VOI CERTO NON VI SAPRETE CAPACITARE COME PRIMA DI CADERE NOI NON ABBIAMO MESSA LA SCURE ALLA RADICE DELL’INGIUSTIZIA SOCIALE.
E’ STATO L’AMORE DELL’ "ORDINE" CHE CI HA ACCECATO.
SULLA SOGLIA DEL DISORDINE ESTREMO MANDIAMO A VOI QUEST’ ULTIMA NOSTRA DEBOLE SCUSA SUPPLICANDOVI DI CREDERE NELLA NOSTRA INVEROSIMILE BUONA FEDE.
(MA SE NON AVETE COME NOI PROVATO A SUCCHIARE COL LATTE ERRORI SECOLARI NON CI POTRETE CAPIRE).
NON ABBIAMO ODIATO I POVERI COME LA STORIA DIRA’ DI NOI..
ABBIAMO SOLO DORMITO.
E’ NEL DORMIVEGLIA CHE ABBIAMO FORNICATO COL LIBERALISMO DI DE GASPERI, COI CONGRESSI EUCARISTICI DI FRANCO.
CI PAREVA CHE LA LORO PRUDENZA CI POTESSE SALVARE.
VEDETE DUNQUE CHE C’E’ MANCATA LA PIENA AVVERTENZA E LA DELIBERATA VOLONTA’.
QUANDO CI SIAMO SVEGLIATI ERA TROPPO TARDI. E I POVERI ERANO GIA’ PARTITI SENZA DI NOI.
INVANO AVREMMO BUSSATO ALLA PORTA DELLA SALA DEL CONVITTO.
INSEGNANDO AI PICCOLI CATECUMENI BIANCHI LA STORIA DEL LONTANO 2000 NON PARLATE LORO DUNQUE DEL NOSTRO MARTIRIO.
DITE LORO CHE SIAMO MORTI E CHE NE RINGRAZINO DIO.
TROPPE ESTRANEE CAUSE CON QUELLA DEL CRISTO ABBIAMO MESCOLATO.
ESSERE UCCISI DAI POVERI NON E’ UN GLORIOSO MARTIRIO.
SAPRA’ IL CRISTO RIMEDIARE ALLA NOSTRA INETTITUDINE.
E’ LUI CHE HA POSTO NEL CUORE DEI POVERI LA SETE DELLA GIUSTIZIA.
LUI DUNQUE DOVRANNO BEN RITROVARE INSIEME CON LEI QUANDO AVRANNO DISTRUTTO I SUOI TEMPLI, SBUGIARDATI I SUOI ASSONNATI SACERDOTI.
A VOI MISSIONARI CINESI FIGLIOLI DEI MARTIRI IL NOSTRO AUGURIO AFFETTUOSO.
UN POVERO SACERDOTE BIANCO
DELLA FINE DEL II° MILLENNIO
Papa Benedetto XVI ha scritto ai cinesi in questi giorni. Anche don Lorenzo Milano l’aveva fatto, molto tempo prima. Pubblichiamo questa lettera dal volume Esperienze pastorali, edito dalla Libreria Editrice Fiorentina
venerdì 29 giugno 2007
martedì 26 giugno 2007
Nessuno è straniero: l'attività del Centro Libromondo di Savona
Premessa
Da tempo è attivo a Savona il Centro di documentazione “LIBROMONDO”, dedicato alla Pace, all’Ambiente, all’Intercultura e alla Cooperazione internazionale. Davide è l’animatore del Centro; a lui ho posto alcune domande su come funziona il Centro. Franco Falco (che non è parente di chi scrive) è stato responsabile savonese dell’AIFO e ideatore del Centro.
1. Cos’è Libromondo e qual è il tuo ruolo in questa struttura?
"LIBROMONDO" è un CENTRO DI DOCUMENTAZIONE su Pace, Ambiente, Intercultura e Cooperazione Internazionale, nato nel 2006 in convenzione e collaborazione tra AIFO – Gruppo di Savona – e la Provincia di Savona.
"LIBROMONDO" si propone come un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono approfondire la propria conoscenza su argomenti quali l’educazione alla mondialità e alla differenza tra i popoli, i rapporti Nord/Sud, la pace, la cooperazione internazionale, cooperazione sanitaria e medicina tradizionale, l’economia alternativa, l’ecologia, i diritti umani e la conoscenza etnologica dei popoli.
"LIBROMONDO" si trova al Campus Universitario di Savona, ma il Centro esisteva già da diversi anni a Savona. L’idea di creare un centro di documentazione era nata da un desiderio di Franco Falco, il responsabile savonese dell’AIFO, che per anni ha lavorato per portare avanti i principi dell’AIFO legati alla pace, alla solidarietà, allo sviluppo umano. Falco credeva fermamente che, tramite una buona informazione-formazione, si potesse apportare un vero cambiamento nel mondo. Il Centro di Documentazione dispone di oltre duemila testi, un’emeroteca con le più note riviste legate ai problemi del Sud del Mondo e una videoteca con supporti audiovisivi.
Il Centro è coordinato da Anna Maria Bertino, Maria Assunta Lanfaloni si occupa dei progetti scolastici, Cristiana Cometto e Sergio Filetti lavorano alla catalogazione dei libri e del materiale audio-video; sono tutti volontari dell’Aifo - Gruppo di Savona. Con noi collaborano altre persone che fanno parte di associazione savonesi che sono interessati alle nostre tematiche, come Piero Pentenero dell’ANOLF e Ugo Tombesi di “Cittadinanza Attiva”. Oltre a loro molti studenti delle scuole superiori, insegnati e cittadini interessati lavorano con noi soprattutto inviandoci recensioni per la nostra newsletter.
Davide Delbono, si occupo della stesura della newsetter mensile che inviamo ad oltre 1.000 contatti tra privati, enti pubblici, ONG, Associazioni del territorio savonese e nazionale, case editrici e redazioni di riviste. Inoltre mi occupo delle attività di coordinamento tra l’amministrazione provinciale e il Centro.
1. Chi è sinteticamente Davide Delbono?
Delbono Davide, savonese, nel 2004 consegue il titolo di Dottore Magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche, presso l’Università degli Studi di Genova, con una tesi dal titolo: “Politica coloniale, diritti dei popoli e cooperazione internazionale nell’opera di Edmund Dene Morel (1873 - 1924)”. Nel 2005 consegue il master in “Gestione dei conflitti interculturali e interreligiosi”, istituito dall’Università di Pisa e dalla fondazione I.E.RA.M.G. di Livorno, e partecipa al corso di specializzazione in “Cooperazione allo sviluppo”, istituito dalla Camera di Commercio Italo-Belga di Bruxelles e dalla Regione Liguria (sede di Bruxelles). In questi anni si è dedicato all’attività giornalistica, con particolare attenzione alla storia delle istituzioni africane e al dialogo interreligioso e interculturale, scrivendo articoli per il sito web “Equilibri.net” e per il mensile savonese “Il Letimbro”. Dal 2005 collabora con l’Ufficio Cooperazione Internazionale della Provincia di Savona. Nel 2006 vince il concorso per il dottorato di ricerca in “Istituzioni, idee, movimenti politici nell’Europa contemporanea. Curriculum Costituzioni e Amministrazioni” all’Università degli Studi di Pavia, per il quale attualmente sta conducendo una ricerca dal titolo ““Le istituzioni e le amministrazioni dell’ex Congo belga e dell’ex Congo francese nel primo decennio di indipendenza”.
2. Come funziona Libromondo?
“LIBROMONDO" è in particolare rivolto agli studenti di ogni ordine e grado che vogliono condurre ricerche su argomenti legati alla cooperazione internazionale e all’educazione alla mondialità.
"LIBROMONDO", ha aderito al Catalogo delle Biblioteche Liguri, è un servizio aperto al pubblico dove si possono consultare e prendere a prestito libri e il materiale messo a disposizione gratuitamente per un periodo di 15 giorni rinnovabile telefonicamente previa iscrizione al Centro di Documentazione. Le riviste, le dispense, i fascicoli e i libri di particolare valore potranno solo essere consultati in loco. Altresì sarà possibile chiedere al Centro l’acquisto di un libro con apposita scheda. Il Centro si riserverà di valutare l’acquisto in base al prezzo del libro, dell’argomento trattato e dell’interesse per il Centro stesso. Le ricerche richieste verranno svolte a cura del Centro che fornirà una copia della bibliografia trovata con rimborso spese. "LIBROMONDO" concederà anche il prestito alle biblioteche del territorio nazionale che ne faranno richiesta per un periodo di 15 giorni dal ricevimento del libro stesso e con richiesta di rimborso delle spese di spedizione. Chi volesse inviarci recensioni inerenti alle pubblicazioni di nostro interesse può farlo anche a distanza contattandoci via mail o telefonandoci.
3. Puoi quantificare i visitatori annui?
Quest’anno hanno frequentato “LIBROMONDO” circa duecento persone.
4. Libromondo collabora con studenti universitari nell’elaborazione di tesi, con Associazioni che si occupano di intercultura e di stranieri?
Nell’ultimo anno sono venuti cinque studenti universitari per fare ricerche di tesi. Le aree di studio di provenienza sono scienze politiche, giurisprudenza, scienze della formazione, scienze della comunicazione e storia. La Bottega Kikoa di Alberga, Africa e Mediterraneo, ISFORCOOP e l’Associazione Ecuadoriani di Savona hanno collaborato con noi per alcune iniziative.
5. Chi frequenta il Centro? Vi sono stranieri fra i visitatori
Il centro è frequentato da studenti di ogni ordine e grado, insegnanti, membri di associazioni, e persone interessate. Hanno frequentato il nostro Centro anche cittadini stranieri che vivono e lavorano sul nostro territorio, tra i quali gli studenti di un master per mediatore culturale e i membri dell’Associazione Ecuadoriani di Savona.
6. Quali attività promuove?
“LIBROMONDO” promuove corsi di aggiornamento per insegnanti, conferenze pubbliche, mostre didascalico-fotografiche e collabora con le scuole per l’elaborazione di progetti interculturali. I volontari del Centro propongono attività rivolte in particolare a studenti, insegnanti ed educatori di tutta la Regione e a chiunque sia interessato ad approfondire la propria conoscenza sui problemi sin qui specificati.
7. Come comunica con l’esterno (ha una newsletter, un sito internet, un blog)?
Ogni mese redigiamo una newsletter che contiene le recensioni delle pubblicazioni dei settori di nostro interesse. Diverse case editrici ci inviano libri per la recensione e per mettere a disposizione per il prestito.
Inoltre abbiamo una pagina web nel sito della Provincia di Savona:
http://www.provincia.savona.it/attivita/cooperazione/libromondo.htm
da dove si possono scaricare anche le newsletter dal primo numero all’ultimo.
8. Con quali istituzioni collabora?
“LIBROMONDO” collabora perlopiù con la Provincia di Savona
9. Come si può raggiungere e dove si trova?
"LIBROMONDO" si trova al piano terra della Palazzina Branca del Campus Universitario di via Cadorna a Legino, 17100 Savona.
Il Centro è aperto al pubblico nei giorni di lunedì e mercoledì dalle 17 alle 19, martedì e giovedì dalle 9,30 alle 11,30.
Nell’orario suddetto è possibile contattare i volontari al numero di telefono: 019 263087.
Per contattare “LIBROMONDO” via e-mail, scrivere a: libromondo@aifo01.191.it
Da tempo è attivo a Savona il Centro di documentazione “LIBROMONDO”, dedicato alla Pace, all’Ambiente, all’Intercultura e alla Cooperazione internazionale. Davide è l’animatore del Centro; a lui ho posto alcune domande su come funziona il Centro. Franco Falco (che non è parente di chi scrive) è stato responsabile savonese dell’AIFO e ideatore del Centro.
1. Cos’è Libromondo e qual è il tuo ruolo in questa struttura?
"LIBROMONDO" è un CENTRO DI DOCUMENTAZIONE su Pace, Ambiente, Intercultura e Cooperazione Internazionale, nato nel 2006 in convenzione e collaborazione tra AIFO – Gruppo di Savona – e la Provincia di Savona.
"LIBROMONDO" si propone come un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono approfondire la propria conoscenza su argomenti quali l’educazione alla mondialità e alla differenza tra i popoli, i rapporti Nord/Sud, la pace, la cooperazione internazionale, cooperazione sanitaria e medicina tradizionale, l’economia alternativa, l’ecologia, i diritti umani e la conoscenza etnologica dei popoli.
