Ignoro se i mandanti di Brindisi sono mafiosi o terroristi internazionali o sevizi segreti deviati. Di sicuro sono stronzi: non c'è altra definizione per chi nasconde bombe nei cestini della spazzatura o spara alle spalle di una persona, sia pure un ingegniere nucleare, com'è accaduto recentemente a Genova. La violenza non ha giustificazione, tanto meno questa.
Riport ora alcune delle mail che ho ricevuto:
Melissa Bassi, assassinata a Brindisi questa mattina |
La scuola "Morvillo-Falcone" aveva vinto il Concorso della legalità, ed
oggi arriva a Brindisi la Carovana Internazionale di Libera. La bombastragista dimostra che le mafie (chiunque esse siano) hanno paura dei giovani come Melissa, della loro gioia di vivere la primavera, delle
persone normali. La nonviolenza dei gesti quotidiani è la resistenza più forte contro il potere mafioso. Oggi siamo in lutto con Brindisi e le
famiglie delle vittime.
mao valpiana
Verona
Tel. 045 918081
Cell. 3482863190
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Nonviolenti mailing list
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ho sentito i botti questa mattina, qui a lecce li ha portati la tramontana
dopo pochi minuti la notizia correva gia' tragica in un giorno che sembrava limpido e splendido in quella scuola lavora Lorenzo Caiolo, collega e instancabile animatore dell'intercultura ad Ostuni, attivissimo con Libera, nella lotta alla mafia, dal nord a sud.
ho pensato a lui in queste ore, ai lavori sulla legalita' che hanno portato la sua scuola ad essere premiata: lo sguardo di alcune giovani donne sulla legalita', sul futuro e poi al nostro di sguardo, fisso troppo spesso su un presente ambiguo, falso, sporcato dalla corruzione e alle tante parole che oggi sembrano inutili in parte svuotate in parte impatanate in inutili polemiche
dobbiamo fare qualcosa
luisa
dw-intercultura@yahoogroups.com
La strategia della tensione, la mafia e la scuola pubblica
http://www.gennarocarotenuto.it/18956-la-strategia-della-tensione-la-mafia-e-la-scuola-pubblica/
La strategia della tensione, come la criminalità organizzata, non è la patologia della politica italiana ma n'è la fisiologia. In Italia, quando la politica (intesa come contiguità e reciprocità di favori tra partiti, apparati dello stato, classi dirigenti, criminalità organizzata, eversione) non sa più come contenere il cambiamento necessario, utilizza altri mezzi, da Portella della Ginestra a Piazza Fontana ai Georgofili. Ed è una storia che si è ripetuta oggi a Brindisi
sulla porta della scuola dedicata a Francesca Morvillo Falcone.
di Gennaro Carotenuto
Oggi sotto i nostri occhi si è palesato non un salto all'indietro ma un passaggio lineare, tradizionale, di una continuità nera nella quale si usa sistematicamente il terrorismo per stabilizzare. Una classe politica al minimo storico di legittimità –di fatto illegittima e commissariata con Mario Monti dalla Banca Centrale Europea- unito al fallimento del
modello economico vigente, che sta impoverendo brutalmente quei ceti medi che avevano sempre garantito il consenso del sistema, non riesce più a garantire i propri referenti. Suona una campana a morto e sembra
di rivedere Salvo Lima che corre per sfuggire ai sicari. Si organizza una marcia per la legalità e una classe dirigente parassitaria e intrinsecamente contraria alla legalità, si rifugia di nuovo nelle trame nere. Ancora ieri il partito dei Dell'Utri e dei Cosentino si opponeva con forza ad una banale ed insufficiente legge anticorruzione. Troppo, al culmine della peggior crisi economica della storia repubblicana. Solo se spaventato a morte il ceto medio potrà continuare ad abbassare la testa e garantire un consenso per sostenere il quale non basta più il Grande Fratello televisivo del ventennio berlusconiano.
La mafia, la mafia da sola non può essere, perché la mafia, le mafie, da sole in Italia non sono state mai, dal delitto Notarbartolo a Capaci. Come per via D'Amelio spunta sempre un uomo nero defilato nella foto di famiglia, una mente raffinata in grado di calcolare i pro e i contro. La
chiamano criminalità organizzata ma sarebbe la prima volta nella storia che dei criminali colpiscono la scuola pubblica, più di ogni altro il simbolo dell'integrazione, dell'inclusione, del progresso. Veniamo da lunghi anni nei quali la scuola pubblica è stata sistematicamente denigrata e asfissiata rendendole ogni giorno più difficile compiere la propria missione di democrazia. Adesso passano alle bombe. E in questa temperie culturale non sembra un caso la scelta dell'obbiettivo. Melissa Bassi, l'adolescente assassinata, era rappresentante degli studenti in una scuola premiata per la sua lotta per l'educazione alla legalità. Melissa si educava alla democrazia. Chi l'ha colpita ha voluto colpire la democrazia rappresentata dalla scuola pubblica.
La stampa di regime è costernata dall'emersione della realtà sulla storia criminale della Lega Nord e si domanda chi rappresenterà adesso il Nord. E il Sud chi lo rappresenta? La scuola la rappresenta il Sud! La forza degli insegnanti e degli alunni, la forza dello studio che crea coscienza civile, libertà, democrazia laddove (diceva Antonino Caponnetto) "la mafia ha più paura della scuola che dei giudici perché
prospera sull'ignoranza della gente e sui bisogni della famiglie". La nuova strategia della tensione ha scelto la scuola pubblica come simbolo per evitare il cambiamento necessario. Ai democratici resta tanto più il dovere di difendere la scuola pubblica, il cuore pulsante della democrazia.
Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it
dw-pedagogia@yahoogroups.com
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