Premessa
Da tempo è attivo a Savona il Centro di documentazione “LIBROMONDO”, dedicato alla Pace, all’Ambiente, all’Intercultura e alla Cooperazione internazionale. Davide è l’animatore del Centro; a lui ho posto alcune domande su come funziona il Centro. Franco Falco (che non è parente di chi scrive) è stato responsabile savonese dell’AIFO e ideatore del Centro.
1. Cos’è Libromondo e qual è il tuo ruolo in questa struttura?
"LIBROMONDO" è un CENTRO DI DOCUMENTAZIONE su Pace, Ambiente, Intercultura e Cooperazione Internazionale, nato nel 2006 in convenzione e collaborazione tra AIFO – Gruppo di Savona – e la Provincia di Savona.
"LIBROMONDO" si propone come un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono approfondire la propria conoscenza su argomenti quali l’educazione alla mondialità e alla differenza tra i popoli, i rapporti Nord/Sud, la pace, la cooperazione internazionale, cooperazione sanitaria e medicina tradizionale, l’economia alternativa, l’ecologia, i diritti umani e la conoscenza etnologica dei popoli.
"LIBROMONDO" si trova al Campus Universitario di Savona, ma il Centro esisteva già da diversi anni a Savona. L’idea di creare un centro di documentazione era nata da un desiderio di Franco Falco, il responsabile savonese dell’AIFO, che per anni ha lavorato per portare avanti i principi dell’AIFO legati alla pace, alla solidarietà, allo sviluppo umano. Falco credeva fermamente che, tramite una buona informazione-formazione, si potesse apportare un vero cambiamento nel mondo. Il Centro di Documentazione dispone di oltre duemila testi, un’emeroteca con le più note riviste legate ai problemi del Sud del Mondo e una videoteca con supporti audiovisivi.
Il Centro è coordinato da Anna Maria Bertino, Maria Assunta Lanfaloni si occupa dei progetti scolastici, Cristiana Cometto e Sergio Filetti lavorano alla catalogazione dei libri e del materiale audio-video; sono tutti volontari dell’Aifo - Gruppo di Savona. Con noi collaborano altre persone che fanno parte di associazione savonesi che sono interessati alle nostre tematiche, come Piero Pentenero dell’ANOLF e Ugo Tombesi di “Cittadinanza Attiva”. Oltre a loro molti studenti delle scuole superiori, insegnati e cittadini interessati lavorano con noi soprattutto inviandoci recensioni per la nostra newsletter.
Davide Delbono, si occupo della stesura della newsetter mensile che inviamo ad oltre 1.000 contatti tra privati, enti pubblici, ONG, Associazioni del territorio savonese e nazionale, case editrici e redazioni di riviste. Inoltre mi occupo delle attività di coordinamento tra l’amministrazione provinciale e il Centro.
1. Chi è sinteticamente Davide Delbono?
Delbono Davide, savonese, nel 2004 consegue il titolo di Dottore Magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche, presso l’Università degli Studi di Genova, con una tesi dal titolo: “Politica coloniale, diritti dei popoli e cooperazione internazionale nell’opera di Edmund Dene Morel (1873 - 1924)”. Nel 2005 consegue il master in “Gestione dei conflitti interculturali e interreligiosi”, istituito dall’Università di Pisa e dalla fondazione I.E.RA.M.G. di Livorno, e partecipa al corso di specializzazione in “Cooperazione allo sviluppo”, istituito dalla Camera di Commercio Italo-Belga di Bruxelles e dalla Regione Liguria (sede di Bruxelles). In questi anni si è dedicato all’attività giornalistica, con particolare attenzione alla storia delle istituzioni africane e al dialogo interreligioso e interculturale, scrivendo articoli per il sito web “Equilibri.net” e per il mensile savonese “Il Letimbro”. Dal 2005 collabora con l’Ufficio Cooperazione Internazionale della Provincia di Savona. Nel 2006 vince il concorso per il dottorato di ricerca in “Istituzioni, idee, movimenti politici nell’Europa contemporanea. Curriculum Costituzioni e Amministrazioni” all’Università degli Studi di Pavia, per il quale attualmente sta conducendo una ricerca dal titolo ““Le istituzioni e le amministrazioni dell’ex Congo belga e dell’ex Congo francese nel primo decennio di indipendenza”.
2. Come funziona Libromondo?
“LIBROMONDO" è in particolare rivolto agli studenti di ogni ordine e grado che vogliono condurre ricerche su argomenti legati alla cooperazione internazionale e all’educazione alla mondialità.