"LIBROMONDO" si trova al Campus Universitario di Savona, ma il Centro esisteva già da diversi anni a Savona. L’idea di creare un centro di documentazione era nata da un desiderio di Franco Falco, il responsabile savonese dell’AIFO, che per anni ha lavorato per portare avanti i principi dell’AIFO legati alla pace, alla solidarietà, allo sviluppo umano. Falco credeva fermamente che, tramite una buona informazione-formazione, si potesse apportare un vero cambiamento nel mondo. Il Centro di Documentazione dispone di oltre duemila testi, un’emeroteca con le più note riviste legate ai problemi del Sud del Mondo e una videoteca con supporti audiovisivi.
Il Centro è coordinato da Anna Maria Bertino, Maria Assunta Lanfaloni si occupa dei progetti scolastici, Cristiana Cometto e Sergio Filetti lavorano alla catalogazione dei libri e del materiale audio-video; sono tutti volontari dell’Aifo - Gruppo di Savona. Con noi collaborano altre persone che fanno parte di associazione savonesi che sono interessati alle nostre tematiche, come Piero Pentenero dell’ANOLF e Ugo Tombesi di “Cittadinanza Attiva”. Oltre a loro molti studenti delle scuole superiori, insegnati e cittadini interessati lavorano con noi soprattutto inviandoci recensioni per la nostra newsletter.
Davide Delbono, si occupo della stesura della newsetter mensile che inviamo ad oltre 1.000 contatti tra privati, enti pubblici, ONG, Associazioni del territorio savonese e nazionale, case editrici e redazioni di riviste. Inoltre mi occupo delle attività di coordinamento tra l’amministrazione provinciale e il Centro.
1. Chi è sinteticamente Davide Delbono?
Delbono Davide, savonese, nel 2004 consegue il titolo di Dottore Magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche, presso l’Università degli Studi di Genova, con una tesi dal titolo: “Politica coloniale, diritti dei popoli e cooperazione internazionale nell’opera di Edmund Dene Morel (1873 - 1924)”. Nel 2005 consegue il master in “Gestione dei conflitti interculturali e interreligiosi”, istituito dall’Università di Pisa e dalla fondazione I.E.RA.M.G. di Livorno, e partecipa al corso di specializzazione in “Cooperazione allo sviluppo”, istituito dalla Camera di Commercio Italo-Belga di Bruxelles e dalla Regione Liguria (sede di Bruxelles). In questi anni si è dedicato all’attività giornalistica, con particolare attenzione alla storia delle istituzioni africane e al dialogo interreligioso e interculturale, scrivendo articoli per il sito web “Equilibri.net” e per il mensile savonese “Il Letimbro”. Dal 2005 collabora con l’Ufficio Cooperazione Internazionale della Provincia di Savona. Nel 2006 vince il concorso per il dottorato di ricerca in “Istituzioni, idee, movimenti politici nell’Europa contemporanea. Curriculum Costituzioni e Amministrazioni” all’Università degli Studi di Pavia, per il quale attualmente sta conducendo una ricerca dal titolo ““Le istituzioni e le amministrazioni dell’ex Congo belga e dell’ex Congo francese nel primo decennio di indipendenza”.
2. Come funziona Libromondo?
“LIBROMONDO" è in particolare rivolto agli studenti di ogni ordine e grado che vogliono condurre ricerche su argomenti legati alla cooperazione internazionale e all’educazione alla mondialità.
"LIBROMONDO", ha aderito al Catalogo delle Biblioteche Liguri, è un servizio aperto al pubblico dove si possono consultare e prendere a prestito libri e il materiale messo a disposizione gratuitamente per un periodo di 15 giorni rinnovabile telefonicamente previa iscrizione al Centro di Documentazione. Le riviste, le dispense, i fascicoli e i libri di particolare valore potranno solo essere consultati in loco. Altresì sarà possibile chiedere al Centro l’acquisto di un libro con apposita scheda. Il Centro si riserverà di valutare l’acquisto in base al prezzo del libro, dell’argomento trattato e dell’interesse per il Centro stesso. Le ricerche richieste verranno svolte a cura del Centro che fornirà una copia della bibliografia trovata con rimborso spese. "LIBROMONDO" concederà anche il prestito alle biblioteche del territorio nazionale che ne faranno richiesta per un periodo di 15 giorni dal ricevimento del libro stesso e con richiesta di rimborso delle spese di spedizione. Chi volesse inviarci recensioni inerenti alle pubblicazioni di nostro interesse può farlo anche a distanza contattandoci via mail o telefonandoci.
3. Puoi quantificare i visitatori annui?
Quest’anno hanno frequentato “LIBROMONDO” circa duecento persone.
4. Libromondo collabora con studenti universitari nell’elaborazione di tesi, con Associazioni che si occupano di intercultura e di stranieri?
Nell’ultimo anno sono venuti cinque studenti universitari per fare ricerche di tesi. Le aree di studio di provenienza sono scienze politiche, giurisprudenza, scienze della formazione, scienze della comunicazione e storia. La Bottega Kikoa di Alberga, Africa e Mediterraneo, ISFORCOOP e l’Associazione Ecuadoriani di Savona hanno collaborato con noi per alcune iniziative.
5. Chi frequenta il Centro? Vi sono stranieri fra i visitatori
Il centro è frequentato da studenti di ogni ordine e grado, insegnanti, membri di associazioni, e persone interessate. Hanno frequentato il nostro Centro anche cittadini stranieri che vivono e lavorano sul nostro territorio, tra i quali gli studenti di un master per mediatore culturale e i membri dell’Associazione Ecuadoriani di Savona.
6. Quali attività promuove?
“LIBROMONDO” promuove corsi di aggiornamento per insegnanti, conferenze pubbliche, mostre didascalico-fotografiche e collabora con le scuole per l’elaborazione di progetti interculturali. I volontari del Centro propongono attività rivolte in particolare a studenti, insegnanti ed educatori di tutta la Regione e a chiunque sia interessato ad approfondire la propria conoscenza sui problemi sin qui specificati.
7. Come comunica con l’esterno (ha una newsletter, un sito internet, un blog)?
Ogni mese redigiamo una newsletter che contiene le recensioni delle pubblicazioni dei settori di nostro interesse. Diverse case editrici ci inviano libri per la recensione e per mettere a disposizione per il prestito.
Inoltre abbiamo una pagina web nel sito della Provincia di Savona:
http://www.provincia.savona.it/attivita/cooperazione/libromondo.htm
da dove si possono scaricare anche le newsletter dal primo numero all’ultimo.
8. Con quali istituzioni collabora?
“LIBROMONDO” collabora perlopiù con la Provincia di Savona
9. Come si può raggiungere e dove si trova?
"LIBROMONDO" si trova al piano terra della Palazzina Branca del Campus Universitario di via Cadorna a Legino, 17100 Savona.
Il Centro è aperto al pubblico nei giorni di lunedì e mercoledì dalle 17 alle 19, martedì e giovedì dalle 9,30 alle 11,30.
Nell’orario suddetto è possibile contattare i volontari al numero di telefono: 019 263087.
Per contattare “LIBROMONDO” via e-mail, scrivere a: libromondo@aifo01.191.it
venerdì 15 giugno 2007
Abroghiamo l'articolo 11 della Costituzione, una proposta onesta
Lo so i soliti pacifisti protesteranno. Le destre plauderanno e il governo Prodi ci potrebbe fare un pensierino, tanto ormai... Importante è che l’economia tiri e si creino nuovi posti di lavoro…
Dopo il sì allargamento alla base militare di Vicenza (che sia italiana o statunitense, poco importa), dopo la proposta di tenere il prossimo G8 all’Isola della Maddalena (e, già che c’erano, perché non a Forte Knox…o a Fort Alamo o, anche al Castello di Kafka?). Dopo tutto questo dicevo, leggo su Il Corriere della Sera del 14 giugno che “L’Italia vince l’appalto per gli aerei del Pentagono”. Apprendo così che Finmeccanica vince una commessa da 6.000.000.000 di dollari per fornire agli USA 145 velivoli. Che non siano aerei da turismo lo si arguisce leggendo il testo: si tratta di “145 esemplari del C27J Spartan, un aereo da trasporto militare tattico sviluppato e costruito dall’Alenia Aeronautica. La prima tranche del contratto prevede la fornitura di 78 velivoli per un valore iniziale di circa due miliardi di dollari. Il valore totale della commessa si aggira sui 6 miliardi di dollari.
Il velivolo, destinato all’esercito e all’aviazione Usa, sarà costruito in Italia e in Texas”. E fin qui, il pezzo di Gabriele Dossena, pubblicato sulla prima pagina del quotidiano citato. Senza che Dossena mostri un minimo di vergogna o di pudore.
Ma l’articolo prosegue a pag. 33, nella sezione dedicata all’Economia. E qui viene il bello: dopo aver ripreso con entusiasmo il pezzo della prima pagina, l’Autore prosegue felce, ricordando che “si tratta del secondo successo per la Finmeccanica di Pier Francesco Guarguaglini negli Stati Uniti. Dopo la vittoria nel 2005 della controllata Agusta Westland con l’elicottero Us101 che prevalse sulla statunitense Sikorsky nella gara per fornire il marine One al presidente degli Stati Uniti, è ora la volta di un’altra controllata, Alenia Aeronautica, che con uno sforzo specifico su questo programma, a cui ha cominciato a lavorare sin dalla fine degli anni Novanta, ha sbaragliato la concorrenza. La vittoria del C-27J può aprire le porte nelle gare in corso in Canada e Australia con rispettivi ordini fino a 18 unità e 20 unità”.
Prima di passare alla mia realistica proposta tesa ad alleviare l’orpello del dettato costituzionale, mi siano consentite ancora due citazioni dall’articolo del Corrierone.
La prima afferma esplicitamente che “il programma Jca –inerente alla commessa- è stato sviluppato per le necessità operative emerse in Iraq e Afghanistan”;
la seconda che “l’annuncio è arrivato all’indomani della visita del presidente americano George W. Bush a Roma”.
Allora mi chiedo: il governo Prodi che, lo ricorderò per i distratti, è quello di centro sinistra (mentre quello Berlusconi era di centro destra); essendo di centro sinistra pensavo, ma evidentemente, mi sbagliavo, potesse fare qualcosa per la causa della pace (visto che, tra l’altro, al governo ci sono i verdi che questa parola l’ hanno scritta sotto la loro bandiera)…poi penso di essere ingenuo perché Prodi ha aumentato le spese militari (cosa che non ha fatto quello di destra)…e allora perché non essere coerenti fino in fondo e abrogare l’articolo 11 della Costituzione tante volte violato dai governi stessi (spesso di centro sinistra)? Perché lasciare questo inutile orpello, figlio del tempo che fu? C’era a questo anche un’altra legge sul commercio delle armi che Berlusconi (quello di destra) aveva riformato e che, se non vado errato, quello di centro sinistra non hanno ritenuto opportuno modificare…Ora, è vero che un governo non può passare il tempo a abrogare, riformare, ritoccare, le leggi promulgate da quello precedente però…
E poi c’è anche la Chiesa, sempre pronta a scendere in campo per la difesa della vita, per i diritti dell’embrione, ecc. ecc., ma non mi sembra di sentire da parte delle gerarchie grandi pronunciamenti contro la guerra e i mercanti di morte, pardon, d’armi.
Evidentemente pecunia non olet…
Giuliano Falco
Dopo il sì allargamento alla base militare di Vicenza (che sia italiana o statunitense, poco importa), dopo la proposta di tenere il prossimo G8 all’Isola della Maddalena (e, già che c’erano, perché non a Forte Knox…o a Fort Alamo o, anche al Castello di Kafka?). Dopo tutto questo dicevo, leggo su Il Corriere della Sera del 14 giugno che “L’Italia vince l’appalto per gli aerei del Pentagono”. Apprendo così che Finmeccanica vince una commessa da 6.000.000.000 di dollari per fornire agli USA 145 velivoli. Che non siano aerei da turismo lo si arguisce leggendo il testo: si tratta di “145 esemplari del C27J Spartan, un aereo da trasporto militare tattico sviluppato e costruito dall’Alenia Aeronautica. La prima tranche del contratto prevede la fornitura di 78 velivoli per un valore iniziale di circa due miliardi di dollari. Il valore totale della commessa si aggira sui 6 miliardi di dollari.
Il velivolo, destinato all’esercito e all’aviazione Usa, sarà costruito in Italia e in Texas”. E fin qui, il pezzo di Gabriele Dossena, pubblicato sulla prima pagina del quotidiano citato. Senza che Dossena mostri un minimo di vergogna o di pudore.
