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venerdì 5 novembre 2010

4 novembre: dov'è la vittoria?
Seconda parte

«Poi siamo al '14. l'Italia aggredì l'Austria con cui questa volta era alleata. Battisti era un Patriota o un disertore? È un piccolo particolare che va chiarito se volete parlare di Patria. Avete detto ai vostri ragazzi che quella guerra si poteva evitare? Che Giolitti aveva la certezza di poter ottenere gratis quello che poi fu ottenuto con 600.000 morti?.
Che la stragrande maggioranza della Camera era con lui (450 su 508). Era dunque la Patria che chiamava alle armi? E se anche non chiamava, non chiamava forse a un' “inutile strage”? (l'espressione non è d'un vile obiettore di coscienza ma di un Papa).
Era nel '22 che bisognava difendere la Patria aggredita. Ma l'esercito non la difese. Stette a aspettare gli ordini che non vennero. Se i suoi preti l'avessero educato a guidarsi con la Coscienza invece che con l'Obbedienza “cieca, pronta, assoluta” quanti mali sarebbero stati evitati alla Patria e al mondo (50.000.000 di morti). Così la Patria andò in mano a un pugno di criminali che violò ogni legge umana e divina e riempiendosi la bocca della parola Patria, condusse la Patria allo sfacelo».
Di seguito, don Lorenzo ricorda ai cappellani militari l'aggressione al popolo spagnolo, con i fascisti nostrani corsi in aiuto del generale Franco, «traditore della sua Patria, ribelle al suo legittimo governo e al popolo suo sovrano. Coll'aiuto italiano e al prezzo di un milione e mezzo di morti riuscì a ottenere quello che volevano i ricchi: blocco dei salari e non dei prezzi, abolizione dello sciopero, del sindacato, dei partiti, d'ogni libertà civile e religiosa [...]». don Lorenzo criticava anche la chiesa per aver tenuto il Congresso Eucaristico nella Spagna franchista: «Se in quei giorni tristi non ci fossero stati degli italiani anche dall'altra parte, non potremmo alzar gli occhi davanti a uno spagnolo. Per l'appunto questi ultimi erano italiani ribelli e esuli dalla loro Patria. Gente che aveva obiettato.
Avete detto ai vostri soldati cosa devono fare se gli capita un generale tipo Franco? Gli avete detto che agli ufficiali disobbediente al popolo loro sovrano non si deve obbedire?
Poi dal '39 in là fu una frana: i soldati italiani aggredirono una dopo l'altra sei Patrie che non avevano certo attentato alla loro (Albania, Francia, Grecia, Egitto, Jugoslavia, Russia).
Era la guerra che aveva per l'Italia due fronti. L'uno contro il sistema democratico. L'altro contro il sistema socialista. Erano e sono per ora i due sistemi politici più nobili che l'umanità si sia data.
L'uno rappresenta il più alto tentativo dell'umanità di dare, anche su questa terra, libertà e dignità umana ai poveri.
L'altro il più alto tentativo dell'umanità di dare, anche su questa terra, giustizie e eguaglianza ai poveri.
Non vi affannate a rispondere accusando l'uno o l'altro sistema dei loro vistosi difetti e errori. Sappiamo che son cosa umane. Dite piuttosto cosa c'era di qua dal fronte. Senza dubbio il peggior sistema politico che oppressori senza scrupoli abbiano mai potuto escogitare. Negazione d'ogni valore morale, di ogni libertà se non per i ricchi e per i malvagi. Negazione d'ogni giustizia e d'ogni religione. Propaganda dell'odio e sterminio d' innocenti. Fra gli altri lo sterminio degli ebrei (la Patria del Signore dispersa e nel mondo e sofferente).
Che c'entrava la Patria con tutto questo? E che significato possono più avere le Patrie in guerra da che l'ultima guerra è stata un confronto di ideologie e non di Patrie?.
Ma in questi cento anni di storia italiana c'è stata anche una guerra “giusta” (se guerra giusta esiste). L'unica che non fosse offesa delle altrui Patrie, ma difesa della nostra: la guerra partigiana.
Da un lato c'erano civili, dall'altro dei militari. Da un lato soldati che avevano obbedito, dall'altro soldati che avevano obiettato.
Quali dei due contendenti erano, secondo voi, i “ribelli” e quali i “regolari”? E' una nozione che urge chiarire quando si parla di Patria. […] Poi per grazia di Dio la nostra Patria perse l'ingiusta guerra che aveva scatenato. Le Patrie aggredite dalla nostra Patria riuscirono a riccacciare i nostri soldati.
Certo dobbiamo rispettarli. Erano infelici contadini o operai trasformati in aggressori dall'obbedienza militare. Quell'obbedienza militare che voi cappellani esaltate senza nemmeno un “distinguo” che vi riallacci alla parola di San Pietro: “Di deve obbedire agli uomini o a Dio?”. E intanto ingiuriate alcuni pochi coraggiosi che son finiti in carcere per fare come ha fatto San Pietro.
In molti paesi civili (in questo più civili del nostro) la legge li onora permettendo loro di servire la Patria in altra maniera. Chiedono loro di sacrificarsi per la Patria più degli altri, non meno. Non è colpa loro se in Italia non hanno altra scelta che di servirla oziando in prigione.
Del resto anche in Italia c'è una legge che riconosce una obiezione di coscienza. È proprio quel Concordato che voi volevate celebrare. Il suo terzo articolo consacra la fondamentale obiezione di coscienza dei Vescovi e dei Preti.
In quanto agli altri obiettori, la Chiesa non si è ancora pronunziata né contro di loro né contro di voi. La sentenza umana che li ha condannati dice solo che hanno disobbedito alla legge degli uomini, non che son vili. Chi vi autorizza a rincarare la dose? […]
Aspettate a insultarli. Domani forse scoprirete che sono dei profeti. Certo il luogo dei profeti è la prigione, ma non è bello stare dalla parte di chi ce li tiene [...]».
E prosegue: «Se ci dite che il rifiuto di difendere se stesso e i suoi secondo l'esempio e il comandamento del Signore è “estraneo al comandamento cristiano dell'amore” allora non sapete di che spirito siete! Che lingua parlate? Se non volete onorare la sofferenza degli obiettori, almeno tacete!
Auspichiamo dunque che tutto il contrario di quel che voi auspicate: auspichiamo che abbia termine finalmente ogni discriminazione e ogni divisione di Patria di fronte ai soldati di tutti i fronti e di tutte le divise che morendo si sono sacrificati per i sacri ideali di Giustizia, Libertà, Verità.
Rispettiamo la sofferenza e la morte, ma davanti ai giovani che ci guardano non facciamo pericolose confusioni fra il bene e il male, fra la verità e l'errore, fra la morte di un aggressore e quella della sua vittima.
Se volete diciamo: preghiamo per quegli infelici che, avvelenati senza loro colpa da una propaganda d'odio si sono sacrificati per il solo malinteso ideale di Patria calpestando senza avvedersene ogni altro nobile ideale umano».

Epilogo

Don Lorenzo inviò questa lettera ai giornali, cattolici e non. L'unica a pubblicarla fu il periodico Rinascita, allora del Partito Comunista Italiano (fu questo un fatto che addolorò molto don Lorenzo: nessun giornale cattolico la pubblicò).
Dopo questa lettera, i cappellani militari pensarono bene di denunciare don Lorenzo e Rinascita. Quando il processo venne celebrato, don Lorenzo era già morto di leucemia...

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