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giovedì 11 marzo 2010

UNA NUOVA VERGOGNA: LA SENTENZA DEV'ESSERE RISCRITTA

*Cassazione, il genitore irregolare va espulso
anche se in Italia ha figli che vanno a scuola
*


"L'esigenza di garantire la tutela della legalità alle frontiere
prevale sul diritto allo studio dei minori"*
*


http://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/11/news/cassazione-2592656/

*ROMA* - Marcia indietro della Cassazione in tema di immigrazione: gli
immigrati irregolari, con figli minori che studiano in Italia, non
possono chiedere di restare nel nostro Paese sostenendo che la loro
espulsione provocherebbe un trauma "affettivo" e un calo nel rendimento
scolastico dei figli. Infatti, secondo il nuovo orientamento della
Suprema Corte che smentisce una precedente, recente sentenza, l'esigenza
di garantire la tutela della legalità alle frontiere prevale sulle
esigenze di tutela del diritto allo studio dei minori.

La Cassazione - con la sentenza n. 5856 della I sezione civile - ha
respinto così il ricorso di un immigrato irregolare albanese, con moglie
in possesso di permesso di soggiorno, in attesa della cittadinanza
italiana, e due figli minori. L'immigrato, residente a Busto Arsizio
(VA), aveva chiesto l'autorizzazione a restare in Italia in nome del
diritto al "sano sviluppo psicofisico" dei suoi bambini, che sarebbe
stato alterato dall'allontanamento del loro padre. I supremi giudici gli
hanno risposto che ai clandestini è consentita la permanenza in Italia,
per un periodo di tempo determinato, solo in nome di "gravi motivi
connessi con lo sviluppo psicofisico del minore se determinati da una
situazione d'emergenza".

Queste situazioni d'emergenza, però, non sono quelle che hanno una
"tendenziale stabilità " come la frequenza della scuola da parte dei
minori e il normale processo educativo formativo che, a parere dei
giudici, sono situazioni di "essenziale normalità ". Se così non fosse,
dice la Cassazione, le norme che consentono la permanenza per motivi
d'emergenza anche a chi è clandestino, finirebbero con il "legittimare
l'inserimento di famiglie di stranieri strumentalizzando l'infanzia".


Con questa pronuncia, dunque, i supremi giudici criticano espressamente
una precedente decisione della stessa Cassazione (la n.823 del 19
gennaio 2010, I sezione civile) che invece aveva dato il via libera alla
permanenza di un papà clandestino; quella sentenza, dice ora la
Cassazione, è "riduttiva in quanto orientata alla sola salvaguardia
delle esigenze del minore", mentre non tiene in considerazione
"l'inquadramento sistematico nel complessivo impianto normativo" della
legge sull'immigrazione.

Nella sentenza di gennaio, la prima sezione civile della Corte di
Cassazione accoglieva il ricorso contro l'espulsione di un immigrato che
vive a Roma, motivando la decisione con il fatto che "non può
ragionevolmente dubitarsi che, per un minore, specie se in tenerissima
età, subire l'allontanamento di un genitore, con conseguente
impossibilità di avere rapporti con lui e di poterlo anche soltanto
vedere, costituisca un sicuro danno che può porre in serio pericolo uno
sviluppo psicofisico, armonico e compiuto". E d'altra parte, in quella
sentenza la Cassazione escludeva che "l'interesse del minore venga
strumentalizzato al solo fine di legittimare la presenza di soggetti
privi dei requisiti dovuti per la permanenza in Italia". Esattamente il
ragionamento opposto a quello fatto dalla Suprema Corte nella sentenza
odierna.

"Con questa sentenza della Cassazione si fa un vistoso passo indietro
nel senso civile della nostra nazione e nella coerenza fra politica
interna e rispetto delle Convenzioni Internazionali sulla tutela dei
minori, di cui l'Italia è firmataria", sostiene Raffaele Salinari,
presidente di Terre des Hommes (Tdh).
"E' una decisione molto negativa, - continua Salinari - che va a
chiudere una serie di violazioni e palesi mancanze della politica
interna degli ultimi tempi, come le leggi sulla clandestinità, i
respingimenti senza verifica della presenza di eventuali minori. In
questo modo, con l'allontanamento della figura genitoriale, si rende
ancora più fragile il minore straniero, che diventa ulteriormente
esposto alla rete della criminalità organizzata, dal lavoro nero,
all'accattonaggio, alla prostituzione".

Proprio ieri nel corso di un discorso tenuto al Senato l'Alto
Commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/cronaca/immigrati-11/onu-14/onu-14.html?ref=search ,
aveva denunciato le politiche nei confronti degli immigrati,
"abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno
fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale".

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