Ma l’articolo prosegue a pag. 33, nella sezione dedicata all’Economia. E qui viene il bello: dopo aver ripreso con entusiasmo il pezzo della prima pagina, l’Autore prosegue felce, ricordando che “si tratta del secondo successo per la Finmeccanica di Pier Francesco Guarguaglini negli Stati Uniti. Dopo la vittoria nel 2005 della controllata Agusta Westland con l’elicottero Us101 che prevalse sulla statunitense Sikorsky nella gara per fornire il marine One al presidente degli Stati Uniti, è ora la volta di un’altra controllata, Alenia Aeronautica, che con uno sforzo specifico su questo programma, a cui ha cominciato a lavorare sin dalla fine degli anni Novanta, ha sbaragliato la concorrenza. La vittoria del C-27J può aprire le porte nelle gare in corso in Canada e Australia con rispettivi ordini fino a 18 unità e 20 unità”.
Prima di passare alla mia realistica proposta tesa ad alleviare l’orpello del dettato costituzionale, mi siano consentite ancora due citazioni dall’articolo del Corrierone.
La prima afferma esplicitamente che “il programma Jca –inerente alla commessa- è stato sviluppato per le necessità operative emerse in Iraq e Afghanistan”;
la seconda che “l’annuncio è arrivato all’indomani della visita del presidente americano George W. Bush a Roma”.
Allora mi chiedo: il governo Prodi che, lo ricorderò per i distratti, è quello di centro sinistra (mentre quello Berlusconi era di centro destra); essendo di centro sinistra pensavo, ma evidentemente, mi sbagliavo, potesse fare qualcosa per la causa della pace (visto che, tra l’altro, al governo ci sono i verdi che questa parola l’ hanno scritta sotto la loro bandiera)…poi penso di essere ingenuo perché Prodi ha aumentato le spese militari (cosa che non ha fatto quello di destra)…e allora perché non essere coerenti fino in fondo e abrogare l’articolo 11 della Costituzione tante volte violato dai governi stessi (spesso di centro sinistra)? Perché lasciare questo inutile orpello, figlio del tempo che fu? C’era a questo anche un’altra legge sul commercio delle armi che Berlusconi (quello di destra) aveva riformato e che, se non vado errato, quello di centro sinistra non hanno ritenuto opportuno modificare…Ora, è vero che un governo non può passare il tempo a abrogare, riformare, ritoccare, le leggi promulgate da quello precedente però…
E poi c’è anche la Chiesa, sempre pronta a scendere in campo per la difesa della vita, per i diritti dell’embrione, ecc. ecc., ma non mi sembra di sentire da parte delle gerarchie grandi pronunciamenti contro la guerra e i mercanti di morte, pardon, d’armi.
Evidentemente pecunia non olet…
Giuliano Falco
martedì 12 giugno 2007
Breve storia del Centro Scuola Territorio
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE
CENTRO SCUOLA TERRITORIO
NESSUNO ESCLUSO.
Breve storia dell’
Associazione
2003-2006
numero uno
marzo 2007
1. Prima dell’Associazione (2003-2006)
Il primo nucleo della nostra Associazione nasce nel 2003 quando viene creato dal sottoscritto, all’interno del Progetto Integrazione dell’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas Diocesana di Albenga, il Centro Scuola Territorio.
Il Centro d’Ascolto è stato il pioniere nell’attività verso di sostegno ai bambini stranieri e di promozione degli stranieri quali soggetti attivi del loro processo di integrazione.
Il Centro Scuola Territorio nasce per fornire supporto didattico, pedagogico e formativo ai volontari dell’Associazione Centro d’Ascolto in sostegno agli alunni stranieri o figli di stranieri nelle scuole elementari e medie dell’albenganese.
Gli obiettivi che il Centro Scuola Territorio di prefiggeva erano i seguenti:
1. obiettivi didattici:
- identificare, in collaborazione con i volontari e gli insegnanti, obiettivi didattici per gli alunni inseriti;
- identificare, in collaborazione con gli stessi soggetti, obiettivi pedagogici per gli alunni inseriti;
- coordinare l’attività dei volontari;
- coinvolgere rappresentanti delle comunità migranti al fine di aumentare la conoscenza reciproca;
2. obiettivi formativi:
- fornire informazioni pratiche, didattiche e pedagogiche ai volontari;
- fornire loro un momento di incontro e discussione delle situazioni in cui sono inseriti;
- individuare possibili strategie per la soluzione di situazioni problematiche;
- organizzare momenti di studio, di (auto) aggiornamento, anche in forma seminariale;
3. obiettivi informativi:
- costituire una biblioteca tematica;
- organizzare una rete informativa sul materiale cartaceo, multimediale o di altro tipo, disponibile nelle biblioteche cittadine e dell’ hinterland.
Per ora l’ultimo punto, che si proponeva l’attivazione di una biblioteca tematica, di un’emeroteca per la raccolta di dati sulle comunità, di un archivio per la raccolta di materiale scolastico e dei progetti elaborati dalle diverse scuole, si è sviluppato in maniera ridotta, in quanto in attesa di una sede adeguata, promessa dal Comune di Albenga (che ha finanziato il Centro stesso). Sede che abbiamo ottenuto, ora, come Associazione di Promozione Sociale in forma di locale in questo plesso, in condominio con la Scuola.
Il Centro Scuola Territorio, in collaborazione con l’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas Diocesana, ha organizzato anche un corso di formazione, A come Accoglienza (tenutosi ad Albenga, nel periodo di febbraio-maggio 2006). Questo corso ha prodotto un Protocollo d’Accoglienza che è stato diffuso presso tutte le istituzioni scolastiche afferenti all’ex distretto scolastico albenganese.
Al percorso formativo hanno partecipato rappresentanti del personale docente e non docente del I e del II Circolo, volontarie dell’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas Diocesana, mediatori culturali stranieri e operatori dei Servizi sociali. I mediatori e gli operatori sono anche membri del Gruppo Formazione Operatori Genitori “Wissal”, costituitosi nell’ambito del Progetto Integrazione promosso dalla citata Associazione Centro d’Ascolto.
La Commissione ha competenze di carattere consultivo, progettuale e deliberativo per quanto riguarda l’inserimento degli alunni e si attiva ogni qualvolta si presenti il caso di iscrizione di alunni stranieri neo arrivati. I compiti della Commissione sono:
- predisporre schede di rilevazione della competenza linguistica ed eventuali altre abilità;
- elaborare griglie di valutazione e di osservazione sul comportamento sociale;
- proporre tracce per attività che favoriscano un approccio interculturale;
- promuovere l’attuazione di laboratori linguistici, individuando risorse interne ed esterne e spazi adeguati e facilitando, dove necessario, il coordinamento tra gli insegnanti che fanno alfabetizzazione;
- favorire e facilitare il rapporto con la famiglia;
- predisporre una segnaletica multi lingue sulle pareti e sulle porte della scuola;
- individuare percorsi di inserimento graduale, qualora venga riscontrata la necessità;
- effettuare, se necessario, un colloquio in itinere con la famiglia, l’alunno e un membro del team docente, dopo qualche mese dall’ingresso nella nuova classe, per valutare il successo dell’inserimento, rilevare eventuali difficoltà, verificare le modalità di collaborazione scuola-famiglia;
- propone al Collegio Docenti un documento di valutazione consono al processo di inserimento e integrazione seguito dall’alunno;
- costituire un Centro di Documentazione, in collaborazione con il Centro Scuola Territorio, sull’intercultura, con materiale didattico e informativo specifico, consultabile dai docenti e da tutte le persone interessate.
Il Centro Scuola Territorio ha coordinato le volontarie dell’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas diocesana per il periodo 2003/2006, le quali hanno potuto partecipare a riunioni di sintesi mensili in cui venivano discussi problematiche e soluzioni, ansie e situazioni diverse.
Ha ottenuto dall’Università di Genova il riconoscimento quale ente presso cui gli studenti possono svolgere l’attività di tirocinio.
Del Centro hanno parlato la stampa (Il Secolo XIX) e diversi siti internet (http://www.didaweb.net/, il sito del Servizio Intercultura del Comune di Roma e quello del Polo contro la Discriminazione della Regione Campania) nonché una tesi discussa presso l’Università di Trieste.
2. Nasce l’Associazione (2006)
Nel 2006, il Centro Scuola Territorio si trasforma in Associazione di Promozione Sociale trovando anche uno stato giuridico che gli permetterà di operare quale soggetto attivo nel processo di integrazione delle comunità straniere, a partire dai bambini che frequentano le nostre scuole.
L’attività dell’Associazione è centrata sul volontariato nelle scuole elementari a sostegno degli alunni stranieri. Questa attività non esaurisce però le finalità della nostra Associazione che si occupa, come recita lo Statuto, di stranieri, di diversamente abili e di nuove marginalità.
Nel marzo del 2006, presenta in partenariato con il Comune di Albenga (Assessorato ai Servizi Sociali e Assessorato alla Pubblica Istruzione) il Progetto Città Solidale che si classifica al XVIII posto (su una cinquantina di progetti ammessi al finanziamento, più diversi esclusi).
Il Progetto è stato finanziato al 75% e ha permesso di attivare molte iniziative, tra cui:
1. l’apertura di due sportelli psicologici genitori-insegnanti nei due circoli didattici della città: due psicologhe sono a disposizione di genitori e insegnanti delle scuole materne ed elementari, senza spesa alcuna per la scuola;
2. l’attivazione di corsi di lingua italiana per adulti stranieri in collaborazione con il locale Centro di Formazione Permanente (presso la Scuola Media Alighieri di Albenga);
3. la traduzione di avvisi per la scuola materna.
Altre attività previste dal Progetto sono in gestazione: vanno dalla creazione di un sito internet alla redazione di un bollettino di collegamento tra tutti gli operatori che intervengono sui bambini stranieri e le loro famiglie così come intervengono sugli alunni diversamente abili (e famiglia).
Altri progetti che hanno visto la nostra Associazione promotrice sono:
a) Progetto Ulisse, avviato lo scorso anno scolastico. Ha coinvolto una ventina di alunni del Liceo Classico, Scientifico e Linguistico di Albenga su attività di volontariato nel plesso Paccini. Ha riscosso un discreto successo per cui verrà replicato anche quest’anno. Prevede che gli studenti liceali svolgano attività propedeutiche al volontariato (è da sottolineare che la parola d’ordine della giornata del volontariato che si è tenuta pochi giorni fa, era quella di coinvolgere i giovani); il Progetto Ulisse è stato “esportato” a Finale Ligure presso l’Istituto Alberghiero Migliorini;
b) Progetto Tante scuole uno stesso mare. È ancora allo stadio preliminare. Presentato in partenariato con l’Amministrazione Comunale prevede l’organizzazione di un Convegno internazionale che coinvolga istituzioni scolastiche di Albania e Marocco (per meglio conoscere i percorsi scolastici dei ragazzini che ritroviamo nelle nostre scuole) e Francia e Spagna (per meglio conoscere come hanno risolto i problemi che si sono presentati).
3. Enti, Istituzioni o individualità con le quali collaboriamo
ARCISolidarietà di Savona
Si tratta di una onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) di Savona che, diffusa sul territorio nazionale, ha manifestato molto interesse per collaborare a nostre proposte. Grazie a questa collaborazione potremo presentare progetti alla Fondazione Comunitaria per il Ponente Savonese (che, per motivi burocratici può finanziare solo onlus e non associazione come la nostra).
Stiamo pensando, attraverso l’ARCI di elaborare progetti finalizzati all’utilizzo di volontari del Servizio Civile Nazionale: un’ottima occasione per ampliare l’offerte formative a tutti i bambini,in primis quelli in stato di bisogno, a prescindere dalla nazionalità.
CESAVO – Centro Servizi Al Volontariato di Savona
Siamo in stretto contatto con il CESAVO, anche perché offre numerosi servizi (gratuiti) al mondo del volontariato
ASAL - Associazione Studi America Latina
Si tratta di una Ong (Organizzazione non governativa) di Roma che ha presentato il Progetto Marocco (finalizzato a creare occasioni di educazione non formale per bambini e ragazzi della zona rurale di Beni Millal (zona centro orientale del Marocco da cui provengono il 90 % dei marocchini dimoranti ad Albenga). In questo progetto sono state coinvolte l’amministrazione Provinciale e quella Comunale. La nostra Associazione collabora nell’organizzare corsi di formazione per insegnanti e altri momenti di formazione che vedano coinvolti anche i migranti. A gennaio abbiamo organizzato un incontro con tutti i dirigenti delle scuole del distretto scolastico albenganese per la presentazione dell’ASAL e del Progetto Marocco, nonché di altre iniziative.
