ed era facile prevedere che tali fatti sarebbero successi in una città come Napoli, dove più acute ed insopportabili sono le situazioni di degrado non solo ambientale e dove è più facile trovare chi, per pochi soldi, è disponibile a buttare bottiglie molotov su povere baracche di rom, incuranti se tale atto possa o meno provocare una strage. Si perché anche questo crediamo sia certo. Gli assalti ai campi rom, visto quello che abbiamo potuto leggere sui quotidiani, sono stati premeditati e scientificamente organizzati. Ed il motivo è semplice e lo abbiamo più volte ripetuto: non è da tutti realizzare bombe molotov, non è da tutti saperle utilizzare, non è da tutti saper usare armi od esplosivi. Non può farlo la casalinga o il pensionato. Per queste cose ci vuole addestramento militare per acquisire quelle capacità tecniche che consentano di portare a termine le operazioni prefisse senza rimetterci la propria vita. E l’addestramento militare si acquisisce o nelle strutture militari dello Stato a questo preposte, o nelle strutture della delinquenza organizzata, che ha proprie strutture militari, mezzi e uomini che non hanno nulla da invidiare a quelle statali. Ma ci sono anche organizzazioni politiche dell’area neonazista che hanno identiche capacità tecniche ed organizzative, messe in mostra nei mesi scorsi in occasione dell’omicidio di un tifoso laziale. Organizzazioni neonaziste sempre pronte a scendere in campo contro i migranti.In politica noi non crediamo alle coincidenze. Sappiamo che esistono organizzazioni che studiano attentamente quello che accade e programmano iniziative di vario tipo, anche delinquenziali. Non crediamo sia un caso che i fatti di Napoli accadano quando il nuovo governo delle destre assume con il voto di fiducia i pieni poteri e quando si preannunciano provvedimenti legislativi ed azioni dure nei confronti dei migranti in genere e dei rom in particolare. Così come non è un caso che il prossimo Consiglio dei Ministri si tenga proprio a Napoli. Ciò che è successo in questi giorni ci dice con chiarezza quale tipo di idea politica si vuole promuovere a Napoli e in Campania e quale soluzione si prospetta per la “questione rifiuti”. E ci viene anche il sospetto, vista la rapidità delle azioni che si sono susseguite, che la vicenda del tentativo di rapimento del bambino di pochi mesi che ha dato il via al pogrom a Ponticelli, ex zona rossa di Napoli, sia stato anch’esso organizzato. Saremmo curiosi di conoscere la versione della vicenda fornita dalla ragazza accusata del rapimento. Ma questo forse non lo sapremo mai.E’ grave che il Governo o il ministro dell’Interno non abbiano fatto alcuna dichiarazione contro la distruzione dei campi rom a Napoli preoccupandosi invece di nominare commissari speciali “all’emergenza rom”, avallando in sostanza ciò che gruppi terroristici, perché di questo si tratta, hanno fatto a Napoli. E’ la fine dello Stato. Da ora in poi ognuno potrà farsi giustizia da se sapendo di trovare l’avallo politico di una destra che ha fatto della questione “sicurezza” il suo cavallo di battaglia. Se passa tale linea i reati che sono responsabilità personale di chi li commette potranno diventare un fatto collettivo, addebitabile alla comunità di appartenenza di chi delinque. Dovremmo così aspettarci che tutti i napoletani siano considerati camorristi, tutti i siciliani mafiosi, tutti i calabresi ndranghetisti, e via barbarizzando. Che nessuno dimentichi che quando si imbocca la strada del razzismo nessuno è più sicuro e tutti prima o poi possono finire nel mirino di chi si sente superiore agli altri. A quando l’instaurazione del coprifuoco o l’obbligatorietà della iscrizione al partito del capo del Governo?Sono mesi che da questo sito continuiamo a lanciare un appello contro il razzismo che ha raggiunto oggi circa 350 adesioni ( Clicca qui per leggere il testo e aderire). Sono mesi che chiediamo alle chiese cristiane e a tutte le religioni di impegnarsi attivamente su tale questione. Non ci stancheremo di rinnovare continuamente questo appello perché il razzismo è come la droga, produce assuefazione, induce a comportamenti criminali, stimola i peggiori istinti dell’animo umano, produce solo lutti e violenze. E la storia che ce lo insegna. Ed è sempre la storia che ci insegna che nessun muro, nessun campo di concentramento, nessuna guerra potrà mai fermare le migrazioni con le quali bisogna invece imparare a convivere, costruendo società accoglienti e pacifiche. E le società accoglienti e pacifiche sono anche quelle che sono in grado di mettere al centro della propria vita non gli interessi di pochi, non l’ingordigia individuale ma il benessere e la felicità collettiva. E gli ingordi, diceva Alexis De Tocqueville nel 1840, "Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti". Ed infatti le società più violente al mondo, con omicidi e violenze ad ogni ora del giorno, sono quelle dove più forti e disgustose sono le disuguaglianze sociali e i pregiudizi razziali. Chiediamo che il vescovo di Napoli assuma una posizione decisa contro i pogrom avvenuti nella sua città. Chiediamo che tutti i vescovi italiani facciano altrettanto. Chiediamo che tutte le chiese cristiane e tutte le religioni del nostro paese promuovano una dichiarazione comune contro il razzismo e la violenza e mobilitino le proprie strutture organizzate per sensibilizzare la popolazione contro questo cancro sociale. Il razzismo è una emergenza che interroga innanzitutto i religiosi e le organizzazioni religiose che possono essere le prime a subirne le conseguenze. Ma chiediamo anche che tutti i partiti democratici facciano dichiarazioni comuni contro il razzismo e la violenza. Chiediamo a chi ha giurato fedeltà alla Costituzione, al Capo dello Stato innanzitutto e poi al Governo, di rispettare il proprio giuramento. E la nostra Costituzione al suo art. 3 dice parole inequivocabili non solo contro il razzismo (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”), ma ribadisce anche l’impegno della Repubblica italiana a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.E bisogna farlo ora. Bisogna chiamare il popolo democratico del nostro paese a difendere la legalità democratica e a dire un no chiaro a quanti vogliono trasformare le nostra città in luoghi di scontro con i migranti o le persone marginali o gli appartenenti a determinate religioni. Queste azioni criminali tendono a confondere le acque, a deviare la discussione dalle questioni vere che sono all’origine della crisi che le nostre società stanno vivendo e che si traducono in disoccupazione e miseria sempre crescente, degrado ambientale e corruzione politica. E all’origine di tali fatti vi è l’aberrante distribuzione delle risorse naturali e la ingordigia di pochi Stati o di pochi gruppi sociali che pretendono di arricchirsi indefinitamente ai danni della stragrande maggioranza della popolazione. Ingordigia che è alla base della guerra attualmente in corso a livello mondiale e di cui si vuole cancellare l’esistenza e le responsabilità. Guerra che viene pagata sempre e solo dalle persone povere e soprattutto dai bambini che muoiono a centinaia di migliaia.Che nessuna cada nella trappola del razzismo. Che ognuno si assuma tutte intere le proprie responsabilità innanzitutto di cittadino. Che i capi dei partiti e delle religioni sentano tutta intera la responsabilità che hanno di fronte ai cittadini italiani e all’intera umanità.
Giovedì, 15 maggio 2008
«Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino»
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Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi
Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996
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