Anarchia e libertà
di Noam Chomsky, pubblicato da DataNews, contiene una serie di scritti del famoso linguista americano sul concetto storico di anarchia, e sul cammino del movimento anarchico nella sua storia sino ad oggi. Interessanti inoltre le interviste contenute nel volume, sempre riguardanti il medesimo argomento sopra menzionato, a cura di Tom Lane, Peter Jay, Tomas Ibanez, Kevin Doyle. L’intera operazione editoriale che presento in questa sede, ha il merito di fare un po’ di chiarezza intorno a ciò che concerne le peculiari caratteristiche che occupano i diversi passaggi storicamente e teoreticamente fondanti il pensiero anarchico, come Bakunin, Diego Abad de Santillan, Daniel Guerin, Adolf Fischer. Chomsky, che si dice non anarchico ma compagno di viaggio degli anarchici, parte da una significativa citazione dando voce a Rudolf Rocker, che illustra cosa non possa definirsi anarchia, e dichiara che l’anarchia non è un sistema sociale fisso, ma una chiara tendenza dello sviluppo storico dell’umanità che (…) aspira a che ogni forza sociale e individuale si sviluppi liberamente nella vita. Vengono passati in rassegna i passaggi più salienti della Storia, in cui un pensiero anarchico ha cercato di costituirsi come azione e prassi rivoluzionaria, facendo ad esempio riferimento, all’episodio della Comune di Parigi (1871), quando i lavoratori della capitale francese decisero di abolire la proprietà privata, che era la base della "civilizzazione" portatrice della dominazione oligarchica dei possessori dei mezzi di produzione sui lavoratori oppressi, per portarne un’altra, nuova, più forte, dove i mezzi del sistema produttivo si trasformavano in strumenti di lavoro libero e collettivo. E ancora, l’esimio professore del M.I.T., prende in considerazione le vicende della guerra civile spagnola: " La Guerra civile spagnola è forse l’esempio più importante; dobbiamo però sottolineare che la rivoluzione anarchica che avvenne in buona parte della Spagna, nel 1936, e che assunse varie forme, non fu repentina e spontanea, ma preparata in decenni di lavoro, di organizzazione, di lotte, di sconfitte, e a volte di vittorie. Fu molto significativa. Abbastanza per suscitare l’ira di tutti i grandi sistemi di potere: lo stalinismo, il fascismo, il liberalismo occidentale, la maggioranza delle correnti intellettuali"( pag.41). Perché oggi si possa realizzare nella realtà un progetto di sistema anarchico, sembra alquanto difficile, ma non impossibile secondo Chomsky. E’ vero che si procede per intuizioni in quanto non conosciamo sino in fondo i meccanismi di una iper-complessità sociale come quella in cui oggi ci muoviamo, ma è fuor di discussione che una progressiva azione di discussione, teorizzazione, riflessione portate avanti per un certo lasso di tempo, sui modelli da sviluppare concretamente perché una società anarchica viva e sopravviva sia nel suo interno, che nei rapporti con ciò che è al di fuori del suo sistema, è possibile e plausibile. Abbandonando qualsiasi tentativo revisionista di matrice marxista o socialista, per un’anarchia contemporanea, è necessario pensare ad un tecno-anarchismo sindacalista, di matrice social-volontarista. La liberazione dell’uomo dalle logiche di forza lavoro oppressa e annichilente, portata, attraverso la collettivizzazione dei mezzi di produzione automatizzati, ad una nuova dimensione di sviluppo libero individuale. Il tempo viene liberato dalle logiche del produci-consuma-crepa (come cantava Giovanni Lindo Ferretti) e rimesso fattualmente in una posizione non più costringente ma accogliente la ricerca, lo sviluppo, la comune cooperazione sia nella stretta sfera produttiva,che nell’ambito delle scelte e direzioni politiche da intraprendere collettivamente.N.B.
I testi pubblicati in Anarchia e libertà , sono tratti dalla Biblioteca virtual Chomsky , sito libertario Spagnolo, che raccoglie saggi, articoli e interviste di Chomsky:
(www.galeon.com/bychomsky/textos.html).
Oltre che su ZMag ovviamente.
La traduzione è a cura di Manuela Palermi
tratto dastefanodonno.blogspot.com/
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