Ufficio Cooperazione/Europa dell’Amministrazione Provinciale
Come l’Amministrazione Comunale di Albenga, anche questo Ufficio ci ha individuato come referenti sul territorio. Prossimamente avremo un incontro con loro per chiarire il nostro ruolo.
Tavolo Educativo Permanente Ingauno
Siamo stati invitati a partecipare ai lavori di questo Tavolo che, tra le sue finalità, la più importante è quella di creare occasioni di orientamento per i giovani e di collegare il mondo del lavoro e quello della scuola.
Studentesse universitarie
Si sono rivolte a noi, oltre la già citata laureata di Trieste, alcune universitarie albenganesi che, a diverso titolo sono interessate alla nostra attività interculturale (una di queste sta lavorando a una tesi sui progetti di integrazione nel savonese, per cui una parte cospicua del suo lavoro riguarderà il Progetto Città Solidale).
4. Attività già organizzate
Il 16 ottobre u.s. presentazione del Centro territoriale misto di documentazione e formazione sull’ handicap “Sergio Neri” di Savona;
traduzione di documenti diversi per la scuola dell’infanzia;
incontri preliminari per le attività succitate.
Sono stati organizzati Quattro incontri sull’intercultura e l’educazione alla mondialità
L’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio di Albenga e l’Associazione Studi America Latina di Roma organizzano quattro incontri su tematiche interculturali.
Gli incontri sono stati organizzati congiuntamente dalle due Associazioni, nell’ambito del Progetto Città Solidale, e sono principalmente rivolti agli insegnanti delle scuole di base e scuole medie ma aperti a tutti gli operatori interessati.
Si articolano in quattro incontri che si terranno il giovedì nell’Aula Magna delle Scuola Media “Alighieri” (g.c.).
Il primo incontro avrà luogo giovedì 8 marzo, dalle ore 14.30 alle ore 16.30.
Gli argomenti trattati saranno i seguenti:
Immagine del mondo, carta di Peters;
Sperimentazione percorsi didattici;
metodologie educazione intercultuale;
mediazione linguistica culturale.
Gli animatori saranno le dottoresse Elide Taviani e Sara Tarantino dell’Associazione Studi America Latina; l’insegnante Giuliano Falco, Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio e docente presso il II° Circolo Didattico di Albenga nonché personalità straniere.
mercoledì 13 giugno 2007
Storia dell'Associazione II parte
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE
CENTRO SCUOLA TERRITORIO
NESSUNO ESCLUSO.
Breve storia dell’
Associazione
2003-2006
numero uno
marzo 2007
1. Prima dell’Associazione (2003-2006)
Il primo nucleo della nostra Associazione nasce nel 2003 quando viene creato dal sottoscritto, all’interno del Progetto Integrazione dell’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas Diocesana di Albenga, il Centro Scuola Territorio.
Il Centro d’Ascolto è stato il pioniere nell’attività verso di sostegno ai bambini stranieri e di promozione degli stranieri quali soggetti attivi del loro processo di integrazione.
Il Centro Scuola Territorio nasce per fornire supporto didattico, pedagogico e formativo ai volontari dell’Associazione Centro d’Ascolto in sostegno agli alunni stranieri o figli di stranieri nelle scuole elementari e medie dell’albenganese.
Gli obiettivi che il Centro Scuola Territorio di prefiggeva erano i seguenti:
1. obiettivi didattici:
- identificare, in collaborazione con i volontari e gli insegnanti, obiettivi didattici per gli alunni inseriti;
- identificare, in collaborazione con gli stessi soggetti, obiettivi pedagogici per gli alunni inseriti;
- coordinare l’attività dei volontari;
- coinvolgere rappresentanti delle comunità migranti al fine di aumentare la conoscenza reciproca;
2. obiettivi formativi:
- fornire informazioni pratiche, didattiche e pedagogiche ai volontari;
- fornire loro un momento di incontro e discussione delle situazioni in cui sono inseriti;
- individuare possibili strategie per la soluzione di situazioni problematiche;
- organizzare momenti di studio, di (auto) aggiornamento, anche in forma seminariale;
3. obiettivi informativi:
- costituire una biblioteca tematica;
- organizzare una rete informativa sul materiale cartaceo, multimediale o di altro tipo, disponibile nelle biblioteche cittadine e dell’ hinterland.
Per ora l’ultimo punto, che si proponeva l’attivazione di una biblioteca tematica, di un’emeroteca per la raccolta di dati sulle comunità, di un archivio per la raccolta di materiale scolastico e dei progetti elaborati dalle diverse scuole, si è sviluppato in maniera ridotta, in quanto in attesa di una sede adeguata, promessa dal Comune di Albenga (che ha finanziato il Centro stesso). Sede che abbiamo ottenuto, ora, come Associazione di Promozione Sociale in forma di locale in questo plesso, in condominio con la Scuola.
Il Centro Scuola Territorio, in collaborazione con l’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas Diocesana, ha organizzato anche un corso di formazione, A come Accoglienza (tenutosi ad Albenga, nel periodo di febbraio-maggio 2006). Questo corso ha prodotto un Protocollo d’Accoglienza che è stato diffuso presso tutte le istituzioni scolastiche afferenti all’ex distretto scolastico albenganese.
Al percorso formativo hanno partecipato rappresentanti del personale docente e non docente del I e del II Circolo, volontarie dell’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas Diocesana, mediatori culturali stranieri e operatori dei Servizi sociali. I mediatori e gli operatori sono anche membri del Gruppo Formazione Operatori Genitori “Wissal”, costituitosi nell’ambito del Progetto Integrazione promosso dalla citata Associazione Centro d’Ascolto.
La Commissione ha competenze di carattere consultivo, progettuale e deliberativo per quanto riguarda l’inserimento degli alunni e si attiva ogni qualvolta si presenti il caso di iscrizione di alunni stranieri neo arrivati. I compiti della Commissione sono:
- predisporre schede di rilevazione della competenza linguistica ed eventuali altre abilità;
- elaborare griglie di valutazione e di osservazione sul comportamento sociale;
- proporre tracce per attività che favoriscano un approccio interculturale;
- promuovere l’attuazione di laboratori linguistici, individuando risorse interne ed esterne e spazi adeguati e facilitando, dove necessario, il coordinamento tra gli insegnanti che fanno alfabetizzazione;
- favorire e facilitare il rapporto con la famiglia;
- predisporre una segnaletica multi lingue sulle pareti e sulle porte della scuola;
- individuare percorsi di inserimento graduale, qualora venga riscontrata la necessità;
- effettuare, se necessario, un colloquio in itinere con la famiglia, l’alunno e un membro del team docente, dopo qualche mese dall’ingresso nella nuova classe, per valutare il successo dell’inserimento, rilevare eventuali difficoltà, verificare le modalità di collaborazione scuola-famiglia;
- propone al Collegio Docenti un documento di valutazione consono al processo di inserimento e integrazione seguito dall’alunno;
- costituire un Centro di Documentazione, in collaborazione con il Centro Scuola Territorio, sull’intercultura, con materiale didattico e informativo specifico, consultabile dai docenti e da tutte le persone interessate.
Il Centro Scuola Territorio ha coordinato le volontarie dell’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas diocesana per il periodo 2003/2006, le quali hanno potuto partecipare a riunioni di sintesi mensili in cui venivano discussi problematiche e soluzioni, ansie e situazioni diverse.
Ha ottenuto dall’Università di Genova il riconoscimento quale ente presso cui gli studenti possono svolgere l’attività di tirocinio.
Del Centro hanno parlato la stampa (Il Secolo XIX) e diversi siti internet (http://www.didaweb.net/, il sito del Servizio Intercultura del Comune di Roma e quello del Polo contro la Discriminazione della Regione Campania) nonché una tesi discussa presso l’Università di Trieste.
2. Nasce l’Associazione (2006)
Nel 2006, il Centro Scuola Territorio si trasforma in Associazione di Promozione Sociale trovando anche uno stato giuridico che gli permetterà di operare quale soggetto attivo nel processo di integrazione delle comunità straniere, a partire dai bambini che frequentano le nostre scuole.
L’attività dell’Associazione è centrata sul volontariato nelle scuole elementari a sostegno degli alunni stranieri. Questa attività non esaurisce però le finalità della nostra Associazione che si occupa, come recita lo Statuto, di stranieri, di diversamente abili e di nuove marginalità.
Nel marzo del 2006, presenta in partenariato con il Comune di Albenga (Assessorato ai Servizi Sociali e Assessorato alla Pubblica Istruzione) il Progetto Città Solidale che si classifica al XVIII posto (su una cinquantina di progetti ammessi al finanziamento, più diversi esclusi).
Il Progetto è stato finanziato al 75% e ha permesso di attivare molte iniziative, tra cui:
1. l’apertura di due sportelli psicologici genitori-insegnanti nei due circoli didattici della città: due psicologhe sono a disposizione di genitori e insegnanti delle scuole materne ed elementari, senza spesa alcuna per la scuola;
2. l’attivazione di corsi di lingua italiana per adulti stranieri in collaborazione con il locale Centro di Formazione Permanente (presso la Scuola Media Alighieri di Albenga);
3. la traduzione di avvisi per la scuola materna.
Altre attività previste dal Progetto sono in gestazione: vanno dalla creazione di un sito internet alla redazione di un bollettino di collegamento tra tutti gli operatori che intervengono sui bambini stranieri e le loro famiglie così come intervengono sugli alunni diversamente abili (e famiglia).
Altri progetti che hanno visto la nostra Associazione promotrice sono:
a) Progetto Ulisse, avviato lo scorso anno scolastico. Ha coinvolto una ventina di alunni del Liceo Classico, Scientifico e Linguistico di Albenga su attività di volontariato nel plesso Paccini. Ha riscosso un discreto successo per cui verrà replicato anche quest’anno. Prevede che gli studenti liceali svolgano attività propedeutiche al volontariato (è da sottolineare che la parola d’ordine della giornata del volontariato che si è tenuta pochi giorni fa, era quella di coinvolgere i giovani); il Progetto Ulisse è stato “esportato” a Finale Ligure presso l’Istituto Alberghiero Migliorini;
b) Progetto Tante scuole uno stesso mare. È ancora allo stadio preliminare. Presentato in partenariato con l’Amministrazione Comunale prevede l’organizzazione di un Convegno internazionale che coinvolga istituzioni scolastiche di Albania e Marocco (per meglio conoscere i percorsi scolastici dei ragazzini che ritroviamo nelle nostre scuole) e Francia e Spagna (per meglio conoscere come hanno risolto i problemi che si sono presentati).
3. Enti, Istituzioni o individualità con le quali collaboriamo
ARCISolidarietà di Savona
Si tratta di una onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) di Savona che, diffusa sul territorio nazionale, ha manifestato molto interesse per collaborare a nostre proposte. Grazie a questa collaborazione potremo presentare progetti alla Fondazione Comunitaria per il Ponente Savonese (che, per motivi burocratici può finanziare solo onlus e non associazione come la nostra).
Stiamo pensando, attraverso l’ARCI di elaborare progetti finalizzati all’utilizzo di volontari del Servizio Civile Nazionale: un’ottima occasione per ampliare l’offerte formative a tutti i bambini,in primis quelli in stato di bisogno, a prescindere dalla nazionalità.
CESAVO – Centro Servizi Al Volontariato di Savona
Siamo in stretto contatto con il CESAVO, anche perché offre numerosi servizi (gratuiti) al mondo del volontariato
ASAL - Associazione Studi America Latina
Si tratta di una Ong (Organizzazione non governativa) di Roma che ha presentato il Progetto Marocco (finalizzato a creare occasioni di educazione non formale per bambini e ragazzi della zona rurale di Beni Millal (zona centro orientale del Marocco da cui provengono il 90 % dei marocchini dimoranti ad Albenga). In questo progetto sono state coinvolte l’amministrazione Provinciale e quella Comunale. La nostra Associazione collabora nell’organizzare corsi di formazione per insegnanti e altri momenti di formazione che vedano coinvolti anche i migranti. A gennaio abbiamo organizzato un incontro con tutti i dirigenti delle scuole del distretto scolastico albenganese per la presentazione dell’ASAL e del Progetto Marocco, nonché di altre iniziative.
