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Comunicato Stampa
“Caritas in Veritate”: un’enciclica importante ma che tace su ogni questione che riguarda le guerre e le armi e che non si pone il problema di un’alleanza con le altre confessioni cristiane e con le altre religioni per suscitare le passioni ideali e le energie morali per combattere il disordine presente nel mondo
Il coordinatore nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“L’enciclica “Caritas in Veritate” è, come prevedibile, complessa ed esigerà analisi attente su ogni problema affrontato. Ad una prima lettura mi pare di fare le seguenti osservazioni:
--tutto il documento è pervaso dall’importante richiamo ai valori etici e alla necessità di “energie morali” come fondamento di ogni azione in campo economico e sociale, soprattutto in questa fase di crisi senza precedenti;
--sulle questioni del relativismo, del laicismo, del fondamentalismo come su quelle della bioetica, della contraccezione, dell’aborto, della politica demografica Benedetto XVI conferma ed accentua le posizioni ben note e sulle quali ci sono, anche nella Chiesa cattolica, opinioni diverse;
--l’analisi del fenomeno della globalizzazione adotta un punto di vista prevedibile secondo cui essa è un’opportunità ma necessita di un ben maggiore controllo;
--manca però una denuncia, all’altezza della gravità dei fatti, delle responsabilità della finanziarizzazione dell’economia e del ruolo delle multinazionali come cause principali della crisi in atto e di tutti gli aspetti negativi della globalizzazione;
--sono raccolti e positivamente sviluppati nuovi aspetti e problemi della realtà economica e sociale : l’economia del terzo settore, la finanza etica, il ruolo dei consumatori, la tutela della natura e altro;
--è del tutto discutibile sostenere che la Populorum Progressio fu in linea di continuità col magistero preconciliare (essa viene ancora oggi considerata una enciclica di rottura e di denuncia profetica);
Infine sono rimasto spiacevolmente sorpreso dal constatare, al termine della lettura, che nell’enciclica:
--non vi è alcun accenno alla corsa al riarmo, alla necessità del disarmo, al commercio internazionale delle armi e, in generale, al problema dei conflitti potenziali e in atto che sono una delle cause fondamentali dell’impoverimento, della fame e della miseria ;
----vi è solo un timido accenno agli impegni, ovunque disattesi, per il trasferimento di risorse al Sud del mondo (il famoso 0,7%) così come non si parla più della remissione del debito estero, oggetto della campagna della stessa Chiesa nell’anno giubilare;
--non vi è alcun riferimento concreto al percorso ecumenico con le altre Confessioni cristiane (che animò la campagna “Giustizia, pace e salvaguardia del creato”) e solamente un fugacissimo cenno alle relazioni con le altre religioni. Ma questi rapporti sono gli strumenti principali per sollevare in tutto il mondo le energie morali capaci di avviare una svolta e di correggere l’attuale iniquo disordine nei rapporti tra le economie e i popoli. La Chiesa cattolica con questa enciclica sembra presentarsi da sola ed autosufficiente ad occuparsi dei problemi del mondo”
Roma 7 luglio 2009
1 commento:
La ringrazio per Blog intiresny
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