pochi intellettuali di impegno civile che ci sono rimasti.
“Forse, senza saperlo, stiamo combattendo la prima guerra globale del
Duemila. Una guerra che non usa più armi, che non bombarda né fa
esplodere atomiche, che non provoca morti ma produce fame,
disoccupazione, scontro sociale, impoverimento. Insomma, riduce sul
lastrico i perdenti. Le direttive che pervengono dall’ UE o dalla Bce
assomigliano ai piani strategici di uno Stato Maggiore: far resistere
la Grecia ad ogni costo, apprestare immediate difese per le prime
linee direttamente sotto attacco che si chiamano Italia e Spagna. E i
quotidiani listini delle Borse europee ed extraeuropee li si attendono
con la stessa ansia, con la stessa trepidazione dei Bollettini di
guerra d’una volta”
(dall’inserto culturale del Sole 24 ore di oggi ).
Un caro saluto. Marino.
da una mail di Marino Bocchi
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