Domenico Finiguerra è il sindaco di Cassinetta di Lugagnano, un piccolo paese della provincia di Milano adagiato sulle sponde del Naviglio Grande.A cavallo tra il Parco del Ticino e il Parco Agricolo Sud Milano.
Il Comune di Cassinetta di Lugagnano fa parte dell’Associazione Comuni Virtuosi, risultando vincitore del premio nazionale Comuni Virtuosi 2008 nella categoria “gestione del territorio”. E’ altresì comune della Rete Comuni Solidali e membro dell’Associazione Internazionale Mayor for Peace.
Nel 1994 è eletto consigliere comunale ad Abbiategrasso per il Partito Democratico della Sinistra, andando a ricoprire la carica di Capogruppo Consiliare. Dopo 6 mesi si dimette a causa di insanabili divergenze sulla politica urbanistica ed ambientale. Nel 2002 è eletto Sindaco di Cassinetta di Lugagnano con il 50,1 % alla guida di una lista civica di ispirazione di centrosinistra. Il 27 maggio 2007 viene riconfermato con il 62,1%, in netta controtendenza con il dato nazionale e provinciale, che vede una forte penalizzazione per il centrosinistra.Oggi E’ promotore insieme a molti altri della campagna e del movimento nazionale “Stop al Consumo di Territorio” che il 24 gennaio 2009 ha preso avvio da Cassinetta di Lugagnano. E’ tra i primi firmatari dell’appello per la Costituente Ecologista Civica e Democratica che vuole realizzare in Italia l’esperimento condotto in Francia con Europe Ecologie…
un abbraccio
Enza
Voi che vi riempite la bocca di parole trite e ritrite: “crescita, sviluppo, competitività”. Ripetute come un mantra per nascondere il vuoto delle vostre idee. Dogmi imparati come scolaretti per essere promossi dalle maestrine di Confindustria e dei mercati finanziari.
Non avete nessun diritto di piangere! Voi che quando siete seduti sulle comode poltrone a Porta a Porta vi lanciate, l’uno contro l’altro le medesime ricette stantie: “Dobbiamo rilanciare le grandi opere, dobbiamo far ripartire l’edilizia, ci vuole un nuovo piano casa, forse anche un nuovo condono”.
Non avete nessun diritto di piangere! Voi che con il fazzoletto verde nel taschino avete chiesto il voto per difendere la pianura padana da invasioni di ogni genere e poi dagli assessorati comunali, provinciali e regionali avete vomitato sulle campagne padane la vostra porzione di metri cubi di cemento, insieme a tutti gli altri.
Non avete nessun diritto di piangere! Voi che avete giurato fedeltà alla Costituzione ma poi non ne rispettate l’art. 9: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”, e approvate piani regolatori che hanno come unico obiettivo quello di svendere il territorio e di fare cassa con gli oneri di urbanizzazione.
Non avete nessun diritto di piangere! Voi che, con l’arroganza di chi non ha argomenti, denigrate chiunque si opponga alla vostra furia predatoria di saccheggiatori del territorio. Voi che, con il risolino di chi è sicuro del potere che detiene, ridicolizzate tutti i giorni i comitati, gli ambientalisti, le associazioni, i cittadini, che mettono in guardia dai pericoli e dal dissesto idrogeologico creati dalle vostre previsioni edificatorie.
Non avete nessun diritto di piangere! Voi che siete la concausa delle catastrofi alluvionali, dovute alla sigillatura e all’impermeabilizzazione della terra operate dalle vostre espansioni urbanistiche, dai vostri centri commerciali, dai vostri svincoli autostradali. Voi che avete costruito il vostro consenso grazie alle grandispeculazioni edilizie, ai grandi eventi, alle grandi opere o anche alla sola promessa di realizzarle.
Non avete nessun diritto di piangere. Nessun diritto di piangere le dieci vittime dell’ennesima alluvione ligure. Né le vittime di tutte le precedenti catastrofi causate anche dalla vostra ideologia. Perché voi, iscritti e dirigenti del Partito del Cemento, siete i veri estremisti di questo paese.
Siete i veri barbari di questo nostro paese. Siete la vera causa del degrado ambientale, della violenza al paesaggio e dello sprofondamento del paese nel fango.
No. Non avete nessun diritto di piangere.
E gli italiani dovrebbero cominciare a fischiarvi e cacciarvi dai funerali. E gli italiani dovrebbero smettere di pregare davanti alle vostre altissime gru, totem di un modello di sviluppo decotto e decadente, che prima di collassare, rischia di annientare i beni comuni di questi Paese, di questo pianeta.
Domenico Finiguerra
Mi permetto di aggiungere il seguente commento.
E' incredibile: quelle facce di tolla dei nostri (?) politici si accorgono solo ora, dopo le tragedie delle Cinque Terre e di Genova, che la Liguria è stata cementificata. Se non ce lo dicevano loro, non ce ne sarfemmo mai accorti! E' dagli anni '50 che la Liguria ha conosciuto uno degli attacchi più feroci da parte del partito del cemento, delle mafie, degli speculatori. Angoli di terra bellissimi dati in pasto ai pescecani che hanno pensato solo a costruire senza rispetto per nulla e nessuno. Politici che hanno chiuso uno o più occhi, allargandosi il portafoglio; gente che ha venduto terreni per la costruzione...è successo di tutto, compreso la copertura di corsi d'acqua o la cementificazione del letto di altri corsi. Una bomba idrogeologica che prima o poi sarebbe scoppiata...non c'è da stupirsi che ci siano stati dei morti, ma che ce ne siano sti così pochi!.
Fate un giro da Ventimiglia fino a La Spezia: guardatevi intorno e poi capirete...
Del resto, se non ricordo male, su 8.000 comuni almeno i 2/3 sono a rischio idrogeologico. Quindi perchè stupirsi? Perchè piangere lacrime di coccodrillo? Tra pochi giorni, finita l'emergenza, torneranno a costruire come prima, magari nei terreni golenali, ad aprire strade, a spaccare colline...fino alla prossima volta.
Quando cominceremo a svegliarci? Quanti morti ci vogliono ancora?
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