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venerdì 27 giugno 2008

LE IMPRONTE DI MARONI

Pubblico la seguente mail dell'amico Arturo Ghinelli:

Le impronte di Maroni
“Non è una schedatura etnica,bensì un censimento che servirà a garantire a chi ha il diritto di restare nei campi,di farlo in condizioni dignitose”ha dichiarato Maroni“

Verrebbe da proporgli,per rispettare il diritto all’uguaglianza di tutti i bambini, di schedare allo stesso modo tutti i bambini italiani, anche perché il 37% dei rom sono italiani” ha replicato Unicef Italia.
E se all’inizio del nuovo anno scolastico facessimo trovare nelle scuole tutti i bambini con indosso una maglietta che riproduce una impronta digitale,cosa succederebbe? Interverrebbe l’esercito per passare al vaglio un polpastrello alla volta di ogni bambino ? E Sara ,che si ciuccia il pollice da sei anni,sarebbe considerata resistente alla legge,visto che il suo comportamento potrebbe essere giudicato un tentativo “infantile” di sottrarsi ai controlli?
“C’è un razzismo latente nella cultura italiana,dovuto purtroppo ad un’insufficienza culturale”ha detto Amoz Luzzatto che ha provato,da bambino, cosa vuol dire essere segnato a dito.
Ma adesso che il razzismo non è più tanto latente sarebbe ora di rendere palese anche l’antirazzismo che c’è nella cultura italiana. Passare dalle parole ai fatti. Dimostrare in modo plateale e di massa che non si è d’accordo. Gesti semplici fatti dalla gente semplice (i capi politici o gli intellettuali famosi sono tutti al mare o tacciono).
Penso,ad esempio, a tante mamme e papà che in una pubblica piazza prendono le impronte ai loro bambini e le mandano ai prefetti smaniosi di esercitare la carica di commissario straordinario all’emergenza nomadi.
Per le leggi speciali del ’38 abbiamo dato la colpa ai tedeschi,questa volta a chi daremo la colpa a Sarkozy? O alla direttiva UE sull’immigrazione?
Ai bambini rom, come a tutti i bambini, basterebbe garantirgli le migliori condizioni per frequentare con successo la scuola. L’attuale governo sta prendendo impegni a questo proposito per il prossimo triennio;nelle 80 pagine del DPEF promette di eliminare 150.000 insegnanti dalle scuole pubbliche,con un risparmio di 8 miliardi di euro.
Allora sì che sarà facile, in classi o sezioni da 28/30 bambini,costringere i genitori rom ad aggiungere i loro figli per non perdere la patria potestà! Chi non è d’accordo si faccia avanti,lo faccia sapere nel modo più clamoroso che la dignità di cittadino gli suggerisce.
Altrimenti è inutile ripetere “giù le mani dalla Costituzione!” non passa giorno che qualcuno dei suoi principi venga messo sotto i piedi,se davvero ci teniamo ancora a questa carta vecchia di 60 anni,dobbiamo farci sentire.
Altrimenti come dice il poeta:”Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto più nessuno a protestare.”
Arturo Ghinellighinelliarturo@libero.it

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