Ricordiamo il 25 Aprile, punto di arrivo della lunga storia dell'antifascismo.
Sono trascorsi 67 anni da quel giorno, ma l’importanza non solo storica di questa ricorrenza si è accresciuta di anno in anno ed è sempre più importante rammentarla, soprattutto al riguardo delle giovani generazioni che non possono ignorare le loro radici, l’origine della libertà di cui godono ancora adesso, non restando indifferenti ai tentativi di annacquarne o distorcerne il significato.
Il 25 Aprile è stato ' il giorno del riscatto della dignità nazionale, della cancellazione dell'onta del tradimento, della sollevazione popolare contro l'invasione straniera e la sopraffazione imposta da una dittatura che aveva cacciato l'Italia nel baratro della guerra, della distruzione, del massacro degli innocenti.
Questo è stato, è, sarà, il significato profondo del 25 Aprile.
Dedichiamo queste poche parole alle forze politiche antifasciste, a coloro che sacrificarono tutto per salire in montagna, o furono deportati nei lager nazisti per aver testimoniato la propria fede in un diverso avvenire, con quegli scioperi operai che costituirono l'elemento decisivo per il risveglio delle coscienze intorpidite dai 20 anni di dittatura.
Noi esaltiamo La Liberazione, difendendola da ogni idea di distorsione dei valori che essa rappresenta; da ogni tipo di “revisionismo storico”, da tutte le aggressioni che vengono portate alla Costituzione, cercando di manometterne i pilastri fondanti:
i diritti dei lavoratori e del lavoro. Il rapporto tra la Resistenza e il lavoro ha visto il suo frutto più importante nell'articolo 1 della Costituzione. Laddove si parla di “Repubblica fondata sul lavoro”. Basta andare a rileggersi il dibattito che, alla Costituente, portò alla formulazione di quell'articolo per capire l'importanza fondamentale che il tema del lavoro aveva avuto nell'antifascismo e nell'idea di ricostruzione dell'Italia dalle macerie della guerra. D'altro canto ci pensarono gli stessi operai delle fabbriche, difendendo, negli ultimi giorni di guerra, i macchinari che i tedeschi intendevano portare via. La difesa di quei macchinari in tante fabbriche a Genova, a Milano, a Torino ed anche a Savona (un episodio molto importante sotto quest’aspetto accadde alla Scarpa e Magnano) consentì di riprendere subito la produzione, di riavviare il riscatto, anche economico, della nuova Italia.
Non possiamo però dimenticare di chiedere:
il rispetto dell'articolo 11, con il ripudio della guerra;
Il diritto a una salute universale, gratuita, pubblica;
Il diritto a una scuola pubblica efficiente e veramente formativa;
La prevalenza dell'interesse pubblico nell'economia, con la gestione dei servizi pubblici essenziali e dei settori strategici esercitata nel nome dell'interesse generale.
Savona fornì un contributo fondamentale perché si arrivasse al traguardo risolutivo della Liberazione, grazie al sacrificio dei suoi martiri, all'impegno costante delle forze politiche antifasciste, a coloro che sacrificarono tutto per salire in montagna, o furono deportati nei lager nazisti per aver testimoniato la propria fede in un diverso avvenire.
Savona fu tra le città liberate direttamente dai partigiani, una Città fiera della medaglia d'oro al valor militare acquisita nella Lotta di Liberazione, che ricorda con orgoglio i suoi martiri.
Per noi il 25 Aprile è ricordare la storia, considerando quella data come la pagina più bella, scritta grazie al sacrificio dei migliori di quella generazione che ha saputo ricostruire l'Italia.
Una generazione di cui, nella modestia della nostra realtà, vorremmo essere degni, pensando alla Resistenza come al momento più alto nel quale le masse popolari seppero costruire la Storia del nostro Paese.
Savona, li 8 marzo 2012 Franco Astengo
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