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venerdì 10 luglio 2009

UNA SOLA UMANITA': CONTRO IL 'PACCHETTO SICUREZZA'

da "Coi piedi per terra", riporto alcuni interventi contro il cosidetto 'pacchetto sicurezza', nuova norma illegale e razzista di un governo che riporta indietro l'Italia...alle leggi razzsite e al nucleare...

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza é in cammino"
Numero 213 del 10 luglio 2009
In questo numero:
1. Domenico Basile, Maria Chiara Zoffoli: Al Presidente della Repubblica
2. Gino Buratti: Al Presidente della Repubblica
3. Centro delle Culture: Al Presidente della Repubblica
4. Antonio Lombardi: Al Presidente della Repubblica
5. Lorenzo Porta: Al Presidente della Repubblica
6. Barbara Romagnoli: Non lasciare nulla di intentato
7. Evelina Savini: Al Presidente della Repubblica
8. Antonio Vigilante: Al Presidente della Repubblica
9. Alessandra Ballerini: Una legge che comprometterà i diritti di noi tutti
10. A Cinisi il 15 luglio
11. Una preghiera ad alcune persone amiche
12. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
13. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
14. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
15. L'on. Antonio Borghesi ha presentato un'interrogazione parlamentare
sulle disastrose conseguenze del mega-aeroporto a Viterbo
16. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo


1. UNA SOLA UMANITA'. DOMENICO BASILE, MARIA CHIARA ZOFFOLI: AL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA
Signor Presidente della Repubblica Italiana, on. Giorgio Napolitano,
Le scriviamo per manifestarLe il nostro più totale disaccordo in merito al
cosiddetto "pacchetto sicurezza", approvato dal Senato nella seduta del 2
luglio scorso.
Le misure approvate, nei confronti degli immigrati non regolarizzati, sono
in contrasto con gli elementari principi della Dichiarazione universale dei
diritti dell'uomo, oltre che essere in palese contrasto con lo spirito e la
lettera della nostra Costituzione, di cui Ella é il principale garante.
La invitiamo caldamente a non avallare con la Sua firma queste sciagurate
disposizioni che ci mettono ai margini della civiltà giuridica.
Respinga alle Camere questi provvedimenti affinché il legislatore abbia
modo di riflettere ulteriormente sulla vergogna a cui espone il nostro Paese
rispetto al consesso delle nazioni civili.
Con grande stima Le inviamo i migliori saluti.
Domenico Basile, ingegnere in pensione
Maria Chiara Zoffoli, insegnante in pensione


2. UNA SOLA UMANITA'. GINO BURATTI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Egregio Signor Presidente,
mi rivolgo a Lei, come molte altre persone, nella speranza che possa essere
posto fine a questo tremendo precipitare lungo un dirupo, che porta
progressivamente, e con una violenza allucinante, all'affermazione di una
cultura di rifiuto, di chiusura... una cultura razzista.
Mi rivolgo a Lei in quanto Presidente, spero, non solo degli Italiani "doc",
ma di tutti quegli esseri umani che per mille e svariate motivazioni, spesso
dipendenti dalle nostre sicurezze e dal nostro benessere, si trovano ad
esser costretti a migrare nel nostro paese.
Mi rivolgo a lei perché con le norme del "pacchetto sicurezza" lasciamo ai
nostri figli il fardello di un abominio culturale mostruoso, introducendo
una stratificazione tra gli esseri umani e "legalizzando" la negazione di
diritti umani a taluni, proprio noi che abbiamo dato un contributo non
indifferente nella stesura di una cultura dei diritti umani.
Stanno seminando paura: alimentano la nostra paura nei confronti dei
migranti e, specularmente, alimentano la paura dei migranti nei confronti
nostri... stanno creando un mondo di paura.
Per questo, Signor Presidente, la prego di fermare questo degrado culturale
verso il quale una politica incapace di disegnare un mondo migliore e
diverso ci sta trascinando.
Abbiamo bisogno non di costruire delle fortezze intorno a noi, ma un sistema
di relazioni sociali che sempre più sostenga le persone ad uscire dalla
marginalità e dall'essere invisibili.
Con queste norme facciamo diventare degli invisibili un numero sempre
maggiore di persone e le allontaniamo da qualsiasi contatto con le
istituzioni del nostro paese, istituzioni che, ormai, si stanno avviando ad
essere semplicemente apparati di repressione e di denuncia, e sicuramente
realtà di cui chi vive nella marginalità non può fidarsi.
Gino Buratti,
Accademia Apuana della Pace di Massa