"LIBROMONDO", ha aderito al Catalogo delle Biblioteche Liguri, è un servizio aperto al pubblico dove si possono consultare e prendere a prestito libri e il materiale messo a disposizione gratuitamente per un periodo di 15 giorni rinnovabile telefonicamente previa iscrizione al Centro di Documentazione. Le riviste, le dispense, i fascicoli e i libri di particolare valore potranno solo essere consultati in loco. Altresì sarà possibile chiedere al Centro l’acquisto di un libro con apposita scheda. Il Centro si riserverà di valutare l’acquisto in base al prezzo del libro, dell’argomento trattato e dell’interesse per il Centro stesso. Le ricerche richieste verranno svolte a cura del Centro che fornirà una copia della bibliografia trovata con rimborso spese. "LIBROMONDO" concederà anche il prestito alle biblioteche del territorio nazionale che ne faranno richiesta per un periodo di 15 giorni dal ricevimento del libro stesso e con richiesta di rimborso delle spese di spedizione. Chi volesse inviarci recensioni inerenti alle pubblicazioni di nostro interesse può farlo anche a distanza contattandoci via mail o telefonandoci.
3. Puoi quantificare i visitatori annui?
Quest’anno hanno frequentato “LIBROMONDO” circa duecento persone.
4. Libromondo collabora con studenti universitari nell’elaborazione di tesi, con Associazioni che si occupano di intercultura e di stranieri?
Nell’ultimo anno sono venuti cinque studenti universitari per fare ricerche di tesi. Le aree di studio di provenienza sono scienze politiche, giurisprudenza, scienze della formazione, scienze della comunicazione e storia. La Bottega Kikoa di Alberga, Africa e Mediterraneo, ISFORCOOP e l’Associazione Ecuadoriani di Savona hanno collaborato con noi per alcune iniziative.
5. Chi frequenta il Centro? Vi sono stranieri fra i visitatori
Il centro è frequentato da studenti di ogni ordine e grado, insegnanti, membri di associazioni, e persone interessate. Hanno frequentato il nostro Centro anche cittadini stranieri che vivono e lavorano sul nostro territorio, tra i quali gli studenti di un master per mediatore culturale e i membri dell’Associazione Ecuadoriani di Savona.
6. Quali attività promuove?
“LIBROMONDO” promuove corsi di aggiornamento per insegnanti, conferenze pubbliche, mostre didascalico-fotografiche e collabora con le scuole per l’elaborazione di progetti interculturali. I volontari del Centro propongono attività rivolte in particolare a studenti, insegnanti ed educatori di tutta la Regione e a chiunque sia interessato ad approfondire la propria conoscenza sui problemi sin qui specificati.
7. Come comunica con l’esterno (ha una newsletter, un sito internet, un blog)?
Ogni mese redigiamo una newsletter che contiene le recensioni delle pubblicazioni dei settori di nostro interesse. Diverse case editrici ci inviano libri per la recensione e per mettere a disposizione per il prestito.
Inoltre abbiamo una pagina web nel sito della Provincia di Savona:
http://www.provincia.savona.it/attivita/cooperazione/libromondo.htm
da dove si possono scaricare anche le newsletter dal primo numero all’ultimo.
8. Con quali istituzioni collabora?
“LIBROMONDO” collabora perlopiù con la Provincia di Savona
9. Come si può raggiungere e dove si trova?
"LIBROMONDO" si trova al piano terra della Palazzina Branca del Campus Universitario di via Cadorna a Legino, 17100 Savona.
Il Centro è aperto al pubblico nei giorni di lunedì e mercoledì dalle 17 alle 19, martedì e giovedì dalle 9,30 alle 11,30.
Nell’orario suddetto è possibile contattare i volontari al numero di telefono: 019 263087.
Per contattare “LIBROMONDO” via e-mail, scrivere a: libromondo@aifo01.191.it
1 commento:
L’ISLAM ITALIANO
Notizie su una realtà molteplice e multiforme.
La rappresentanza dell’Islam in Italia
di LAURA TUSSI
L’Italia è un grande mondo al plurale. Dalle statistiche risulta anche la presenza dell’Islam Albanese quale identità religiosa annacquata e differente, per esempio, dalla realtà Egiziana, Algerina e Senegalese. Quando si tratta di Islam sovviene sempre alla mente il mondo Arabo, soprattutto dopo l’11 Settembre, in quanto come religione monoteista è inoltre la seconda in Italia. Nella quantità di immigrati a livello europeo, l’Islam rappresenta una cospicua percentuale di persone. In Italia si attesta un notevole ritardo nei confronti delle politiche migratorie, per la presenza esigua e molto differenziata di stranieri rispetto ad altri Paesi europei. Il modello di politica migratoria in Francia è di matrice assimilazionista, ossia lo straniero deve diventare uguale, omologarsi all’elemento autoctono e tralasciare la propria memoria, il proprio passato identitario, quando molti autori hanno trattato dell’importanza del ricordo, dello scambio di memoria, nell’ambito del confronto tra le diversità (Ricoeur).
