La marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011 dovra' esprimere alcuni chiari concetti e un semplice, nitido ed intransigente programma di alternativa di governo per l'Italia.
I. Il femminismo e' la corrente calda della lotta di liberazione dell'umanita' dalle violenze che tuttora la opprimono.
Se non vince la lotta del movimento delle donne contro la violenza maschilista e l'oppressione patriarcale, non vi e' alcuna possibilita' di impedire la regressione dell'umanita' nella barbarie, barbarie in cui la stanno palesemente precipitando le politiche belliche e desertificatrici dei poteri politici, economici, ideologici, mediali e militari dominanti.
II. La biosfera e' in enorme, immediato pericolo: il modello di sviluppo dominante ha forzato i limiti della natura e sta provocando distruzioni irreversibili e disastri ambientali e sociali apocalittici.
O la politica del XXI secolo sara' ecologica, o non vi sara' piu' alcuna politica, alcuna civilta', alcuna organizzazione sociale dell'umanita' degna di questo nome.
III. L'organizzazione sociale, economica e politica fondata sull'esercizio della violenza ha portato l'umanita' sull'orlo di un abisso: oltre questo limite vi e' solo l'annichilimento della civilta' umana.
Occorre fermarsi e cambiare radicalmente strada: erede del costituzionalismo moderno, cosi' come erede delle piu' antiche e luminose tradizioni di pensiero e convivenza, solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
La conversione alla nonviolenza della politica e dell'economia, dell'amministrazione e della formazione, della riproduzione sociale, delle relazioni tra le persone e tra i popoli, della morale e del diritto ad ogni livello giurisdizionale, e' l'imperativa, primaria esigenza dell'ora attuale per l'umanita' intera presente e futura.
IV. La marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011 deve raccogliere, unificare e rendere pienamente autocoscienti e reciprocamente responsabili ed interdipendenti le esperienze piu' vive di lotta per la democrazia, la legalita' e i diritti nel nostro paese in questi ultimi mesi: dalla manifestazione "Se non ora quando" alla vittoria referendaria, dalla difesa del diritto allo studio e alla salute, alla difesa del diritto al lavoro, alla difesa dell'ambiente.
V. La marcia in quanto "assemblea itinerante" deve dibattere, recare a sintesi e formulare il programma politico su cui coalizzare il plurale ed aperto comitato di liberazione nazionale inclusivo di tutte le forze democratiche del nostro paese per mettere fine al governo della guerra e del razzismo, al regime dell'illegalita' e della corruzione, all'eversione dall'alto da parte dei poteri dominanti; ovvero per tornare alla legalita' costituzionale, allo stato di diritto, alla democrazia progressiva.
VI. Premesse indispensabili di questo programma di liberazione nazionale devono essere:
1. l'immediata cessazione della partecipazione italiana a tutte le guerre, ovvero l'immediato ritorno al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana;
2. l'abrogazione di tutte le misure in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista in Italia dal 1998 ad oggi, e quindi il ritorno al rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani, ergo ad una politica rispettosa ed inveratrice della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, fondata sull'accoglienza e l'assistenza atte a salvare la vita ed a promuovere l'esistenza di tutti gli esseri umani.
VII. Decisioni fondamentali di questo programma di liberazione nazionale devono essere:
1. una politica economica e finanziaria che attui come prima e ineludibile misura d'emergenza il taglio di tutte le spese militari;
2. una politica internazionale rigorosamente antimilitarista e disarmista; non solo antimperialista, anticolonialista e antirazzista, ma anche esplicitamente e concretamente attiva per l'abolizione di tutti gli eserciti e le armi, cominciando con la smilitarizzazione e il disarmo unilaterale del nostro paese.
VIII. Che ogni decisione sia presa con la specifica tecnica nonviolenta del metodo del consenso.
IX. Che ogni decisione ed azione politica sia orientata dal principio: non uccidere; ovvero: salvare le vite.
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 25 agosto 2011
"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
e-mail: nbawac@tin.it
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, gia' consigliere comunale e provinciale, e' stato dagli anni '70 uno dei principali animatori del movimento che si oppone alle servitu' energetiche e militari nell'Alto Lazio; nel 1979 ha fondato il "Comitato democratico contro l'emarginazione" che ha condotto rilevanti campagne di solidarieta'; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l'opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l'esperienza delle "mongolfiere della pace" con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia; nel 2001 e' stato l'animatore dell'iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; e' stato dagli anni '80 il principale animatore dell'attivita' di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio - e negli anni '90 ha presieduto la Commissione d'inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; dal 2000 e' direttore del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", che ogni giorno diffonde materiali di studio e di riflessione e sostiene e promuove iniziative nonviolente per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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