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martedì 8 luglio 2008

CI SAREBBE DA RIFLETTERE ED AGIRE...

riporto buona parte del quotidiano telematico La nonviolenza è in cammino...si tratta di un numero ricco di materiale e appelli da sottoscrivere...
buona lettura

Giuliano

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 510 dell'8 luglio 2008
Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: La pretesa del dittatore
2. Oggi a Roma in piazza contro le leggi-canaglia
3. Anche a Milano oggi in piazza contro le leggi-vergogna
4. Anche in altre citta' si manifesta oggi per la legalita' costituzionale,contro i poteri criminali e contro il razzismo
5. Scrittori e scrittrici per l'infanzia contro la persecuzione dei bambinirom6. Un appello "In difesa della Costituzione"
7. Enrico Piovesana: Strage a Kabul
...

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA PRETESA DEL DITTATORE
La pretesa del governo e della sua masnada di sottrarsi ai controlli di legalita', la pretesa di godere dell'impunita' per i crimini commessi, e' la riproposizione del solito sogno di tutti i malfattori.Certo, bisogna essere davvero accecati dalla propria protervia per non accorgersi che l'argomento berlusconiano secondo cui avendo la sua minoranza organizzata vinto le elezioni, ipso facto lui ed i suoi sodali devono godere del privilegio di essere esonerati dall'obbligo del rispetto delle leggi, acquisiscono il privilegio per cui ogni loro crimine - e molti ne hanno commessi e procurati - deve essere condonato. Ma gia' i tragici greci sapevano che gli dei accecano coloro che vogliono perdere.E la pretesa berlusconiana di ripetere qui oggi la mossa del "doppio stato"nazista su cui Fraenkel scrisse un non dimenticato saggio rivela fino in fondo cosa stia accadendo nel nostro paese: che una cricca criminale, forte di un potere di persuasione e controllo e manipolazione di massa che ad essa deriva da un esteso controllo di tanta parte dei media televisivi, forte della complicita' pressoche' totale e totalitaria del ceto politico, e forte di un lungamente scientificamente coltivato imbarbarimento della societa', ebbene, questa cricca criminale sta cercando di realizzare compiutamente (giacche' in ampia misura esso si e' gia' realizzato) quel golpe che fu progettato dai tempi della P2, quella P2 cui l'attuale presidente del Consiglio dei ministri era iscritto. Occorre sconfiggere questo disegno criminale. Con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della democrazia.Occorre riaffermare l'uguaglianza di tutti gli esseri umani dinanzi alla legge.Occorre riaffermare l'uguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani.Per questo oggi e' giusto e necessario scendere per le strade e nelle piazze in difesa dell'ordinamento giuridico, della civilta', dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

2. INIZIATIVE.
OGGI A ROMA IN PIAZZA CONTRO LE LEGGI-CANAGLIA
Oggi a Roma in piazza Navona alle ore 18 molte persone e movimenti manifestano contro le leggi-canaglia del governo dell'illegalita' e del razzismo; manifestano per la legalita' costituzionale e per i diritti umani; manifestano per la democrazia.
Per informazioni, adesioni e contatti:http://temi.repubblica.it/micromega-online

