NON CANCELLATE IL DIRITTO DI ASILO!
Comunicato del Tavolo asilo
Le associazioni ed enti di tutela del diritto d’asilo
riunite a livello nazionale nel “Tavolo Asilo” ,
facendo seguito alle prese di posizione già espresse
dall’UNHCR, esprimono la propria profonda preoccupazione
per le proposte di modifica di alcune norme vigenti in
materia di asilo e immigrazione. L’Italia, dove manca
tuttora una legge organica sull’asilo, ha appena recepito,
con l'emanazione di un decreto legislativo a marzo 2008 una
importante direttiva dell’Unione Europea colmando così
alcune gravi lacune nella sua legislazione.
Tra le modifiche proposte tre sono gli aspetti che destano
maggiore perplessità:
a) La proposta che appare più allarmante è quella che
prevede che un richiedente asilo la cui domanda sia stata
respinta in prima istanza dalla commissione territoriale
competente venga subito espulso dal territorio nazionale e
rinviato nel Paese in cui è fuggito, anche prima che
l’interessato possa presentare ricorso contro tale
decisione al tribunale. In tal modo lo straniero che lamenta
di subire nel suo paese una persecuzione o comunque di
essere esposto a gravi rischi, verrebbe rinviato in tale
paese, ove rischia la morte, il carcere, la tortura, o di
subire trattamenti disumani o degradanti prima che
l’autorità giudiziaria abbia emesso la propria
decisione. La proposta di modifica alla normativa vigente,
che ha finalmente previsto con chiarezza un effetto
sospensivo ai provvedimenti di allontanamento in pendenza di
giudizio si porrebbe così in netto contrasto con principi
fondamentali del diritto interno ed internazionale, tra cui
la Convenzione Europea sui Diritti Umani e la stessa
normativa europea. In Italia vengono presentate ogni anno
circa 15.000 domande d'asilo, un numero molto modesto
rispetto a quello di altri paesi dell’Unione e comunque
ben lontano dai timori agitati da chi parla di
“invasione”. Delle domande presentate, oltre il 50%
viene accolto in prima istanza e circa 1/3 di quelle
rigettate viene accolto in sede giudiziaria, cosi’
mostrando l’importanza di una seconda istanza.
b) Si propone di trattenere nei CPT i richiedenti asilo che
hanno presentato la domanda di asilo dopo essere stati
colpiti da un provvedimento di respingimento alla frontiera
o di espulsione. Nei CPT i richiedenti asilo sarebbero
sottoposti allo stesso trattamento di tutti gli altri
stranieri in attesa di espulsione, e quindi potrebbero
essere trattenuti in tali centri fino a 18 mesi. Va
ricordato che, sia a Lampedusa che sul resto del territorio
nazionale, a molti stranieri che stremati dal viaggio
giungono nel nostro paese dopo essere fuggiti dai loro paesi
per motivi di persecuzione o per sottrarsi a conflitti
armati, viene spesso notificato un provvedimento di
respingimento e vengono abbandonati a se stessi.
c) Si propone di limitare fortemente il diritto alla
circolazione dei richiedenti asilo a determinate aree. Tale
proposta, oltre a suscitare dubbi sulla sua conformità con
le direttive UE appare del tutto inutile tenuto conto che
già la norma vigente prevede un obbligo di residenza dei
richiedenti nei centri di accoglienza e potrebbe creare
confusione e disservizi anche nell’organizzazione dei
sistema di accoglienza.
Gli enti e le associazioni del Tavolo Asilo chiedono al
Governo di non procedere a modifiche del D.lgs 25/08, la cui
efficacia non è stata neppure ancora sperimentata,
provvedendo invece a dare tempestiva emanazione del
regolamento di attuazione di tale decreto, ferma restando la
possibilità che possano essere successivamente adottate
precise e circostanziate misure integrative e correttive
sulla base di quanto emergerà concretamente
dall’implementazione del testo vigente.
Amnesty International
Arci
ASGI
Caritas Italiana
Casa dei Diritti Sociali - CDS Focus
Centro Astalli
CFA Ex Canapificio Caserta
Comunità di Sant'Egidio
Consiglio Italiano per i Rifugiati
Federazione Chiese Evangeliche in Italia - FCEI
Medici Senza Frontiere
Save the Children
Senzaconfine
nostra patria e' il mondo intero...