lunedì 17 ottobre 2011
ALCUNE MAIL SUI COSIDDETTI INCIDENTI DI ROMA
io c'ero ed ho contato in tutto il corteo (abbiamo fatto repubblica- via cavour -colosseo) 15 segni di pace ( bandiera o cappello); io ero con il mio solito addobbo pacifista: ombrello colori della pace aperto, cilindro con su scritto pace, bandiera della pace come sciarpa, cartello dicente:" milioni di $$ per i bombardamenti, per affamare i popoli, anche quello italiano..Fuori l'italia dalla guerra, dalla afghanistan,Iraq Libia e...Iran (??!) , comitato permanente di pace" ; megafonino ( praticamente non usato, i miei slogan contro la guerra non li seguiva nessuno), calze colori della pace. Insomma.... più di così... Sono stata attaccata da un gruppo di giovani al grido di pacifista ! serva capitalista! Ma il cartello per fortuna è stato molto fotografato. Ma come al solito ero la solita idiota che portava la critica alla guerra in un mare d'indifferenza. Per quanto riguarda i black block io e rita li abbiamo visti infilarsi nel corteo a s.maria maggiore e venivano da strade completamente presidiate nel senso di bloccate da autoblindo della polizia, con il vestiario d'occasione , gli occhi dilatati e uno mi ha addirittura detto (da bravo poliziotto): permesso signora (!) e sono corsi a buttare le molotov a tre macchine in via cavour. Io dapprima ho pensato che stessero per fare una performance teatrale - il carro del valle occupato era poco più indietro- talmente erano artefatti, poi ho capito e ho detto a chi era vicino fermiamoli quelli vanno a fare casino, e mi sono sentita rispondere ' e perchè?' (??????) Non raccontiamoci farfallate, è stato tutto organizzato dal ministero degli interni. Per se dobbiamo veramente scendere in piazza ( ma tutti quelli della marcia ? Che facciamo ci contiamo una volta all'anno per vedere se riusciamo ancora a fare 20 km???)come pacifisti, dobbiamo essere tutti e , per tutelare la non violenza, fare noi il servizio d'ordine ;la prossima volta non sfilo mi siedo davanti ad un blocco della polizia almeno sono sicura che da lì non passerà nessun provocatore nè tanto meno poliziotto travestito. Invece di continuare a disperderci, fissiamo un 'a ssemblea davanti a montecitorio per discutere di tutto e con cartelli con cifre precise di quanto costa agli italiani questa rapina a mano armata. paci (dentati) , pilar
Qualcuno interpreta la violenza di sabato come uno scontro tra la parte del movimento che vorrebbe le primarie nel centrosinistra e chi invece con il c.s. non vuole dialoghi. Ho letto che addirittura Sinistra Critica sarebbe nel secondo schieramento che, per contrastare in qualche modo il centrosin. vede di buon occhio il comportamento degli “incendiari di macchine, sfascia vetrine,lanciatori di bombe carta” di sabato scorso. Intanto in queste ore la manifestazione di sabato sta piombando rovinosamente sul centrosinistra soprattutto per l’ ignoranza di Di Pietro che invoca la legge Reale. Io non vedo molto interessati i “neri”,li chiamo cosi’ perche’ effettivamente erano vestiti con indumenti soprattutto di quel colore, al dibattito tra Vendola e Bertinotti, Cremaschi e Ferrero, Landini e Camusso. Comunque questo argomento e’ stato usato anche da chi ha difeso gli scontri , infatti in qualche forum c’e’ chi ha scritto che in questo modo Vendola dovra’ prendere le distanze dal Movimento che finalmente sara’ libero. Casualmente sono capitato ad una assemblea del coordinamento 15 ottobre e credo che addirittura non esista nessuna piattaforma comune neanche dei soggetti ,molte decine, che componevano questo coordinamento. Che ognuno andava per la sua strada era dichiarato in partenza, non c’era unita d’ intenti sui contenuti neppure tra chi ha partecipato alla manifestazione senza gesti violenti. Nel sito di democraziakmzero.org ci sono dei commenti sul 15 ottobre, Gigi Sullo in un intervento piu’ lungo ha scritto questo periodo:
Retroscena. Tutti sapevano che “qualcosa” sarebbe accaduto. Tutti quelli, intendo, che sanno di queste manovre da corteo, delle trattative con la questura e tra gruppi organizzati che intendono partecipare alla manifestazione. Quei forse duecento sono una sorpresa solo per i cittadini comuni che hanno deciso di viaggiare a loro spese per gettarsi nella corrente dell’indignazione globale. I generali e i colonnelli dell’estrema sinistra sanno tutto. Ma sbagliano tutto. Perché quelli “più a sinistra”, o ancora più in là, hanno deciso che gli altri hanno promosso la manifestazione solo per diventare nel futuro la stampella di un nuovo centrosinistra alle prossime elezioni politiche. “Noi non facciamo le primarie, noi facciamo la rivoluzione”, ha detto uno dei “neri”, qualche giorno prima, a un nostro compagno che preparava la partecipazione al corteo. Perciò i tipi organizzati e nerovestiti fanno la rivoluzione rompendo e incendiando quel che possono e – invece che scontrarsi con la polizia per cercare di andare verso Piazza Venezia, cioè verso i palazzi del potere, come tutti sapevano che avrebbero cercato di fare – decidono di distruggere la manifestazione rompendola a metà, costringendola a convivere con incendi di uffici del ministero della difesa e di altre automobili e di cassonetti, con statuette della Madonna frantumate, con il fumo dei lacrimogeni, con loro stessi, persone che corrono, sorpassano, si muovono in pattuglie usando la massa come schermo e come bersaglio."