3. INIZIATIVE.
ANCHE A MILANO OGGI IN PIAZZA CONTRO LE LEGGI-VERGOGNA[Da Nando dalla Chiesa (per contatti: posta@nandodallachiesa.it) riceviamo e diffondiamo.Nando dalla Chiesa e' nato a Firenze nel 1949, sociologo, docente universitario, gia' parlamentare e sottosegretario; e' stato uno dei promotori e punti di riferimento del movimento antimafia negli anni ottanta; e' persona di straordinaria limpidezza morale. Dal sito sopra citato riprendiamo anche questa breve autopresentazione (risalente a qualche tempo fa) di Nando dalla Chiesa: "Chi sono? Uno che ama impegnarsi, specialmente se sono in gioco la liberta' e la giustizia. Ma anche la decenza mentale e morale. Insomma, mi piace la democrazia e ho cercato di darmi da fare per lei in tanti modi, anche se non ho ancora capito se lei me ne sia grata. Ora sono sottosegretario al Ministero dell'Universita' e della Ricerca, con delega al diritto allo studio, ai conservatori e alle accademie. Sono della Margherita ma sono soprattutto un ulivista convinto, praticamente un fan del partito democratico che si vorrebbe fare. Il mestiere, dite. Gia', sono un sociologo dell'economia, laureato in Bocconi e insegno la mia materia a Scienze Politiche di Milano (ma per ora sono in aspettativa). Scrivo libri(fino a oggi una ventina) e collaboro con diversi giornali. In particolare mi onoro di essere tra gli editorialisti dell'Unita' di Furio Colombo eAntonio Padellaro. Da qualche tempo sono anche editore. Ho fondato una casa editrice che non e' nemmeno piu' solo una promessa e che si chiama Melampo. Soci d'avventura, Lillo Garlisi e Jimmy Carocchi, miei allievi bocconiani arrivati al successo nell'editoria per i fatti loro. Faccio pure del teatro.O meglio, a tanto mi ha spinto l'era berlusconiana. E penso che nei prossimi anni mi ci dedichero' un bel po'. E infine, mi piace fondare. Mica solo la casa editrice. Ho fondato un circolo di nome 'Societa' civile' nella Milano degli anni ottanta. Una splendida creatura collettiva che ha tenuto botta al regime della corruzione di quel periodo. Poi, con il mio amico Gianni Barbacetto, ho fondato il mensile omonimo, grande esperienza giornalistica fatta da ragazzi irripetibili. Ho fondato con Leoluca Orlando e Diego Novelli la Rete, un movimento che diede agli inizi degli anni novanta dignita' politica nazionale all'idea che si dovesse combattere la mafia. Ho fondato il piccolo movimento di Italia democratica, anche quello con mensile, che conflui' nell'Ulivo battendosi contro il razzismo e la secessione. E pure Omicron, rivista sulla criminalita' organizzata al nord, sempre con Gianni Barbacetto. E il comitato di parlamentari 'La legge e'uguale per tutti' per fronteggiare l'offensiva del signor B.; un comitato alla testa di tante manifestazioni degli ultimi cinque anni e che ha prodotto l'unica esperienza di teatro civile al mondo fatto da parlamentari. Ho anche fondato con Fabio Zanchi e Lidia Ravera il Mantova Musica Festival, giunto ormai alla terza edizione e nato per contestare Sanremo finito nelle mani di Tony Renis. Soprattutto ho fondato una famiglia con Emilia. Ne sono nati Carlo Alberto e Dora, i miei gioielli, che se li avesse visti Cornelia ne sarebbe rimasta folgorata, altro che i suoi Gracchi, con tutto il rispetto...".
Opere di Nando dalla Chiesa: Il potere mafioso. Economia e ideologia, Mazzotta 1976; Delitto imperfetto. Il generale, la mafia, la societa' italiana, Mondadori 1984, Editori Riuniti 2003; (con PinoArlacchi), La palude e la citta'. Si puo' sconfiggere la mafia, Mondadori1987; Il Giano bifronte. Societa' corta e colletti bianchi: il lavoro, la cultura, la politica, Etas libri 1987; Storie di boss ministri tribunali giornali intellettuali cittadini, Einaudi 1990; Dizionario del perfetto mafioso. Con un breve corso di giornalismo per gli amici degli amici, Mondadori 1990; Il giudice ragazzino. Storia di Rosario Livatino assassinato dalla mafia sotto il regime della corruzione, Einaudi 1992; Milano-Palermo:la Nuova Resistenza (a cura di Pietro Calderoni), Baldini & Castoldi 1993; I trasformisti, Baldini & Castoldi 1995; La farfalla granata. La meravigliosae malinconica storia di Gigi Meroni il calciatore artista, Limina 1995; La politica della doppiezza. Da Andreotti a Berlusconi, Einaudi 1996; (a curadi), Carlo Alberto dalla Chiesa, In nome del popolo italiano. Autobiografiaa cura di Nando dalla Chiesa, Rizzoli 1997; Storie eretiche di cittadini perbene, Einaudi 1999; Diario di fine secolo. Della politica, della giustizia e di altre piccolezze, Edizioni Pequod 1999; La partita del secolo. Storia di Italia-Germania 4-3. La storia di una generazione che ando' all'attacco e vinse (quella volta), Rizzoli 2001; La legge sono io.Cronaca di vita repubblicana nell'Italia di Berlusconi. L'anno dei girotondi, Filema edizioni 2002; La guerra e la pace spiegate da mio figlio,Filema edizioni 2003; La scuola di via Pasquale Scura. Appassionato elogio dell'istruzione pubblica in Italia, Filema edizioni 2004; La fantastica storia di Silvio Berlusconi. Dell'uomo che porto' il paese in guerra senza avere fatto il servizio militare, Melampo 2004; Capitano, mio capitano. La leggenda di Armando Picchi, livornese nerazzurro, Limina 1999, nuova edizione 2005; Vota Silviolo!, Melampo 2005; Le ribelli, Melampo 2006.
Scritti su Nando dalla Chiesa: suoi ritratti sono in vari libri di carattere giornalistico (tra gli altri di Giorgio Bocca, Giampaolo Pansa, Corrado Stajano); tra le intervista si veda ad esempio quella contenuta in Edgarda Ferri, Il perdono e la memoria, Rizzoli 1988.
Il sito di Nando dalla Chiesa e': www.nandodallachiesa.it]