Ufficio Cooperazione/Europa dell’Amministrazione Provinciale
Come l’Amministrazione Comunale di Albenga, anche questo Ufficio ci ha individuato come referenti sul territorio. Prossimamente avremo un incontro con loro per chiarire il nostro ruolo.
Tavolo Educativo Permanente Ingauno
Siamo stati invitati a partecipare ai lavori di questo Tavolo che, tra le sue finalità, la più importante è quella di creare occasioni di orientamento per i giovani e di collegare il mondo del lavoro e quello della scuola.
Studentesse universitarie
Si sono rivolte a noi, oltre la già citata laureata di Trieste, alcune universitarie albenganesi che, a diverso titolo sono interessate alla nostra attività interculturale (una di queste sta lavorando a una tesi sui progetti di integrazione nel savonese, per cui una parte cospicua del suo lavoro riguarderà il Progetto Città Solidale).
4. Attività già organizzate
Il 16 ottobre u.s. presentazione del Centro territoriale misto di documentazione e formazione sull’ handicap “Sergio Neri” di Savona;
traduzione di documenti diversi per la scuola dell’infanzia;
incontri preliminari per le attività succitate.
Sono stati organizzati Quattro incontri sull’intercultura e l’educazione alla mondialità
L’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio di Albenga e l’Associazione Studi America Latina di Roma organizzano quattro incontri su tematiche interculturali.
Gli incontri sono stati organizzati congiuntamente dalle due Associazioni, nell’ambito del Progetto Città Solidale, e sono principalmente rivolti agli insegnanti delle scuole di base e scuole medie ma aperti a tutti gli operatori interessati.
Si articolano in quattro incontri che si terranno il giovedì nell’Aula Magna delle Scuola Media “Alighieri” (g.c.).
Il primo incontro avrà luogo giovedì 8 marzo, dalle ore 14.30 alle ore 16.30.
Gli argomenti trattati saranno i seguenti:
Immagine del mondo, carta di Peters;
Sperimentazione percorsi didattici;
metodologie educazione intercultuale;
mediazione linguistica culturale.
Gli animatori saranno le dottoresse Elide Taviani e Sara Tarantino dell’Associazione Studi America Latina; l’insegnante Giuliano Falco, Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio e docente presso il II° Circolo Didattico di Albenga nonché personalità straniere.
mercoledì 13 giugno 2007
Storia dell'Associazione II parte
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE
CENTRO SCUOLA TERRITORIO
NESSUNO ESCLUSO.
numero DUE, GIUGNO 2007
Sono trascorsi pochi mesi dall’uscita del primo numero di Nessuno escluso. e diamo alle stampe (si fa per dire) il secondo numero. Per quale motivo? Perché, come recita il vecchio adagio, molta acqua è passata sotto i ponti, anche se in poco tempo.Come avevamo già scritto in precedenza, l’Associazione nasce formalmente il 9 maggio 2006 ma in poco più di un anno, e contando solo sulle nostre esigue forze, siamo divenuti una “potenza”, almeno nel nostro piccolo.In quest’anno abbiamo attivato, grazie alle socie Paola Mattioli, Paola Semeria e Lia Dondi e alla sensibilità della Prof. Marina Buzzone del Liceo, la seconda annata del Progetto Ulisse. Che anche quest’anno, ha coinvolto una ventina di alunni del Liceo Classico, Scientifico e Linguistico di Albenga su attività di volontariato nel plesso Paccini e in quello di Vadino (II° Circolo Didattico).Il Progetto prevede che gli studenti liceali svolgano attività propedeutiche al volontariato: sono andati nelle classi che ospitano alunni stranieri e li hanno supportati. Notevole è il fatto che alcuni studenti del Liceo avrebbero voluto prolungare, in qualità di volontari, il Progetto. Questo ha comportato alcuni problemi burocratici e assicurativi (molti liceali sono minorenni), che verranno risolti il prossimo anno. Da segnalare il fatto che il Progetto Ulisse è stato “esportato” a Finale Ligure presso l’Istituto Alberghiero Migliorini e, cosa non meno importante, che questo Progetto sarà oggetto di una tesi universitaria…Quest’anno è continuata l’attività legata al Progetto Città solidale, cui abbiamo fatto cenno nel precedente numero:sono stati attivati due sportelli genitori insegnanti nel Primo e nel Secondo Circolo Didattico di Albenga;abbiamo finanziato i Corsi di Lingua italiana per adulti stranieri tenutisi nel Centro Territoriale Permanente di Albenga;abbiamo organizzato in collaborazione con l’ASAL, prestigiosa ong nazionale, quattro incontri di formazione all’educazione alla mondialità e all’intercultura.Il momento culminante della nostra attività è stata l’organizzazione (con fondi del Progetto Città Solidale) del Convegno “Marocco così vicino così lontano: esperienze didattiche al di qua e al di là dal mare”, tenutosi ad Albenga l’11 maggio. Il Convegno, organizzato dalla nostra Associazione, in collaborazione con la Provincia di Savona, l’Amministrazione Comunale di Albenga, il MLAL-Progetto Mondo, l’ASAL e il Centro Culturale Islamico cittadino ha visto un discreto numero di partecipanti. Fra i relatori del Convegno, oltre al sottoscritto, le socie Paola Semeria e Paola Mattioli, che hanno raccontato la loro esperienza di volontarie.La sera, nell’Auditorium San Carlo di palazzo Oddo, è stato presentato in anteprima nazionale un video sull’immigrazione musulmana ad Albenga.Con l’ASAL, si è sviluppata una fattiva collaborazione e la vicepresidente, Elide Taviani, ha confermato la loro disponibilità a collaborare a tutti i livelli con noi. Questo significa poter presentare, ad esempio, progetti ai vari enti e fondazioni, senza dover modificare lo statuto ed evitando problemi burocratici di varia natura.In seguito al successo del convegno (e su sollecitazione della stessa Taviani, l’Amministrazione Comunale ci ha dato, finalmente!, una sede idonea alle nostre attività, nei locali della ex Pretura.siamo entrati nel Gruppo di Supporto del Progetto YEPP, che prevede l’elaborazione di progetti e attività dirette al mondo giovanile per prevenire manifestazioni di emarginazione e devianza;siamo membri attivi del CoCoDe, il Coordinamento della Cooperazione Decentrata, che riunisce tutti gli organismi che si occupano a livello cittadino di intercultura e stranieri;abbiamo costituito il gruppo del progetto Baobab, che prevede l’attivazione di laboratori per l’educazione alla mondialità e all’intercultura, in collaborazione con Africa e Mediterraneo, l’Associazione Kikoa e l’Amministrazione Provinciale.
Da segnalare la costituzione di un gruppo di contatto con mamme marocchine del II° Circolo che si sono dichiarate disponibili a lavorare con noi e verso gli altri genitori stranieri.
conclusioni
Come recita il vecchio adagio, la carne al fuoco è molta, e molte sono le cose vorremmo fare. Ringrazio chi, come le nostre volontarie, permette di affrontare il compito più delicato e più difficile, ma anche più importante: quello di far sì che i nuovi arrivati si sentano a casa, nella nuova casa dove, accanto a problemi grandi, ci sono anche persone che pensano a creare un ambiente accogliente. Perché non bisogna dimenticare che una comunità dove ci sia spazio per i più piccoli, per gli “ultimi” è una comunità dove tutti vivono meglio.Nessuno escluso: non è solo uno slogan. È un programma e un progetto per costruire una scuola e una città per tutti e per ciascuno dove insieme combattere i meccanismi di esclusione e di abbandono, di emarginazione e di rifiuto.È una strada lunga e non facile. Ma è l’unica da percorrere.Giuliano Falco
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Giuliano Falco
domenica 3 giugno 2007
Proposte per Albenga
Chi passeggia anche per poco tempo attraverso il nostro centro storico, non può fare a meno di notare l’alto numero di stranieri che, a vario titolo, lo frequenta. È qui, fra questo passato (le emergenze storiche, architettoniche, archeologiche e ambientali) e questo presente (i nuovi cittadini) che Albenga, deve trovare le opportunità per costruirsi un futuro. Futuro che a mio parere deve basarsi su almeno tre direttrici:
1. l’ambiente e lo sviluppo dell’agricoltura, magari biologica (valorizzando, come sta già avvenendo, alcune colture specifiche);
2. il turismo intelligente;
3. gli stranieri.
Non sono un esperto agronomo o un vecchio contadino, per cui, almeno in questo settore, lascio la parola agli altri. Anche se sarebbe bello per l’intera piana operare una conversione al biologico, investendo uomini e mezzi nella produzione di essenze e ortaggi senza l’uso di sostanze di sintesi (ma, a proposito di ambiente, sarebbe bello anche investire sulle energie rinnovabili ad esempio installando pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici, installando lampade a basso consumo ove possibile e ridurre il numero di quelle presenti dove non necessarie o, sempre per esempio, adottando, a livello comunale, una delibera che proibisca l’utilizzo di alimenti provenienti da produzioni OGM nelle mense comunali).
Questo significherebbe adottare una politica che non pensi all’ambiente come una riserva da saccheggiare all’infinito e che non veda nel territorio solo uno spazio per costruire…
Lo stesso si potrebbe dire per il patrimonio storico e archeologico della nostra città che è, mi piace ricordarlo anche se sembra che pure gli addetti ai lavori se ne siano dimenticati, la stessa città in cui grazie agli scavi del Professore Lamboglia è nata in Italia la moderna archeologia. Così come, sempre Albenga è uno di quei siti, insieme all’isola di Spargi e a Populonia, in cui è nata l’archeologia sottomarina. Ebbene, la nostra città potrebbe diventare un laboratorio a cielo aperto per un turismo archeologico intelligente, che non sia solo il mordi e fuggi di adesso…certo il turista dovrebbe trovare percorsi allestiti, punti di ristoro, strutture ospitanti, materiale informativo (dal sito internet alla carta stampata), filmati, brochure, cartelli indicatori ed esplicativi e quant’altro). Alberga avrebbe così un ritorno anche economico e il turista avrebbe scoperto la nostra preistoria, il periodo romano, quello medievale e via dicendo fino ai giorni nostri. Se poi queste iniziative si collegassero al territorio circostante, faremmo come si usa dire oggi, sistema: il nostro entroterra ha forse qualcosa da invidiare ad altri in quanto a monumenti da visitare, emergenze ambientali e paesaggistiche, trattorie e strutture agrituristiche?
Non solo: dobbiamo puntare sulle scuole e coinvolgere quelli che saranno i futuri cittadini nella conoscenza del territorio in cui vivono perché sappiano apprezzarlo e valorizzarlo: quanti sanno, per fare un solo esempio, del valore e dell’importanza di un monumento come il Battistero? In un passato non tanto lontano, si era parlato di un master in archeologia, da tenersi in Albenga, poi è calato il silenzio…
Ovviamente, si tratta di inventare quasi tutto perché in questi anni si è fatto ben poco. La nostra città, se vuole uscire dal bozzo in cui si è rinchiusa, deve rimboccarsi le maniche e, per primi, devono farlo gli amministratori locali, da quelli comunali a quelli provinciali fino a quelli regionali.
Ma veniamo agli stranieri. Come insegnante elementare e presidente di un’Associazione che si occupa di stranieri, nuove marginalità ed handicap, qualche idea ce l’avrei.
Prima di approfondire, ritengo che parlando di stranieri sia bene tenere presente alcuni dati, sia pure parziali:
I. sono poco più del 6 % della popolazione residente nel territorio comunale;
II. il 38 % degli stranieri provengono dal Marocco, moltissimi dalla zona di Beni Millal;
III. in soli 6 mesi, dal dicembre 2005 al giugno 2006, gli stranieri sono aumentati di ben 115 unità (nello stesso periodo le persone provenienti dal Marocco ammontano a 44).
Ancor più dettagliatamente, e solo per fare un esempio, nelle scuole del II° Circolo, dove lavoro, abbiamo dei plessi, come la Scuola materna di Ortovero, dove gli alunni stranieri iscritti ammontano al 19,64 % del totale, percentuale che sale ulteriormente nella materna di Casanova Terrone con il 22,22 %. Analogamente, nella scuola elementare, a Casanova troviamo il 35,7% degli stranieri, il 12,8% a Ortovero e il 10,07 % nel Plesso delle Paccini, qui in città. La maggioranza di questi nuovi alunni proviene dal Marocco e dall’Albania.