Di getto ho scritto questo commento, anche male perche’ non ho spiegato che si riferiva a questo singolo periodo che era solo una parte di uno dei 5-6 interventi:
“Mah, io sono una persona singola, seguo la nonviolenza e sono contrario al percorso della sinistra movimentista che sta lavorando alle primarie e al prossimo centrosinistra. Non conto niente, ma sul silenzio sulla guerra in Libia delle forze politiche del centrosinistra qualche decina di persone si e’ pronunciata, non so se davvero in Italia siamo poche decine a pensare che non e’ il prossimo centrosinistra la strada migliore. La nonviolenza e’ la strada , lo penso anch’ io, il paradosso e’ che ambienti che non si pronunceranno mai contro la violenza lavorano al prossimo centrosinistra. Insomma tra il prossimo , possibile ma non sicuro, centrosinistra e la violenza ci sono altre strade o piccoli sentieri. Non fatevi fregare anche questa volta dai rapporti personali e dalla paura dell’ isolamento. Le ragioni che si ritengono giuste si portano avanti anche quando siamo in pochi.”
Marco Colombo
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Roma, corteo nonviolento preda dei Bblackbloc: mancava il servizio d’ ordine. Berlusconi, commosso, ringrazia
(Eco-new 16/10/2011)
Guettiglia urbana, 100 feriti, , auto e vetrine sfasciate, ecc: evidentemente gli organizzatori (babbei) del corteo (troppo impegnati a gridare slogan contro la politica) avevano dimenticato di organizzare un minimo di servizio d’ ordine. Impreparata anche la polizia.
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Cercando di capire la violenza di Roma
Dopo mesi di dibattito sul perché gli italiani non si indignassero, un gruppo sparuto, ma comunque di parecchie centinaia di persone, e non del tutto alieno a spezzoni del movimento, come alla maggioranza di noi piacerebbe che invece fosse stato, ha cancellato con una violenza insensata la bellezza e la creatività di centinaia di migliaia di pacifici partecipanti alla manifestazione di Roma. Il Viminale ci ha messo del suo per favorire e reprimere solo apparentemente una violenza che aiuta il governo ad uscire per un attimo dall’angolo e delegittima le ragioni di chi critica l’ordine vigente. Ma non tutto è così semplice.
di Gennaro Carotenuto
Che la violenza, con o senza demonizzazione annessa, danneggi qualunque movimento, dovrebbe essere patrimonio comune. Che i governi, in particolare un governo alla frutta come quello presieduto da Silvio Berlusconi, abbia da guadagnare dal fallimento della grande e bella manifestazione pacifica di oggi a Roma, trasformatasi nel peggior episodio di guerriglia urbana dal G8 di Genova ad oggi, è altrettanto solare.
Allo stesso modo, adesso, castigata la parte pacifica del movimento, resta una linea di demarcazione tra la violenza dei pochi tra i tanti esclusi dal modello e la necessità per gli altri di dissociarsi, difendersi da stucchevoli accuse, rifluire spaventati oppure farsi carico di un’eventuale radicalizzazione di un movimento i caratteri spontaneisti del quale offrono spazio a più di una preoccupazione. Per mettere in prospettiva i fatti di sabato è possibile provare una serie di osservazioni parziali:
1) la rabbia è davvero tanta, tanta come non ce n’era in giro da decenni e l’idea borghese per la quale il male di vivere debba poi magicamente trasformarsi in pacifica, festosa espressione di… disappunto lascia il tempo che trova.
2) Oltre la rabbia c’è oramai in Italia un diffuso mondo lumpen in cerca di sé, attratto dai movimenti ma immerso in un disagio sociale vero (poca scuola, poco lavoro, spesso border line con crimine e droghe), che fa mancare l’alfabeto politico delle generazioni passate, la geometria della lotta di classe di una volta, la coscienza della storia del venire da lontano e andar lontano. Eppure, per la sinistra che si considera "società civile" la vera sfida è avere a che fare con questo mondo.