Contro le leggi vergogna, in difesa del libero giornalismo e della legge uguale per tutti.Per testimoniare la nostra fedelta' alla Costituzione repubblicana. Martedi' 8 luglio alle ore 18 alla Loggia dei Mercanti (piazza Duomo).
Anche a Milano in piazza contro le leggi-vergogna.*Primi promotori: Comitato milanese per la Legalita'; Le Girandole; ChiaraCremonesi; Carlo Monguzzi; Basilio Rizzo, Nando dalla Chiesa*Per adesioni: posta@nandodallachiesa.it

4. INIZIATIVE.
ANCHE IN ALTRE CITTA' SI MANIFESTA OGGI PER LA LEGALITA' COSTITUZIONALE, CONTRO I POTERI CRIMINALI E CONTRO IL RAZZISMO
Dal sito della rivista "Micromega"(http://temi.repubblica.it/micromega-online) riprendiamo per stralci il seguente elenco (parziale e provvisorio) di altre citta' in cui oggi si manifesta, come a Roma e a Milano, contro le leggi-canaglia del governo dell'illegalita' e del razzismo.Torino, Genova, Brescia, Padova, Pordenone, Siena, Bari, Londra, Atene...

5. APPELLI.
SCRITTORI E SCRITTRICI PER L'INFANZIA CONTRO LA PERSECUZIONE DEI BAMBINI ROM
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 7 luglio 2008 col titolo "Impronte ai piccolirom: noi autori di libri per bambini lanciamo un appello"]

Come autori di libri per bambini e ragazzi esprimiamo una forte preoccupazione per le iniziative assunte recentemente dal ministero dell'Interno di usare come metodo di identificazione per i minori Rom la schedatura delle impronte digitali.Troppo spesso, nel documentarci per scrivere le nostre storie, abbiamo incontrato leggi che "per il bene" di bambini emarginati e senza voce in capitolo, hanno di fatto sancito ingiustizie e discriminazioni.Se vogliamo far si' che i piccoli Rom non vivano fra i topi, cerchiamo di integrarli con le loro famiglie, di mandarli a scuola, di toglierli da situazioni di degrado, invece di fare le barricate quando si tenta di sistemarli in situazioni piu' dignitose.Qualora questa misura fosse effettivamente attuata, violando a nostro parerei principi che regolano la convivenza civile come la Costituzione, la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia approvata dalle Nazioni Unite nel 1989 e ratificata dall'Italia nel 1991, non potremmo fare a meno di provare un forte senso di disagio nel proporre ai nostri piccoli lettori testi che parlano di solidarieta', di incontro fra i popoli o narrano di violenze e prevaricazioni subite dai loro coetanei come se fossero accadute nel passato e non potessero ripetersi mai piu'.Non vorremmo appartenere a uno Stato che un giorno debba chiedere scusa alle sue minoranze.
*Vanna Cercena', Emanuela Nava, Dino Ticli, Moony Witcher, Alberto Melis, Janna Carioli, Angelo Petrosino, Francesco D'Adamo, Luisa Mattia, Emanuela Bussolati, Arianna Papini, Guido Sgardoli, Roberto Denti, Giusi Quarenghi,Angela Nanetti, Stefano Bordiglioni, Aquilino, Bruno Tognolini