Prima di parlare delle esperienze didattiche attuate nelle nostre scuole, vorrei puntualizzare alcuni concetti:
a) non utilizziamo, almeno in questa sede, il termine ‘extracomunitario’ e sostituiamolo con straniero, migrante o nuovi cittadini…a suo tempo, papa Giovanni XXIII diceva: “Quando incontri un viandante, non chiedergli da dove viene, ma chiedigli dove va”. Sostituiamo al termine ‘viandante’ quello di ‘migrante’ e il gioco è fatto. Invece di pensare quale sia la sua provenienza, chiediamogli quale sia il suo progetto di vita.
b) Proviamo a chiedere al migrante quali siano le sue conoscenze, i suoi titoli di studio, i suoi desideri e i suoi sogni. Agendo altrimenti come possiamo sapere se tra questi nuovi cittadini c’è qualcuno che ha qualcosa da offrire alla comunità, oltre la sua forza lavoro? Alla costruzione di una comunità solidale devono contribuire tutte le intelligenze, a prescindere dalla loro nazionalità. Come educatori, genitori e insegnanti dobbiamo difendere le peculiarità e sviluppare le abilità di ogni persona, soprattutto se si tratta di bambini. E questo è un altro punto dolente: è pur vero che spesso i migranti hanno bisogno dell’apporto lavorativo ed economico dei propri figli, ma questo non deve diventare una condanna per i ragazzi. Ma non sta scritto da nessuna parte che i migranti o i figli dei migranti debbano per forza frequentare gli istituti professionali? Con tutto il rispetto per questi istituti, quante intelligenze perdiamo come comunità solo perché la pelle di chi le porta non è pallida e la lingua in cui si esprimono è un’altra, diversa dalla nostra?
c) Quando arrivano alunni stranieri c’è sempre qualcuno che teme che la classe rimanga indietro per colpa dei nuovi arrivati. Peccato che dopo pochi mesi, spesso e volentieri, gli stranieri diano dei punti agli italiani. Perché sono più intelligenti? A volte. Ma spesso è perché sono più motivati: purtroppo, per gli italiani la cultura non è più un valore: conta solo l’apparire, i soldi e il modello televisivo che tutto permea.
d) A scuola accade anche un altro fenomeno: le classi in cui sono iscritti ragazzini segnalati come diversamente abili hanno un insegnante impegnato in attività di sostegno (come il sottoscritto); gli stranieri hanno –purtroppo non sempre- personale volontario che li aiuta ma chi rimane scoperto è l’alunno svantaggiato italiano (proveniente da famiglie problematiche). A questi chi ci pensa? Gli insegnanti di classe si trovano schiacciati da mille problematiche (classi sempre più numerose, bambini con situazioni familiari più o meno gravi, caos sui programmi in seguito a riforme mai applicate o applicate un po’ o solo abbozzate…). Ma questi sono problemi che affliggono la scuola in generale.
Per affrontare queste problematiche occorre avere idee, risorse umane, e perché no? anche economiche. L’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio, qualche idea l’ ha avuta avviando progetti che hanno cercato di colmare un vuoto istituzionale e delle carenze strutturali. Ma di questo parleremo fra poco.
Un’ultima precisazione: quando si parla di stranieri si tende sempre (o, almeno, spesso) a generalizzare: i ‘marocchini’, gli ‘albanesi’, e via dicendo: è un errore comune, come lo è parlare di ‘tedeschi’ o di ‘liguri’ è una trappola linguistica pericolosa perché si descrive un gruppo, una nazione, una classe sociale o una fede come un qualcosa di omogeneo e monolitico…nulla di più errato: noi incontriamo le persone non le culture. Persone che possono essere buone o cattive, simpatiche o antipatiche, ma pur sempre persone con le loro storie, esperienze, affetti, difetti e abitudini. Le generalizzazioni sono stupide, oltre che semplicistiche e stereotipate: ci sarà pure qualche tedesco che non beve birra, qualche svizzero poco puntuale, e via dicendo…Come afferma Marco Aime, “a incontrarsi o a scontrarsi non sono culture, ma persone. Se pensate come un dato assoluto, le culture divengono un recinto invalicabile, che alimenta nuove forme di razzismo. Ogni identità è fatta di memoria e di oblio. Più che al passato, va cercata nel suo costante divenire”.
Insieme alle generalizzazioni, incontriamo le assimilazioni, strumenti diabolici di quel moderno demonio che è il pensiero riduzionista, che combatte la complessità, laddove questa è un toccasana, una salvezza. “La pluralità abita il mondo”, ricordava Hannah Arendt. E la valorizzazione della biodiversità andrebbe estesa dall’ambito ecologico a quello sociale e culturale: perché quando saremo in grado di capire che la diversità è una risorsa allora avremo posto le basi per la costruzione di una società non già multi ma interculturale. E la differenza non è da poco: nella società interculturale, ognuno di noi deve perdere un pochino del suo beneamato io per far posto a un pochino dell’altro io, del diverso da sé. Così agendo diviene più ricco, fa nuove esperienze e nuove conoscenze.
Un esempio molto semplice è il seguente: qualche anno fa, a Savona, in via Venezia, ho letto un autoadesivo che mi ha colpito. Il testo recitava: “No al cous cous sì alla polenta”. Ho pensato che si trattasse di un’affermazione molto sciocca. Prima di tutto non vedo l’opposizione tra i due alimenti: non posso mangiare, volendo, una porzione di polenta e una di cous cous? In secondo luogo, può darsi che mi sia distratto, ma non ho mai sentito nessun maghrebino voler imporre il cous cous sulle nostre tavole…Però, la logica soggiacente al testo è quella di chi vuole creare schieramenti contrapposti: per avere un nemico, bisogna inventarlo, creando aut aut inesistenti…del resto, certi partiti non fanno altro che gettare benzina sul fuoco agitando ad esempio in continuazione la pericolosità dei clandestini (quando una legge firmata dai loro massimi dirigenti ne ha fabbricati a centinaia di migliaia), agitando la sindrome da accerchiamento (chi non ricorda il tragico e patetico allo stesso tempo slogan “Padroni a casa nostra”?) o puntando esplicitamente sulla xenofobia: l’Italia agli italiani…a questo proposito, giustamente Elide Taviani, in occasione di un incontro che abbiamo organizzato con alcuni docenti delle scuole medie albenganesi nell’ambito di un’iniziativa di formazione alle tematiche interculturali e di educazione alla mondialità, ricordava che se in tutto il mondo venisse approvata una legge che rispedisca a casa tutti gli stranieri, tornerebbero talmente tanti italiani che non sapremmo neanche dove metterli: sparsa per il globo, c’è, numericamente, un’altra Italia…del resto abbiamo esportato migranti per cento cinquanta anni…
Un altro dato interessante à la giovane età dei migranti: abbiamo già visto le percentuali in alcuni plessi di scuola dell’infanzia. Vorrei ricordare, ad esempio, che nella materna di Ortovero, il prossimo anno scolastico, ci sarà una sezione di scuola dell’infanzia con 19 alunni marocchini su 21 iscritti. È anche per questo motivo che il Coordinamento Cooperazione Decentrata (che raccoglie tutte le associazioni che si occupano di intercultura, di migrazioni e di cooperazione in città) ha pensato di intervenire su quella che una volta si chiamava scuola materna. Si tratta del segmento formativo rimasto scoperto per una serie di fattori diversi o che ha visto interventi differenziati ma poco o non abbastanza strutturati. Agendo sulle materne, l’intervento è precoce e si facilita l’inserimento e l’inclusione non solo dell’alunno non italiano ma anche dei suoi genitori.
Sarebbe bene che gli stranieri compissero un’operazione trasversale alle nazionalità e costituissero un’Associazione dei migranti, al fine di acquisire maggiore valenza politica. Sarebbe anche bene che si iscrivessero a sindacati, in modo da poter difendere i propri diritti. Personalmente non mi interessa la nazionalità di chi chiede aiuto (e, a chi avesse bisogno, non chiederei neppure se sia in regola): siamo cittadini del mondo e anche don Milani insegnava a ridere “dei sacri confini delle Patrie”. Penso che non si possa non ascoltare chi chieda aiuto…Occorre agire pedagogicamente verso tutti, a partire dai più bisognosi se davvero vogliamo costruire una scuola per tutti e di ciascuno. Se vogliamo che l’altro concetto programmatico di don Milani, “nessuno escluso”, venga applicato e non resti un mero auspicio. E, soprattutto, prima che sia troppo tardi…
Iniziative intraprese
L’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio si è costituita formalmente il 9 maggio del 2006. Nasce dal preesistente Centro Scuola Territorio che ha coordinato le volontarie dell’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas diocesana negli anni compresi tra il 2003 e il 2006, offrendo loro l’occasione di partecipare a riunioni di sintesi mensili in cui venivano discussi problematiche e soluzioni, ansie e situazioni diverse.
Ultima iniziativa promossa congiuntamente dai due enti è stato il già citato corso di formazione A come Accoglienza (tenutosi ad Albenga, nel periodo di febbraio-maggio 2006). Questo corso ha prodotto un Protocollo d’Accoglienza che è stato diffuso presso tutte le istituzioni scolastiche afferenti al distretto scolastico albenganese. Al percorso formativo hanno partecipato rappresentanti del personale docente e non docente del I e del II Circolo, volontarie dell’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas Diocesana, mediatori culturali stranieri e operatori dei Servizi sociali. I mediatori e gli operatori sono stati anche membri del Gruppo Formazione Operatori Genitori “Wissal”, costituitosi nell’ambito del Progetto Integrazione promosso dalla citata Associazione Centro d’Ascolto.
Ha ottenuto dall’Università di Genova il riconoscimento quale ente presso cui gli studenti possono svolgere l’attività di tirocinio. Ha infine organizzato un incontro sulle tematiche di educazione alla mondialità tenutosi a marzo e il Convegno Marocco così vicino così lontano: esperienze didattiche a confronto al di qua e al di là del mare (Palazzo Ester Siccardi, 11 maggio u.s.)
Lo stato giuridico della nuova Associazione le permette di operare quale soggetto attivo nel processo di integrazione delle comunità straniere, a partire dai genitori e dai bambini che frequentano le scuole cittadine.
L’attività dell’Associazione è centrata sul volontariato a sostegno degli alunni stranieri. Questa attività, per quanto importante e portata avanti con passione dalle volontarie, non esaurisce le finalità della nostra Associazione che si occupa, come recita lo Statuto, anche di diversamente abili e di nuove marginalità.
Nel marzo del 2006, ha presentato alla Regione, ai sensi della Legge regionale n. 28/2004, in partenariato con il Comune di Albenga (Assessorato ai Servizi Sociali e Assessorato alla Pubblica Istruzione) il Progetto Città Solidale che si classifica al XVIII posto (su una cinquantina di progetti ammessi al finanziamento, più altrettanti esclusi).
Il finanziamento regionale ha permesso di attivare molte iniziative, tra cui:
1. l’apertura di due sportelli psicologici genitori-insegnanti nei due circoli didattici della città: due psicologhe sono a disposizione di genitori e insegnanti delle scuole materne ed elementari, senza spesa alcuna per la scuola, per due ore settimanali da novembre a fine maggio. Gli sportelli iniziano ad essere utilizzati anche da persone straniere;
2. il finanziamento dei corsi di lingua italiana per adulti stranieri in collaborazione con il locale Centro di Territoriale Permanente di Albenga;
3. la traduzione di avvisi per la scuola materna e di brevi percorsi di animazione interculturale presso plessi del II° Circolo;
4. l’organizzazione, in collaborazione con l’ASAL una serie di incontri di formazione per insegnanti su tematiche di educazione alla mondialità e interculturali;
5. l’avvio di contatti con le comunità migranti grazie al lavoro di tirocinanti dell’Università di Genova per attuare progetti di coinvolgimento delle comunità migranti in percorsi di cittadinanza attiva
6. l’attivazione del Progetto Ulisse, avviato già lo scorso anno scolastico. Ha coinvolto una quarantina di alunni del Liceo Classico, Scientifico e Linguistico di Albenga su attività di volontariato nel plesso Paccini e di Vadino. Prevede che gli studenti liceali svolgano attività propedeutiche al volontariato (è da sottolineare che la parola d’ordine della giornata del volontariato che si è tenuta pochi giorni fa, era quella di coinvolgere i giovani);
7. l’ organizzazione di convegni come questo.