3. UNA SOLA UMANITA'. CENTRO DELLE CULTURE: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Illustrissimo Presidente della Repubblica,
Le scrivo per esprimere il mio profondo sconforto causato dall'approvazione
della legge sul
cosiddetto "pacchetto sicurezza" del 2 luglio 2009 e mi permetto di
esprimere la mia indignazione ma soprattutto di condividere con Lei le mie
preoccupazioni che sono le stesse di tanti volontari umanisti, nella
speranza di trovare ascolto.
Le scrivo come portavoce del Centro delle Culture, che da anni si adopera
per la costruzione di un mondo più giusto per tutti nel rispetto della
diversità delle culture e nella convinzione della nonviolenza.
Questa legge ci fa sentire profondamente insicuri ed impauriti per il futuro
del nostro Paese. é una legge questa che permette la giustizia "fai da te",
che giudica un crimine la ricerca di una vita migliore, che scheda chi non
ha una casa, che toglie ai bambini il diritto ad un'identità, che incita
alla delazione ed al sospetto. Questa legge educa alla discriminazione,
reclusione ed espulsione di chi scappa dalla guerra, di chi fugge dalla
fame, di chi rincorre i suoi sogni.
Reputiamo la legge approvata il 2 luglio 2009 in Senato una legge ingiusta e
violenta che non tiene conto dei diritti umani, che non si rifà al
principio di ricerca di soluzioni lungimiranti per risolvere le situazioni
difficili, nelle quali, in questo momento storico, ci stiamo trovando a
vivere.
Ci sembra che si limiti a dare una risposta alle nostre paure più viscerali
di perdere qualcosa (la falsa sicurezza, l'ordine apparente, gli elettori) e
ci porti così a tradire la nostra cultura fatta anche di solidarietà, di
ospitalità, della fantasia, da tutti riconosciuta, nel trovare soluzioni.
Riteniamo purtroppo che ci riconsegni alle pagine peggiori della Storia,
come già successe nel 1938 a causa delle leggi razziali.
Le chiediamo, Illustrissimo Presidente, di non firmare questa legge che
tanta sofferenza può creare.
Le chiediamo di rinviarla alle Camere.
Le chiediamo, Illustrissimo Presidente, di fare tutto il possibile perché
nel nostro Paese si possa continuare a proteggere le aspirazioni più alte e
profonde che hanno condotto l'UMANITA' ai suoi momenti migliori, perché si
possa continuare a costruire un futuro che anche se non prevede ancora la
risoluzione dei conflitti per lo meno non li soffochi nella violenza e
cerchi nuove soluzioni.
La ringrazio.
Gabriele Palloni,
responsabile nazionale del Centro delle Culture


4. UNA SOLA UMANITA'. ANTONIO LOMBARDI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Caro Presidente della Repubblica Italiana,
Le chiedo di non promulgare il cosiddetto "pacchetto sicurezza", che
contiene norme persecutorie nei confronti degli immigrati "non regolari".
Dia a questo Paese la possibilità di ritrovare la parte migliore di sé,
fatta di ascolto verso chi bussa a chiedere aiuto. Dia una mano a questa
nostra Italia a recuperare un po' di UMANITA'.
La ringrazio in anticipo per la pazienza, l'attenzione e la disponibilità
con cui vorrà accogliere l'indignazione di tanti che Le stanno scrivendo in
questi giorni con la medesima richiesta: tenerci lontani dall'orrore e dal
disgusto della discriminazione.
Con stima
Antonio Lombardi