6. APPELLI.
UN APPELLO "IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE"
[Dal sito della rivista "Micromega"(http://temi.repubblica.it/micromega-online) riprendiamo il seguente appello promosso il 4 luglio 2008 da cento costituzionalisti, li' presentato con la seguente nota redazionale "Cento costituzionalisti contro il lodo Alfano.Una raccolta di firme in difesa della Costituzione. Lodo e processi rinviati, strappo all'uguaglianza. Cento costituzionalisti in campo contro il lodo Alfano che sospende i processi delle quattro piu' alte cariche istituzionali e contro la norma blocca-processi. Il documento e' intitolato "In difesa della Costituzione" ed e' firmato da ordinari di diritto costituzionale e discipline equivalenti: tra essi gli ex presidenti della Consulta Valerio Onida, Gustavo Zagrebelsky e Leopoldo Elia. A coordinare la raccolta di firme e' stato Alessandro Pace, presidente dell'Associazione italiana costituzionalisti"]

I sottoscritti professori ordinari di diritto costituzionale e di discipline equivalenti, vivamente preoccupati per le recenti iniziative legislative intese:
1) a bloccare per un anno i procedimenti penali in corso per fatti commessi prima del 30 giugno 2002, con esclusione dei reati puniti con la pena della reclusione superiore a dieci anni;
2) a reintrodurre nel nostro ordinamento l'immunita' temporanea per reati comuni commessi dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Presidenti di Camera e Senato anche prima dell'assunzione della carica, gia' prevista dall'art. 1 comma 2 della legge n. 140 del 2003, dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 24 del 2004, premesso chel'art. 1, comma 2 della Costituzione, nell'affermare che "La sovranita'appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione", esclude che il popolo possa, col suo voto, rendere giudiziariamente immuni i titolari di cariche elettive e che questi, per il solo fatto di ricoprire cariche istituzionali, siano esentati dal doveroso rispetto della Carta costituzionale, rilevano, con riferimento alla legge di conversione del decreto legge n. 92 del 2008, che gli artt. 2 bis e 2 ter introdotti con emendamento a tale decreto, sollevano insuperabili perplessita' di legittimita' costituzionale perche': a) essendo del tutto estranei alla logica del cosiddetto decreto-sicurezza, difettano dei requisiti di straordinaria necessita' ed urgenza richiesti dall'art. 77, comma 2 Cost. (Corte cost., sentenze n. 171 del 2007 e n. 128 del 2008); b)violano il principio della ragionevole durata dei processi (art. 111, comma1 Cost., art. 6 Convenzione europea dei diritti dell'uomo); c) pregiudicano l'obbligatorieta' dell'azione penale (art. 112 Cost.), in conseguenza della quale il legislatore non ha il potere di sospendere il corso dei processi, ma solo, e tutt'al piu', di prevedere criteri - flessibili - cui gli uffici giudiziari debbano ispirarsi nella formazione dei ruoli d'udienza; d) la data del 30 giugno 2002 non presenta alcuna giustificazione obiettiva e razionale; e) non sussiste alcuna ragionevole giustificazione per una cosi' generalizzata sospensione che, alla sua scadenza, produrrebbe ulteriori devastanti effetti di disfunzione della giustizia venendosi a sommare il carico dei processi sospesi a quello dei processi nel frattempo sopravvenuti; rilevano, con riferimento al cosiddetto lodo Alfano, che la sospensione temporanea ivi prevista, concernendo genericamente i reati comuni commessi dai titolari delle sopra indicate quattro alte cariche,viola, oltre alla ragionevole durata dei processi e all'obbligatorieta' dell'azione penale, anche e soprattutto l'art. 3, comma 1 Cost., secondo il quale tutti i cittadini "sono eguali davanti alla legge". Osservano, a tal proposito, che le vigenti deroghe a tale principio in favore di titolari di cariche