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venerdì 17 dicembre 2010

la lega nord è secessionista: perchè nessuno interviene? 1

Mentre il ministro Maroni decanta le imprese della polizia a Roma e mntre, conterstualmente, la destra in Parlamento grida "Italia! Italia", manco fossimo ai mondiali, in occasione della tenuta del governo del Berlusca - per 3 voti!!!-, i siti del suo partito ineggiano alla secessione. Eccone un esempio (perchè nessuno interviene? Non è forse un reato? La Costituzione, per ora in vigore, non recita che l'Italia è una e indivisibile?):
La Secessione è la norma
Brenno da Quaderni Padani Anno II, N.7 1996
Dei 47 stati oggi esistenti in Europa, ben 25 (53%) hanno conquistato l'indipendenza nel corso del XX secolo (l). Di questi, soltanto la Yugoslavia è sorta dall'unione di più parti (2) mentre tutti gli altri sono nati dalla separazione da uno stato esistente. In particolare, due (Malta e Cipro) sono colonie che si sono liberate, lo Stato del Vaticano nasce come una sorta di "restituzione-ammenda'' per una annessione violenta e tutti gli altri 21 traggono vita dalla secessione da uno stato di cui erano parte. Di questi, quattro sono il risultato di eventi bellici che hanno coinvolto aree molto più estese (le guerre balcaniche per l'Albania e la prima guerra mondiale per Finlandia, Polonia e Cecoslovacchia) ma che hanno visto la partecipazione attiva di movimenti indipendentisti locali. Tutti gli altri si sono liberati e separati senza alcun consistente intervento esterno e grazie a movimenti e lotte di liberazione che si sono svolte nella stragrande maggioranza dei casi in forma pacifica. In realtà, solo l'Irlanda ha ottenuto l'indipendenza con una lunghissima e sanguinosa guerra di liberazione; la Croazia e la Bosnia hanno dovuto combattere per periodi più o meno lunghi ma soprattutto per questioni legate alla definizione di confini e a causa di una situazione di estremo frastagliamento e compenetrazione delle comunità etniche locali. La Slovenia - che non aveva gli stessi problemi di spartizione - si è limitata a scontri militari poco più che simbolici. Tutti gli altri 14 hanno seceduto e ottenuto la loro libertà con atti di volontà politica, con colpi di mano e con manifestazioni elettorali di autodeterminazione, sviluppati su tempi più o meno lunghi che hanno a volte conosciuto momenti di disordini e tensioni ma mai situazioni di violenza che abbiano potuto far loro perdere la connotazione di operazioni pacifiche. Sintomaticamente si riscontrano condizioni del tutto analoghe anche nel comportamento de numerosi movimenti autonomisti e indipendentisti oggi attivi in Europa. Fra i numerosi paesi dove sono in atto forme di lotta per l'indipendenza o per il raggiungimento di una fortissima autonomia, solo 3 (Irlanda del Nord, Paesi Baschi, Corsica) sono interessati da episodi di violenza sporadica o sistematica solo nei paesi caucasici (e cioè in un'area piuttosto marginale in termini geografici e cultura rispetto al resto d'Europa) si assiste a vere e proprie operazioni di guerriglia o di guerra civile. Da tutti questi dati si traggono alcuni elementi di riflessione estremamente importanti. Innanzitutto che la secessione non è un atto straordinario (e improbabile) ma che costituisce in Europa il normale strumento di raggiungimento dell'autonomia e della libertà politica (3). E poi che la secessione è stata nella stragrande maggioranza dei casi in cui ha avuto luogo un atto assolutamente pacifico (4). Raccontano delle volgari balle quelli che ci di cono che la secessione è una pericolosa stravaganza storica, che le secessioni comportano inevitabilmente lunghe scie di sangue e di violenza e che le divisioni non possono che portare danno a tutti. Questi agitano spettri bosniaci dimenticando che lì - secessione o non secessione - si sono sempre accapigliati e che la divisione politica può proprio essere l'unico modo per evitare che continuino a farlo. Questi agitano immagini di tragedia che derivano solo dalla loro malafede e dalla frequentazione giovanile di film come Via col Vento e che non vogliono tenere conto di come si sia mossa la storia nella stragrande maggioranza dei casi Questi ci sbattono in faccia le bombe basche (spesso, oltre a tutto, di origine "istituzionale") si dimenticano delle gioiose manifestazioni dei paesi baltici e delle civili votazioni di Norvegia e Slovacchia. Ci prospettano scenari di miseria e fingono di non vedere che ovunque i paesi liberati sono diventati più prosperi, che sempre la secessione ha migliorato le loro condizioni economiche, per non parlare di quelle sociali: e se non fosse così perché l'avrebbero fatto? La storia delle secessioni europee è una statistica di pace e civiltà. Noi vogliamo che tale statistica si arricchisca di occorrenze e si colori sempre più di pace. Noi siamo persone pacifiche e civili. E gli Italiani?

Inserito da: Veronesi in data 5/10/2002, ore 20:16
Scritto in Padano per la parte Estero di MGP Federale

Tratto da http://www.giovanipadani.leganord.org/stampa.asp?ID=313

http://www.giovanipadani.leganord.org/stampa.asp?ID=313

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