Il modello francese si differenzia da quello inglese che, al contrario, attribuisce un maggior potere alle comunità di immigrati, non favorendo in senso pieno l’integrazione, ma facilitando la formazione di realtà ghettizzate e rinchiuse in se stesse. In Italia una particolare novità è rappresentata dai matrimoni misti, ben 6000 coppie in Lombardia e dall’ingente presenza scolastica di stranieri nelle grandi città, con oltre il 40% degli studenti stranieri in una presenza plurale, variegata e articolata. Durante gli anni ’70 la prima Associazione di musulmani che gravitava intorno all’Università di Perugia fonda l’USMI, un’istituzione all’interno della quale gli stranieri cominciano a trovarsi e confrontarsi nell’ambito di un Paese Occidentale come l’Italia e si organizzano in progetti di tutela, di riconoscimento di diritti avanzati, in seguito, dalle istituzioni nazionali. Al seguito della spinta dell’USMI nascono diverse associazioni di immigrati: l’AMI (L’Associazione Musulmani) e il COREIS una realtà di convertiti all’Islam. La Moschea di Roma negli anni ’90 diventa un punto di riferimento per gli islamici e l’ambasciatore Scialoja rappresenta il mondo musulmano in Italia a livello ufficiale per tutte queste realtà islamiche presenti sul territorio nazionale, che transitano in dinamiche e processi di continua tensione rivolti ad accordi d’intesa con lo Stato Italiano, anche se ancora non si è giunti a comprensione e armonia, in procedure di accomodamento. L’opinionista Ferrari sostiene che senza l’11 Settembre 2001 il processo di intesa sarebbe conseguito da sé, spontaneamente.
Il centro islamico di viale Jenner a Milano non registra la presenza di convertiti e non ha rapporti con altre realtà, come la Casa della Cultura di via Padova, in cui, invece, sussiste una realtà a sé stante, senza contatti con le realtà milanesi di volontariato associazionistico islamico. In tutti questi centri il collante più che quello religioso (solo il 10%) è quello dell’opposizione politica, come in Algeria, i cui oppositori politici dovrebbero essere rifugiati all’estero, invece sono in Italia. Un’altra realtà è quella di via Quaranta che non nasce come Moschea, ma quale presenza di genitori che vogliono permettere ai propri figli di studiare secondo la tradizione musulmana, per poi tornare al paese d’origine; l’associazione è anche fornita di una sala di preghiera per il culto.
Per esempio, considerando il caso dell’Istituto di via Agnesi, questo era inizialmente legato al centro di viale Jenner che presenta una realtà molto chiusa e non annovera al suo interno la presenza di convertiti.
Il COREIS, un’associazione con un’ingente presenza di convertiti, di cui Pallavicini, che tratta anche con il Ministro Pisanu, è il presidente, risulta effettivamente ben poco rappresentativa dell’Islam immigrato. Le dinamiche di esclusione e partecipazione sono soggette ad una continua dicotomia su cui si gioca il rapporto con le comunità islamiche. L’intesa, il dialogo, il confronto pacifico, sono necessari per regolare una serie di discordie, divergenze, discrasie implicite nel dialogo con il volto dell’altro (Lévinas).
Infatti in Italia si sono presentati vari problemi e particolari esigenze, anche molto contraddittori, per esempio, la questione della Moschea di Gallarate e il caso di Reggio Emilia, per cui sono stati prestati locali adibiti alla preghiera islamica ed è stato inserito il Venerdì islamico in una scuola.
In Inghilterra vige l’idea per cui ogni comunità si deve autogestire, comportando una certa chiusura che invece è totale su un modello come il Libano. Vi sono state da parte delle comunità musulmane in Italia delle proposte di intesa con lo Stato Italiano. Lo scorso settembre 2004 sul Corriere della Sera è stato pubblicato un manifesto edito dai musulmani moderati in Italia, nel tentativo di esercitare un controllo sulle comunità islamiche tra i cui firmatari compariva l’associazione dei giovani musulmani, ossia un’emanazione dell’UCOI, che invece non ha firmato l’appello dei moderati: si assiste a nuove forme di emancipazione. Come anche l’associazione delle donne islamiche ha creato un gruppo e si sono costituite in uno statuto associazionistico per affrontare la questione di un’identità e con insite diversità (di genere ed etnia) nel confronto con i cittadini Italiani, in un continuo e assiduo dialogo con il diverso nel volto dell’altro. Dunque l’identità dell’Islam europeo risulta poliedrica, in quanto presenta innumerevoli modalità di relazione, multietniche sfaccettature di espressione, di convivenza. Il caso Agnesi ha rappresentato il tentativo di integrare delle ragazze musulmane in una scuola superiore di Milano e ha dimostrato che è importante difendere l’idea e il valore di scuola pubblica per tutti, anche con gradualità, senza settarismi. Il caso Agnesi, come sperimentazione interessante, esprime l’importanza del senso della Scuola come frontiera di dialogo, di confronto pacifico, di interscambio fra culture.
LAURA TUSSI
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