Ancora una volta chiediamo che cessino immediatamente i massacri e le distruzioni, si presti immediato soccorso a tutte le persone le cui vite possono ancora essere salvate, si rispettino i diritti umani di tutti gli esseri umani - in primo luogo il diritto a non essere uccisi.
Ed ancora una volta proponiamo alcune considerazioni a nostro avviso ineludibili.
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Dopo mesi di bombardamenti stragisti della Nato sembra essere giunto a un punto di svolta il sanguinario colpo di stato (con annessa guerra civile) con cui i poteri imperialisti, neocoloniali e razzisti intendono sostituire parte del ceto politico libico, parte del suo ordinamento istituzionale e forse parte della sua organizzazione sociale, per assicurarsi l'assoluto asservimento di quel paese e di quel popolo, e cosi' potersi impadronire a poco prezzo delle risorse del sottosuolo e - per quel che riguarda specificamente il governo italiano - anche edificarvi nuovi lager per migranti.
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Che il regime cosiddetto "di Gheddafi" fosse criminale e violatore dei diritti umani, e meritasse di essere abbattuto, non vi e' dubbio alcuno. Sebbene a onor del vero ben pochi paesi del mondo hanno governi che non siano tali, a cominciare dal governo Usa i cui crimini contro l'umanita' non hanno eguali, ed il cui attuale presidente con tutta evidenza sta oggi effettualmente eseguendo una politica internazionale ancor piu' irresponsabile e sanguinaria di quella del suo predecessore Bush junior.
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Che la guerra Usa-Ue contro la Libia non sia stata determinata dal fatto che il regime cosiddetto "di Gheddafi" fosse criminale e violatore dei diritti umani, ma solo dal fatto che esso non era asservito al potere imperiale del capitale globale, ebbene, neanche su questo vi e' dubbio alcuno.
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La guerra stragista della coalizione terrorista Usa-Ue contro la Libia non e' stata solo distruttiva di umane esistenze, ma anche dei fondamenti stessi del diritto internazionale. Dopo questa guerra nessun potere violento riconoscera' piu' alcun patto e alcun trattato, alcuna regola e alcun impegno; dal comando imperiale Usa-Ue e' infatti giunto al mondo intero questo messaggio: conta solo la forza, chi puo' uccidere uccida. Un messaggio hitleriano che ogni sera dalle televisioni i capi di stato e di governo di Usa, Francia, Gran Bretagna e Italia vomitano sui loro sudditi senza vergogna alcuna.
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Cio' che sta sostituendo il regime cosiddetto "di Gheddafi", per le modalita' della sua formazione ed imposizione, per il ceto politico di cui si compone, per gli interessi, le politiche e le ideologie di cui e' espressione, non sembra essere molto diverso da esso, se non in questo: che la sua esistenza essendo surdeterminata dalla forza militare terrorista e stragista del potere imperiale Usa-Ue, di esso potere imperiale sara' probabilmente nell'immediato ossequiente servitore e feroce discepolo. Ma probabilmente solo nell'immediato; non si dimentichi l'esperienza afgana: con quanta dovizia gli Usa armarono e finanziarono Osama Bin Laden e la guerriglia contro il governo di Najibullah, e con quali esiti.
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La guerra della Nato, ovvero dell'alleanza Usa-Ue, ovvero dell'imperialismo fase suprema del capitalismo (se ci e' concessa la memoria lunga) contro la Libia, piu' ancora di quella afgana, piu' ancora di quella irachena, apre uno scenario nuovo: lo scenario in cui i terroristi piu' forti e meglio organizzati esplicitamente si arrogano il potere di aggredire qualunque area della Terra per impadronirsi delle risorse strategiche che vanno facendosi scarse.
Questa politica Usa-Ue, di cui la guerra e' lo strumento privilegiato, e' una politica neocoloniale: e non a caso usa l'equivalente odierno della "politica delle cannoniere". Ed e' una politica onnirapinatrice ed onnidistruttrice: e non a caso ove passa lascia solo macerie, cadaveri, sofferenza, odio e nuova barbarie.
Questa politica Usa-Ue, cosi' come si attua nelle nuove guerre della Nato, inesorabilmente distrugge non solo il diritto internazionale, ma la stessa civilta' umana.
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Questa, in alcuni dei suoi elementi sostanziali, e' la situazione. E dunque, che fare?
Solo la lotta nonviolenta dei popoli e delle classi oppresse puo' adeguatamente contrastare la violenza onnicida dell'eversione dall'alto scatenata dai poteri dominanti.
Solo la solidarieta' nonviolenta delle popolazioni e delle classi sfruttate puo' salvare la civilta' umana dalla catastrofe.
Solo la politica della nonviolenza puo' opporsi efficacemente e coerentemente alla barbarie che aggredisce ad un tempo la famiglia umana e la biosfera.
Solo la scelta nitida e intransigente della nonviolenza puo' inverare i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Occorre opporsi sempre a tutte le uccisioni.
E subito occorre abolire le guerre, gli eserciti e le armi.
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Si levi in piedi e si faccia sentire l'altra America e l'altra Europa: quelle di Henry David Thoreau e di Lev Tolstoj, di Erasmo da Rotterdam e di Martin Luther King, di Rosa Luxemburg e di Simone Weil, di Virginia Woolf e di Hannah Arendt.
Si levi in piedi e si dimostri solidale con i fratelli e le sorelle del sud del mondo.
Si levi in piedi e si opponga alla guerra e alle dittature, al neocolonialismo e al razzismo.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 23 agosto 2011
Mittente: "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
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e-mail: nbawac@tin.it
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