3) Tanti ragazzi sanno solo che per loro… "no future", come cantavano i Sex Pistols nel ’77. Il ’77 appunto. Senza speranza, senza un progetto, senza politica, abbiamo di fronte un nuovo nichilista ’77. Roma come Londra come la banlieu parigina con la violenza nuda, volgare, stridente dell’aggredito a fronteggiare quella asettica, scientifica, chirurgica dell’aggressore.
4) Roma è la città di Gianni Alemanno e Casa Pound è oramai una massa di manovra che tenta un continuo entrismo insinuando parole d’ordine apparentemente affini tanto nei movimenti di sinistra come nelle periferie urbane.
5) Roma ha la storia che ha anche nell’estrema sinistra. Nei movimenti della capitale c’è spesso una mentalità da ultras calcistici che considera le manifestazioni come un’occasione d’oro per menare le mani e dimostrare di esistere. Dai video si percepisce questa commistione tra gruppi più organizzati di violenti vestiti di scuro, i black bloc, con armi improprie, mazzette, diretti contro i beni materiali. Ma ci sono anche dei giovanissimi a contorno, sempre con i caschi ma improvvisati, cani sciolti violenti più o meno per caso che sfogano la loro rabbia contro i simboli della polizia.
6) Non è un caso che le violenze siano avvenute lontano dalla FIOM, lontano dalla CGIL, lontano da quella sinistra organizzata che ha sfilato pacificamente. Senza nostalgie per i servizi d’ordine di una volta, comunque la sinistra che si riconosce come tale, come parte di un movimento organizzato rifiutando l’atomizzazione sociale, la ricerca di una sterile apoliticità, può più facilmente fronteggiare emergenze come quella di oggi.
7) Infatti gli incidenti hanno violato quella Piazza San Giovanni dove stavano i cosiddetti indignati puri, quelli che hanno come riferimento la Puerta del Sol madrilena e si considerano (qualunque cosa voglia dire) “apolitici”. Questi sono innanzitutto vittime degli incidenti di oggi ma se vogliono dare un seguito alla loro indignazione, devono decidere cosa vogliono fare da grandi. Non bastano una settimana o un mese in tenda al Circomassimo e un bel sito in flash per cambiare il mondo.
8) La storia del Viminale è una storia disdicevole. Mille volte ha usato, causato, provocato episodi di violenza per debilitare o demonizzare l’opposizione al governo di turno. Non c’è bisogno dell’infiltrazione materiale di provocatori all’interno di un movimento disorganizzato (chi diavolo convocava oggi?) per ottenere obbiettivi stabilizzanti per il governo e destabilizzanti per il movimento.
9) Come sempre in questi casi girano in Rete mille denunce. Anche spurgandole delle leggende metropolitane restano dubbi, da quelli del SILP per il quale alle 23 di venerdì ancora non c’erano ordini di servizio, alla dinamica di alcuni episodi di violenza -come il rogo del furgone- stranamente avvenuti col favore di telecamera, al fatto che la polizia ancora una volta ha evitato di identificare gli incappucciati preferendo la via del lacrimogeno che da sempre colpisce il giusto per il peccatore. E’ vero o no che alle 23 c’erano appena una dozzina di arresti o fermi?
10) La violenza di oggi non cancella né le ragioni né la forza di questo movimento ma ne danneggia irrimediabilmente l’accesso al dibattito pubblico dei prossimi mesi e ne limita le possibilità d’espansione. È esattamente quello che successe a Genova 10 anni fa.
In conclusione è evidente che gli scontri abbiano impedito l’installazione di un presidio permanente al Colosseo o ai Fori imperiali che si sarebbe trasformato in una spina nel fianco sia per il governo che per la sinistra parlamentare delegittimata dall’esistenza di un movimento forte. Ma dopo di ieri è chiaro che la scorciatoia di un presidio, l’occupazione di una scuola o un’università, i 140 caratteri di twitter servano a molte cose ma non sostituiscono il lavoro sociale quotidiano, il dialogo con i dannati delle periferie, spesso così disperati da farsi male e far male con la violenza di sabato a Roma. Altrimenti l’indignazione diventa solitaria, autistica, di classe [media]. Le classi dirigenti hanno tradito quei giovani ben prima di tradire le classi medie, come è sicuramente avvenuto ma successivamente. Molti tra quelli che erano in strada a Roma oggi dicono: "i violenti non mi rappresentano". Hanno ragione, ma senza prestare ascolto costante alla voce dei diseredati, per quanto stridente possa sembrare rispetto alla propria, non potremo controllare né spegnere l’incendio.
Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it
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