L’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio nel tempo ha stabilito contatti fruttuosi con diversi enti tra cui:
Africa e Mediterraneo
Si tratta di una ong bolognese che lavora soprattutto con i ragazzi delle scuole medie e superiori, avendo individuato quale mezzo di comunicazione privilegiato il fumetto. Sono in fase di preparazione diversi progetti che prevedono momenti di incontro e formazione su tematiche interculturali, di educazione alla mondialità e di ricerca dei valori comuni alle diverse fedi religiose.
Associazione Kikoa
L’Associazione gestisce il negozio equo e solidale di via Roma. Sono allo studio progetti di interventi nelle scuole sull’educazione alla mondialità e all’intercultura.
Associazione SJAMO
Si occupa di adozioni a distanza e di intercultura. Insieme stiamo cercando di coinvolgere la comunità marocchina in processi di affido familiare.
Associazione di Studi America Latina
Una delle più vecchie organizzazione non governative italiane (fondata una quarantina di anni fa), opera in America Latina e Africa e ha promosso, con un’altra associazione, il Progetto Marocco centrato sul reinserimento di giovani marocchini della zona di Beni Millal –da cui provengono quasi tutti i marocchini presenti ad Albenga. Con queste due associazioni, abbiamo promosso il Convegno sul Marocco cui si è fatto cenno in precedenza. L’ASAL ha deciso, dopo questo Convegno di portare la sua sede regionale qui ad Albenga e di condividerla con la nostra Associazione.
Coordinamento Cooperazione Decentrata
Nato da poco tempo si tratta dell’organismo che riunisce gli enti che si occupano attivamente di intercultura. L’Associazione svolge una funzione di collegamento tra il Coordinamento e le Comunità migranti.
A questo elenco vanno aggiunti l’Ufficio Cooperazione Europa dell’Amministrazione Provinciale con il quale siamo in stretto contatto.
Studentesse universitarie
Abbiamo già fatto cenno alle tirocinanti universitarie che prestano la loro attività di tirocinio grazie a una Convenzione. A queste vanno aggiunte altre che si sono rivolte a noi, tra cui una laureata presso l’Università di Trieste, che ha citato il CST nella sua tesi, altre universitarie albenganesi che, a diverso titolo sono interessate alla nostra attività interculturale (una di esse sta lavorando a una tesi sui progetti di integrazione nel savonese, per cui una parte cospicua del suo lavoro riguarderà la nostra Associazione e, in particolar modo, il Progetto Ulisse).
conclusioni
Albenga ha molte potenzialità. Sta a tutti noi, cittadini e amministratori, far sì che le sappia sviluppare per poter avere un futuro dignitoso e armonioso. Come recita il vecchio adagio, la carne al fuoco è molta, e molte sono le cose vorremmo fare. L’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio che presiedo sta facendo la sua parte, spesso anche al di là delle nostre limitate risorse. A questo proposito, vorrei ringraziare le volontarie che affrontano il compito più delicato e importante: quello del sostegno agli alunni stranieri: ancor prima di essere operatrici didattiche, sono persone che rassicurano i bambini, cui comunicano la loro disponibilità e il loro affetto. Le volontarie, con la loro presenza, la loro sensibilità e la loro intelligenza, accolgono veramente la bambina o il bambino straniero.
È bello vedere come i piccoli attendano con ansia il loro arrivo (e quale sia la loro delusione, le rare volte in cui le volontarie sono assenti ). Ed è proprio in questo che si rivela l’importanza del volontariato: nel far sapere a questi bimbi che sono lì per loro…per far sì che i nuovi arrivati si sentano a casa, che sappiano che ci sono persone che pensano a creare un ambiente accogliente. Perché non bisogna dimenticare che una comunità dove ci sia spazio per i più piccoli, per gli “ultimi”, è una comunità dove tutti vivono meglio. Nessuno escluso non è solo uno slogan: è un programma e un progetto per costruire una scuola e una città per tutti e per ciascuno dove insieme si possano vincere i meccanismi di esclusione e di abbandono, di emarginazione e di rifiuto. È una strada lunga e difficile, ma è l’unica da percorrere.
Giuliano Falco
1. l’ambiente e lo sviluppo dell’agricoltura, magari biologica (valorizzando, come sta già avvenendo, alcune colture specifiche);
2. il turismo intelligente;
3. gli stranieri.
Non sono un esperto agronomo o un vecchio contadino, per cui, almeno in questo settore, lascio la parola agli altri. Anche se sarebbe bello per l’intera piana operare una conversione al biologico, investendo uomini e mezzi nella produzione di essenze e ortaggi senza l’uso di sostanze di sintesi (ma, a proposito di ambiente, sarebbe bello anche investire sulle energie rinnovabili ad esempio installando pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici, installando lampade a basso consumo ove possibile e ridurre il numero di quelle presenti dove non necessarie o, sempre per esempio, adottando, a livello comunale, una delibera che proibisca l’utilizzo di alimenti provenienti da produzioni OGM nelle mense comunali).
Questo significherebbe adottare una politica che non pensi all’ambiente come una riserva da saccheggiare all’infinito e che non veda nel territorio solo uno spazio per costruire…
Lo stesso si potrebbe dire per il patrimonio storico e archeologico della nostra città che è, mi piace ricordarlo anche se sembra che pure gli addetti ai lavori se ne siano dimenticati, la stessa città in cui grazie agli scavi del Professore Lamboglia è nata in Italia la moderna archeologia. Così come, sempre Albenga è uno di quei siti, insieme all’isola di Spargi e a Populonia, in cui è nata l’archeologia sottomarina. Ebbene, la nostra città potrebbe diventare un laboratorio a cielo aperto per un turismo archeologico intelligente, che non sia solo il mordi e fuggi di adesso…certo il turista dovrebbe trovare percorsi allestiti, punti di ristoro, strutture ospitanti, materiale informativo (dal sito internet alla carta stampata), filmati, brochure, cartelli indicatori ed esplicativi e quant’altro). Alberga avrebbe così un ritorno anche economico e il turista avrebbe scoperto la nostra preistoria, il periodo romano, quello medievale e via dicendo fino ai giorni nostri. Se poi queste iniziative si collegassero al territorio circostante, faremmo come si usa dire oggi, sistema: il nostro entroterra ha forse qualcosa da invidiare ad altri in quanto a monumenti da visitare, emergenze ambientali e paesaggistiche, trattorie e strutture agrituristiche?
Non solo: dobbiamo puntare sulle scuole e coinvolgere quelli che saranno i futuri cittadini nella conoscenza del territorio in cui vivono perché sappiano apprezzarlo e valorizzarlo: quanti sanno, per fare un solo esempio, del valore e dell’importanza di un monumento come il Battistero? In un passato non tanto lontano, si era parlato di un master in archeologia, da tenersi in Albenga, poi è calato il silenzio…
Ovviamente, si tratta di inventare quasi tutto perché in questi anni si è fatto ben poco. La nostra città, se vuole uscire dal bozzo in cui si è rinchiusa, deve rimboccarsi le maniche e, per primi, devono farlo gli amministratori locali, da quelli comunali a quelli provinciali fino a quelli regionali.
Ma veniamo agli stranieri. Come insegnante elementare e presidente di un’Associazione che si occupa di stranieri, nuove marginalità ed handicap, qualche idea ce l’avrei.
Prima di approfondire, ritengo che parlando di stranieri sia bene tenere presente alcuni dati, sia pure parziali:
I. sono poco più del 6 % della popolazione residente nel territorio comunale;
II. il 38 % degli stranieri provengono dal Marocco, moltissimi dalla zona di Beni Millal;
III. in soli 6 mesi, dal dicembre 2005 al giugno 2006, gli stranieri sono aumentati di ben 115 unità (nello stesso periodo le persone provenienti dal Marocco ammontano a 44).
Ancor più dettagliatamente, e solo per fare un esempio, nelle scuole del II° Circolo, dove lavoro, abbiamo dei plessi, come la Scuola materna di Ortovero, dove gli alunni stranieri iscritti ammontano al 19,64 % del totale, percentuale che sale ulteriormente nella materna di Casanova Terrone con il 22,22 %. Analogamente, nella scuola elementare, a Casanova troviamo il 35,7% degli stranieri, il 12,8% a Ortovero e il 10,07 % nel Plesso delle Paccini, qui in città. La maggioranza di questi nuovi alunni proviene dal Marocco e dall’Albania.
Prima di parlare delle esperienze didattiche attuate nelle nostre scuole, vorrei puntualizzare alcuni concetti:
a) non utilizziamo, almeno in questa sede, il termine ‘extracomunitario’ e sostituiamolo con straniero, migrante o nuovi cittadini…a suo tempo, papa Giovanni XXIII diceva: “Quando incontri un viandante, non chiedergli da dove viene, ma chiedigli dove va”. Sostituiamo al termine ‘viandante’ quello di ‘migrante’ e il gioco è fatto. Invece di pensare quale sia la sua provenienza, chiediamogli quale sia il suo progetto di vita.
b) Proviamo a chiedere al migrante quali siano le sue conoscenze, i suoi titoli di studio, i suoi desideri e i suoi sogni. Agendo altrimenti come possiamo sapere se tra questi nuovi cittadini c’è qualcuno che ha qualcosa da offrire alla comunità, oltre la sua forza lavoro? Alla costruzione di una comunità solidale devono contribuire tutte le intelligenze, a prescindere dalla loro nazionalità. Come educatori, genitori e insegnanti dobbiamo difendere le peculiarità e sviluppare le abilità di ogni persona, soprattutto se si tratta di bambini. E questo è un altro punto dolente: è pur vero che spesso i migranti hanno bisogno dell’apporto lavorativo ed economico dei propri figli, ma questo non deve diventare una condanna per i ragazzi. Ma non sta scritto da nessuna parte che i migranti o i figli dei migranti debbano per forza frequentare gli istituti professionali? Con tutto il rispetto per questi istituti, quante intelligenze perdiamo come comunità solo perché la pelle di chi le porta non è pallida e la lingua in cui si esprimono è un’altra, diversa dalla nostra?
c) Quando arrivano alunni stranieri c’è sempre qualcuno che teme che la classe rimanga indietro per colpa dei nuovi arrivati. Peccato che dopo pochi mesi, spesso e volentieri, gli stranieri diano dei punti agli italiani. Perché sono più intelligenti? A volte. Ma spesso è perché sono più motivati: purtroppo, per gli italiani la cultura non è più un valore: conta solo l’apparire, i soldi e il modello televisivo che tutto permea.
d) A scuola accade anche un altro fenomeno: le classi in cui sono iscritti ragazzini segnalati come diversamente abili hanno un insegnante impegnato in attività di sostegno (come il sottoscritto); gli stranieri hanno –purtroppo non sempre- personale volontario che li aiuta ma chi rimane scoperto è l’alunno svantaggiato italiano (proveniente da famiglie problematiche). A questi chi ci pensa? Gli insegnanti di classe si trovano schiacciati da mille problematiche (classi sempre più numerose, bambini con situazioni familiari più o meno gravi, caos sui programmi in seguito a riforme mai applicate o applicate un po’ o solo abbozzate…). Ma questi sono problemi che affliggono la scuola in generale.
Per affrontare queste problematiche occorre avere idee, risorse umane, e perché no? anche economiche. L’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio, qualche idea l’ ha avuta avviando progetti che hanno cercato di colmare un vuoto istituzionale e delle carenze strutturali. Ma di questo parleremo fra poco.
Un’ultima precisazione: quando si parla di stranieri si tende sempre (o, almeno, spesso) a generalizzare: i ‘marocchini’, gli ‘albanesi’, e via dicendo: è un errore comune, come lo è parlare di ‘tedeschi’ o di ‘liguri’ è una trappola linguistica pericolosa perché si descrive un gruppo, una nazione, una classe sociale o una fede come un qualcosa di omogeneo e monolitico…nulla di più errato: noi incontriamo le persone non le culture. Persone che possono essere buone o cattive, simpatiche o antipatiche, ma pur sempre persone con le loro storie, esperienze, affetti, difetti e abitudini. Le generalizzazioni sono stupide, oltre che semplicistiche e stereotipate: ci sarà pure qualche tedesco che non beve birra, qualche svizzero poco puntuale, e via dicendo…Come afferma Marco Aime, “a incontrarsi o a scontrarsi non sono culture, ma persone. Se pensate come un dato assoluto, le culture divengono un recinto invalicabile, che alimenta nuove forme di razzismo. Ogni identità è fatta di memoria e di oblio. Più che al passato, va cercata nel suo costante divenire”.