istituzionali, tutte previste da norme di rango costituzionale o fondate su precisi obblighi costituzionali, riguardano sempre ed esclusivamente atti o fatti compiuti nell'esercizio delle proprie funzioni. Per contro, nel cosiddetto lodo Alfano la titolarita' della carica istituzionale viene assunta non gia' come fondamento e limite dell'immunita' "funzionale", bensi' come mero pretesto per sospendere l'ordinario corso della giustizia con riferimento a reati"comuni". Per cio' che attiene all'analogo art. 1, comma 2 della legge n. 140 del2003, i sottoscritti rilevano che, nel dichiararne l'incostituzionalita' con la citata sentenza n. 24 del 2004, la Corte costituzionale si limito' a constatare che la previsione legislativa in questione difettava di tanti requisiti e condizioni (tra cui la doverosa indicazione del presupposto - ec ioe' dei reati a cui l'immunita' andrebbe applicata - e l'altrettanto doveroso pari trattamento dei ministri e dei parlamentari nell'ipotesi dell'immunita', rispettivamente, del Premier e dei Presidenti delle due Camere), tali da renderla inevitabilmente contrastante con i principi dello Stato di diritto. Ma cio' la Corte fece senza con cio' pregiudicare la questione di fondo, qui sottolineata, della necessita' che qualsiasi forma di prerogativa comportante deroghe al principio di eguale sottoposizione di tutti alla giurisdizione penale debba essere introdotta necessariamente ed esclusivamente con una legge costituzionale.Infine, date le inesatte notizie diffuse al riguardo, i sottoscritti ritengono opportuno ricordare che l'immunita' temporanea per reati comuni e'prevista solo nelle Costituzioni greca, portoghese, israeliana e francese con riferimento pero' al solo Presidente della Repubblica, mentre analoga immunita' non e' prevista per il Presidente del Consiglio e per i Ministri in alcun ordinamento di democrazia parlamentare analogo al nostro, tantomeno nell'ordinamento spagnolo piu' volte evocato, ma sempre inesattamente.
*Alessandro Pace, Valerio Onida, Leopoldo Elia, Gustavo Zagrebelsky, Enzo Cheli, Gianni Ferrara, Alessandro Pizzorusso, Sergio Bartole, Michele Scudiero, Federico Sorrentino, Franco Bassanini, Franco Modugno, Lorenza Carlassare, Umberto Allegretti, Adele Anzon Demmig, Michela Manetti, RobertoRomboli, Stefano Sicardi, Lorenzo Chieffi, Giuseppe Morbidelli, Cesare Pinelli, Gaetano Azzariti, Mario Dogliani, Enzo Balboni, Alfonso Di Giovine, Mauro Volpi, Stefano Maria Cicconetti, Antonio Ruggeri, Augusto Cerri, Francesco Bilancia, Antonio D'Andrea, Andrea Giorgis, Marco Ruotolo, Andrea Pugiotto, Giuditta Brunelli, Pasquale Costanzo, Alessandro Torre, Silvio Gambino, Marina Calamo Specchia, Ernesto Bettinelli, Gladio Gemma, Roberto Pinardi, Giovanni Di Cosimo, Maria Cristina Grisolia, Antonino Spadaro, Gianmario Demuro, Enrico Grosso, Anna Marzanati, Paolo Carrozza, Giovanni Cocco, Massimo Carli, Renato Balduzzi, Paolo Carnevale, Elisabetta Palici diSuni, Maurizio Pedrazza Gorlero, Guerino D'Ignazio, Vittorio Angiolini, Roberto Toniatti, Alfonso Celotto, Antonio Zorzi Giustiniani, Roberto Borrello, Tania Groppi, Marcello Cecchetti, Antonio Saitta, Marco Olivetti,Carmela Salazar, Elena Malfatti, Ferdinando Pinto, Massimo Siclari, Francesco Rigano, Francesco Rimoli, Mario Fiorillo, Aldo Bardusco, Eduardo Gianfrancesco, Maria Agostina Cabiddu, Gian Candido De Martin, Nicoletta Marzona, Carlo Colapietro, Vincenzo Atripaldi, Margherita Raveraira, MassimoVillone, Riccardo Guastini, Emanuele Rossi, Sergio Lariccia, Angela Musumeci, Giuseppe Volpe, Omar Chessa, Barbara Pezzini, Pietro Ciarlo, Sandro Staiano, Joerg Luther, Agatino Cariola, Nicola Occhiocupo, Carlo Casanato, Maria Paola Viviani Schlein, Carmine Pepe, Filippo Donati, StefanoMerlini, Paolo Caretti, Giovanni Tarli Barbieri, Vincenzo Cocozza, AnnamariaPoggi.

