DOC-2348. ROMA-ADISTA. Tutto cambia radicalmente se «in principio era la gioia», se la spiritualità centrata sul peccato, dominante nella dottrina e nella vita della Chiesa cattolica, lascia il posto alla spiritualità che mette al centro il creato, e il peccato originale è costretto ad arretrare di fronte alla «benedizione originale». È a questo nuovo (e al tempo stesso antico) paradigma che è dedicato il capolavoro dell’ex frate domenicano Matthew Fox Original Blessing (per l’appunto, “benedizione originale”) tradotto per la prima volta in italiano, con il titolo In principio era la gioia, dalla casa editrice Fazi (Roma, 2011, pp. 423, euro 19,50), che con esso inaugura la collana di libera ricerca spirituale “Campo dei Fiori”, diretta da Elido Fazi insieme a Vito Mancuso («in omaggio alla libera ricerca spirituale che condusse Giordano Bruno a essere bruciato vivo» appunto a Campo dei Fiori).
Pubblicato negli Usa nel 1983, il libro di Fox è stato, come ricorda Mancuso nella sua Introduzione, «un autentico bestseller», al punto che il 25.mo anniversario della prima edizione, nel 2008, «è stato onorato da ben 65 autori». Un libro le cui tesi sono costate al teologo, nel 1993, l’espulsione dall’ordine domenicano ad opera di Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in seguito alla quale Fox ha lasciato la Chiesa cattolica entrando in quella episcopaliana, ma soprattutto diventando «un prete post-denominazioni in un’era post-denominazioni», consapevole della necessità di «ricondurre le religioni alla loro essenza, che non è la religione, ma la spiritualità». «Il cardinal Ratzinger – si legge nella Prefazione di Fox all’edizione del 2000 – ha definito questo libro “pericoloso e fuorviante” (…). Io sono convinto che a essere pericolosa e fuorviante sia la crescita del controllo patriarcale, del pessimismo, dell’antropocentrismo e dell’ideologia del peccato originale». Proprio per questo, quando nel 2005 Ratzinger venne eletto papa, Fox pensò bene di affiggere al portone della chiesa di Wittenberg, dove nel 1517 Lutero aveva inchiodato le sue celebri 95 tesi contro le indulgenze papali, un suo proprio elenco di altrettante tesi, adeguate all’attualità. E lo stesso ha fatto il 3 aprile scorso a Roma (dove si trovava per partecipare a un dibattito attorno al suo libro nel contesto della rassegna «Libri Come»), alla basilica di Santa Maria Maggiore, il cui arciprete è il card. Bernard Francis Law, già arcivescovo di Boston, rimosso nel 2002 per aver insabbiato numerosi casi di pedofilia del clero.
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15 miliardi di anni «di grazia cosmica»
Il libro di Fox offre un itinerario spirituale attraverso quattro sentieri, dalla Via Positiva (che ci pone in contatto con le bellezze e le profondità cosmiche del creato) alla Via Negativa (che ci apre al silenzio, all’oscurità, alla sofferenza e all’abbandono), alla Via Creativa (che segna il passaggio dal cosmo alla cosmogenesi rendendoci co-creatori) e infine alla Via Transformativa (che, attraverso la compassione ci riporta alla nostra origine in un modo rinnovato: il creato riemerso dallo stato di ingiustizia relazionale, «ricucito e reso di nuovo integro»). È un percorso nella via della sapienza, nella consapevolezza che la conoscenza da sola non basta, che, anzi, da sola, «è un’arma carica» (il riscaldamento globale, scrive, si deve proprio all’impiego della conoscenza senza saggezza). Un viaggio che ribalta in maniera completa il tradizionale itinerario verso Dio del cattolicesimo ufficiale, il cui punto di partenza è il peccato, «il quale precisamente per questo – sottolinea Mancuso – va detto “originale”, perché origina, mette in moto, accende tutto il processo». Al contrario, per Fox (il quale non nega la dottrina del peccato originale, ma ne critica la preminenza nell’insegnamento ecclesiastico), all’origine c’è il bene, c’è la gioia, la grazia, la lode. «Non si tratta soltanto della “bontà” della nostra specie, ovviamente», ma «della benedizione che l’universo stesso rappresenta e ha rappresentato per 15 miliardi di anni fino ad oggi». Per questo, scrive il teologo, il libro «rappresenta l’essenza dei miei sforzi di decostruire e ricostruire le tradizioni religiose occidentali che abbiamo ereditato»: di decostruire la religione «antropocentrica e pessimistica di caduta e redenzione» e di ricostruire la religione stessa attraverso la tradizione più antica della spiritualità del creato. È la tradizione, afferma il teologo nella Prefazione all’edizione italiana, di cui fa parte lo stesso Gesù, che l’ha ripresa dalla sapienza dell’antico Israele, ed è la tradizione più antica della Bibbia, oltre ad essere quella che sta dietro l’«unica vera rinascita che è avvenuta in Occidente», quella del XII secolo, «il secolo che diede i natali a Francesco d’Assisi», ripresa poi da Tommaso d’Aquino, Matilde di Magdeburgo, Meister Eckart, Giuliana di Norwich, Niccolò Cusano. Così, se la religione giudaico-cristiana è stata da più parti accusata di aver creato e alimentato l’antropocentrismo, contribuendo in maniera determinante al saccheggio a cui è stato sottoposto il nostro pianeta (v. Adista nn. 72/08, 29 e 98/10 e 24/11), Matthew Fox mostra come esista al suo interno anche una tradizione più antica - e quasi del tutto dimenticata - che mette al centro il creato, e che potrebbe «inaugurare nuove possibilità di rapporto tra la spiritualità e la scienza, che modellerebbero a loro volta nuovi paradigmi per la cultura, le istituzioni e gli individui».
(claudia fanti)
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