Insieme alle generalizzazioni, incontriamo le assimilazioni, strumenti diabolici di quel moderno demonio che è il pensiero riduzionista, che combatte la complessità, laddove questa è un toccasana, una salvezza. “La pluralità abita il mondo”, ricordava Hannah Arendt. E la valorizzazione della biodiversità andrebbe estesa dall’ambito ecologico a quello sociale e culturale: perché quando saremo in grado di capire che la diversità è una risorsa allora avremo posto le basi per la costruzione di una società non già multi ma interculturale. E la differenza non è da poco: nella società interculturale, ognuno di noi deve perdere un pochino del suo beneamato io per far posto a un pochino dell’altro io, del diverso da sé. Così agendo diviene più ricco, fa nuove esperienze e nuove conoscenze.
Un esempio molto semplice è il seguente: qualche anno fa, a Savona, in via Venezia, ho letto un autoadesivo che mi ha colpito. Il testo recitava: “No al cous cous sì alla polenta”. Ho pensato che si trattasse di un’affermazione molto sciocca. Prima di tutto non vedo l’opposizione tra i due alimenti: non posso mangiare, volendo, una porzione di polenta e una di cous cous? In secondo luogo, può darsi che mi sia distratto, ma non ho mai sentito nessun maghrebino voler imporre il cous cous sulle nostre tavole…Però, la logica soggiacente al testo è quella di chi vuole creare schieramenti contrapposti: per avere un nemico, bisogna inventarlo, creando aut aut inesistenti…del resto, certi partiti non fanno altro che gettare benzina sul fuoco agitando ad esempio in continuazione la pericolosità dei clandestini (quando una legge firmata dai loro massimi dirigenti ne ha fabbricati a centinaia di migliaia), agitando la sindrome da accerchiamento (chi non ricorda il tragico e patetico allo stesso tempo slogan “Padroni a casa nostra”?) o puntando esplicitamente sulla xenofobia: l’Italia agli italiani…a questo proposito, giustamente Elide Taviani, in occasione di un incontro che abbiamo organizzato con alcuni docenti delle scuole medie albenganesi nell’ambito di un’iniziativa di formazione alle tematiche interculturali e di educazione alla mondialità, ricordava che se in tutto il mondo venisse approvata una legge che rispedisca a casa tutti gli stranieri, tornerebbero talmente tanti italiani che non sapremmo neanche dove metterli: sparsa per il globo, c’è, numericamente, un’altra Italia…del resto abbiamo esportato migranti per cento cinquanta anni…
Un altro dato interessante à la giovane età dei migranti: abbiamo già visto le percentuali in alcuni plessi di scuola dell’infanzia. Vorrei ricordare, ad esempio, che nella materna di Ortovero, il prossimo anno scolastico, ci sarà una sezione di scuola dell’infanzia con 19 alunni marocchini su 21 iscritti. È anche per questo motivo che il Coordinamento Cooperazione Decentrata (che raccoglie tutte le associazioni che si occupano di intercultura, di migrazioni e di cooperazione in città) ha pensato di intervenire su quella che una volta si chiamava scuola materna. Si tratta del segmento formativo rimasto scoperto per una serie di fattori diversi o che ha visto interventi differenziati ma poco o non abbastanza strutturati. Agendo sulle materne, l’intervento è precoce e si facilita l’inserimento e l’inclusione non solo dell’alunno non italiano ma anche dei suoi genitori.
Sarebbe bene che gli stranieri compissero un’operazione trasversale alle nazionalità e costituissero un’Associazione dei migranti, al fine di acquisire maggiore valenza politica. Sarebbe anche bene che si iscrivessero a sindacati, in modo da poter difendere i propri diritti. Personalmente non mi interessa la nazionalità di chi chiede aiuto (e, a chi avesse bisogno, non chiederei neppure se sia in regola): siamo cittadini del mondo e anche don Milani insegnava a ridere “dei sacri confini delle Patrie”. Penso che non si possa non ascoltare chi chieda aiuto…Occorre agire pedagogicamente verso tutti, a partire dai più bisognosi se davvero vogliamo costruire una scuola per tutti e di ciascuno. Se vogliamo che l’altro concetto programmatico di don Milani, “nessuno escluso”, venga applicato e non resti un mero auspicio. E, soprattutto, prima che sia troppo tardi…
Iniziative intraprese
L’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio si è costituita formalmente il 9 maggio del 2006. Nasce dal preesistente Centro Scuola Territorio che ha coordinato le volontarie dell’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas diocesana negli anni compresi tra il 2003 e il 2006, offrendo loro l’occasione di partecipare a riunioni di sintesi mensili in cui venivano discussi problematiche e soluzioni, ansie e situazioni diverse.
Ultima iniziativa promossa congiuntamente dai due enti è stato il già citato corso di formazione A come Accoglienza (tenutosi ad Albenga, nel periodo di febbraio-maggio 2006). Questo corso ha prodotto un Protocollo d’Accoglienza che è stato diffuso presso tutte le istituzioni scolastiche afferenti al distretto scolastico albenganese. Al percorso formativo hanno partecipato rappresentanti del personale docente e non docente del I e del II Circolo, volontarie dell’Associazione Centro d’Ascolto della Caritas Diocesana, mediatori culturali stranieri e operatori dei Servizi sociali. I mediatori e gli operatori sono stati anche membri del Gruppo Formazione Operatori Genitori “Wissal”, costituitosi nell’ambito del Progetto Integrazione promosso dalla citata Associazione Centro d’Ascolto.
Ha ottenuto dall’Università di Genova il riconoscimento quale ente presso cui gli studenti possono svolgere l’attività di tirocinio. Ha infine organizzato un incontro sulle tematiche di educazione alla mondialità tenutosi a marzo e il Convegno Marocco così vicino così lontano: esperienze didattiche a confronto al di qua e al di là del mare (Palazzo Ester Siccardi, 11 maggio u.s.)
Lo stato giuridico della nuova Associazione le permette di operare quale soggetto attivo nel processo di integrazione delle comunità straniere, a partire dai genitori e dai bambini che frequentano le scuole cittadine.
L’attività dell’Associazione è centrata sul volontariato a sostegno degli alunni stranieri. Questa attività, per quanto importante e portata avanti con passione dalle volontarie, non esaurisce le finalità della nostra Associazione che si occupa, come recita lo Statuto, anche di diversamente abili e di nuove marginalità.
Nel marzo del 2006, ha presentato alla Regione, ai sensi della Legge regionale n. 28/2004, in partenariato con il Comune di Albenga (Assessorato ai Servizi Sociali e Assessorato alla Pubblica Istruzione) il Progetto Città Solidale che si classifica al XVIII posto (su una cinquantina di progetti ammessi al finanziamento, più altrettanti esclusi).
Il finanziamento regionale ha permesso di attivare molte iniziative, tra cui:
1. l’apertura di due sportelli psicologici genitori-insegnanti nei due circoli didattici della città: due psicologhe sono a disposizione di genitori e insegnanti delle scuole materne ed elementari, senza spesa alcuna per la scuola, per due ore settimanali da novembre a fine maggio. Gli sportelli iniziano ad essere utilizzati anche da persone straniere;
2. il finanziamento dei corsi di lingua italiana per adulti stranieri in collaborazione con il locale Centro di Territoriale Permanente di Albenga;
3. la traduzione di avvisi per la scuola materna e di brevi percorsi di animazione interculturale presso plessi del II° Circolo;
4. l’organizzazione, in collaborazione con l’ASAL una serie di incontri di formazione per insegnanti su tematiche di educazione alla mondialità e interculturali;
5. l’avvio di contatti con le comunità migranti grazie al lavoro di tirocinanti dell’Università di Genova per attuare progetti di coinvolgimento delle comunità migranti in percorsi di cittadinanza attiva
6. l’attivazione del Progetto Ulisse, avviato già lo scorso anno scolastico. Ha coinvolto una quarantina di alunni del Liceo Classico, Scientifico e Linguistico di Albenga su attività di volontariato nel plesso Paccini e di Vadino. Prevede che gli studenti liceali svolgano attività propedeutiche al volontariato (è da sottolineare che la parola d’ordine della giornata del volontariato che si è tenuta pochi giorni fa, era quella di coinvolgere i giovani);
7. l’ organizzazione di convegni come questo.
L’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio nel tempo ha stabilito contatti fruttuosi con diversi enti tra cui:
Africa e Mediterraneo
Si tratta di una ong bolognese che lavora soprattutto con i ragazzi delle scuole medie e superiori, avendo individuato quale mezzo di comunicazione privilegiato il fumetto. Sono in fase di preparazione diversi progetti che prevedono momenti di incontro e formazione su tematiche interculturali, di educazione alla mondialità e di ricerca dei valori comuni alle diverse fedi religiose.
Associazione Kikoa
L’Associazione gestisce il negozio equo e solidale di via Roma. Sono allo studio progetti di interventi nelle scuole sull’educazione alla mondialità e all’intercultura.
Associazione SJAMO
Si occupa di adozioni a distanza e di intercultura. Insieme stiamo cercando di coinvolgere la comunità marocchina in processi di affido familiare.
Associazione di Studi America Latina
Una delle più vecchie organizzazione non governative italiane (fondata una quarantina di anni fa), opera in America Latina e Africa e ha promosso, con un’altra associazione, il Progetto Marocco centrato sul reinserimento di giovani marocchini della zona di Beni Millal –da cui provengono quasi tutti i marocchini presenti ad Albenga. Con queste due associazioni, abbiamo promosso il Convegno sul Marocco cui si è fatto cenno in precedenza. L’ASAL ha deciso, dopo questo Convegno di portare la sua sede regionale qui ad Albenga e di condividerla con la nostra Associazione.
Coordinamento Cooperazione Decentrata
Nato da poco tempo si tratta dell’organismo che riunisce gli enti che si occupano attivamente di intercultura. L’Associazione svolge una funzione di collegamento tra il Coordinamento e le Comunità migranti.
A questo elenco vanno aggiunti l’Ufficio Cooperazione Europa dell’Amministrazione Provinciale con il quale siamo in stretto contatto.
Studentesse universitarie
Abbiamo già fatto cenno alle tirocinanti universitarie che prestano la loro attività di tirocinio grazie a una Convenzione. A queste vanno aggiunte altre che si sono rivolte a noi, tra cui una laureata presso l’Università di Trieste, che ha citato il CST nella sua tesi, altre universitarie albenganesi che, a diverso titolo sono interessate alla nostra attività interculturale (una di esse sta lavorando a una tesi sui progetti di integrazione nel savonese, per cui una parte cospicua del suo lavoro riguarderà la nostra Associazione e, in particolar modo, il Progetto Ulisse).
conclusioni
Albenga ha molte potenzialità. Sta a tutti noi, cittadini e amministratori, far sì che le sappia sviluppare per poter avere un futuro dignitoso e armonioso. Come recita il vecchio adagio, la carne al fuoco è molta, e molte sono le cose vorremmo fare. L’Associazione di Promozione Sociale Centro Scuola Territorio che presiedo sta facendo la sua parte, spesso anche al di là delle nostre limitate risorse. A questo proposito, vorrei ringraziare le volontarie che affrontano il compito più delicato e importante: quello del sostegno agli alunni stranieri: ancor prima di essere operatrici didattiche, sono persone che rassicurano i bambini, cui comunicano la loro disponibilità e il loro affetto. Le volontarie, con la loro presenza, la loro sensibilità e la loro intelligenza, accolgono veramente la bambina o il bambino straniero.
È bello vedere come i piccoli attendano con ansia il loro arrivo (e quale sia la loro delusione, le rare volte in cui le volontarie sono assenti ). Ed è proprio in questo che si rivela l’importanza del volontariato: nel far sapere a questi bimbi che sono lì per loro…per far sì che i nuovi arrivati si sentano a casa, che sappiano che ci sono persone che pensano a creare un ambiente accogliente. Perché non bisogna dimenticare che una comunità dove ci sia spazio per i più piccoli, per gli “ultimi”, è una comunità dove tutti vivono meglio. Nessuno escluso non è solo uno slogan: è un programma e un progetto per costruire una scuola e una città per tutti e per ciascuno dove insieme si possano vincere i meccanismi di esclusione e di abbandono, di emarginazione e di rifiuto. È una strada lunga e difficile, ma è l’unica da percorrere.
Giuliano Falco
nessuno escluso
Questo blog intende essere uno strumento di comunicazione e interazione per tutti coloro che intendono costruire una società solidale, interculturale, aperta al dialogo.
Chi ha materiale da pubblicare, notizie da far girare, mi scriva: verranno pubblicate.
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