Riporto tre mail sull' "attentato" (?) di Milano, pubblicate su una ml di peacelink.
Berlusconi e' stato colpito fisicamante con molta violenza. Questo non e' giusto,ne' bello,ne' giustificabile.Anche dire " Se l' e' cercata ! " non e' giusto, bello o giustificabile. Sicuramente Berlusconi e' curato nella maniera migliore e non ha bisogno del nostro aiuto materiale. Spero che si riprenda completamente nel fisico e superi eventuali conseguenze psicologiche. Quello che e' avvenuto domenica sera non cambia niente pero' delle questioni cruciali che sono aperte. Forse il clima che si respirava fino a ieri sera e' stato gia' dimenticato da qualcuno, ma bastera' rileggersi i giornali dell' ultima settimana per ricordare. C'era un violentissimo scontro tra il capo del governo e altri poteri dello stato, oggetto di questo scontro la volonta' di Berlusconi di non essere giudicato in alcuni processi in corso che lo vedono coinvolto. Questo scontro si intreccia con il momento difficilissimo dal punto di vista economico e con altre questioni vitali (tra le quali guerre,immigrazione,scuola), che il governo affronta in maniera "distruttiva".
Il conflitto e' diffuso, nonostante propaganda mediatica, manganellate e assenza di un qualche coordinamento. E rappresenta l' unica via di uscita per molti da una condizione di difficolta' destinata a crescere in futuro. Quanto cambiera' questo episodio nella vita del paese e' impossibile dirlo, sicuramente non cambiera' il corso dei processi di fondo economici e sociali.La propaganda per sfruttare politicamente l'aggressione violenta e ingiustificabile del presidente del Consiglio e' iniziata gia' immediatamente dopo il fatto e sono programmate centinaia di manifestazioni.Migliaia di comunicati sono stati fatti in tutta Italia per dire "l' aggressione e' colpa del clima di odio verso Berlusconi", sottinteso ma non troppo "Chi protesta e' responsabile di questo gesto". Quindi e' necessario che ciascuno di noi trovi la maniera di impegnarsi nel "conflitto",nel contrastare cioe' le politiche che non solo non risolvono i problemi esistenti ma stanno accrescendo le difficolta' di strati sempre piu' grandi della popolazione.
Le modalita' del conflitto nonviolento sono pero' le uniche che potrebbero cambiare veramente il corso delle cose.
Distinguere il ruolo dalla persona. Non offendere i sentimenti dei familiari. Non essere contenti dei guai anche fisici dell' avversario. Ma essere fermissimi nel contrastare le scelte governative e della politica tutta che causano o accrescono difficolta' di tante persone. Sinceramente in occasione del bocciatura del Lodo Alfano sono stato contento, ma infastidito da chi lo ha ribattezzato "Godo Alfano" (sul Manifesto). Sicuramente molti sono stati contenti della rabbia causata a Berlusconi ma sono completamente indifferenti alla gente che soffre in guerra, nei Cie, per difficolta' economiche o altro. Sarcasmo verso Berlusconi o altri (D' Alema ha fatto molta scuola), l' eroe e' chi fa satira, ma insensibilita' verso le sofferenze vere e chi aiuta gli altri in silenzio "e' un tipo un po' strano".
Non so se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui e se sono riuscito a spiegare qualcosa di quello che volevo dire, ma sono veramente convinto che se fosse piu' conosciuta la "nonviolenza attiva" e "il conflitto nonviolento" molte cose potrebbero cambiare in meglio.
Marco Palombo
Caro Enrico e cari tutti,
la mia sarà anche una riflessione elementare, ma credo che dovremmo ricordarci, in questo frangente, il
pensiero gandhiano secondo il quale la Nonviolenza deve distinguere tra la persona e la "funzione" (carica
istituzionale = Potere) che riveste. Ammetto: mi è impossibile provare compassione nei confronti del personaggio
in questione, semmai un moto di astratta solidarietà per quel residuo di umanità che riaffiora nel dolore fisico...
Ma, al di là di questo momento di fragilità - e, naturalmente, ci saranno le migliori cure disponibili sul mercato, inaccessibili ai disgraziati - Berlusconi, interamente identificato con il Potere e aggrappato alla conservazione di questo Potere, a scapito di un Paese sempre più disperato e moralmente inquinato, va combattuto su tutti i
fronti, possibilmente con mezzi nonviolenti, in primis il risveglio della coscienza collettiva. Il gesto di uno psicolabile
o mitomane non va applaudito: rimane un atto di violenza, per di più inutile in quanto finirà per fare il gioco del
Potere. Ma commuoversi per il falso martire fa sempre e ancora il gioco del Potere...
Isabella Horn, Firenze
Concordo molto. Ho scritto e manderò riflessioni simili. Il crimine non è critica, la critica non è crimine. La com-passione umana (sentire il dolore altrui) è sacrosanta, eppure non contraddice né impedisce la critica politica corretta e veritiera, in difesa delle istituzioni che devono garantire i deboli ancora più dei forti. Il dolore che dobbiamo compartecipare anzitutto è quello dei poveri, quello dei senza voce, quello delle vittime delle violenze sistematiche, quello degli ingannati. Berlusconi ferito, umiliato e offeso si avvicina ai poveri: condannando la violenza che lo ha colpito, lo sentiamo umanamente più vicino a noi. Nessuno offenda il potente nella sua fragilità. Chi di noi crede in Cristo, uomo di tutta l'umanità, persino dei ricchi (Matteo 19, 23-26 e passi paralleli in Marco e Luca), prega per lui.
Enrico Peyretti
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