5. UNA SOLA UMANITA'. LORENZO PORTA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Signor Presidente,
il suo potere istituzionale di promulgare le leggi approvate dalle Camere,
conferitole dalla nostra Carta costituzionale, é stato utilizzato in senso
ostativo raramente ed in casi eccezionali nella storia della nostra
Repubblica. é accaduto che in alcune fasi critiche della nostra democrazia
sia stato esercitato, nell'attuale situazione politico-istituzionale Lei
nella sua alta carica istituzionale é impegnato ad esercitare questo potere
in riferimento a leggi che sono visibilmente anticostituzionali come la
legge che limita le intercettazioni telefoniche.
Accade che in questa legislatura anche le recenti disposizioni legislative
sulla sicurezza pubblica, recentemente approvate in Senato e prima alla
Camera, non senza dissensi e critiche importanti che si sono elevate nel
nostro paese e a livello internazionale, presentino palesi contraddizioni
non solo con la lettera della Costituzione, ma con i fondamenti etici alla
base dei diritti umani che sono il sostrato delle leggi nei paesi
democratici.
Nella mia attività di docente ho avuto occasione nello scorso maggio di
animare assieme ad altri collegi e colleghe un incontro, che periodicamente
facciamo tra giovani studenti delle scuole superiori e studenti-detenuti
delle carceri toscane, nella fattispecie nella Casa di reclusione maschile
di Porto Azzurro, momento qualificante di un percorso maieutico reciproco
sull'educazione alla legalità come desiderio di partecipazione sociale, i
cui esiti presto saranno resi pubblici.
Ci ha colpito che detenuti, che vivono ristretti, con un accesso
all'informazione limitato rispetto a chi sta fuori e che nella loro vita di
detenzione si sono trovati a condividere spazi angusti con detenuti migranti
di altri paesi, abbiano saputo, con una lucidità maggiore rispetto ad
alcuni rappresentanti politici, inquadrare la questione della convivenza
multietnica in modo chiaro e fondato sui fatti. Questa constatazione ci fa
pensare che talvolta l'informazione, che é una pietra angolare della
democrazia, si configuri come produzione di notizie clamorose,
scandalistiche, volte a muovere i risentimenti delle persone e a mettere in
sordina la capacità di ascolto e il discernimento, un aspetto fondante
della riflessione politica, cioé della cura del bene comune.
Detenuti italiani, italianissimi, hanno capito sulla base dell'esperienza,
dell'informazione, del dialogo con i loro compagni, che una causa importante
dell'aumento della popolazione carceraria sta nei limiti dell'attuale legge
sugli immigrati, la 189 del luglio 2002, meglio conosciuta come
"Bossi-Fini", che favorisce la caduta dell'immigrato da una posizione
regolare ad una irregolare, poiché le norme del rinnovo del permesso di
soggiorno, i gravi ritardi nell'attuazione dei decreti annuali sui flussi in
entrata, provocano talvolta la perdita di un lavoro, soprattutto a tempo
determinato, ed anche dell'abitazione. La posizione di irregolarità, che é
diversa da quella di clandestinità, ovvero di entrata clandestina in
Italia, provoca una situazione di profonda incertezza nell'immigrato/a,
poiché vede interrompersi un processo di integrazione che si stava
concretizzando.
L'imposizione di dover uscire dal paese per rinnovare il permesso di
soggiorno, e così interrompere una continuità abitativa e lavorativa,
mette a rischio la persona migrante e la può indurre anche a trovare forme
non legali di aggiramento di una normativa ostile, dove la burocrazia
diventa l'arma che fa strame della giustizia.
Il disegno di legge approvato recentemente sancisce pene severe per gli
stranieri che cadono nell'irregolarità, li considera clandestini impedendo
loro di dare continuità ad attività e relazioni. Inoltre li priva dei
diritti più naturali come partorire e sposarsi: qui ci sta l'accanimento
nel cancellare un'esistenza!
Il Ministro dell'Interno si accorge, strada facendo, che con questa legge
dovrebbero essere perseguite migliaia di quelle persone, assistenti
familiari, volgarmente chiamate "badanti", che si occupano di rendere
vivibile la vita ai nostri anziani. Sono più di 700.000, cioé più del
personale medico e paramedico pubblico del nostro paese. Vivono con salari
molti bassi, sovente lontano dai loro affetti, senza diritto di voto, ma
contribuenti effettive, come tutti i migranti regolari, che danno linfa alle
casse della previdenza (di cui probabilmente non usufruiranno) e senza
stanziamenti sufficienti per un piano di riqualificazione professionale
possibilissimo. Ora, a legge approvata, il Ministro dell'Interno dichiara
per loro la non retroattività della legge anche da lui sostenuta, e si
prepara a varare un decreto flussi per il 2009, visto che non ce n'è ancora
uno! Il Ministro si espone ad una contraddizione giuridica: aprire solo alle
cosiddette "badanti" perché servono e coprono bene le falle della crisi
del welfare e per non rischiare di far andare in galera migliaia di
cittadini italiani che usufruiscono del loro lavoro, in situazione di attesa
di regolarizzazione. E così alcuni esponenti di questo governo giocano con
la vita di milioni di persone nelle loro prove tecniche di xenofobia
istituzionale.
Signor Presidente,
Le chiediamo di intervenire per dare sostegno istituzionale a chi nel paese
lavora quotidianamente per abbattere steccati, a chi lavora per una società
che valorizza le diversità, in una parola a chi lavora per dare corpo alla
democrazia attraverso l'affermazione dei diritti umani delle singole persone
contro politiche di criminalizzazione di massa.
Lorenzo Porta.
presidente dell'associazione Centro di documentazione sociale (Cedas),
docente di Maieutica reciproca e ricerca-azione per la pace, Università di
Firenze

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