Quando ho saputo che il Ministro Maroni ha querelato Famiglia Cristiana per aver denunciato le recenti disposizioni come ‘leggi razziali’, ho scritto la seguente mail di solidarietà al Direttore di Famiglia Cristiana:
Caro Direttore,
ho letto della querela del ministro (sic!) Maroni e volevo esprimere la mia solidarietà a Lei e alla Rivista.
Personalmente non sono cattolico, anche se provengo da una famiglia cattolica (e Famiglia Cristiana ha fatto parte della mia vita per decenni -ora ho 50 anni). Vorrei trovare una definizione che non sia negativa (come ateo) e più corrispondente a ciò che sento (sono attento al fenomeno religioso, lavoro attivamente all'incontro tra le fedi nella città di Albenga e ho amici buddhisti, musulmani, testimoni di Geova e una mia carissima amica è insegnante di Religione Cattolica nella scuola dove lavoro).
Mi scusi per questa disgressione e a presto
Giuliano Falco
Il Direttore mi ha risposto (con una mail collettiva):
Carissimi,
chiedo scusa se mi rivolgo a voi tutti in modo collettivo per ringraziarvi di cuore per la vicinanza e solidarietà che ci avete manifestato in un momento così difficile. Sono tempi in cui se annunci i princìpi evangelici di uguaglianza e di rispetto di ogni essere umano, sei subito denunciato come sovverviso. E, oltre alla querela, ti scatenano contro una campagna di boicottaggio e denigrazione di Famiglia Cristiana. Credo sia importante che voi lettori, fedelissimi, facciate sentire la vostra voce, per contrastare in ogni modo quanti vogliono danneggiare la "nostra" rivista, che si ispira soltanto alla dottrina sociale della Chiesa e al Vangelo, al di là di qualsiasi schieramento politico.
Ancora un grazie per il vostro sostegno, anche concreto, nella diffusione e propagazione della nostra testata,
cordiali saluti
don antonio sciortino
direttore FC
Ma nella posta di ieri sera ho trovato questa bella mail della ml dw-intercultura, che pubblico integralmente:
CI DENUNCI PER ANTIRAZZISMO
Signor Ministro Roberto Maroni,
abbiamo letto della Sua volontà di intraprendere un’azione legale nei confronti del direttore del settimanale Famiglia Cristiana, che Lei accusa di averLe recato offesa personale per aver definito “leggi razziali” i provvedimenti del Governo verso i cittadini stranieri e le fasce più deboli della società.
Noi sottoscritti/e, uomini e donne di nazionalità diverse, nei nostri rispettivi ambiti di lavoro, di ricerca, di studio, di impegno sociale e politico, abbiamo sempre contrastato pubblicamente e nel nostro agire quotidiano l’intolleranza, la xenofobia e il razzismo. Perciò continueremo a denunciare le retoriche xenofobiche e le politiche razziste messe in atto dal Governo di cui Lei fa parte. Riteniamo, infatti, sia nostro dovere personale, professionale, civile rispettare la Carta costituzionale e batterci per una società rispettosa dei diritti di tutti/e, indipendentemente dalla loro provenienza, nazionalità, condizione sociale.
Le schedature di adulti e bambini rom, le classi differenziali per gli alunni stranieri, l’obbligo al personale medico di segnalare gli stranieri “irregolari”, il reato d’immigrazione clandestina, il permesso di soggiorno a punti, le norme restrittive sui ricongiungimenti familiari, la legalizzazione delle ronde padane, il carcere fino a quattro anni per gli irregolari che non rispettino l’ordine di espulsione, il divieto d’iscrizione anagrafica e la schedatura presso il Suo Ministero non solo dei senza-domicilio-fisso, ma anche di tutti coloro che abitano in dimore diverse da appartamenti: l’insieme di queste misure lede profondamente i diritti fondamentali delle persone e i principi dell’uguaglianza e della democrazia. Queste misure configurano una forma di razzismo istituzionale, tanto più grave e intollerabile per il fatto che, per sostenerle, un ministro della Repubblica, Lei stesso, auspica la cattiveria nei confronti dei più deboli.
Noi siamo quella parte della società civile che condivide il giudizio espresso da Famiglia Cristiana e che continuerà a perseverare nel proprio impegno antirazzista. Se vuole essere coerente, Signor Ministro, denunci anche noi.
Annamaria Rivera, Università di Bari
annamariarivera@libero.it
Angelo d’Orsi, Università di Torino
Nessun commento:
Posta un commento