7. AFGHANISTAN.
ENRICO PIOVESANA: STRAGE A KABUL
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente articolo del 7 luglio 2008 col titolo "Kabul, attacco all'India" e il sommario "Un kamikaze fa strage all'ambasciata indiana: 41 morti. decine di feriti".Enrico Piovesana, giornalista, lavora a "Peacereporter", per cui segue la zona dell'Asia centrale e del Caucaso; e' stato piu' volte in Afghanistan inqualita' di inviato]
Sono almeno quarantuno i morti e centoquaranta le persone ferite nel gravissimo attentato avvenuto stamane all'alba a Shahre Nau, nel pieno centro di Kabul, dove un kamikaze alla guida di un'autobomba si e' lanciato contro i cancelli dell'ambasciata indiana.
*Kabul accusa i servizi pachistani "Non siamo stati noi a fare questo", si e' affrettato a dichiarare il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid."Riteniamo che l'attentato sia stato realizzato in coordinamento e consultazione con un servizio di intelligence della regione", si legge in una nota del ministero degli Interni afgano.Vista la scelta dell'obiettivo, dietro questa strage potrebbero effettivamente esserci militanti legati al Pakistan. I settori piu'integralisti e nazionalisti dell'esercito pachistano e della sua intelligence (l'Isi) sono infatti molto irritati dalla crescente influenza politica, economica, culturale e ora anche militare che il suo nemico storico, l'India, sta esercitando sull'Afghanistan. Si tratta di quegli stessi ambienti politici e militari che fin dagli anni '90 hanno sostenuto la necessita' che il Pakistan prendesse saldamente il controllo dell'Afghanistan per mezzo di un regime "amico" (i talebani) al fine di scongiurare l'alternativa che a farlo fosse l'India. L'incubo dell'accerchiamento indiano e' sempre stata un'ossessione per i generali pachistani, e oggi pare sul punto di avverarsi.
*La crescente influenza indiana in Afghanistan
L'amicizia tra il governo afgano di Hamid Karzai e quello indiano non e' una novita'. L'India e' stata fin dal 2002 la potenza regionale che maggiormente ha sostenuto il nuovo regime di Kabul e finanziato la ricostruzione del Paese, cooperando in ogni settore e favorendo un lungimirante processo di "colonizzazione culturale": le nuove generazioni afgane oggi ascoltano musica indiana, si nutrono di film di Bollywood, vestono alla moda indiana.L'India e' il loro modello di riferimento, come "l'America" lo era perl'Italia del dopoguerra. Tutto questo si e' combinato con un sentimento antipachistano diffusissimo tra gli afgani, ben consapevoli delle mire espansionistiche e destabilizzatici del "Fukistan" - come spesso lo chiamano - nei confrontidel loro Paese.La crescente tensione militare sul confine afgano-pachistano, con Karzai che ha appena minacciato di inviare i suoi soldati in Pakistan per inseguire i talebani, completano un quadro che agli occhi dell'intelligence pachistana non e' certo rassicurante. Soprattutto alla luce del recente accordo tra Kabul e Nuova Delhi per l'addestramento militare dei soldati afgani.

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